La filosofia della Banca del tempo.

Rapporti con Istituzioni e volontariato per una società buona.

(Schema della conferenza di Paolo Coluccia http://digilander.libero.it/paolocoluccia )

Monzuno (BO), 21 nov. 2009

 

1)      L’idea (La Banca del tempo come rete di 1° livello, auto-organizzazione e complementarietà, informazione e comunicazione-azione comune. Ricerca-azione: “Non c’è ricerca senza azione, non c’è azione senza ricerca). La vera virtù è rappresentata dall’areté, l’azione che rende possibile una vita buona, una società buona, e che porta alla felicità, che non si riduce ad un istante, ma che dura nel tempo.

2)      Uno sguardo d’insieme:

-         le esperienze d’origine (M. Linton e il sistema LETS)

-         la diffusione nel mondo (Lets-Inghilterra, Sel-Francia, Tauchringe e TalentSystem-Germania, Club de Trueque-Argentina, Sec-Senegal ecc.)

-         le esperienze italiane: banche del tempo.

3)      Il modello

-         La Bdt finanziata dal comune;

-         La BdT che nasce in un’organizzazione/associazione;

-         La Bdt autorganizzata e autogestita;

-         Possibilità d’intreccio di modelli e ibridazione di esperienze.

4)      La Bdt come libera associazione (art. 18 Cost.; artt. 36 e ss. Cod. civ., Legge 53/2000); atto costitutivo, statuto, descrizione dello scopo (scambio non monetario di beni, servizi e saperi, il regolamento, l’unità di conto, gli strumenti ecc.)

5)      L’unità di conto: il tempo o l’unità contabile fittizia (valore, simbolo, quantificazione). Vincere e superare il linguaggio economico-contabile:

-         gli strumenti operativi (la scheda di adesione, l’assegno o attestazione di reciprocità, il bollttino offerte-richieste, la scheda di contabilità, il software, l’assicurazione ecc),

-         la gestione (il gruppo di amministrazione, il coordinatore, l’assemblea, la gestione dell’informazione a rete),

-         la giustificazione della contabilità per un fine più alto (partecipazione allo sviluppo della comunità d’appartenenza conteggiando, a mo’ di tassazione, una percentuale dell’ammontare totale annuale degli scambi per devolverlo alla comunità, sempre mediante azioni di reciprocità non monetarie effettuale dai propri associati verso l’esterno).

6)      Gli interlocutori della Bdt: tutti i soggetti pubblici, istituzionali, privati, culturali e associativi della società e che in questa agiscono sono potenziali interlocutori della Bdt. La Bdt nasce come associazione che infonde la cultura della reciprocità, della relazione sociale:

-         il comune: può e deve essere un buon interlocutore della Bdt, in quanto la collaborazione tra loro non esclude interessanti strategie di crescita della comunità con la difusione di buone pratiche e dinnovazioni sociali necessarie per la coesione e per il miglioramento della qualità della vita);

-         le parrocchie: oggi sono importanti punti di riferimento della società civile, insegnano al rispetto e alla dignità della persona nelle sue molteplici manifestazioni sociali, culturali e religiose. La Bdt possiede questa naturale vocazione al rispetto delle diversità, delle capacità personali e al riconoscimento dell’altro);

-         le associazioni: sono la parte più attiva e innovatrice della società contemporanea. Agistono nel volontariato, nella cultura, nello sport, nella ricreazione ecc.). Costituiscono le fondamenta del capitale sociale e del succeso di una comunità. In queste la Bdt trova gli interlocutori più affini, proprio perché nascono dalla base sociale, si costituiscono come la Bdt per iniziativa di persone, che pensano ed agiscono in un settore che non è riconducibile al pubblico o al privato, ma al sociale. La loro azione, come quella della Bdt, è sempre risolta alla soluzione di un problema.

-         le famiglie: istituto promordiale e sostanzialmente autarchico che si fonda sulla relazione sociale dei suoi componenti è ormai oggi sempre più aperto verso la società e verso le istituzioni sociali e culturali. Importante l’esperienza dei Centri Famiglia nella Regione Emilia-Romagna. La BdT può interloquire con le famiglie, in quanto l’azione sinergica di entrambe può accelerare il recupero di solidarietà sociale e tra generazioni.

-         la scuola merita un discorso a parte, molto più approfondito, che qui non è possibile affrontare. Dico soltanto che questa istituzione oggi è già molto sovraccaricata di funzioni).

In sintesi: “Fare in modo che stato, mercato e dono si compenetrino e si nutrano a vicenda (…) Il problema sta tutto nelle condizioni della loro compenetrazione” (Godbout).

Intervento, azione, ricerca, coinvolgimento: quattro termini non obbligatoriamente in sequenza ordinata, ma che può variare a piacere. Il problema sta nella concettualizzazione e generalizzazione di un’azione sociale complessa che coinvolga l’io. Lungi da ideologie, programmi e pianificazioni d’ingegneria sociale, la sfida dei nostri tempi sta nel cogliere il senso di una realtà caotica ed indecifrabile, rappresentata da aspettative e speranze individuali, di gruppi e di società.

Nel pensiero di Marcel Bolle de Bal emergono tre nozioni sociologiche: reliance, deliance, liance (rileanza, delianza, leanza). Tre termini intraducibili, in verità. Cerchiamo di spiegarne i contenuti essenziali. La reliance è ontologicamente legata ai concetti di deliance e di liance, come concetto a-posteriori, bisogno psico-sociale, risposta all’isolamento. Rileanza sociale come ricerca di legami funzionali, dunque, comunione umana, lo stato di sentirsi collegati. Dimensione non solo psicologica, ma anche sociologica della rileanza, perché l’atto di ri-collegare implica un sistema mediatore: produzione di relazioni sociali mediatizzate e complementari, tramite sistemi di segni e di istanze sociali.

Si va alla ricerca di una società ragionevole fondata sulla relianza, passando dall’azione disgiunta (delianza) ad un’azione congiunta (relianza), però condivisa e conviviale, premessa di un’azione comune, ovvero di una vera comunic-azione sociale (azione-comune).

 

Conclusione. Riferimento al film “Un sogno per domani”, di Mimi Leder.

Alcune frasi del film:

-         “Pensa a un’idea per cambiare il mondo e mettila in ATTO”

-         “Possibile, è possibile, il regno della possibilità è in ciascuno di voi”

-         “Passa il favore: una buona idea, una stupidaggine, una cosa utopistica”

      Senso e significato del film: si può interagire col mondo, fiducia nella bontà degli altri.

Problemi: “Gli uomini non hanno il coraggio d’incontrare gli altri, se lo facessero il mondo non sarebbe… una merda”.

Solo dal nostro impegno nasce la possibilità di una società buona.