Introduzione

 

 

La divisione dello spazio sociale e i problemi di genere sono temi che acquistano un’importanza fondamentale nella Turchia moderna, dove una lunga tradizione si è scontrata con il processo di modernizzazione instaurato con la nascita della Repubblica ed è ancora in corso. Storia, società, istituzioni, politica, arte e letteratura riflettono schemi di comportamento legati alla problematica in questione. Cercherò di evidenziare alcuni fattori che coesistono, pur con molteplici resistenze, nella vita sociale della nazione turca.

Nel primo capitolo ho inquadrato brevemente la Turchia dal punto di vista storico. Riassumere, però, in poche pagine, più di mille anni di storia, non è impresa facile, per cui ho dato spazio a notizie diverse da quelle che possono essere le vicende puramente storiche, che in fondo possono essere consultate in ogni libro di storia. Ho preferito invece spostare l’interesse sui popoli turchi: chi erano, quali lingue parlavano prima della conquista da parte degli Arabi, cosa è cambiato dopo la loro conversione all’Islam. Infine, ho trattato l’indebolimento dell’Impero ottomano e le lotte di liberazione dei nazionalisti, che hanno portato alla fondazione della Repubblica turca nel 1923.

Con Mustafa Kemal Atatürk, leader indiscusso, e le sue riforme radicali, inizia un nuovo corso per la Turchia. Per la prima volta (e forse unica) in una nazione a maggioranza islamica vengono separate le due sfere della politica e della religione. A dire il vero, nelle intenzioni di Mustafa Kemal Atatürk non c’era tra religione e stato solo separazione, ma sostanziale subordinazione della prima al secondo. Questo ha portato di conseguenza all’abolizione del Califfato. 

Il secondo e il terzo capitolo sono la parte centrale del lavoro. Nel secondo capitolo ho affrontato il modo in cui si manifesta la differenza di genere, andando pertanto alle radici del problema. Ho analizzato i diversi settori in cui l’uomo e la donna hanno spazi e ruoli differenti; settori dove spesso è evidente la dominazione da parte del genere maschile sul genere femminile, con motivazioni che affondano le loro radici in modelli culturali e tradizionali. Spesso si scambia per naturale ciò che invece è imposto e accettato, specialmente dal genere femminile, che si riconosce e s’identifica in modelli che attribuiscono alle donne una natura emotiva, quindi debole e bisognosa di tutela da parte maschile; tutela che è esercitata da un membro maschile della famiglia, sia esso il padre, il marito o il fratello.

Nei rituali di purificazione, che ho ritenuto indispensabile esporre per affrontare la questione in maniera approfondita, risiedono molte delle motivazioni di quanto sopra detto. Per quanto riguarda il corpo e la sessualità, ho evitato i confronti con l’Occidente, limitandomi soltanto a qualche paragone dovuto, per esempio quando si è trattato di fare riferimento al Codice penale italiano, adottato fin dall’inizio dalla Repubblica turca. Si noterà qui un’estrema contraddizione tra la Costituzione, garante dei diritti di tutti, ed altri Regolamenti, che contrastano a volte con la Legge costituzionale.

Non ho deliberatamente, per l’enormità del tema, sviluppato il tema dell’omosessualità, dell’aborto, della contraccezione e della pratica di rendere eunuchi alcuni giovani nel periodo dell’Impero.

Inoltre ho esaminato i luoghi di culto, la divisione degli spazi all’interno di essi e le differenti modalità in cui si manifesta la religiosità maschile e femminile, quest’ultima talvolta associata alla superstizione. Peraltro, ho voluto ricercare se c’erano, e quali erano, forme di potere nell’harem da parte delle donne e in quale modo era perpetuato attraverso esse stesse il sistema sociale e il suo ordine immutabile.

Nel terzo capitolo ho esaminato il problema della differenza dal punto di vista politico e istituzionale. Innanzitutto ho esposto i cambiamenti che Atatürk ha implementato alla nascita della Repubblica, che hanno permesso l’ingresso delle donne nel Parlamento; tuttavia, tra la tradizione e la modernità, permangono contraddizioni che si manifestano in modo evidente nel settore del lavoro e, in modo ancor più marcato, nella famiglia e nelle sue strutture patriarcali.

Infine, nel quarto capitolo, ho esaminato i problemi di genere dal punto di vista letterario. Inizialmente ho fatto un breve excursus sulla letteratura araba (occorre ricordare che ancora era vigoroso l’Impero ottomano quando si verificarono i primi fermenti e le prime idee femministe, soprattutto in Egitto), poi ho esaminato i primi romanzi turchi e il riflesso delle strutture patriarcali nella letteratura del periodo kemalista. Ho analizzato anche la questione del corpo e della sessualità, poiché rappresenta una questione centrale nella definizione dell’identità personale e nella costruzione sociale del genere maschile e femminile.

Infine, mentre nel secondo capitolo ho analizzato la famiglia in generale, ovvero le differenze tra il modello di famiglia esistente prima del processo di modernizzazione e quello che si viene a creare alla proclamazione della Repubblica (soprattutto in seguito all’abolizione della poligamia), in quest’ultimo capitolo ho esaminato la famiglia (quella che risalta nella letteratura) dal punto di vista dei figli e delle identità che in essa si definiscono.

Nella Conclusione ho individuato alcune peculiarità contemporanee riguardo alle problematiche trattate. In ogni caso, ritengo di aver affrontato un tema di scottante attualità, che rimane aperto ad ulteriori e più cospicue indagini e riflessioni. Nel corpo del testo ho riportato alcune citazioni in inglese, che però ho tradotto nelle note.

Ho posto in chiusura una ricca ricerca bibliografica.

 

Lucia C. Antonazzo

Martano, 1° gennaio 2015

luciaantonazzo90@gmail.com

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Schema fonetico per la lettura dei caratteri dell’alfabeto turco

  

Cc       come g di genio

Çç       come c  di cena

Ee        come e di estate

Gg       come g di gara e gh di ghianda

Ğğ         è quasi sempre intervocalico; una pronunzia approssimativa si ottiene allungando la vocale precedente 

Hh       laringale

Iı          post-palatale, simile alla e muta francese molto chiusa

Jj         come j francese

Kk       come c di casa

Öö       come eu francese

Ss        come s di sole

Şş        come sc di scia

Üü       come u francese

Yy       come y di aiuto

Zz        come s di rosa