Incontro sull’Economia Sociale e Solidale
(Resoconto)
Traduzione italiana di Paolo Coluccia
http://digilander.libero.it/paolocoluccia
Sul tema “Un’altra economia è possibile”, una gran quantità di organizzazioni, rappresentanti di molteplici esperienze economiche popolari fondate sull’autogestione, si sono riunite nei giorni 4, 5 e 6 giugno 2004 nell’Hotel Bauen e nella Facoltà di Scienze sociali dell’Università di Buenos Aires per partecipare al Forum Tematico sull’Economia Sociale e Solidale. Questa iniziativa ha ripreso lo spirito degli incontri del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre 2001, 2002, 2003 e di Mumbay (India) 2004, dove parteciparono attivamente reti di Economia Solidale di tutto il mondo.
Convocate dal Comitato di
“Mobilitazione Buenos Aires” del Forum Sociale Mondiale in Argentina, più di 50
organizzazioni hanno partecipato al processo di organizzazione, per il quale si
sono realizzati tre eventi preparatori: uno a Buenos Aires, uno a Rosario ed un
altro a Panama. Le organizzazione che erano presenti rappresentano e lavorano
in aree di: Popoli Originari, Commercio Giusto, Educazione Popolare,
Cooperazione, Imprese Recuperate, Produttori Rurali, Lavoratori Disoccupati,
Ricerca e Abilitazione in Economia Solidale, Piccole e Medie Imprese,
Università Nazionali ecc.
L’idea di un’altra economia
non solo è possibile, ma soprattutto imprescindibile, un’economia centrata sul
lavoro e costituita da una varietà di forme articolate basate sul lavoro
autogestito e in nuove relazioni sociali, giuste, libere e democratiche,
sorrette da principi etici pieni di solidarietà: questo è stato il fine
generale di questo Forum.
Più di 2500 proposte e 240
organizzazioni riunite in 45 laboratori, in 5 settori e in 38 luoghi espositivi
di prodotti dell’economia sociale hanno riflettuto durante queste giornate
sulla crisi mondiale del sistema, sulle nuove pratiche economiche e sui
paradigmi cultuali basati sulla solidarietà e sulla cooperazione, sul ruolo
dello Stato e sull’Economia Solidale come alternativa all’esclusione.
Erano presenti
rappresentanti delle ambasciate del Brasile, dell’Italia e del Venezuela e di
organizzazioni dell’Uruguay, del Perù, del Venezuela, dell’Italia, del Canada,
della Svezia, della Colombia e del Brasile. Tra questi è emersa la presenza di Paul Singer, Segretario di stato per l’economia solidale
del Governo del Brasile (un precursore di questo tema), ed anche di Pablo Guerra dell’Università Cattolica dell’Uruguay e di
Armando del Melo Lisboa dell’Università di Santa
Caterina (Brasile). Inoltre hanno partecipato rappresentanti delle province di
Buenos Aires, Misiones, Cordoba, Neunquén,
Rio Negro, Mendoza, Santa Fe, Jujuy,
Entre Rios, Salta, Tucumén, Corrientes e Santiago
del Estero e delegazioni dei Forum Sociali di Cordoba, Entre
Rios, Santa Fe, Rosario e Mendoza.
Come novità rispetto agli
incontri del Forum Sociale Mondiale, si è contato sulla presenza di
rappresentanti degli Stati Nazionali e di Municipi che lavorano nei settori
dell’impiego e dell’economia sociale, e ciò ha generato un movimentato e ricco
dibattito con gli altri partecipanti.
Durante le giornate si è
data configurazione alla Rete Argentina di Commercio Giusto, alla Rete di
Economia Sociale e Solidale di Zona Norte e alla
Cattedra aperta di Economia Sociale e Solidale nella Facoltà di Scienze Sociali
dell’UBA (Università di Buenos Aires).
I temi che si sono
affrontati, espressi e dibattuti nei tre giorni del forum sociale e riassunti
nell’assemblea plenaria finale si possono sintetizzare nei seguenti punti:
·
Il forum ha permesso di stabilire la necessità di implementazione e di
sviluppo di modelli alternativi di fronte alla crisi mondiale del modello
egemonico da cui deriva la disoccupazione, la sottoccupazione, i livelli di
povertà e di indigenza che crescono in paesi come l’Argentina e che il
neoliberismo non ha modo di rispondere agli alti livelli di esclusione né le
politiche pubbliche assistenziali sono sufficienti di fronte alla realtà
esistente.
·
Scaturisce uno spazio di dibattito e di riflessione politica intorno a
modelli alternativi che si stanno costruendo in paesi come il Brasile, il Cile,
l’Uruguay e l’Argentina.
·
Si stabilisce la necessità di incontrare modelli alternativi i cui
valori privilegiati siano la solidarietà, la reciprocità, il benessere comune e
possano contrastare e fermare il “mercato capitalista” dove primeggia la
massimizzazione di benefici individuali e di interessi particolari.
·
Si è dato risalto all’importanza delle politiche pubbliche nello
sviluppo di un’economia diversa con un sistema d distribuzione della ricchezza
più equa che necessita di uno Stato che promuova lo sviluppo di politiche
sociali non assistenzialistiche, politiche di stimolo
del mercato interno e politiche statali destinate all’inclusione di iniziative
di economia sociale.
·
L’istituzionalizzazione dell’Economia Sociale e Solidale, a partire
dalla partecipazione dei cittadini in processi di sviluppo locale, di politiche
e di regolazione e trasformazione dell’attuale struttura legale esistente, che
limita lo sviluppo delle iniziative popolari.
·
Che l’economia sociale e solidale sia una costruzione politica che non
si riferisca ad un’economia di sopravvivenza per poveri, ma che sia anche una
strategia di sviluppo di tutta la società.
·
L’importanza dell’educazione popolare, dell’apprendimento e della
formazione sull’economia sociale e solidale delle collettività che hanno
attività imprenditoriali di economia sociale.
·
L’apporto delle Università con la produzione di informazioni e ricerche
permetta di creare e di incorporare con un lavoro congiunto con la comunità
tecnologie alternative applicabili alle specifiche necessità delle attività
produttive esistenti, valutando i programmi dello stato.
·
Che la costruzione collettiva sviluppata in Argentina – prima della
crisi e durante il suo corso – di differenti forme di organizzazione
alternative per coprire necessità (recupero di imprese, baratto, cooperative
tra l’altro) deve avanzare altre forme di organizzazione collettiva creando
reti sociali che aumentino le risorse.
·
Rivendicare la “cultura del lavoro” ed aumentare la possibilità che le
decisioni nella società siano democratiche e che le risorse strategiche possano
essere gestite dalla società e non dalle grandi imprese multinazionali, per cui
si richiedono forme alternative di organizzazione e di rinforzo delle stesse a
livello collettivo, per cui il lavoro, l’appoggio e la gestione da parte delle
differenti istituzioni della società civile che gioca un ruolo preponderante.
·
Generare forme d’interscambio e di mercati alternativi. L’iniziativa
della costituzione della Rete Argentina di commercio giusto è stato un tema
importante, come pure la partecipazione di imprenditori dell’economia sociale
con i loro prodotti, nell’intento di carpire l’attenzione della società in
generale e per creare spazi in cui il cittadino, dalla sua posizione di
consumatore, sia responsabile e solidale.
·
Le reti di scambio e le loro difficoltà di configurarsi in gruppi
solidali rende necessario pensare alla costruzione di mercati in base alla
fiducia, situazione indispensabile per poter creare moneta sociale e passare
dalle pratiche individuali alle pratiche comunitarie.
·
Il finanziamento dell’economia sociale ha bisogno di risorse verso il
microcredito visto come strumento finanziario e occorre anche un mutamento
nella legislazione al fine di ricevere risparmi che il sistema finanziario
formale non riceve, perché siano canalizzati tramite cooperative, mutue e si
garantisca così un flusso di risorse al settore popolare. Questo è uno
strumento necessario per lo sviluppo dell’economia sociale e l’inizio di un
cammino per creare una banca etica e sociale.
·
L’economia sociale è una costruzione sociale e politica, i cui spazi di
interazione tra i diversi attori sociali, come avvenuto nel forum sociale, ha
permesso di tematizzare problemi, di dibattere, discutere, prendere posizione e
creare scenari che, anche se diversi, hanno per fine la costruzione di un’altra
economia e di un’altra società.
·
Alla fine l’assemblea plenaria si è pronunciata per la continuazione di
questo tipo d’incontri, mediante la costituzione di un Forum Permanente
dell’Economia Sociale e Solidale.
***
Documento originale ricevuto
dal circuito latino-americano di Economia sociale e solidale.