Illichpolis, la città senza automobili

Testo liberamente tradotto ed adattato da Marcel Robert dal sito Internet di Illichville: http://www.roadkillbill.com/I-home.html 

Traduzione italiana dal francese di Paolo Coluccia

 http://digilander.libero.it/paolocoluccia

 

La polis non è la città stato in quanto entità fisica

ma una forma di organizzazione nella quale ogni

membro partecipa all’azione e al discorso comunitari

Hannah Arendt

 

Illichpolis o l’utopia urbana anti-automobili

Nel corso della storia dell’urbanizzazione, numerose sono state le utopie urbane o città ideali, dai progetti delle Socialisti francesi, detti “utopistici”, del XIX secolo (Saint-Simon, Cabet, Fourriere, Considérant) fino ai teorici anglosassoni (Owen, Henry George, Ruskin, Morris ecc.).

Tutti questi progetti avevano in comune il rifiuto del deterioramento urbano legato all'industrializzazione, l'inquinamento e la povertà endemica generati dalla rivoluzione industriale nel XIX secolo. Fra queste “città ideali”, si trova il meglio (le città-giardino, gli aspetti igienisti, la solidarietà degli abitanti ecc.) ed il peggio (gli aspetti militaristi o anche settari di alcune comunità).

La maggior parte di questi progetti urbani è stata concepita prima dell'arrivo della civiltà dell’automobile; non si concepivano dunque in opposizione all’auto ma, cercavano di proporre un nuovo modello di città, in generale più vicino alla natura e caratterizzato da ciò che si può chiamare una certa forma “di-surbanizzazione”. Alcuni progetti prevedono tutto sommato la separazione delle circolazioni, come l’Icarie di Cabet, che proibisce la circolazione delle carriole e dei cavalli all’interno della città.

Molti di questi progetti urbani sono restati soltanto utopie urbane, ma alcune città ideali sono state comunque realizzate, in particolare negli Stati Uniti, alla fine del XIX ed all’inizio del XX secolo. La maggior parte di queste esperienze urbanistiche è state, tutto sommato, dei fallimenti, ma hanno esercitato un’influenza considerevole su numerosi architetti ed urbanisti del XX secolo.

Con la fine del petrolio e l’aumento continuo del costo dell’energia, l’attuale modo di vita periferico-urbano, con le sue lottizzazioni, le sue autostrade ed i suoi ipermercati, sarà presto all’agonia. Poiché il modo di vita peri-urbano è appannaggio delle classi medie, che sono le classi sociali che votano in maniera massiccia, è da prevedere una crisi politica principale quando tutte le lottizzazioni suburbane non avranno più altro futuro che diventare le bidonvilles del futuro.

È dunque in questa prospettiva storica che nasce il progetto di Illichpolis, dal nome d’Ivan Illich, auteur di “Energia ed equità”. A differenza delle precedenti utopie urbane, questo progetto è recente poiché si datta alla fine del XX secolo e si concepisce risolutamente in opposizione alla “città-automobile” americana, di cui il modello tentacolare è Los Angeles. Si tratta inoltre di un progetto urbano a forte connotazione ecologista.

 

 

 

Perché una città senza automobili?

La prima cosa che si può constatare osservando un’immagine di Illichpolis è l’assenza delle automobili, delle strade, dei posti di parcheggio o di qualsiasi altra forma di parcheggio per l’automobile. Si tratta di una città compatta, da venti a trentamila persone, che può dunque essere facilmente attraversata a piedi o in bicicletta. La dimensione compatta di Illichpolis permette ai suoi residenti facile accesso ai raccordi urbani e rurali.

Per impedire alle automobili di entrare in Illichpolis, la città è circondata da una cintura verde che si compone di tre anelli. L’anello interno è composto da giardini, da frutteti, da viti e da campi che forniscono la maggior parte dei prodotti alimentari di Illichpolis. Al di là della cintura agricola si trovano i campi ed i prati che forniscono le fibre per l’abbigliamento. L’anello esterno è composto da prati e dalla foresta, che costituiscono una ricreazione ed un rifugio della città.

Le cinture verdi permettono di scoraggiare le persone che circolano in automobile ed impongono loro di parcheggiare la loro automobili nelle periferie della città e di andare in seguito all’interno della città. Per evitare di creare problemi di parcheggio e di congestione in periferia, gli ospiti di Illichpolis sono invitati a viaggiare in tram o treno fino a Illichpolis.

 

 

Su quale modello economico funziona Illichpolis?

La città funziona soprattutto sull’autoproduzione agricola ed artigianale. Suppone un rifiuto della società di consumo attuale e della sua panoplia di prodotti più o meno inutili. La pubblicità per le multinazionali è vietata. Essendo alcuni prodotti esterni tutto sommato necessari (i pneumatici di bicicletta ad esempio), è prevista un’economia di scambio: i prodotti artigianali creati a Illichpolis possono essere venduti e soprattutto, è incoraggiato il turismo (turismo di curiosità per la città e turismo “di riposo terapeutico” per gli stranieri stressati dal loro modo di vita urbano. Senza automobili, gli ospiti possono andare e fare biciclettate ovunque. Respirano aria pura senza inquinamento d’automobile, bevono acqua propria e mangiano prodotti alimentari freschi ed organici.

 

 

Illichpolis e la fine dell’economia del suicidio

Di fronte al futuro incerto legato alla diminuzione dei combustibili fossili e delle altre risorse non rinnovabili, Illichpolis sarà dunque predisposta a basarsi interamente sulle proprie risorse. Se Illichpolis si trova collegata con la ferrovia ad altre città sostenibili, la città potrebbe sopravvivere a lungo in futuro.

Illichpolis è per il momento un’utopia urbana, creata da artisti americani interessati di sviluppo duraturo. Una città che avrebbe la qualità della migliore vita rurale ed urbana. Una città basata sul camminare a piedi, in bicicletta e con i trasporti in comune. Una città che propone di fatto un modello di de-crescita basato sul rifiuto della società dei consumi e della società dell’automobile. Una città che rifiuta lo stress urbano, l’inquinamento da automobili, la disumanizzazione delle città ed un modello di società basato sul saccheggio delle risorse naturali. Una città che non vuole insegnare ai suoi bambini che la sola speranza di sopravvivenza per la razza umana sia la colonizzazione di altri pianeti.

Se quest’utopia urbana deve realizzarsi un giorno, speriamo che conservi il meglio delle esperienze storiche passate e che eviti il peggio, per il bene dei suoi abitanti e per il bene del pianeta.

 

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Trovato sul sito Internet:

http://carfree.fr/index.php/2008/02/02/illichville-la-ville-sans-voiture/