Cibernetica Sociale Italia

www.ciberneticasociale.org

EDIFICARE EDIFICI, ABITAZIONI E CAPANNONI,

OCCUPANDO NUOVI SUOLI  CONVIENE?

 

gestire, amministrare un territorio e' considerare soprattutto i bisogni primari dei cittadini. questa potrebbe essere  sempre una buona prassi.

Quando invece il sistema produttivo di una  città è fondato  sull’edificare, sul costruire edifici e la banca della città fa utili grazie a ciò, ovvero attraverso i finanziamenti, i mutui, utili allo scopo ecc… e’ la fine  dell’economia di un  territorio ed in pochi decenni anche dello sviluppo economico.  In una città simile regna la logica  della sproporzione. 

Il suolo di una comunità è una risorsa insostituibile per l’accumulo di carbonio in esso contenuto, per il drenaggio delle acque, per la  frescura che rilascia durante l’estate, per le coltivazioni, …

 

Gli esperti dicono che per attivare, nei terreni,  processi di assorbimento di notevoli quantità di Co2 sono necessari almeno 30 anni; la soluzione piu’ rapida è rendere i terreni in grado di catturare l’ anidride carbonica atmosferica attraverso la vegetazione. “Il carbonio contenuto nel terreno e’ la piu’ grande riserva esistente ed interagente con l’atmosfera” (United Nations Food & Agriculture Organisation). 

Inoltre catturare un solo millimetro quadrato di acqua in piu’ ogni anno significa: a)1 litro in piu’ d’ acqua utilizzabile per metro quadrato; b) 10.000  litri in piu’ per ogni ettaro; c) 1.000.000 litri in piu’ per ogni km quadrato; d) diminuire la siccita’ perchè piu’ l’acqua e’ trattenuta nel suolo, più fiumi, falde e pozzi si rigenerano; e)aumentare la crescita di foraggi (cfr. http://www.soilcarbon.com.au/index.html  )

Oggi edificare capannoni e costruire case consuma territorio, in genere terreni pianeggianti; richiede cemento, escavazioni, legname per gli infissi, tecnologia per l’impiantistica dell’elettricita’, del freddo e del caldo, dell’impianto idrico,  ecc…

Considerare l’edificare aspetto centrale del sistema produttivo è incrociare i sistemi in termini di logica ambientale ed amministrativa complessiva e ciò secondo  la Cibernetica Sociale Proporzionalista e la Teoria dell’Organizzazione Umana di Antonio Rubbo Müller, (cfr. Teoría de la Organización Humana. São Paulo, Edit. Sociología Política, 1958 - http://www.globaltriunity.net/ ). Costruire le abitazioni per la Cibernetica Sociale non è un’attività   specifica del sistema  produttivo, pur essendo ad esso  relazionata. La casa-abitazione è soprattutto un bene per la famiglia  largamente intesa, appartiene come sua centralità al sistema famigliare e generativo e quindi non può essere considerata nemmeno un mezzo dell’attività industriale o agricola. Non lo è mai  stato.

Infatti e’ solo nell’ultimo mezzo secolo che l’edificare è diventato un’attivita’ produttiva  e di ciò se ne vedono già i risultati negativi con ripercussioni a lungo termine: occupazione senza freni dei suoli agricoli, milione di alloggi inutilizzati, ecc…

Edificare e costruire case, come lo si intende negli ultimi 50 anni favorisce molto la movimentazione  delle finanze ed offre guadagni, occupazione immediata… ma distrugge in particolare  una delle nostre risorse primarie: il suolo.

L’Italia è povera di ampi terreni pianeggianti, non è come gli USA dove pure  si è pervertito il senso comune del costruire le abitazioni per il bisogno della dimora. E’ proprio negli USA che l'edificare è diventato un settore produttivo di  livello industriale.

Anche l’Italia non è immune da esperienze di sproporzionata crescita di un solo settore produttivo. Si pensi ad esempio al settore dell’auto. Siamo il paese con la più alta percentuale di vetture pro-capite. Questo potrebbe essere anche un fatto positivo se nel contempo si fossero ugualmente sviluppati altri settori della comunicazione viaria.

Tutte le situazioni produttive eccessive come la  monocoltura o la  monocultura sono fragili come dei castelli di cartapesta ed in genere reggono nel tempo solo grazie a delle tutele statali.

In Italia quando è stato veramente liberalizzato il mercato dell’auto  la Fiat è andata in crisi.

 

 Esempio di sviluppo monadico nel settore produttivo

eccessivo sviluppo del settore automobilistico

1.  le autostrade hanno soppiantato le linee ferroviarie. La ferrovia poteva allo stesso tempo essere un ottimo strumento di lavoro, ricchezza ed occupazione ancor più delle autostrade, invece si sono distrutte le linee ferrate per far posto all’asfalto; le FS sono diventate carenti in termini di servizio ad ogni livello: passeggeri, merci…

      Oggi  si riconosce che utilizzare le ferrovie avrebbe anche inquinato meno le città e le periferie.

2.  I PARCHEGGI SONO SEMPRE PIÙ INSUFFICIENTI. Diventa necessario costruirli anche nei centri storici (Milano ad esempio: devastazione del territorio, spese dissennate, speculazione, pessimo servizio per i cittadini che vengono tritati nello schiaccianoci del cemento…).Oggi anche le leggi regionali finanziano tali opere depauperando la collettività.

3.  INQUINAMENTO IN TUTTA LA PIANURA PADANA e nelle grandi città del centro e sud Italia. Polveri fini d’inverno ed ozono durante l’estate. le malattie respiratorie in crescita, oltre a quelle cardiache… e la spesa  sanitaria che impazzisce creandoci anche problemi di Pil…

4.  SIAMO IL PAESE CON LE 2 - due - PIU’ SIGNIFICATIVE AUTOSTRADE SULL’ ACQUA del mondo e siamo assai carenti per quanto ne riguarda il loro utilizzo. Lo sviluppo dell’auto, del trasporto su gomma avrebbe dovuto integrare anche altri settori della comunicazione viaria come la navigazione e le ferrovie per non essere sproporzionato.

5.  Le tasse automobilistiche quasi totalmente sono utilizzate per la gestione-manutenzione delle strade;

6.  Le assicurazioni…, nate come mezzo  di solidarietà ,  sono oggi uno strumento per ingenti ricavi …

Come un tempo l’ automobile oggi  le costruzioni sono considerate motore dello sviluppo, ma  il tutto  solo in una prospettiva monadica.

 

ALCUNI

(S)PUNTI PROBLEMATICI RELATIVI ALL’EDILIZIA

  Gli oneri comunali derivanti dalle nuove costruzioni ,che paiono essere il vero ritorno  per le amministrazioni comportano invece, a monte, il depauperamento del territorio nei suoi elementi essenziali: della terra, dell’aria, dell’acqua e dell’energia;

  Se risponde a verità che la casa è un bene primario  bisognerà conservare e costruire con cura le nostre abitazioni;

  Si riduce la disponibilità di terra pianeggiante per le coltivazioni o se si costruisce in collina bisogna realizzare opere di contenimento, di  trasferimento delle fognature, degli allacciamenti idrici, della metanizzazione, ecc… con costi ingenti.

  Gli alti e larghi palazzi rappresentano barriere al ricambio atmosferico, specie nelle aree poco ventose (nel centro di  Bra-Cn ad esempio la media del vento è di 0,5 mt/s) o in certi periodi dell’anno.

  Si interrompono falde acquifere e lo stesso consumo idrico potrebbe risentirne; edificando  in modo industriale sin ora non si è ancora sufficientemente valutato l’impatto energetico delle nuove abitazioni in termini di riscaldamento  e raffrescamento delle abitazioni. Si continua in modo insensato a produrre abitazioni senza attenzione al risparmio energetico.

  In atmosfera la CO2 è maggiormente prodotta dalle abitazioni che dalle autovetture. In Europa, in media, il 40% circa delle emissioni di anidride carbonica è imputabile ai consumi delle abitazioni civili e commerciali e su questi bisognerà agire drasticamente (http://qualenergia.it )

  Pochi sono i comuni che hanno approvato un significativo regolamento edilizio   

      simile a quello di carugate (mi);

 In gran parte dell’Italia si continua ad edificare con muri perimetrali di trenta centimetri e senza coimbentare il tetto;

  In Liguria ad esempio si costruiscono abitazioni senza considerare che si è vicini al mare e molto ben esposti al sole. S’ utilizza per il riscaldamento  metano o gasolio come se si fosse ubicati alla latitudine di Torino o Milano. Pur essendo un fautore della casa passiva (cfr Expo Rinnovabili di Cherasco 2007 e 2008http://www.energie-rinnovabili.net/2-edizione-expo-energie-rinnovabili-cherasco-cn ) ritengo che la stessa casa passiva in Liguria dovrebbe essere contestualizzata in modo da rappresentare un vero investimento energetico-ambientale. Questa particolare zona climatica, il Ponente Ligure in specie,  ha la stessa espozione solare del Sud-Italia.

   Il recupero delle macerie delle vecchie abitazioni deve diventare una prassi più diffusa in modo d’evitare altre cave ed implementazioni d’attività estrattive inutili;

   Le case, si veda l’esperienza della Spagna, possono diventare motivo di traino dell’economia nazionale, ma quando il meccanismo s’inceppa fa più danni che benefici. Nell’Iberia ci sono oltre un milione di alloggi in più del necessario. Si pensi inoltre alla cosiddetta crisi dei mutui americani: tutti segnali che indicano come nel  sistema economico ciò che è a sviluppo monadico crea  disastri…economici;

   L’occupazione che deriva dal costruire abitazioni pare essere  insostituibile (edili, impiantisti, mobilifici, falegnamerie, industrie dell’indotto, ecc…) tanto che tutti giustificano l’occupazione del territorio, la distruzione dei suoli,  che  questo comporta.

   Costruire abitazioni all'infinito  è una scelta limite, dettata da poca creatività. Far cambiare opinione a chi è  imprenditore  in questo settore non sarà facile, ma è il compito primario di un’ Amministrazione comunale, adulta, che non può accettare ricatti da un settore oggi tanto problematico e che deve urgentemente riconvertirsi profondamente nella tecnologia oltre che preferire la ristrutturazione delle vecchie abitazioni  all’edificare su nuovi suoli ;

   Il mattone sembra l’unico bene rifugio per un sicuro investimento economico: la proprietà immobiliare garantisce contro ogni evenienza in quanto la  casa come bene primario è insostituibile;

   Lo stesso Berlusconi deve la sua fortuna all’edilizia residenziale, ma saggiamente ha trasformato il business realizzato con il mattone in impresa di comunicazione: questa e non il primo business è ciò che gli garantisce il potere;

   Il costruire abitazioni o capannoni in modo sproporzionato favorisce solamente il consumo del suolo e la  ricchezza dei soliti pochi;

PER EDIFICARE

NON SI OCCUPINO PIÙ NUOVI SUOLI

Se la casa è un bene primario lo è in quanto bene necessario, indispensabile per chi ne ha bisogno per la propria abitazione o dei propri famigliari in relazione alla disponibilità economiche di pertinenza. Per la sua stessa natura, la dimora, risponde al bisogno di protezione ed e’ proprio del sistema familiare o generativo. In specifico la casa è la dimora della famiglia.

Tante famiglie = tante case dovrebbe essere la condizione al 62% dei Piani Regolatori Generali Comunali. Il restante 24% dovrebbe essere utilizzato per edifici pubblici   e dei servizi;   solo il 14% per i settori produttivi. Questa dovrebbe essere la regola della proporzionalità applicata ai piani regolatori (http://www.ciberneticasociale.org/Cervello.php). Le percentuali si possono definire  concretamente  con il  calcolo dei metri cubi presenti e/o necessari in un determinato territorio. Certo bisognerà anche definire quanta superficie e volumetria, mediamente è necessaria per  ogni singola persona e famiglia. Anche in questo aspetto  le sproporzioni sono all’ordine del giorno. C’è chi usa nella propria dimora  mediamente 300 metriq a persona e chi nemmeno 10mq. I piani regolatori dovrebbero soprattutto considerare la regola della proporzionalità, da più punti vista, aspetto che è essenziale anche per la stabilità del mercato delle abitazioni.

Da noi  chi ci ricava da questo modo  di costruire case sono  pochi cittadini che poi per motivi di fiscalità eccessiva in relazione agli atti d’acquisto (Invim, ecc…) accumulano guadagno in particolare tramite l’accantonamento di fondi neri che a loro volta devono subito reinvestire – nel mattone - per riportarli in chiaro. Quasi come un gatto che si morde la coda: impazzisce.

E’ il bisogno del sistema famigliare-generativo che va a  determinare il numero delle abitazioni utili da costruire in un comune e non la strategia imprenditoriale di chi fa impresa nel settore edile.

Edificare non ha come suo scopo primario l’occupazione o soprattutto diventare il modo con cui i comuni e le città acquisiscono della liquidità attraverso i cosiddetti oneri. Tale interpretazione dell’ edificare confà ad un paradigma monadico o diadico e non globale. Lasciare costruire il più possibile, da parte di tutti gli amministratori,  per recuperare solo una grande quantità di denari  è pensare e vivere la    Pubblica    Amministrazione  senza prospettive ed in modo non  autonomo dalla lobby del cemento.

Oggi, le abitazioni dei cittadini nel numero e per come  sono state costruite non sono una vera dotazione economica. In futuro le costruzioni rappresenteranno costi enormi. Per il futuro il cosiddetto patrimonio edilizio sarà un peso enorme da gestire: avrà un  grande costo energetico in quanto  costruito con materiali scadenti, con impianti idrici desueti, infissi …, muri perimetrali di 30 cm, ecc…

Per comprendere meglio cosa significa costi enormi che paghiamo e pagheremo in termini globali per la  gestione delle abitazioni si provi a configurare il costo delle nuove abitazioni solo in termini di CO2 non più assorbita dai terreni che vengono edificati. Tutti sanno che il carbonio che viene trattenuto nei terreni non si libera in atmosfera e ciò  permette  la vita  sul pianeta. Ad esempio le foreste tropicali custodiscono quasi il 30% del carbonio globale del suolo.

Costruire capannoni che poi rimangono anni in attesa d’essere affittati e quindi costruiti solo per mera speculazione permette a milioni di tonnellate di CO2 di invadere l’ atmosfera aumentando, nel micro e macro clima, le distonie climatiche di cui siamo testimoni. Medesima considerazione la si può fare sull’uso dell’asfalto per coprire le piazze o le strade dei nostri centri urbani.  A  Friburgo, in Germania, enormi piazze e tutte le strade dei quartieri (da 10 mila/20mila ab.) costruite secondo canoni globali - con attenzione all’aria, all’acqua, al suolo ed all’energia - non sono più asfaltate e vengono utilizzate normalmente senza problemi.

Si provi a quantificare i litri d’ acqua che bisogna canalizzare perchè non più assorbiti dai terreni e quale costo ciò può  rappresentare in termini di condutture, depurazione ecc…

Stesso dicasi per l’aria che a causa dell’occupazione insensata dei suoli sarà maggiormente colma di anidride carbonica. L’uomo respira ogni giorno dalle 17mila alle 30mila volte  secondo l’età. Respirare aria pulita equivarrà a star bene al contrario si dovrà ricorrere al Servizio Sanitario Nazionale,…

Quantificare i costi globali nell’immediato ed almeno per i prossimi venti anni dell’impatto sull’aria, sull’acqua, sul suolo e sull’energia delle nuove abitazioni su terreni vergini  permetterebbe anche ai piu’ disattenti amministratori d’autorizzare  con massima cautela edificazioni su porzioni nuove del territorio comunale.

 

UNA  CASA PUO’ PRODURRE  ENERGIA ED ESSERE  AUTARCHICA

Non ha più , non l’ha mai avuto, senso edificare, costruire nuove abitazioni ristrutturando o abbattendo, se il caso, quelle vecchie e poi inquinare il proprio micro clima ed il pianeta attraverso l’utilizzo di fonti fossili per la conduzione energetica delle abitazioni.

Visione globale applicata alla casa, agli edifici, vuole  che  oltre che autarchico, in termini energetici, l'edificio diventi pure produttore  d’energia come hanno progettato e stanno realizzando alcune aziende sia in Piemonte che in Trentino  (http://www.naturalia-bau.it/it/saperne_di_piu/zero_emission.html  e  http://www.geminiproject.it/web/dett_news.asp?ID=24 ).

Oggi con la geotermia, il fotovoltaico, il solare termico e le pompe di calore, erroneamente considerati sistemi energetici d’elite o troppo costosi, si può non avere più bisogno di fonti fossili per la gestione degli edifici anzi e’ possibile che la stessa abitazione, attraverso la rete elettrica rilasci l’energia che non utilizza contribuendo al benessere territoriale: l’abitazione da energivora diventa produttrice di energia.

Molte sono le motivazioni per  sostenere il conto energia e quindi l’installazione di sistemi fotovoltaici per la produzione d’energia elettrica e calore o raffrescamento.

Sovente s’afferma che gli impianti fotovoltaici sono cari… non c’è peggior menzogna.

Installare una caldaia a metano o a gasolio costa meno solo a prima vista. Se continuiamo a credere che il fotovoltaico è solo caro dipenderemo sempre e solo dall’estero per quanto concerne l’approvvigionamento energetico.

Solo attraverso l’uso del fotovoltaico, del solare un territorio inizia ad essere autonomo in termini energetici.

Proviamo ad  immaginare  tutti i tetti dei capannoni delle nostre aziende coperte da pannelli fotovoltaici e solari termici…

Se analizziamo attentamente  la filiera che ci permette d’usare la nostra caldaia a metano o la centrale termoelettrica scopriremo che il fotovoltaico è certamente molto meno caro .

Per la caldaia a metano o gasolio  e per i tralicci che ci trasportano la corrente elettrica, come cittadini, paghiamo da diversi decenni le tasse, sulle bollette e non. E ciò  per  il trasporto, la costruzione dei  metanodotti, i rischi dell’investimento…per le cosiddette infrastrutture. Tutto si è pagato e si paga.

In verità quasi senza accorgersene  si paga e si è pagato  per non essere autonomi energeticamente e domani rischiare come nazione d’essere  ricattati.

 

Una domanda: perché il sig Berlusconi appena vinte le elezioni   ha invitato nella sua villa privata in Sardegna il signor Putin… il governo italiano non era ancora insediato.

Putin non è solo l’ex Pres della Russia…

 

Soprattutto bisogna porre l’attenzione sul fatto che i metanodotti  dipendono dall’estero, l’impianto fotovoltaico una volta installato è tuo, del  territorio in cui abiti e vivi con la tua famiglia.

Il fotovoltaico alimentando una pompa  a calore, che ha una resa enorme, può produrre anche il caldo ed il freddo necessario all’ edificio. Non è avvenirismo è realtà. Oggi con il fotovoltaico, il solare e la geotermia la casa può essere totalmente autosufficiente  ed anche produrre energia per altri.

Dall’edificio  che consuma energia a quello che produce energia.

Il sole c’è tutti i giorni ed oggi la tecnologia permette anche di accumulare l’energia elettrica  quando la produzione è scarsa perchè il cielo troppo nuvoloso. Una volta montato l’impianto dura all’incirca trenta anni. E lo smaltimento dei pannelli non è un problema.

In Germania, e potrebbe esserlo anche qui,  i tetti di molte  case sono costruite solo utilizzando i pannelli fotovoltaici e quindi in tal modo si potrebbero limitare i costi delle case ristrutturate o nuove.

A Bra, ad esempio,  la produzione di energia da fotovoltaico è superiore del 17% da quanto definito dai testi scientifici in merito alla latitudine della braida  e ciò  grazie alla posizione caratteristica della città che è a ridosso della collina.

La Liguria,  tutto il Ponente,  ha una esposizione solare come quella del Sud Italia, ma in questa regione le energie rinnovabili solari sono inesistenti o quasi. Tutto è fermo in tal senso e si continua a raffrescare o a scaldare le case  usando l’elettricità delle centrali termoelettriche che sono alimentate a gasolio e metano.

In Liguria non c’è un giacimento di metano e nemmeno di gasolio, come pure in provincia  di Cuneo.

A Cuneo, a Mondovì, a Fossano ed ad Alba si sono comunque progettati enormi reti per il teleriscaldamento. Nell’oggi tali impianti dovrebbero garantirci sia il caldo che il freddo nelle nostre abitazioni; si usa tutta energia  prodotta  localmente, ma con fonti fossili comprate all’estero.

Il teleriscaldamento usato su larga scala può rappresentare un freno  allo sviluppo dell’utilizzo  delle energie solari. Torino docet in tal senso. Quanti impianti fotovoltaici e solari termici sono installati in tutta la metropoli piemontese?

Anche la ricaduta in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico fa parte delle motivazioni a sostegno dell’energia  solare. Minor inquinamento provoca meno malattie, abbassa le spese mediche, permette meno assenze dai posti di lavoro ecc…

 

Mentre in Italia ancora si tenta di sensibilizzare il cittadino riguardo alle fonti di energia pulite, nel Regno Unito si approntano le prime dispendiose soluzioni concrete, i cui costi, riporta BBC, si ridurranno parallelamente al maturare del mercato. Nel frattempo, negli Emirati Arabi, Norman Foster è stato incaricato della progettazione di una città a zero emissioni con sei milioni di metri quadri per un enorme impianto fotovoltaico che alimenterà il più avanzato polo di sviluppo per le tecnologie a sostegno dell'energia alternativa (www.risanamentoenergetico.com)” .

 

Di sole siamo ricchi tutti e, in proporzione, ad ogni latitudine secondo necessità.  Grazie alle conquiste spaziali gli scienziati hanno inventato  i pannelli fotovoltaici e gli italiani  avrebbero dovuto per primi investire in tale settore invece si è in grave ritardo: le lobby del fossile, in modo trasversale, hanno condizionato le linee di politica nazionale impedendo la crescita dello sviluppo energetico territoriale: l’uso dell’energia solare.

Ma se un giorno qualcuno chiuderà i rubinetti dei metanodotti che succederà?? Chi controllerà le orde infuriate delle periferie che reclameranno il caldo o il freddo per le loro abitazioni?

Chi ha costruito le reti di teleriscaldamento le usi sapendo che sono a tempo determinato e che il futuro energetico sta nel solare .

L’ arretratezza italica in termini di sviluppo dell’ energia territoriale, SOLARE, è tale che anche le sedi dello SlowFood a Bra utilizzano il metano e non un loro edifico  ha un impianto di solare termico o fotovoltaico. La stessa Agenzia di Pollenzo sede dell’Università non ha un impianto del genere: ciò è anacronistico e sarebbe ora che una  maggiore linearità in proposito venisse  applicata.

Più i territori saranno autonomi energeticamente meno saranno necessari gli eserciti, più noi dipendiamo dalle fonti fossili estere  e più avremo bisogno di soldati in missione…siamo l’ottavo paese al mondo per le spese  militari, ma la cenerentola europea per le installazioni d’energia territoriale solare.…

 

Solo non costruendo più edifici su nuovi suoli ed utilizzando l’energia solare il bilancio ecologico  sarà  promettente.

 

Bra, 5  dicembre 2008

 

Gianni Rinaudo.

 

Opera per l’ integrazione della popolazione Sinti e Rom nella Regione Piemonte-Italy (1974-1979). Docente Scuola Media Superiore (1981-1986). Responsabile progetti-territoriali a favore dei giovani in situazione di disagio nella Città di Torino -Italy (1985-1990). Docente Scuola di Base (dal 1990) con incarico di vice-dirigente (1999 - 2001 e dal 2004  ad oggi)  e Funzione strumentale (2001-2003). Dal 2003 Pres. del Circolo Legambiente Bra.  Dirige Cibernetica Sociale Italia www.ciberneticasociale.org 

Ortolano da sempre.

email: gianni.rinaudo2@tin.it   - mob. 3281494760