COLLOQUIO
INTERNAZIONALE

(SRI, BDT, SEL, LETS, TAUSCHRING)

I sistemi locali
di
reciprocità indiretta

(Prima giornata)
11 e 12 agosto 1998

Martano (LE) ITALIA

Organizzato da: ASSEM
(Associazione per lo Sviluppo Sociale ed Economico di Martano)

in collaborazione con i gruppi di:
Belgio, Francia, Inghilterra, Germania, Italia.

(A cura di Paolo COLUCCIA)

 

Lilliput Edizioni

1998

I edizione – Martano (LE), 3° trimestre 1998

Fascicolo autoriprodotto da
Edizioni LILLIPUT
C/o Paolo Coluccia, via Castrignano 51
73025 MARTANO (LE)
Tel. 0368 419399
paconet@libero.it
http://digilander.libero.it/paolocoluccia

Riproduzione libera

Note essenziali sugli invitati al Colloquio internazionale

"I sistemi locali di reciprocità indiretta"

Gruppo Italia

Paolo COLUCCIA – Ricercatore sociale indipendente, animatore del gruppo di base GRIPRAssem (Gruppo di Ricerca, di Informazione e di Pubbliche Relazioni dell’Assem).

Pantaleo RIZZO – Ricercatore e coordinatore dell’ASSEM (Associazione per lo Sviluppo Sociale ed Economico di Martano).

Tiziana CERBAI – Coordinatrice della Banca del Tempo del quartiere di Navile – Bologna.

Rosa AMOREVOLE – Ricercatrice ECAP-Bologna, coautrice del libro La Banca del Tempo, F. Angeli editore, 1996.

Gruppo Francia

François TERRIS – Fondatore del primo SEL (Sistème d’echange local) nella zona dei Pirenei in Francia.

Jérome BLANC – Economista e ricercatore del Centre Walras, Università Lumière Lione 2 (Francia), aderente al SEL Rive-Gauche di Lione.

Filippe LENOBLE – Coordinatore di un SEL in Francia e appartenente al movimento SIKA Esperanto (Francia).

Gruppo Belgio

Bob LACROIX – Animatore di un SEL e dell’organizzazione Intersel in Belgio.

Eric WATTEAU – Funzionario Ministero delle Finanze belga e ricercatore sui sistemi di scambio internazionali.

Gruppo Germania

Lothar ZURKE – Appartenente al Kreuzberger Tauschring di Berlino (Cerchio di scambio).

Dorothée PIERRET – Socioeconomista e ricercatrice sui sistemi di scambio e amministrazioni pubbliche locali.

Gruppo Inghilterra

Richard Knights e Nic Evans – Sostenitori di Lets in Inghilterra. Il primo ha prodotto un software di gestione di uno o più Lets.

Partecipazione straordinaria di

Jean-Michel SERVET – Economista e Professore al Centre Walras Università Lumière Lione 2 (Francia), autore di interessanti studi socioeconomici, aderente al Gratte-Sel di Villeurbanne.

_____________

Programma del Colloquio Internazionale
I sistemi locali di reciprocità indiretta

11 e 12 agosto 1998

Martano (LE) – Italia

***

Martedì 11 agosto 1998

I sistemi locali di reciprocità indiretta:
natura e rapporti istituzionali.

9,00 Accoglienza

9,45 Introduzione al colloquio

10,00 Intervento del gruppo-Italia (modello – ricerca):

- Paolo COLUCCIA: Sistema di Reciprocità Indiretta (SRI)

- Pantaleo RIZZO: Reciprocità indiretta e simmetria: l’emergenza di una nuova forma di                    solidarietà.

- Tiziana CERBAI: Banca del Tempo (BdT);

- Rosa AMOREVOLE: La BdT: vincoli e opportunità.

11,15 Intervento del gruppo-Francia (modello-ricerca):

- François TERRIS: Sistema di Scambio Locale (SEL);

- Jérome BLANC: Monete locali e legame sociale: i sistemi di scambio locale;

- Filippe LENOBLE – Comunicazione SIKA Esperanto.

(Pausa 12,30 – 17,00)

17,00 Intervento del gruppo-Belgio (modello-ricerca):

- Bob LACROIX: Libero Scambio di Talenti e Servizi;

- Eric WATTEAU: Monete locali e Amministrazioni pubbliche.

18,15 Intervento del gruppo-Germania (modello-ricerca):

- Lothar ZURKE: Tauschring (Cerchio di scambio);

- Dorothée PIERRET: Sistema locale e persone giuridiche.

19,00 Dibattito.

20,45 Fine della prima giornata.

***

Mercoledì 12 agosto 1998

La rete internazionale di reciprocità indiretta:
finalità e modalità.

9,45 Interventi e dibattito sul tema:

Le finalità della rete internazionale.

Lettura intervento gruppo Inghilterra:

Richard Knights e Nic Evans:

L’inter-scambio tra i Lets – Un’esperienza locale.

(Pausa 12,30 – 17,30)

17,30 Interventi e dibattito sul tema:

Il circuito dell’informazione e il dispositivo di elaborazione dell’informazione.

19,45 Jean-Michel SERVET: Sintesi e conclusioni.

20,15 – Chiusura del colloquio.

***

 Prefazione

L’11 e il 12 agosto 1998 l’Assem ha organizzato a Martano un Colloquio Internazionale con la partecipazione di aderenti, fondatori, sostenitori e ricercatori dei sistemi locali di scambio e di reciprocità indiretta (SRI, Bdt, SEL, LETS, Tauschring), provenienti dall’Italia, dal Belgio, dalla Francia, dalla Germania e, non meno importante con l’invio di una relazione scritta, dall’Inghilterra.

Quello che è riportato nelle pagine che seguono è la trascrizione della registrazione in lingua italiana di tutto ciò che in questi due giorni è stato detto a Martano, senza aggiunte e senza tagli, lasciando inalterate frasi e parole di chi ha voluto intervenire a titolo personale o di gruppo.

Dunque, un’esposizione parlata degli Atti del Colloquio Internazionale. Gli interventi correttivi sono stati limitati per dare qualche volta senso compiuto a qualche frase poco chiara. Questi piccoli aggiustamenti sotto forma di aggiunte risultano, comunque, in parentesi quadre.

Nella punteggiatura abbiamo seguito il nostro intuito personale, le pause di chi parlava e soprattutto l’argomento trattato ne suo insieme. Alcuni casi dubbi di punteggiatura sono stati risolti con il ricordo diretto della circostanza durante la quale alcune frasi sono state dette. Per questo la registrazione ascoltata e riascoltata più volte ci è stata di grande aiuto. Un ringraziamento particolare va a chi con pazienza illimitata ha fatto sì che nessuna parola andasse perduta.

Ne è venuto fuori un testo assai semplice e comprensibile. Certo la forma linguistica non è tanto pura: infatti, questa in molti casi risulta traballante e forse anche impropria, ma ciò fa capire quale demarcazione esista tra il pensiero parlato (discorso) e il pensiero scritto (articolo, saggio).

Possiamo, comunque, anticipare che un prossimo libro conterrà gli interventi a suo tempo preparati, ma successivamente ripensati e rielaborati dovutamente dagli stessi espositori impegnati nella prima giornata del Colloquio Internazionale (modelli e ricerche), nella loro lingua originale, accompagnati da una traduzione di ognuno (dall’italiano in francese e dal francese in italiano – il testo pervenuto dall’Inghilterra, oltre che in originale, sarà riportato in francese e in italiano). Il tutto per dare uno strumento più scientifico a tutti i lettori in generale e alla ricerca di tanti studenti universitari in particolare.

Con il lavoro che oggi riportiamo si spera di poter comunicare adeguatamente e in maniera viva il clima di informalità e di convivialità del Colloquio e della permanenza a Martano di tutte le splendide persone che vi hanno partecipato e che con grande sacrificio personale hanno contribuito al successo della manifestazione.

Proprio perché siamo convinti che tutti, ciascuno per le sue capacità e possibilità, abbiamo dato un po’ del nostro tempo per il miglioramento della comunità, facciamo nostro il seguente brano che un autorevole personaggio del Colloquio ha declamato con grande semplicità: "La vera ricchezza di un paese sono le ore che ciascuno va a donare alla sua comunità"(F. TERRIS).

L’Assem, proprio come Associazione per lo Sviluppo Sociale e Economico di Martano, è stata pensata per la crescita complessiva della comunità e delle relazioni sociali.

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno consentito la realizzazione del Colloquio.

Paolo COLUCCIA

 

Martedì 11 agosto 1998

I sistemi di reciprocità indiretta:
natura e rapporti istituzionali

Accoglienza e introduzione al colloquio

Pantaleo RIZZO. Buongiorno. Ben arrivati al Colloquio Internazionale. Sono veramente contento, vi ringrazio di cuore. C'è chi ha fatto tanti chilometri per arrivare, c'è anche chi ha fatto tanto lavoro per preparare gli interventi ed essere qui presente.

Cerco di dire quali sono state le motivazioni di questo Colloquio Internazionale. Abbiamo partecipato, sia l'altro anno sia prima ancora, a delle conferenze e a dei convegni, dove spesso succedeva che si parlava. La gente era dall'altra parte ad ascoltare, per cui c'era poco spazio per il dibattito.

Abbiamo detto: "Sta succedendo qualcosa di molto importante. E' bene che le diverse realtà possano incontrarsi, non solo le realtà italiane, ma anche le realtà che provengono da tutta l'Europa".

Abbiamo quindi pensato ad un Colloquio Internazionale a Martano, una realtà che è emersa completamente dalla base, dal basso, senza nessuna idea o spinta della sfera pubblica, né della sfera privata, intesa questa come sfera del mercato.

Nello stesso tempo che stavamo cominciando a scrivere le lettere alle altre realtà a livello europeo ho avuto il modo di tastare quello che sta avvenendo nella Commissione Europea a Bruxelles. E lì c'è una certa sensibilità, anche per ricerche di ricercatori ai quali la Commissione Europea ha chiesto di vedere cosa sta avvenendo all'interno dei SEL.

Quindi, la loro sensibilità è quella di accoppiare le monete locali, cioè le Banche del tempo, i Sel, i Tauschring, all'uscita dell'euro. L'euro può dare produzione, ma non crea legame sociale, come moneta. Allora, si dice, se riusciamo a promuovere dappertutto la nascita di Bdt, Sel, TR, Lets, questi apporteranno attraverso la loro moneta locale, attraverso il tempo, come avviene nelle Bdt, quella parte di socialità, quella parte di legame sociale, che altrimenti l'euro non potrebbe fare.

Questo porta delle poste in gioco e porta anche dei giochi all'interno e per noi è importante soffermarci, vedere chi siamo, conoscerci, come possiamo collaborare nel futuro e come soprattutto terremo conto delle poste in gioco, come le iniziative che verranno prese dalla sfera pubblica avranno [influenza] verso di noi. Sino ad ora, quando la sfera pubblica ha preso l'iniziativa è stata prima concepita e poi è intervenuta per la promozione di una banca del tempo o per favorire delle idee di qualcuno che voleva favorire, far nascere una banca.

Questo, a nostro parere, nel pensiero che abbiamo spesso avuto insieme con gli iscritti all'Assem, porta confusione. Il più delle volte la sfera pubblica non ha una cognizione precisa di quello che sono i Sel, le Bdt, i Tauschring, i Lets. Questo colloquio, quindi, serve sia a noi sia per un dialogo fuori.

Queste erano le motivazioni che ci hanno spinto, strada facendo, a preparare questo Colloquio Internazionale.

 

Comincio a fare la presentazione dei presenti, dopo i diversi gruppi-paese interverranno.

Gruppo Italia. Presento chi fa parte del SRI (Sistema di Reciprocità Indiretta) dell'Assem di Martano: Paolo COLUCCIA e Pantaleo RIZZO, che sono io. Paolo COLUCCIA parlerà del SRI (Sistema di Reciprocità Indiretta). Io approfondirò un po' una ricerca su questo Sistema di Reciprocità Indiretta. Per la BDT (Banca del tempo), come modello che si conosce un po' quasi in tutta l'Italia, c'è Tiziana CERBAI che si sofferma sul modello Bdt partendo dall'esperienza di Navile-Bologna e Rosa AMOREVOLE che porta una ricerca sulle Bdt.

Dopo c'è il Gruppo Francia. C'è François TERRIS che viene dai Pirenei, uno dei primi Sel che è stato messo in Francia; ci parlerà di questo modello Sel francese, ma lui è anche all'interno di Sel'Idaire, che è un po' una specie di rete, ove passa l'informazione tra i diversi Sel francesi. Accanto c'è Jerome BLANC: egli è un ricercatore universitario del Centro Walras di Lione 2; poi c'è Filippe LENOBLE, che fa parte dello stesso gruppo-paese Francia, ma lui ci porterà quella che è stata l'esperienza fatta a Viols-Le Fort, una cittadina in provincia di Montpellier, dove c'è stato un altro incontro internazionale di Sel, TR, Bdt, Lets e così via. Quindi cercheremo di collegare l'esperienza fatta a Montpellier con quella di Martano, e questo ci porterà all'esperienza che si farà nell'Università d'estate, sempre a Montpellier in Francia e successivamente, a settembre, ad un'altra occasione che sarà a Tolosa.

Questa estate è abbastanza piena di incontri, che probabilmente ci faranno riflettere tutto l'inverno e arrivare delle risposte, speriamo... io guardo qualcuno che viene dalla Sicilia che vuole avere anche indicazioni più precise. Pian piano stiamo costruendo anche questo. Dalla Francia c'è anche Jean-Michel SERVET: lui non interverrà nel gruppo Francia ma farà la sintesi e le conclusioni. E' un economista che insegna all'Università di Lione ed è il responsabile del Centro Walras di Lione 2.

C'è il Gruppo Germania con Dorothée PIERRET: lei ha fatto una ricerca tra i Tauschring e le persone giuridiche, cioè il comune può entrare nel TR? Un'impresa può entrare nel TR? Un'altra associazione può entrare nel TR? Questa è la sua ricerca. Accanto a lei c'è Lothar ZURKE: lui ci parlerà del modello Tauschring. Tauschring vuol dire cerchio, anello di scambio. Ci parlerà dell'esperienza che esiste a Berlino. A Berlino ne esistono 20, in tutta la Germania moltissime esperienze.

Poi c'è il Gruppo Belgio: Bob LACROIX, che porta l'esperienza di un Sel in Belgio più l'esperienza di InterSel, cioè una specie di rete dove passa l'informazione; Eric WATTEAU, che porterà l'esperienza della relazione, dei rapporti e del dialogo tra l'amministrazione pubblica e i Sel, non solo in Belgio, ma anche quello che è avvenuto in altre parti del mondo.

Per quanto concerne l'Inghilterra non è potuta essere presente alcuna persona, però abbiamo un lavoro che ci hanno inviato e che leggeremo domani, in quanto interessa il tema che sarà discusso domani.

Possiamo cominciare.

Paolo COLUCCIA. Grazie a Pantaleo Rizzo per l'introduzione.

Tutti noi ieri pomeriggio abbiamo fatto una piccola riunione: lo scopo che ci siamo prefisso è stato quello di mantenere i tempi assegnatici, almeno in questa prima giornata.

Domani potremo sbizzarrirci come meglio vogliamo sia nel colloquiare che nell'approfondire.

Perciò, cominciamo!

 

Intervento del gruppo Italia

Paolo COLUCCIA

Il Sistema di Reciprocità Indiretta di Martano

 

L'ASSEM è un'associazione non a scopo di lucro il cui acronimo sta per Associazione per lo Sviluppo Sociale ed Economico di Martano. Il sistema di Martano è un Sistema di Reciprocità Indiretta (SRI), ma parte nel 1996, da un'idea di Pantaleo RIZZO, come un Sistema di Scambio Locale (SSL ), che cerca di apportare variazioni e innovazioni nei rapporti tra i singoli individui, gruppi e soggetti sociali, per uno sviluppo sociale, economico ed ecologico della comunità.

Cercheremo di individuare con la nostra ricerca che sociologia ed economia possono essere di valido aiuto per lo studio di questi sistemi, ma non possono essere considerate esaustive per un approccio conoscitivo degli stessi.

L'Assem , con il Sistema di reciprocità indiretta, cerca di riannodare il rapporto e la relazione tra più persone, mediante la pratica del dono libero. Si utilizza una unità locale di conto (preferisco questa dizione a moneta locale) di nome mistòs , che non ha un valore economico monetario, ma nella nostra esperienza ha subito un'evoluzione significativa. Infatti si è partiti all'inizio con il mistòs rapportato alla lira (1 mistòs = 1 lira), ma solo per essere più facile la comprensione del conteggio degli scambi tra le persone, per evolversi poi verso il rapporto con il tempo e soprattutto in rapporto ad un valore di riconoscenza soggettivo per il dono ricevuto dall'altro. Quindi solo oggettivamente esiste la valutazione 10 mistòs = 1 ora: di fatto non esiste una valutazione univoca, ma ogni socio ha la libertà di valutare soggettivamente il grado di socialità che si è costituita con l'altro mediante il transito della prestazione dono.

Il rapporto tra i soci è regolato da uno Statuto, per il momento ancora informale, e da un Regolamento. Si sta cercando di rendere lo statuto più aderente alla filosofia in generale dell'Assem ma anche alle esigenze specifiche del singolo aderente. E questo è un lavoro molto difficile, perché è nell'idea generale dell'associazione non di fare una norma, una legge statutaria, ma di creare un sistema facile e fruibile: non obblighi e divieti, ma la possibilità e la capacità di vivere un'esperienza in una dimensione culturale completamente innovativa per l'essere umano. Avremo modo di approfondire nel colloquio questa concezione.

Attualmente le aspettative sono molte, ma per una nostra specifica concezione attendiamo che ogni cosa emerga gradualmente, sia quindi i risultati raggiunti o raggiungibili, sia le difficoltà, le incomprensioni, gli scontri, i conflitti ed anche le tante cose positive che si sono vissute e si vivono nell'Assem.

I risultati che si attendono in generale sono la presenza di un sistema che non prevede l’uso del denaro, ma non perché si abbia qualcosa contro il denaro; il denaro, infatti, serve per regolare alcuni importanti rapporti, forse la maggior parte, nella nostra società occidentale (come asserisce Goudbout nel libro Lo spirito del dono ), tra i singoli individui, gruppi ed istituzioni. Quello che noi cerchiamo di suscitare con il sistema non è un'economia alternativa, ma un'innovazione della dimensione culturale della persona umana. La vera innovazione non consiste nel creare qualcosa che va contro, ma nell'entrare nella logica del patto, della coesione, dello sviluppo compossibile, sostenibile ed omogeneo della comunità locale dei vari soggetti che in questa agiscono (persone, famiglie, gruppi, organizzazioni, imprese, istituzioni). Un altro risultato atteso è dunque una comunità fatta di "associati", rispetto ad una comunità di "subordinati" (Modernità) o, peggio ancora, come qualche secolo fa, di "sudditi" (Medioevo).

Due altri risultati attesi sono: una rete tra associazioni, gruppi ed istituzioni, nella prospettiva locale, e una rete tra associazioni di reciprocità e di scambio a livello nazionale e internazionale.

I valori principale a cui l'Assem fa riferimento, sia per le relazioni tra i singoli aderenti, sia per i soggetti della comunità, sono il rispetto della diversità, della libertà e del rapporto tra pari (che non significa identici), ma che ciascuno ha uguale dignità.

Qualche dato numerico degli scambi, non di ciò che è stato "prodotto economicamente", quasi possa essere una rilevazione statistica come le tante che comunemente si fanno per calcolare i prodotti interni e i bilanci di società od imprese, ma un'esposizione di tutte le prestazioni-dono libere transitate nel Sistema di Reciprocità Indiretta. Infatti non ci sentiamo una società o gruppo economico. Nel 1997 ci sono state 626 prestazioni-dono per un "valore" totale di 11.623 mistòs (base oggettiva 10 mistòs =1 ora, ma, come abbiamo già prima spiegato, nel totale è considerata anche la parte soggettiva, che rappresenta il legame sociale instaurato e il grado di riconoscenza per il dono ricevuto dall'altro aderente). Nel 1998 c'è stata una flessione degli scambi: al 30 giugno 1998 sono transitate 114 prestazioni-dono per un totale di 4.025 mistòs . La scelta di fondo è però quella di avere la più ampia libertà tra gli aderenti di dare e di ricevere, di chiedere e di offrire, come, dove, quando e con chi vogliono. La stessa scelta è stata fatta nei confronti delle persone che vivono nella comunità martanese. Queste possono aderire quando lo riterranno più opportuno all'associazione: non si è andati a convincere qualcuno ad iscriversi, neanche con persuasioni indirette, come possono essere annunci, depliant pubblicitari, attività promozionali. Quindi pochissima pubblicità. Questo Colloquio ne è un esempio! Gli iscritti nel 1997 sono stati 73 (35 donne e 38 uomini),di cui 65 residenti a Martano e 8 residenti in comuni limitrofi; nel 1998 risultano alla data odierna iscritti 37 (24 donne e 13 uomini) di cui 25 residenti a Martano, 11 in comuni limitrofi e 1 in Germania.

In questi ultimi mesi stiamo facendo, ciascuno per suo conto, una riflessione, per comprendere le proprie motivazioni e il personale approccio al sistema, oltre che per esprimere le proprie convinzioni e i propri orientamenti rispettivamente nel sistema e per lo sviluppo del sistema. Non si vuole imporre a nessuno il sistema, ma con il suo impegno, azione, partecipazione, conoscenza e cultura ogni aderente può orientarlo per uno sviluppo ed una crescita della collettività (locale e globale), ma soprattutto di se stessi.

 

***

Pantaleo RIZZO

Reciprocità indiretta e simmetria:
l'emergenza di una nuova forma di solidarietà.

 

Quando sono venuto a Martano io ero un numero. E' da vent'anni che manco da Martano, anche se vengo ogni tanto: sto un mese e poi parto. Allora è fortunato chi ha una famiglia grande, dove ci sono dei rapporti ancora stretti. Chi non ha questo non conta niente, né al livello del vicinato, né al livello dell'amicizia, della famiglia, né a livello dell’Amministrazione. E allora ho detto: qui apro una sfida. Se debbo rimanere a Martano devo portare un'idea, altrimenti non rimango, visto che vent'anni fa io partii volendo abbandonare Martano, per non ritornare più a Martano.

Quindi lo strumento fondamentale è stato l'ASSEM e il Sistema di Reciprocità Indiretta e il mio è un rapporto personalmente tra me e la comunità di Martano. La comunità come è, tale e quale, non mi piace! Io intervengo all'interno per poter modificare qualcosa. E vediamo cosa ci ha portato questo.

Dunque, io ho cominciato ad analizzare quello che c'era in questa comunità e ho visto che ancora ci stanno rapporti di reciprocità: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me, io ti aiuto un giorno in campagna e tu aiuti un giorno in campagna me, io ti preparo qualcosa e tu fai un'altra cosa per me. Non lo fanno tutti, ma ancora è una pratica esistente.

Però il sistema si inceppa quando io posso dare una cosa a te e tu non riesci mai a dare una cosa a me. E allora ho cercato di portare l'idea: facciamo una lista di tutti quelli che vogliono fare un patto: io do qualcosa a te e tu puoi dare una cosa ad un altro, che ne ha bisogno, e quell'altro la potrà dare a me.

Su questo si è fondato il primo rapporto. Si è partiti quindi dalla reciprocità diretta e da questa si è cercato poi di innovare qualcosa.

Io quindi partii praticamente da questa voglia di fare, io do una cosa a te e poi io la ricevo da un altro e quindi ci serviva una lista degli iscritti e ci serviva pure una contabilità: però non avevo strumenti. E allora quando sono stato in Belgio e ho incontrato Eric Watteau e altre persone del Belgio, lì ho avuto i regolamenti del sistema di scambio locale, più quello che avevo conosciuto un po' prima quando ero a Ginevra a studiare. Ho fatto un po' una sintesi e ho prodotto un regolamento del sistema qui a Martano.

Quando ho preso questo regolamento proveniente dai sistemi dell'Inghilterra, della Francia e del Belgio c'era la parola "scambio": e scambio qui da noi è scambio di mercato, si compra e si vende, io porto la mia professione, io sono idraulico e faccio l'idraulico, io sono un meccanico e faccio il meccanico anche all'interno della Banca del tempo. E questo ha portato problemi. Però non sono stati problemi giudiziari, perché abbiamo cominciato ad aprire un dibattito con la popolazione e la popolazione ce li ha posti questi problemi di fronte. E abbiamo fatto un patto con la popolazione di Martano: non si fa niente che non sia legale. Questo fu il patto.

Dunque, quello che è successo è che noi abbiamo inviato questa richiesta di parere al Ministero delle Finanze dicendo che ci comportavamo solo occasionalmente con la professione che entrava [nel sistema], il resto erano degli scambi non professionali. E il Ministero ci ha dato ragione con il silenzio assenso, che significa se non ti rispondo tu vai avanti. Quindi problema giuridico non c'è stato.

Il sistema di scambio locale come l'avevamo impostato non poneva problemi giuridici. I problemi reali nascevano dall'interno dell'Assem. Chi aveva [offerto] la professione non scambiava. Non lasciava il proprio lavoro, dove guadagnava soldi, per fare qualcosa a te per guadagnare solo i mistòs. Quindi il sistema non decollava. Ciò che erano gli scambi fatti in quel momento erano gli scambi di persone che non portavano la professione, quello funzionava. Ed è su questo che è nata la seconda fase.

Nel momento in cui c'erano gli scambi e le prestazioni non professionali, è su quelli che abbiamo poggiato il passaggio dal sistema di scambio locale al sistema di reciprocità indiretta. Ma la reciprocità è diventata indiretta perché prima era tra due persone [nei rapporti di vicinato e amicali]; ora io posso dare una cosa a te e posso ricevere da un altro. Questa è l'innovazione. Però nel momento in cui c'è questo gioco (io do e ricevo da un altro) io non posso più facilmente controllare il legame e il comportamento con quello come prima, quando io davo e ricevevo sempre da lui. Quindi io controllavo il rapporto. Ora cosa succede? Succede che qualcuno entra, riceve e però poi non dà! Quando non dà, e se ne va magari anche dall'Assem, il sistema non è più a zero quando fai tutti i conti, non è più simmetrico, quando si fanno tutti quanti i conti per darti il valore zero finale. C'è uno sfasamento.

Chi riporta a zero il sistema? Tutti quegli altri che sono rimasti iscritti, diciamo. Quella è la socializzazione come regola. Allora, se c'è questa regola, allora, non c'è più merce, non stiamo trattando e trasferendo merci, ma dono . E noi diciamo però dono libero per distinguerlo dal dono gratuito del volontariato. Nel volontariato io dono qualcosa ma io impedisco il ritorno del dono [a me stesso]. Invece all'interno dei sistemi locali di reciprocità indiretta io do un dono e chiedo un contro-dono, istituisco il contro-dono. Questa è la parte fondamentale.

L'informazione deve essere assolutamente libera perché ognuno possa controllare qualcun altro. Questo è importante. La contabilità e la lista degli iscritti poggia su un dispositivo di informazione che deve assolutamente essere accessibile a tutti. E tutta l'informazione deve essere accessibile.

Quindi tocchiamo l'altro punto. La relazione tra l'aderente e il sistema deve essere una relazione di influenza, di persuasione e non di potere. Questo è un punto fondamentale, perché parliamo di dono e non di merce. E con il dono non si può imporre a nessuno di donare. Si può solo creare un legame che spinge l'altro ad avere la libertà di donare e non lo si può imporre.

Quando nascono dei conflitti, dei problemi all'interno dell'Assem non c'è nessuno che ha il diritto di dire chi ha torto o chi ha ragione. Non esiste una legge sul comportamento. Esiste la mediazione. Le persone cercano di accettare le diversità corrispettive. Questo è importante. Non abbiamo ancora degli esempi specifici, perché siamo arrivati ad un punto tale: o si è riusciti direttamente senza il bisogno del mediatore a trovare la soluzione, oppure c'è stata l'uscita di qualcuno dall'Assem.

 

***

 

Tiziana CERBAI

La Banca del tempo di Navile-Bologna

 

Questa è la banca di cui faccio parte ed è situata nella città di Bologna. La città di Bologna è una città di circa 500.000 abitanti, capoluogo della regione Emilia Romagna. La nostra banca si è aperta sperimentalmente nella città nel 1996. Attualmente sono presenti altre due banche, oltre alla nostra: un'altra banca di quartiere, (quartiere Reno), e una banca che con percorso autonomo s'è costituita associazione [Tempo al tempo]. Le Banche del tempo di Navile e Reno sono realtà che hanno riferimento territoriale nei quartieri di residenza, anche se sono costituite da residenti in altri quartieri della città. Hanno una nascita più o meno concomitante, poiché condividono una progettazione comune, che vede collaborare piani istituzionali con dimensioni associative. Entrambe le banche hanno iniziato il loro percorso in fase progettuale nel 95, con la promozione sia del comune di Bologna, attraverso l'assessorato alle politiche sociali, sia di associazioni private senza fini lucrativi, che già precedentemente si stavano impegnando al loro interno a pensare e sviluppare i temi della solidarietà, della reciprocità e del mutuo aiuto.

Luogo di conoscenza reale e scambio di esperienze tra le banche di Bologna e provincia, sia quelle in fase operativa sia quelle in fase progettuale, è stato il Laboratorio Banche del tempo, coordinato proprio da Rosa Amorevole, che nel 1997 le ha riunite in alcuni incontri effettuati proprio nella sede di Navile, con l'intento di mettere in rapporto i loro promotori creando momenti di aggregazione e di conoscenza, scambi di informazione con raccolta di documenti e analisi delle esperienze avviate, promozione di quelle da avviare. Questo lavoro è poi confluito concretamente nella realizzazione di una manifestazione pubblica che il 20 e 21 marzo di quest'anno ha presentato all'esterno, alla cittadinanza la realtà delle Bdt, proponendo una manifestazione variamente articolata e anche innovativa, poiché tutte le spese sono state pagate in ore. Amministrazioni e associazioni hanno contribuito comunque fornendo le sedi e anche il minimo delle spese necessarie.

Questa iniziativa ha richiamato nuove iscrizioni e s'è iniziato ad effettuare scambi tra le banche, senza troppa preoccupazione di formalizzarli e di contabilizzarli, perché da noi ancora l'aspetto burocratico è ancora considerato secondario rispetto all'obbiettivo di incentivare le relazioni e gli scambi. E quindi è stato permesso il passaggio di persone già iscritte ad una banca ad un'altra, rimanendo iscritte ad entrambe. La prospettiva di ora è quella di aprire nuovi sportelli Bdt in varie sedi territoriali, soprattutto dove sono presenti gruppi di residenti già iscritti alle Banche di Navile e di Reno, persone che potrebbero portare la loro esperienza nelle nuove sedi e contemporaneamente trovare in questa una facilitazione pratica nel partecipare alle attività della Banca.

E ciò al fine di creare una rete che si possa espandere nel territorio cittadino. La Bdt di Navile, pur acquisendo lungo il percorso una fisionomia propria, che è tutt’ora in fase di sviluppo e in continua ridefinizione (noi tra l'altro non abbiamo ancora assunto una forma associativa), ci definiamo gruppo informale ma riconosciuto e comunque abbiamo assunto il modello attuato da Santarcangelo di Romagna, fondamentalmente, con aggiustamenti, modifiche, discussioni.

Quali principi fondanti e caratterizzanti è il vedere la Bdt come luogo di scambio e di socializzazione, scambi reciproci di relazioni, di saperi e di prestazioni, mentre lo scambio di beni, verso cui la maggior parte degli iscritti interpellati si è mostrata favorevole, non è stato ancora avviato. Quindi un luogo di solidarietà e di socialità, oltre che di mutualità.

La valutazione delle prestazioni viene effettuata in tempo, calcolato in ore e mezz'ore, nella considerazione da noi ritenuta essenziale, che ogni tipologia di scambio abbia un valore paritario, premessa di parità tra chi attua gli scambi.

Viene inoltre assunto il concetto di reciprocità non immediata e indiretta come possibilità di poter tessere e inserirsi in una rete di relazioni, oltre che ovviamente di attingere alle risorse del gruppo rispetto al singolo. Come modalità di formalizzazione e di tutela degli scambi vediamo che dal punto di vista contabile lo scambio avviene sempre tra singolo e Banca e la contabilità è a partita doppia, con istituzione di conti correnti personali e di un conto intestato alla Banca, con fondo ore da incrementare con attività di gruppo, a cui attingere per tutto il lavoro di gestione della Banca o per coprire eventuali debiti accumulati da chi si trovasse nell'impossibilità di risolverli e da chi decide di togliere la propria iscrizione lasciandoli non assolti, debiti che per la natura stessa della banca sono inesigibili.

Vi è presenza di un'assicurazione che copre le responsabilità civili e gli infortuni durante le attività di scambio e nella Banca di Navile l'assicurazione è fornita dal comune. L'aspetto assicurativo rimane comunque un importante problema proprio per il carattere di originalità che contraddistingue la Bdt e la mancanza di una forma di assicurazione adeguata, anche se nel regolamento interno, che è sottoscritto dagli aderenti al momento dell'iscrizione, viene sottolineato il carattere di responsabilità personale che contraddistingue gli scambi che del resto dovrebbero sempre essere caratterizzati dai valori fondanti le Bdt, quindi libertà, fiducia e, assumo qui un termine che è stato proposto a Martano, anche riconoscenza, da noi un termine non dichiarato.

Per quanto riguarda la tipologia degli scambi, vediamo che le attività di scambio sono le più varie, con il divieto che possano configurarsi come rapporti di lavoro autonomo e subordinato o prestazioni che richiedono l'iscrizione ad albi professionali. Viene inoltre posto un limite di 30 ore di accumulo fra debito e credito. Lo scambio di prestazioni professionali viene quindi scoraggiato. La banca non se ne ritiene garante ma non lo vieta, dal momento che diventa libero scambio tra individui. E, comunque, questa tipologia di scambi da noi è piuttosto limitata.

Tra gli strumenti operativi utilizzati è importante sottolineare il fatto che l'elenco degli iscritti con indirizzario, che è reso circolante in alcune Bdt, nella nostra esperienza rimane in possesso della segreteria e questo per rispondere ad una specifica richiesta di tutela espressa durante un'assemblea degli iscritti. Al di là dell'indirizzario esiste ed è ampiamente praticato il passaggio diretto tra iscritto e iscritto dei recapiti e della circolazione delle domande e delle offerte. Quindi da noi l'informazione è in parte centralizzata e in parte circolante.

Ecco, vorremmo dire che da tempo si riflette sulla contraddizione tra l'ideale, che vorrebbe la Bdt gestita dagli iscritti, con condivisione di attività di segreteria, e la pratica.

Vorrei un po' contestualizzare e parlare di Bologna e del quartiere specifico, però salterò questa parte e dico che comunque attualmente la banca è costituita da 75 iscritti. Oltre l'80% ha un livello medio-alto e in generale si rileva una buona condizione socioeconomica. La maggioranza degli aderenti sono donne e chi partecipa agli scambi è circa il 45 %. L'età media iniziale era piuttosto alta, ora è compresa tra i 30 e i 50 anni. Oltre il 60 % delle persone lavorano, il 20 % è in pensione e vi sono soltanto due aderenti che si dichiarano disoccupati.

Finisco con alcuni dati che sono emersi dalla nostra realtà: 1) il bisogno di riconoscimento sociale, di socialità e di una rete di supporto; 2) ricerca di relazioni, necessità di tutela e difficoltà di assumere nuovi modelli di comportamento che implichino una maggiore apertura e fiducia nei confronti dell'altro e superino dunque la logica dello scambio commerciale; 3) e poi una difficoltà che è emersa è quella da una parte di essere identificati come servizio pubblico o servizio di volontariato, quando non lo si è, e dall'altra di mancare del giusto riconoscimento da parte delle varie entità pubbliche che operano nel territorio, e ciò sicuramente per scarsa pubblicizzazione e scarsa organizzazione di momenti d'incontro.

 

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Rosa AMOREVOLE

La Banca del tempo: vincoli e opportunità

 

L'esposizione di Tiziana mette in luce un modello. In realtà in Italia l'esperienza è molto variegata. Se in una prima fase tutte le Bdt nate avevano come riferimento la prima banca (Santarcangelo di Romagna), col tempo ogni banca ha assunto una sua autonomia, adattando alcune situazioni fondamentali alla realtà locale e al gruppo che faceva sorgere la banca e faceva procedere la banca.

A differenza delle esperienze europee o anche americane, in Italia non si parte da una concezione teorica precisa: noi non abbiamo i nuovi economisti che ci parlano di un sistema economico alternativo, né si fa riferimento al movimento del Mauss, movimento anti utilitarista. In Italia si parte dalle buone pratiche, dall'attenzione, dall'ottica temporale, dall'uso del tempo e dal differente uso del tempo da parte dei soggetti. E sono soprattutto le donne coloro che portano avanti l'idea di scambio di tempo, in una prima fase ovviamente.

Il linguaggio utilizzato nella promozione è molto semplice, perché l'obbiettivo è quello di diffondere l'idea. Si parla di scambio (di tempo), che è un termine errato da un punto di vista teorico, perché lo scambio è un termine legato all'economia di mercato. Si parla di reciprocità indiretta perché si vuole superare la logica del baratto che è fuorviante, si parla di valutazione della prestazione in tempo dove ogni prestazione ha il medesimo valore, cioè il tempo impiegato per fare quella cosa. Questo per portare avanti l'idea di parità tra i soggetti che partecipano.

Quindi la natura delle prestazioni è lo scambio di tempo. Lo spazio d'azione è la ricerca di uno spazio comune e si scambia un bene comune che viene valutato in tempo. E gli aderenti al sistema sono degli autori del sistema in quanto sono loro che determinano il modello, le regole e come la cosa debba andare avanti.

L'obbiettivo dichiarato è quello relazionale, gli aspetti prevalenti fanno riferimento ad aspetti relazionali, cioè alla coesione sociale, all'inserimento di persone che non sono inserite in reti primarie, anche se poi questi aspetti hanno delle valenze economiche.

Questa prima parte che ho esposto in realtà è molto simile a quella che esporranno i colleghi stranieri. Abbiamo avuto numerose occasioni di incontro, dove, nonostante le modalità di esposizione diversa, dei termini diversi, in realtà si parla tutti un linguaggio comune. Gli stessi criteri minimi individuati da Intersel potrebbero essere assunti come criteri minimi di definizione di una Bdt italiana, pur in presenza di modelli molto diversi. Possiamo pensare all'idea della Banca del tempo come ad una stoffa che si adatta ad ogni luogo, ad ogni gruppo come se fosse un vestito più largo o più stretto, di un modello o dell'altro che si adatta alla persona.

Un aspetto particolare dell'Italia è il ruolo della pubblica amministrazione. Mentre in Europa o anche negli Stati Uniti la pubblica amministrazione entra essenzialmente per due motivi contrastanti, o per penalizzare chi aderisce ai sistemi togliendo magari l'indennità di disoccupazione o per esempio come nel caso dei Mental Lets o di alcune sperimentazioni sociali attivate in alcuni quartieri di Londra, senza penalizzare ma riconoscendo il valore sociale della sperimentazione, investendo e assumendo persone che si occupino della divulgazione dell'idea, in Italia, fin dal primo momento, si parla di promozione, cioè di possibile attività della pubblica amministrazione nel campo della promozione delle Bdt.

Per promozione si intende aiutare il gruppo in termini materiali fornendo una sede, dando la possibilità di fare fotocopie, di utilizzare una sala pubblica per arrivare, al momento in cui la banca sarà più forte, ad un rapporto di pari dignità, anche con scambio di tempo, cioè le prestazioni date dall'amministrazione dovrebbero essere pareggiate con attività che la Bdt potrebbe fare sul territorio, non in una logica di sostituzione di servizi sociali, né di sostituzione di lavoro dipendente pagato, ma per attività diverse, anche di animazione nel territorio stesso.

Questo è l'obbiettivo. Poi, in realtà, occorre pensare che abbiamo anche dei casi in cui l'amministrazione è entrata troppo pesantemente e spesso questi modelli che sono stati conosciuti all'estero. Però esiste una sorta di autoregolamentazione nei sistemi ed è la realtà stessa che rimane e vive se ha in sè un'autonomia e una capacità di essere pari anche con gli altri.

Vorrei utilizzare gli ultimi cinque minuti dell'intervento per ragionare sulle opportunità e sui vincoli, che mi è parso di capire [comuni] a tutte le esperienze che qui sono rappresentate.

Tra le opportunità abbiamo sicuramente il recupero della socialità, del buon vicinato in territori circoscritti, anche se attraverso lo scambio che si è incentivato negli ultimi tempi tra diverse Bdt si è avuto un incremento di socialità tra gruppi che vivono in territori diversi. Si parla di inclusione, d'inserimento, di rendere visibile e quindi di amplificare il fenomeno dell'auto aiuto. Si ha di fatto nelle esperienze più avanzate uno sviluppo molto forte dell'auto stima, anche perché la valorizzazione dell'individuo viene spostata su criteri nuovi, non più sul censo o su quello che le persone hanno, ma sull'essere, su ciò che una persona sa fare. Inoltre, attraverso la banca del tempo alcune persone possono acquisire anche prestazioni altrimenti non acquisibili o perché troppo costose sul mercato o perché non sono proprio reperibili sul mercato.

Passiamo ai vincoli. Sicuramente si assiste ad una pronta adesione all'idea e a una difficoltà a praticare l'idea stessa. Si hanno grandi aspettative e questo anche perché i mass media ne hanno parlato e ne parlano in continuazione - (anche se con i mass media bisognerebbe aprire una certa polemica) - non esiste approfondimento, interessano gli aspetti carini, simpatici e talvolta si tende a spettacolarizzare troppo.

Le persone che entrano nei sistemi spesso hanno difficoltà ad accettare tutta l'attività di costruzione e forse ci si attende di partecipare a sistemi già perfetti.

Il rapporto con la pubblica amministrazione è un altro problema: c'è difficoltà di implementare un rapporto di pari dignità. Non c'è stato fino ad adesso un interesse particolare degli uffici tributari o degli uffici del lavoro.

C'è un altro problema che spesso, e questo lo si vede a livello di Unione Europea, la Commissione Europea fa difficoltà a capire questi sistemi, perché li vede solo in un'ottica di nuova occupazione retribuita, cioè come modalità iniziale per costruire successivamente imprese.

Altre difficoltà fanno riferimento alla creazione di un clima di fiducia e al superamento della logica del mercato, cioè c'è voglia di avere relazioni, ma c'è allo steso tempo grande difficoltà ad implementare le relazioni. Esiste anche una forte conflittualità interna ed esterna ai sistemi, perché è comune la difficoltà ad accettare le differenze e a comprendere che le persone che arrivano ad iscriversi, a costituirsi, ad agire all'interno delle Bdt, arrivano con una pluralità di motivazioni palesi e non palesi.

C'è una certa difficoltà a farsi carico anche della costruzione del sistema stesso, della gestione del potere, della circolarità dell'informazione e, da ultimo, non perché meno importante, esiste una difficoltà di inquadramento giuridico e amministrativo di questi gruppi. Un esempio è l'assicurazione, di cui ha già accennato Tiziana, poiché un'associazione, per come ne parla la norma, ha un unico referente responsabile che è il presidente, ma nelle Bdt c'è una ripartizione delle responsabilità e dello scambio sono responsabili le persone che scambiano. Questo è solo un piccolo esempio. Grazie.

 

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Intervento del gruppo Francia

Jerome BLANC

Monete locali e legame sociale:
i sistemi di scambio locale.

 

Vorrei parlare dei sistemi di scambio locale in Francia. Possiamo definirli come associazioni con uno statuto giuridico molto comune, non c'è scopo di lucro. Grazie a queste associazioni delle persone scambiano localmente, al di là del circuito abituale, beni, servizi e saperi. Questo si può fare grazie ad un'unità di conto interna. Nel Sel la "L" di locale è molto importante, a differenza di altri modelli come in Australia. L'unità di conto all'interno del Sel ha un nome sistema per sistema, specifico e differente, un nome comunque che si allontana completamente dalla moneta convenzionale. Per esempio, presso il Sel di François Terris è il granello, a Lione, nel Sel della Croce Rossa, è sassolino, il ciottolo, che in questo quartiere fa riferimento a qualcosa di emblematico. Dunque, il nome dell'unità di conto del Sel determina in qualche modo la caratteristica particolare del Sel stesso.

Per ciò che concerne il funzionamento di un Sel, le persone che aderiscono al Sel dispongono di un conto presso la contabilità del Sel. Quando scambiano il valore dello scambio è accreditato o addebitato a seconda se uno riceve o dà: è lo stesso principio di quello che avviene nell'Assem e nelle Bdt.

Ogni aderente dispone di un bollettino delle domande e delle offerte, di ciò che offre o chiede ogni aderente.

Concretamente quando si scambia ci sono due e anche tre possibilità. C'è un sistema di buono di scambio: le due persone che scambiano riempiono tre tagliandi di questo buono. Il primo tagliando va a chi riceve la prestazione, il secondo a chi dà la prestazione, il terzo va alla contabilità del Sel. Un secondo modo di scambiare è quello dei fogli di ricchezza condivisa : la stessa persona che scambia contabilizza da sé sul proprio foglio e quando termina la contabilità del foglio lo invia alla contabilità globale del sistema. Un terzo modo è quello che si chiama borse locali di scambio , dove si scambiano dei buoni che rappresentano il valore di ciò che si scambia.

Penso che il modello del Sel francese è molto simile a quello del Sistema di Reciprocità Indiretta dell'Assem , delle Bdt, dei Lets ecc.: [in tutti] c'è reciprocità indiretta, c'è un indebitamento multilaterale. La logica è stata ispirata direttamente da esperienze fatte altrove, dove sono nate le prime esperienze, in special modo a Vancouver in Canada, nel 1970 e nel 1983, nel 1985, sul modello Lets, esportato nei paesi anglosassoni e poi in Francia.

Il primo Sel francese è nato nel 1994. Lascio parlare di questo François Terris che ha partecipato più attivamente alla nascita dei Sel Francesi.

Per quello che concerne la ricerca sui Sel francesi, nel Centro Walras di Lione abbiamo effettuato una ricerca con sei persone, con Jean-Michel Servet, che è qui presente, e sotto la sua direzione. Questa ricerca è cominciata due anni fa ed è stata fatta più intensamente in un anno. Allora c'erano 150 Sel in Francia: oggi ci sono 300 e l'interesse sollevato dai Sel in quel periodo era, si può dire, soprattutto giornalistico e oggi ci si interroga sui Sel a livello politico e della sfera pubblica.

Di questa ricerca vi parlerò rapidamente. E' una ricerca partecipata, perché ogni ricercatore è implicato all'interno di un Sel in Francia. Per parlare dei Sel Francesi la migliore cosa è partire dalla Carta dei Sel che è stata fatta a Lione. L'art. 1 dice che l'obbiettivo del Sel è la creazione di una rete conviviale e solidale tra persone che vivono nel quartiere. Per fare ciò gli aderenti ai Sel organizzano degli incontri mensili e degli scambi tra loro, in un'ottica non commerciale. Ciò che conta all'inizio è la convivialità e la socialità, la rete e l'incontro con l'altro e quindi la parola. Soprattutto ciò che differenzia il Sel dallo scambio di mercato è il legame sociale. Ciò che era interessante nel tuo [il riferimento è a Pantaleo] discorso è che il termine scambio era stato preso dal mercato. In Francia non gli si dà lo stesso significato. Il modello francese del Sel intende il termine scambio nel senso che c'è quando io ti presto la mia bicicletta, ma non c'è il significato dello scambio di mercato, commerciale, di merce.

Ciò che nei Sel appare in modo importante è il ritorno alla fiducia in se stessi e la rivalorizzazione di se stessi, perché nel momento in cui ci si iscrive nel Sel ci si domanda cosa si è capaci di dare e quindi si trovano delle competenze che normalmente non utilizziamo.

Questo è un elemento di natura psicologica. C'è un altro elemento di natura sociologica ed è la reciprocità indiretta che permette di creare legame sociale in una località, o meglio in una comunità locale.

Dopo [c'è] l'aspetto economico, perché si parla di scambio. L'aspetto [economico] dei beni e dei servizi è inferiore a ciò che è la valorizzazione di sé. Nel Sel appare ciò che possiamo chiamare la riappropriazione cittadina dell'economia. E' un nuovo modo di vivere l'economia.

Dalla ricerca è emerso che nei Sel francesi siamo molto più vicini al dono che al mercato. Ne ho parlato poco fa: non è un pagamento come quello che si fa nel mercato, non si rompe la relazione. Contrariamente, c'è una dinamica degli scambi che si crea. L'idea di dinamizzare gli scambi concepiti come dono e non come mercato può portare in futuro ad eliminare la contabilità degli scambi. Nei Sel si è ad un livello intermedio tra dono e mercato, perché si ha la contabilità. Si tratta soprattutto di un sistema pedagogico.

Un ultimo aspetto è quello dell'inserimento e dello sviluppo sociale. Contrariamente a come sembra che avvenga nelle Bdt, le persone che si trovano in posizione economica sfavorevole sono più numerose. Il Sel sembra un mezzo per poter accedere ad alcuni servizi e ad alcuni beni e soprattutto un mezzo per inserirsi in una rete di relazioni e di sviluppare un'altra volta una solidarietà che si era persa.

Alla fine si può arrivare anche ad una ridiscussione del termine lavoro per passare al termine attività, perché nei Sel ciò che si fa è attività e non lavoro.

 

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François TERRIS

Il Sistema di Scambio Locale (SEL)

 

Il Francia il primo Sel è nato nel 1985. Non ha avuto successo e nel 1993 abbiamo avuto due Sel che sono nati in Ardese, non troppo lontano da Lione. Questi sono i primi esempi. Dopo abbiamo avuto la nascita del Sel in Ariège nel 1994. Noi abbiamo in Francia al momento circa 300 associazioni che scambiano.

Noi abbiamo molti punti in comune con gli Italiani, con gli Inglesi e con i Tedeschi.

Io sono di origine contadina e potrei dire che appena nel secolo scorso scambiavamo un quintale di grano con il fornaio che ci forniva 80 Kg di pane.

Ora, abbiamo parlato molto dei sistemi di scambio locale e dei Sel e, siccome non sono un economista, vi voglio parlare di economia.

Il denaro è stato immaginato all'inizio per facilitare gli scambi. Era difficile scambiare un cavallo con una certa quantità di mele o di pere. E per facilitare questo abbiamo inventato differenti sistemi, con le conchiglie, con le piume degli uccelli rari. E questo sistema, che funzionava bene perché non si poteva speculare con le conchiglie o con le piume d'uccello, si è perfezionato e ci si è serviti di metalli preziosi: l'oro e l'argento. E lì, gli utilitaristi hanno capito che cosa potevano fare con l'oro e l'argento: potevano prestare l'oro e l'argento per ottenere un interesse.

E' interessante guardare il vero senso della parola interesse. Potevano ugualmente speculare. La prima speculazione c'è stata con i cereali. I mercanti stoccavano i cereali e alla fine della stagione i cereali diventavano rari e quindi potevano speculare sul prezzo: e lì i commercianti guadagnavano del denaro.

Di anno in anno gli speculatori hanno perfezionato il sistema ed oggi possiamo dire che le 358 persone più ricche del mondo si contrappongono ai 2.600.000.000 poveri.

Questo vuol dire che il nostro sistema economico soffre di un tumore canceroso enorme, che lo rende esangue, e danneggia la maggior parte della popolazione mondiale. E se queste cifre ci lasciano indifferenti è perché non possiamo rappresentare la quantità di sofferenza e di miseria che tutto ciò rappresenta.

Nei differenti sistemi che incontriamo all'interno di riunioni come questa noi ritroviamo ovunque la stessa idea: niente speculazione, niente interesse, niente capitalizzazione. E stiamo cercando una nuova forma di economia e possiamo dire che in Italia è stato trovato un giusto modo di dire quando si parla di Banca del tempo".

Noi abbiamo una durata della vita media di circa 700.000 ore. Nella nostra vita doniamo 100.000 ore agli altri, nel sistema monetario diamo 40.000 ore di lavoro salariato. Ma per questo lavoro di mercato non abbiamo mai parlato del lavoro della madre di famiglia, che si alza la mattina prima di andare al lavoro, che si occupa dei bambini, anche del marito a volte: queste ore non sono assolutamente conteggiate. Al contrario contiamo le ore delle persone in prigione, contiamo le ore degli ammalati in ospedale, contiamo le ore quando rimaniamo imbottigliati nel traffico stradale quando parliamo del nostro prodotto interno lordo. Non parliamo della madre di famiglia e delle ore dedicate all'educazione dei figli.

E la vera ricchezza di un paese sono le ore che ciascuno va a donare alla sua comunità d'appartenenza. Dunque, i Sel, i Lets, i Tauschring, le Banche del tempo sono sistemi che permettono di vedere la nostra esistenza differentemente, perché non ci si pone l'obiettivo di massimizzare il profitto, ma di creare un mutuo aiuto, una solidarietà tra noi e nella nostra comunità.

E invece di fabbricare prodotti a perdere occorre dire che il solo modo di svilupparsi è la conoscenza. Non diremo più che la crescita è la soluzione della crisi: possiamo dire che la crisi attuale è dovuta alla crescita! (Vedo Jean-Michel Servet, che è un economista, sorridere). Allora mi sono spesso domandato, quando vedo i giornalisti, qual è il futuro dei Sel. Io ho qualcosa di molto piccolo nella mano, che voi non potete vedere: è una ghianda. E' molto piccola: questo sono i Sel, i Tauschring, i Lets, le Bdt oggi.

Forse potremo essere la grande quercia del domani. Grazie.

 

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Filippe LENOBLE

La SIKA-Esperanto e i Sel

 

Sono coordinatore di un Sel nel sud ovest della Francia, a Vilneuve, nell'alta Garonna. Voglio portare qui con piacere il saluto degli organizzatori dell'incontro che si è tenuto alla fine di luglio, l'incontro internazionale tenuto vicino a Montpellier, a Viols-Le Forte, il quale si è svolto con una procedura molto simile alla Senna [tortuosa].

L'organizzazione è stata curata dal SIKA-Esperanto, un'associazione che ha come obiettivo il mettere in relazione persone che la pensano in un certo modo. SIKA vuol dire associazione di scambio e di credito alternativo. I membri di SIKA sono soci dei Sel, delle RERS (Reti di scambio reciproco dei saperi) e praticano l'esperanto. Si inserisce nella situazione attuale, nella discussione sulle economie alternative, solidali e fondanti la cittadinanza. I suoi fondatori si riferiscono a valori molto forti, come la solidarietà sociale e civica, l'autonomia delle persone e dei territori locali, l'uguaglianza nelle relazioni degli individui, la ripartizione delle ricchezze e dei beni. Ha come obbiettivo la ricerca di una nuova cultura del cambiamento. Gli scopi del SIKA sono quelli di contribuire a sviluppare le relazioni tra i gruppi di scambio non monetario e di partecipare alle alleanze esistenti, di facilitare le relazioni e l'utilizzo della lingua esperanto per facilitare le comunicazioni.

I temi trattati durante l'incontro di Viol sono stati finalizzati a creare la conoscenza comune dei diversi paesi. Dodici paesi erano rappresentati, con settanta persone presenti: l'Algeria e la Germania, l'Inghilterra e il Belgio, la Scozia e la Francia, le Isole Mauritius e l'Italia, la Lituania e il Giappone, il Madagascar e la Svizzera. Un punto molto importante trattato dai partecipanti è stato il rapporto tra i sistemi non monetari e lo Stato. Gli interventi hanno riconosciuto l'aspetto economico innovativo di tutti questi movimenti, ma hanno anche insistito molto sull'aspetto sociale e manifestato l'interesse a posizionarsi ufficialmente come creatori di legame sociale, rimpiazzando una sorta di solidarietà nazionale stereotipata e spesso in difficoltà.

In particolare in Francia i Sel rivendicano nettamente la loro autonomia e si rifiutano di essere dei dispositivi di riparazione sociale senza una copertura ufficiale. Si situano molto di più sul terreno della morale sociale e non su quello dei diritti e del reinserimento sociale organizzato dallo Stato. I risultati, come punti comuni della discussione tra i differenti paesi, sono stati: la volontà di privilegiare l'investimento personale, il riconoscimento di sé, l'auto stima e l'incontro dell'altro. Il servizio reso e la sua valutazione sono indipendenti da chi si fa quasi sempre riferimento nel mondo economico. La pari opportunità favorisce l'apprendimento di un'altra modalità di rapporto, dove l'unità di conto è essenzialmente il riflesso dello scambio, almeno per la maggior parte degli aderenti che sono più interessati all'incontro più che all'acquisizione di un bene.

Altro punto discusso è stato quello di rivendicare l'appartenenza ad un'identità locale, alla quale tutti questi gruppi appartengono, e non si tratta delle ricchezze individuali, ma si propone al proprio territorio per uno sviluppo locale solidale e sostenibile.

Questo primo incontro in Francia è stato possibile grazie all'investimento personale e finanziario dei membri della SIKA e alla partecipazione di Sel'Idaire. Lo scopo è stato perfettamente raggiunto. Sono stati possibili gli scambi di esperienze e di sensibilità, che sono stati facilitati grazie alla pratica della lingua esperanto. All'inizio erano state proposte tre lingue: la lingua locale (il francese), l'inglese e l'esperanto. A richiesta dei partecipanti è sembrato che la lingua locale e l'esperanto fossero sufficienti.

In conclusione, l'incontro ha permesso di individuare delle prospettive: la creazione di una rete tra i partecipanti, via fax e via internet, per diffondere in maniera ampia le informazioni, anche con la creazione di un bollettino al fine di facilitare la comunicazione a chi non possa utilizzare fax e internet, di mantenere la lingua esperanto come mezzo di comunicazione.

Per non fare confusione esiste una autonomia tra la rete dei sistemi di scambio non monetario e la rete degli esperantisti.

E' previsto un nuovo incontro per l'anno prossimo a Berlino.

E' stato proposto di utilizzare a livello europeo il sistema francese della Route du Sel (Strada dei Sel), che è un'associazione che offre scambi di ospitalità. Dunque ci siamo posizionati sulla stessa via dei rappresentanti locali [di Martano], in un'ottica di incontro internazionale che permette di ampliare la rete. Grazie.

 

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Intervento del gruppo Belgio

 

Bob LACROIX

Dati segnaletici del SEL di Chaumont-Gistoux (Belgio)

 

(Devo precisare che la nozione di InterSel all'inizio era di interscambio. Il clima non era favorevole a questo e poi ci sono stati dei problemi politici e delle problematiche con il governo belga, in seguito ad una sanzione che è stata fatta da un organismo che è l'ONEM (Organizzazione nazionale dell'impiego) ad una persona che faceva parte di un Sel e a partire da questa sanzione si è aperto un confronto tra il Governo e InterSel. Questa relazione è iniziata due anni fa: questo tema sarà sviluppato da Eric Watteau successivamente.)

 

Noi siamo di Chaumont-Gistoux, una piccola città di 8.000 abitanti, ubicata al centro del Brabant a sud di Bruxelles. Il Brabant è diviso in due parti linguistiche e Chamaux-Gistoux si trova dalla parte di lingua vallone. Il Belgio è diviso in due parti: il nord è fiammingo, il sud è vallone.

Nell'estate del 95 Marie-Thérèse e Guy Basyn, coordinatori del Sel Chaumont-Gistoux attualmente, hanno fatto un viaggio nei Pirenei, nella regione dell'Ariège, per incontrare il fondatore del Sel-Ariège François Terris. Portano questa idea in Belgio e quando stanno iniziando [l'esperienza] vengono a sapere che una esperienza simile c'è a Leuven (poco distante da Bruxelles), a 40 km da Chaumont-Gistoux, nella parte fiamminga. Nello stesso tempo un altro Lets si sviluppava a Bruxelles nel movimento umanista.

Io sono stato attirato dall'aspetto sociale e filosofico del Sel e non dall'aspetto economico, dal momento che non era una domanda economica quella esistente nella regione. Questa regione è una regione privilegiata, quindi l'ambiente è ricco e borghese. A partire dal mio approccio personale sono stato attirato dall'aspetto pragmatico dell'esperienza.

Si parte da una domanda, riguardo al nome dato al Sel di Leuven che è LETS. E' stato francesizzato con Libre Eschange de Talents et de Service (Libero Scambio di Talenti e di Servizi). Il libero scambio implica un sistema in rete, dove gli aderenti hanno una posizione tra pari, dove non c'è gerarchia e costrizione. I talenti sono i nostri saperi, le nostre conoscenze, tutto quello che abbiamo sviluppato in noi o che non abbiamo ancora sviluppato, ma che è pronto a schiudersi. Il detto comune dice che è ancora difficile esprimersi. E i servizi, nel senso di solidarietà, ne sono il fermento necessario. Del resto LETS significava libero scambio di talenti e di solidarietà e non di servizi.

La nozione di dono è apparsa un po' più tardi, in seguito al mio incontro con Pantaleo. Gli scambi erano ancora di mercato, prima: c'era chi li faceva in forma di dono, ma in maniera inconscia. Il dono libero, a partire dalla reciprocità indiretta, non fa subire costrizioni a colui che riceve e la contropartita, cioè il ricevere, non è legata all'oggetto e al servizio. Il concetto di legame è puntuale, locale e non comporta una reciprocità diretta. L'inter-comunicazione si fa attraverso l'intermediario chiamato nodo, che gioca solo il ruolo di uno specchio, cioè riceve e riflette. Può essere il bollettino, la lista degli indirizzi, il giornale. Colui che riceve ha un debito nei confronti della comunità, che sorge dalla nozione di rendere. Il rendere è il contratto intrinseco sociale che rende effettivo il ricevere libero. Il rendere è un'intenzione libera, che permetterà ancora una volta al dono di passare, affinché il debito possa superarsi in un periodo di tempo ragionevole.

Sappiamo che la relazione tra gli aderenti è di natura psicologica e quindi è difficile premunirsi da alcuni effetti perversi, ma l'intenzione libera, perché è stata palese. Quando la persona entra nel sistema assorbe gli effetti giocando come tampone, se però si è presa coscienza, altrimenti riflette gli effetti come uno specchio. E' per questo che si può dire che il sistema è un mezzo di evoluzione sia personale sia comunitario.

In caso di controversia la mediazione ci sembra il miglior termine. Chiunque può fare questa attività di mediazione, ma nel Sel di Chaumont-Gistoux c'è un mediatore che provvede in caso di non assistenza libera. In questo caso la mediazione nella comunicazione sociale è ciò che è la meditazione nella comunicazione spirituale. E' il ponte tra due stati [d'animo] differenti. La mediazione non è un compromesso, offre un'apertura, una nuova comprensione.

Il mezzo di comunicazione tra aderenti è ciò che esiste sul bollettino annunci e offerte e sulla lista degli indirizzi. L'unità di conto locale è il granello di sabbia. E' una unità di misura emblematica per Chaumont-Gistoux, che è situata in una cava di sale. Il valore dell'unità e 300 granelli di sale = un'ora.

La qualità dello scambio è essenziale: primordiale è il suo valore monetario e direttamente legato a questa qualità e non al bene o al servizio. Ciò rimette tutto in discussione, perché contraddice gli scambi di mercato anche se chiunque di noi ha dovuto ricorrere un giorno o l'altro con gli amici o con i membri della propria famiglia. Quindi un bene che perde tutto il valore monetario e acquisisce un valore etico. Il valore etico di un bene o di un servizio è il principio essenziale di ogni società che si rispetti.

E' evidente che un membro figurante non ritira la stessa ricchezza di un membro inteso come attore o un membro inteso come realizzatore. Attraverso una certa dinamica si può passare dal figurante all'attore o al realizzatore, ma a partire dal suo libero arbitrio è il membro stesso che deve decidere di farlo. La statistica mostra che ci sono l'80% di figuranti, il 15% di attori che agiscono e il 5% che realizzano oltre che agiscono. E questo in una proporzione inversa del numero degli scambi: ciò vuol dire che l'80% di aderenti ha meno del 5% degli scambi totali, il 15% ha scambiato il 15% di tutti gli scambi e solo il 5% dei membri ha scambiato l'80% degli scambi totali.

Lo spazio nel quale si fanno gli scambi e le comunicazioni resta locale, perché le distanze sono un'inerzia del sistema. Noi creiamo uno spazio libero e dobbiamo curarlo. E' dell'ordine di 10 Kmq lo spazio dove si interscambia con il Sel di Chaumont-Gistoux.

Come metodo e occasione di promozione il sistema è il patrocinio, la diffusione di un bollettino-catalogo delle offerte-richieste. la diffusione di un giornale bimestrale, la riunione bimestrale a richiesta degli interessati e dei futuri membri, una riunione amicale annuale, la pubblicità nel giornale. l'opuscolo messo a disposizione dell'iniziativa di qualche sindacato, uno stand messo su durante la festa patronale e uno stand alternativo che si chiama "valeriano" una volta all'anno, un baratto annuale di piccoli servizi e saperi e un baratto annuale di piante.

Grazie.

 

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Eric Watteau

Monete locali e Amministrazioni pubbliche.
Evoluzione dei lavori sugli scambi non monetari in Belgio.

 

Vorrei innanzitutto ringraziare l'Assem per l'organizzazione di questo Colloquio e in particolare Pantaleo Rizzo al quale rendo omaggio per la sua capacità d'organizzazione, per la sua tenacia e per la sua resistenza nervosa. Allo stesso tempo ri-gioisco per essere presente ad una riunione europea e in seguito vi chiedo se potete essere disponibili per fare una fotografia di gruppo. Grazie.

In Belgio il lavoro istituzionale sui sistemi di scambio non monetari è iniziato dal 1994 in seguito ad una richiesta indirizzata a Philippe Maystadt, che a quell'epoca era Ministro delle Finanze, al fine di proporre uno spazio di regolamentazione appropriata, per poter partecipare ad un sistema di scambi locali non monetari senza perdere i diritti e i sostegni previdenziali e senza incorrere in problemi di tipo tributario. Il Ministro istituì una sorta di laboratorio chiamato "Laboratorio non monetario", un gruppo di studio nel quadro di un programma chiamato "Democrazia e creatività". Il Laboratorio ha affrontato tutta una serie di questioni generali che toccano quello che è il diritto sociale, il diritto fiscale e i problemi assicurativi. La questione della disoccupazione e l'assicurazione saranno gli argomenti che magiormente attireranno l'interesse dei partecipanti.

I partecipanti, all'inizio, erano molto inquieti per la paura che i sistemi di scambio locali venissero utilizzati a fini politici. Avevano paura anche che potesse essere creato una sorta di ghetto per i sistemi non monetari e una formalizzazione dei sistemi. Ma questa inquietudine, di fatto, diminuisce proseguendo i lavori. L'elemento essenziale dell'evoluzione dei lavori sarà nel settembre del 1995, [durante] la riunione dell'assise di Democrazia e Creatività, nella quale è presente il Laboratorio di lavoro dei sistemi non monetari e sono presenti ai lavori circa una quarantina di persone. La rivista di Democrazia e creatività riportò un articolo in merito a questo evento e la stampa è stata presente al Laboratorio. Nell'ambito dell'assemblea plenaria il Ministro F. Maystadt rileverà il suo interesse per i sistemi locali di scambio e parlando di ciò che è presente all'estero dirà che vale la pena di studiare questo problema, soprattutto per quanto riguarda le difficoltà incontrate nell'ambito dei problemi legati alla disoccupazione.

Egli affermò che era importante vedere e capire cosa doveva essere cambiato nelle norme che regolano la disoccupazione per rendere possibili questi sistemi.

A seguito di questo incontro il laboratorio incontrerà un successo ancora più importante e sarà un luogo di mediazione tra il potere pubblico e il movimento ella base. Allora il Ministro delle Finanze seguì personalmente questi lavori. Egli instaurò dei rapporti anche di tipo personale con i componenti il gruppo di lavoro.

Nel maggio del 1996 egli sostenne delle consultazioni interministeriali tra il Ministero delle Finanze e il Ministero del lavoro. Queste consultazioni erano previste per studiare a come permettere a queste esperienze chiaramente identificate di potersi sviluppare senza dover applicare delle sanzioni e con la presenza di persone, delegate appositamente. per seguire questo tipo di esperienze. Si mise l'accento sull'aspetto della trasparenza. Vista la domanda di una sicurezza giuridica il Ministro decise di seguire la pista di un periodo durante il quale ci doveva essere una tolleranza regolamentata di questi sistemi, specialmente in materia di disoccupazione. Nel 1996 una petizione venne presentata al Ministro delle Finanze e al Ministro del Lavoro al fine di ottenere una fase sperimentale e la depenalizzazione fiscale e sociale, che avrebbero permesso di dar vita ai sistemi di scambio locale. Nello stesso periodo Jean-Luc Oré, del Lets di Verviers, annuncia di essere stato oggetto di una sanzione da parte dell'ufficio nazionale per l'impiego (ONEM) competente in materia di disoccupazione. Nel novembre del 1996 è stato sanzionato con 22 settimane di sospensione dell'erogazione della disoccupazione e di 185.000 franchi belga (9.000.000 di lire). Questa era la cifra dell'indennità di disoccupazione che doveva essere rimborsata per non aver dato comunicazione all'ONEM della sua partecipazione a del baratto bilaterale e ad un sistema di scambio locale e per aver esercitato un'attività accessoria.

Questa decisione è stata dolorosa e incresciosa, perché Jean-Luc Oré sarà costretto a rivolgersi all'assistenza sociale per poter vivere. Ma questa decisione accelererà la riflessione e l'azione intorno ai sistemi di scambio non monetari. Le personalità politiche del Belgio reagirono e delle lettere vennero inviate al Ministero dell'Impiego. Furono depositate tre interrogazioni parlamentari indirizzate al nuovo Ministro delle Finanze. Due o tre questioni vennero poste anche dagli ecologisti. Nello stesso periodo F. Maystadt reagì alla petizione e sottolineò una necessità della fase di sperimentazione. Ricordo allora il lavoro dei gruppi interministeriali.

Alla fine dell'autunno del 1996 presero vita una concertazione fiamminga e una concertazione francofona. Nel 1997 il Laboratorio non monetario e le concertazioni Lets realizzarono il progetto di un protocollo sperimentale e una carta. Perché una carta? Perché era indispensabile avere una definizione minimale e tecnica di ciò che era il Lets. Bisognava appunto evitare che i settari si impadronissero dei Lets. L'idea era di sottoscrivere la carta e di attivare un protocollo di sperimentazione, che sarebbe vissuto in uno spazio regolamentato appropriatamente per i sistemi di scambio non monetari.

Il 18 aprile 1997 venne presa una decisione nell'ambito del Consiglio dei Ministri. Decisero di attivare un gruppo di lavoro per affrontare il problema Lets, composto da vari rappresentanti dei gabinetti del Ministero delle Finanze, dell'Impiego e del lavoro e degli Affari Sociali. Nel Giugno 1997 venne inviata una lettera da questo gruppo al gruppo di concertazione fiammingo-francofona per ottenere una sorta di fotografia dei sistemi di scambio locale. Questa fotografia è inviata al gruppo interministeriale di lavoro all'inizio del 1998.

Oggi siamo arrivati alla fine di questi lavori. L'idea è di stabilire un accordo tra le associazioni Lets e i tre Ministri interessati (del Lavoro, delle Finanze e degli Affari Sociali). Questo accordo verificherà la qualificazione delle attività effettuate nel Lets e non considererà lo scambio di merci nel campo di applicazione. Il problema sarà risolto per i disoccupati che beneficiano del minimo di disoccupazione (una sorta di salario minimo garantito). Per quello che concerne l'assicurazione la copertura sarà a carico del sistema.

L'esperienza dovrà essere pluriennale. Per poter dare una certa sicurezza giuridica è previsto un rapporto annuale sulle attività del sistema. Rimane il problema della sanzione che è stata inflitta ed è stato fatto un appello al tribunale del lavoro da parte di Jean-Luc Oré. E' da sottolineare che è una sanzione di carattere civile ed è una cosa diversa da quella successa in Francia.

Quale è stata l'evoluzione istituzionale fuori dal Belgio?

Non posso dire tutto. In Irlanda l'Amministrazione ha deciso nel 1993 di non rifiutare l'indennità a coloro che usufruiscono delle indennità sociali così duramente, a condizione che il Lets non crei problemi per quanto riguarda le tasse. Di conseguenza il 60% dei partecipanti ai Lets irlandesi sono beneficiari di indennità sociali. Le argomentazioni sono: il mantenimento dell'abitudine al lavoro (perché l'attività ha un carattere anti depressivo), il mantenimento delle competenze, il mantenimento dei contatti sociali, anche perché attraverso i sistemi si ottengono informazioni sulle offerte d'impiego, la stima e la fiducia di sé. Tutti elementi essenziali per poter ritornare nell'economia formale. In Olanda la Corte Amministrativa ha giudicato che i partecipanti ai Lets sono esentati da imposte fino all'equivalente di 3.000 fiorini e ha riconosciuto il principio dei valori amicali resi all'interno di un gruppi di amici. Riguardo all'aiuto sociale, che è estremamente decentrato nei comuni, sono state prese decisioni diverse. per es. a Leiwenden il fatto di operare all'interno di un Lets con delle attività legate alla propria qualificazione professionale in maniera non occasionale possono dar luogo all'interruzione delle indennità di disoccupazione. Ma costruire una terrazza durante il fine settimana in cambio della riparazione di un motore non ha effetti sui sussidi. Ad Arnem le attività sembrano più restrittive: le forze di lavoro non pagate in moneta nazionale non possono sostituire lavoratori pagati. Non può essere fatta concorrenza scorretta alle imprese e il Lets non può usufruire di sovvenzioni istituzionali.

Infine, in Australia dal 1993 l'Amministrazione ammette che i crediti Lets non siano considerati, dal punto di vista della sicurezza sociale, redditi, però a tre condizioni: 1) i servizi devono essere resi nell'ambito della comunità locale; 2) lo scopo primario dell'attività deve facilitare a conservare le proprie competenze professionali e a mantenere il contatto con il mercato del lavoro; 3) che l'organizzazione della rete non ricerchi profitto. Nel 1994 si è passati dalla tolleranza all'incoraggiamento: non soltanto un beneficiario dei sussidi non perde i sussidi se partecipa al Lets, ma questa attività costituisce un elemento più favorevole per la ricerca di un nuovo lavoro. La partecipazione a tempo pieno ad un Lets dà anche diritto per 12 mesi a conservare il sussidio sociale destinato ad incoraggiare l'acquisizione delle competenze nel quadro di una ricerca d'impiego. Dopo 12 mesi l'attività svolta all'interno del Lets sarà valutata per la sua possibilità e se le competenze e la formazione che questa esperienza porta possa essere d'aiuto ad ottenere un nuovo lavoro.

Anche il Time-dollar [negli Stati Uniti] usufruisce di una esenzione fiscale.

In Giappone esiste un sistema di risparmio-tempo destinato alle persone che sono handicappate e che è particolarmente incoraggiato dal potere pubblico. Grazie.

 

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Intervento del gruppo Germania

Lothar ZURKE

Tauschring (Cerchio di Scambio)

 

Vi racconto qualcosa sui sistemi di scambio locale in Germania, in particolare del Kreuzberger Tauschring di Berlino. Questo è il più grande "cerchio di scambio" presente a Berlino nel quale sono impegnato da un anno e mezzo. Soprattutto all'inizio dovrei ringraziare per l'idea di Pantaleo e dell'Assem che ha organizzato questo incontro, anche a nome del Kreuzberger Tauschring.

Le strutture di organizzazione del TR sono molteplici, come pure le unità di conto. Nel 1992 sono stati creati i primi TR in Germania. Sono stati ispirati dalle cooperative delle persone anziane, particolarmente nel sud della Germania. Questo sistema di pensioni alternative sono organismi che strutturano l'aiuto per gli anziani e per i malati. E' una forma di iniziativa autonoma dei pensionati. I membri ricevono qualche punto di tempo per l'aiuto e per il servizio. C'è la possibilità di risparmiare qualche punto di tempo per il domani. I buoni di tempo sono trasmissibili ad un'altra persona. C'è una grande concentrazione in una città nella zona di Francoforte, con un gruppo che ha 200 aderenti su 33.000 abitanti.

A livello teorico ci sono due correnti di pensiero in Germania: una è quella dell'economia libera (della filosofia di Silvio Gesell), che ha lo scopo di sopprimere gli interessi che insistono sul credito della moneta e l'altra, più sociale, a cui aderisce Kreuzberger Tauschring, che favorisce il contatto, il vicinato e la solidarietà.

La maggior parte dei TR sono presenti soprattutto nelle città e nella Germania ci sono almeno 220 sistemi locali. Per esempio a Monaco c'è il più grande con 1300 membri. Nel Kreuzberger Tauschring di Berlino c'è il motto che dice "si parte anche senza sghei" Ha iniziato l'attività all'inizio del 1995. Kreuzberger è in un quartiere di Berlino, dove il tasso di disoccupazione è più del 28%. Il reddito medio è il più basso [della Germania] e c'è il maggior numero di beneficiari della previdenza sociale. All'inizio 20 persone si sono riunite e così è nato il sistema TR. Oggi ci sono 380 membri.

Che cosa si nasconde dietro questa unità di conto? Nel TR tutti i partecipanti possono scambiare le loro capacità e anche delle merci senza moneta. Non è cosa nuova: lo si riscontra in un cerchio di amici. L'innovazione del modello TR è che si pensa in una forma organizzata, istituzionalizzata, là dove non c'è più niente dell'aiuto del vicinato delle comunità locali di una volta. Lo scambio passava direttamente tra due persone nella comunità di scambio. Troviamo pure [nel TR] tutte le capacità e le risorse di ogni membro, a partire dalla propria fantasia, creatività, valore e fiducia in se stessi.

Il Kreuzberger Tauschring aveva dichiarato durante la sua fondazione due punti: 1) non vogliamo lavorare nel nostro sistema locale con il meccanismo del mercato, ma vogliamo creare un sistema autonomo con proprie regole; 2) il tempo è la scala di misura di ogni cosa. Noi abbiamo detto che un'ora di lavoro è uguale a 20 Kreuze, qualsiasi sia il lavoro. Con questa idea cerchiamo di raggiungere il secondo scopo, un'economia di solidarietà, che è stima del valore, delle capacità di ciascuno, che crea una nuova definizione del valore del lavoro.

Il Kreuzberger Tauschring, inoltre, si struttura in quattro gruppi che hanno delle responsabilità [differenti], quali l'ufficio di amministrazione (per es. la contabilità degli scambi sui conti). C'è un limite che non bisogna superare che è di 500 Kreuze, né in positivo, né in negativo. Il mio gruppo, che è quello della redazione, prepara il giornale mensile per gli altri con tutte le informazioni, per avere la più grande trasparenza.

Gli aderenti al sistema di scambio organizzano la loro attività da soli, perché negli annunci si mettono i numeri di telefono. Il nostro gruppo è quello attivo per la pubblicità e dunque per i contatti con la stampa. Un altro gruppo organizza la cosa più importante per noi: il giorno del mercato mensile. Permette i contatti sociali e per informarsi di ciò che succede nel TR. C'è una tavola dove c'è da mangiare, un piccolo mercato di oggetti antichi. In questo mercato si può scambiare di tutto con i Kreuze e c'è anche un programma culturale.

Come organizzazione interna ci sono assemblee mensili dei gruppi, del gruppo attivo e l'assemblea annuale di tutti i membri. Il più grande problema lo vediamo nella continuità del lavoro degli attivisti. L'organizzazione esterna si distingue in due assemblee mensili regionali e con l'assemblea annuale a livello nazionale, che c'è dal 1995. Ci sono poi riunioni mensili tra i TR di Berlino, che oggi sono 20.

L'assemblea annuale [nazionale] è informale, perché c'è un problema per fondare l'associazione nazionale, che possa rappresentare l'interesse di tutti i TR e che riceva la legittimità ufficiale. Fortunatamente l'assemblea nazionale del 1997 a Kassel ha deciso di suddividere alcune responsabilità: c'è un TR che è responsabile per Internet e per i programmi informatici che esistono per i TR; un altro TR è responsabile per un archivio di tutti gli articoli e per l'informazione. Il Kreuzberger Tauschring è responsabile per l'amministrazione degli indirizzi.

Durante l'ultima assemblea nazionale di Monaco, il 1° maggio 1998, si è fondato un nuovo gruppo. E' responsabile durante la campagna elettorale di stimolare i candidati al Parlamento di prendere posizione sui problemi dei TR in Germania.

Qual è la nostra prospettiva per l'avvenire? E' quella di elaborare e di ingrandire il nostro successo. Cercheremo di integrare nel sistema le associazioni cooperative; infine noi vogliamo spingere lo sviluppo a livello locale secondo Agenda 21, con una cooperazione di iniziative locali. Grazie.

 

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Dorothée PIERRET

Sistema locale e persone morali.

Dall'associazione all'impresa passando per il comune: bisogna aprire i sistemi di scambio locale?

Quello di cui voglio parlare è la relazione tra i sistemi di scambio e le persone morali (giuridiche).

Cosa accade in Germania? I Tauschring sono nati da un certo numero di anni e oggi si trovano a confrontarsi con la domanda: è il caso di superare il fatto che i sistemi siano fatti solo da persone private? Ci si chiede se sia il caso di associare altre associazioni, i comuni e le imprese.

In pratica ci sono dei TR che sono molto chiusi e che rimangono fedeli ai principi di partenza e affermano che è necessario scambiare tra persone soltanto "fisiche". D'altra parte si osserva che altri TR stanno sperimentando, che aprono i loro cerchi di scambio ai quartieri, agli organismo di formazione e ad imprese private, come drogherie, piccoli ristoranti e anche ai comuni. E' il caso del comune di Baden che è membro di un certo numero di TR che stanno procedendo alla sperimentazione e che si aprono all'esterno.

L'approccio si attiva in modo molto pragmatico e per tentativi e ci sono TR che da qualche anno stanno facendo delle valutazioni insieme con le persone iscritte. Non esiste al momento una riflessione sistematica su questo argomento.

Noi possiamo porre la domanda: perché aprire a persone morali? La prima ragione di questa apertura è poter ampliare la gamma delle offerte del bollettino, un'altra ragione è quella di avere un impatto più grande e per rinforzare il tessuto locale, integrando tutti gli attori presenti. La terza motivazione è di ottenere un riconoscimento dalla pubblica amministrazione, perché, probabilmente, inserendo un certo numero di persone morali che apportano lavoro professionale si potrà uscire dal carattere informale attuale.

Oltre queste motivazioni c'è il desiderio da parte di alcuni TR di uscire da questa situazione di marginalità rispetto al mercato e di essere riconosciuti come attori economico-sociali e non più solo parallelamente, e attivi nell'ambito dello sviluppo locale.

Comunque l'apertura alle persone giuridiche porta una serie di problemi e di paure. E' augurabile tutto questo? Che tipo di impatto può esserci sui membri presenti? E che cosa si può effettivamente integrare nell'ambito dei TR? I due grandi pericoli evocati sono: 1) la spersonalizzazione degli scambi; 2) una strumentalizzazione da parte del sistema istituzionale, da parte del sistema dominante.

Io parlerò di tre categorie di persone morali che ho identificato, identificando, altresì, quelli che sono i vincoli e le opportunità di questo inserimento. Innanzitutto gli attori dell'economia sociale, le associazioni e le cooperative, in secondo luogo il comune, in terzo luogo le imprese.

Va detto che la relazione tra gli attori dell'economia sociale e i sistemi di scambio è una pratica largamente osservata e non pone di fatto grossi problemi. Infatti, si può dire che gli attori dei sistemi sociali e dei sistemi di scambio appartengono alla stessa famiglia. Sono portatori di valori similari. In Germania si afferma che il TR appartiene all'economia solidale o al terzo settore. E questo settore si muove nell'ambito dell'economia sociale. C'è un approccio abbastanza similare perché c'è un concetto simile di economia: la difesa dei valori come la solidarietà piuttosto che la concorrenza, l'uguaglianza, il rispetto della persona umana, l'attenzione verso il proprio vicino. Si osserva che la nascita di queste strutture di scambio avviene spesso all'interno di associazioni già esistenti: per esempio, a Berlino abbiamo visto che ci sono diverse strutture nate all'interno delle associazioni di quartiere.

Che vantaggio esiste per i sistemi di scambio locale di aprirsi agli attori dell'economia sociale? Il primo, come ho già detto, è quello di aumentare il livello delle offerte. Il sistema che ha un'organizzazione di formazione rappresenta delle attrattive particolari. In secondo luogo è quello di poter avere l'adesione di persone che spontaneamente non verrebbero a bussare alla porta del sistema locale di scambio. Nell'esperienza TR in cui mi trovo abbiamo notato che l'adesione di un'associazione al sistema di scambio ha fatto avvicinare al TR molte persone di una certa età che prima non sembravano assolutamente interessate al sistema di scambio locale. Il secondo aspetto e che si va a chiarire il rapporto tra il sistema di scambio e l'associazione che ospita questo sistema: per esempio, l'affitto potrà essere coperto con moneta locale. Per gli organismi dell'economia [il vantaggio] è quello di potersi avvicinare ad una serie di benefici e si pone l'alternativa per tutta una serie di persone nella scelta tra il volontariato e il lavoro salariato, con la possibilità di avere un riconoscimento per le persone riguardo alla loro attività, che non è né morale né lucrativa, ma con l'unità di scambio.

Quindi non ci sono dei problemi di fondo, ma piuttosto problemi di tipo pratico, come ad esempio quale potrà essere la quota di adesione al TR per questi soggetti. Il problema di spersonalizzazione degli scambi è risolto individuando una persona che funge da legame tra l'associazione e il TR.

Per quello che concerne i comuni la relazione è molto più complessa. Molto diverse sono le situazioni perché talvolta gli scambi sono considerati illegali. Ci sono dei casi che i TR sono stati appoggiati dai comuni, ma di fatto rimangono delle relazioni molto precarie e fragili, perché non esiste un riconoscimento giuridico e dipende dalla buona volontà del potere pubblico. Comunque notiamo che ci sono punti in comune tra il sistema di scambio locale e l'istituzione locale. Spesso i cerchi di scambio intervengono proprio nel territorio comunale, nel villaggio, nel paese, nella zona. L'altro elemento è che questi servizi offerti all'interno del sistema locale sono servizi in più, molto vicini ai servizi di prossimità. Facendo un parallelo tra ciò che propone il comune e ciò che propone il sistema di scambio locale si può dire che i sistemi di scambio hanno cercato di rispondere alle domande alle quali i comuni non sono stati in grado di rispondere e quindi gli abitanti hanno cercato da soli una risposta ai problemi presenti. Si parla di sistema complementare e non sussidiario al comune, avendo bene chiaro che il Comune ha un suo ruolo e un suo obbligo nei confronti della cittadinanza e che deve giocare fino in fondo il suo ruolo e che il TR va ad apportare qualcosa di più e va a reintrodurre quella che è la dimensione umana. Nella città di Baden Il comune ha l'obbligo di aprire il servizio della casa di riposo, mentre il TR offre tanti piccoli servizi, come compagnia a persone, per il teatro, per passeggiate ecc. La casa di riposo, a sua volta, offre al sistema di scambio i pasti.

Nella collaborazione tra comune e sistema si vedono una serie di paure che vanno superate. Le tre grandi paure espresse sono: il pericolo della riduzione del sussidio minimo sociale, la tassazione degli scambi (e questi sono due elementi rivendicati dai TR nei confronti dei candidati politici alle prossime elezioni) e il danno di una strumentalizzazione, del tipo che si è visto per le Bdt. Nei TR che hanno acquisito un certo grado di maturità il Comune può partecipare come membro del sistema a condizione di rispettare le regole elementari del TR. E' una forma di scambio che si cerca e non un appoggio del comune.

Vediamo ora il rapporto tra i sistemi di scambio e le imprese. Bisogna ricordare che oltre all'aspetto sociale del sistema esiste anche una funzione economica e i sistemi di scambio non sono soltanto un servizio. Dunque, il problema è come inserire le imprese in un sistema di scambio che funziona tra persone fisiche. Ci sono una serie di paure che vengono evocate, che le imprese possano trasportare i TR verso il sistema economico dominante. Si teme il passaggio da una moneta rapportata al tempo verso una moneta rapportata alla valuta nazionale. Dall'altra le imprese necessitano di una professionalità definita, ma all'interno dei sistemi ci si può rifiutare di scambiare, la qualità non è controllata. Questo rappresenta un problema per le imprese. E' il problema dell'agricoltore che necessita di persone che vadano a raccogliere ciò che è maturo e che non può non trovare nessuno che lo possa aiutare nella raccolta. Un altro timore è quello di attirare l'attenzione del fisco, perché è tollerato ciò che rimane nell'ambito della relazione di vicinato, mentre non potrà più tanto essere tollerato se nel sistema entrano le imprese. Però osserviamo che in alcuni TR le imprese accettano di pagare una tassa [una specie di IVA] su tutta una serie di scambi.

Il vantaggio dell'entrata dell'impresa nel TR è quello di rafforzare l'economia locale, perché per le imprese locali è importante che il denaro resti nella località e non si orienti sistematicamente verso i grandi centri commerciali ubicati nelle periferie. E quindi, inserire nei TR i bar, il ristorante, i caffè permette di rinforzare il tessuto locale. Un altro punto è quello di arrivare a formare piccole imprese fatte di disoccupati, che, avendo come problema principale l'accesso al credito, in questi sistemi potrebbero superare non poche difficoltà.

L'altro vantaggio per i TR è quello di uscire dalla pratica di piccoli scambi di piacere e di piccole attività e di potersi invece occupare di scambi più corposi ed interessanti.

In Germania assistiamo che nel nord c'è una chiusura all'ingresso delle imprese, mentre nel sud le esperienze di apertura alle imprese, ai comuni e alle associazioni sono molteplici.

In conclusione, di fronte ai pericoli prima elencati, l'aspetto più importante è sicuramente l'acquisizione di identità e di poter uscire dalla marginalità.

Vi ringrazio.

 

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Dibattito

 

Paolo COLUCCIA. Terminati gli interventi che hanno illustrato i diversi modelli e le ricerche sugli stessi, cerchiamo adesso, con un po’ di savoir faire , di iniziare a colloquiare direttamente e indirettamente, con domande e risposte, con riflessioni il più possibilmente brevi. Apriamo perciò preliminarmente il dibattito, che continuerà per tutta la giornata di domani. Quindi se qualcuno non avrà la possibilità di intervenire questa sera, non se ne faccia rammarico. Domani l'intera giornata sarà dedicata al dibattito, all'approfondimento e al confronto almeno per 7-8 ore.

Pantaleo RIZZO. Gli interventi sulle esposizioni e sulle ricerche riferiti ai vari gruppi dei sistemi delle varie nazioni intervenute sono finiti. Procedo a dare la parola a chi vuole intervenire per aprire il dibattito su questa giornata.

Giacomo APRILE (Sciacca-AG). Mi presento: sono Giacomo Aprile e vengo dalla provincia di Agrigento, da Sciacca-Ribera. Sono il fondatore della Banca del tempo Sciacca-Ribera. E' da due anni che lavoro a questo progetto, da quando ho letto un articolo a livello nazionale, dove si parlava di sola solidarietà. L'idea mi è piaciuta, ho telefonato a Roma, ho comprato il libro [sulle Bdt], mi sono associato al "Cittadino ritrovato", abbiamo registrato il nostro statuto preso da altri statuti. E' da 8 mesi che agiamo, che operiamo in zona. Ci ho circa 120 soci e onestamente vi dico che fra un annetto forse tutto il paese sarà associato.

Ora, io ho notato una cosa, che i punti di vista qua sono diversi, anche perché a livello locale viviamo realtà diverse. Infatti ho notato che nell'intervento [di Bob Lacroix] di oggi pomeriggio si parlava, mi pare che vive in una zona abbastanza ricca, abbastanza agiata, e quindi non vive i problemi che viviamo noi nel meridione, come la Sicilia, la Calabria, la Puglia, la Campania, dove la disoccupazione è [un problema] conosciuto in tutto il mondo. Quindi mentre per lui [il Sel] diventa un problema filosofico e morale, per noi del meridione può diventare un'occasione di lavoro e per soddisfare certe esigenze dei più deboli, delle categorie più disagiate.

E allora il mio ideale, da questi 8 mesi di esperienza, è quello a cui si rifaceva la signorina tedesca [Dorothée Pierret]. L'ideale è lo scambio di servizi, di saperi e di beni.

Anche se non detto chiaramente, mi sembra che come esperienza di scambio solo di servizi è stata un'esperienza, diciamo, fallimentare, nel senso che è vero che recuperiamo il rapporto di buon vicinato, il rapporto di socialità, di solidarietà e altre cose, ma non si va incontro a quelli che sono i problemi di occupazione della gente, anche se associamo solo [servizi] e addirittura non professionisti, queste esperienze delle Bdt non si riducono ad altro che a scambio di piccoli favori, di piccoli servizi. Addirittura io le vedo come un circolo in cui andare a passare possibilmente qualche serata e andare possibilmente a fare quattro chiacchiere. Ciò secondo il mio punto di vista. Per quello che mi risulta le adesioni alle Bdt sono pochissime e le stesse che ci sono non funzionano. Pertanto io mi auguro che possa esserci un coordinamento, non so se c'è, a livello nazionale, possibilmente a livello europeo, affinché queste esigenze che noi abbiamo da parte della base vengano trasferite e portate avanti. Non so cosa si sta facendo in merito.

E questo appello lo lancio a chi conosco da molto tempo. E' molto che conosco la signora Amorevole, la signorina Grisendi, qua c'è l'amico nostro [P. Rizzo], che sono stati tra i più attivi, addirittura i promotori di questa iniziativa delle Bdt, anche perché se non c'è qualcuno a livello nazionale che faccia da tramite tra le esigenze e i politici, che purtroppo devono approvare le leggi... Comunque io credo fermamente e non per niente ho fatto circa 900 Km per venire qua.

Questa iniziativa, diciamo, mi sta dando qualche dispiacere, ma molte soddisfazioni. Poi vorrei puntualizzare un'altra cosa: qua, la gente, specialmente dalle nostre parti, è diffidente verso chi organizza, addirittura non è disponibile a mettere qualche ora e se non c'è qualcuno che garantisce è difficile che questa idea attecchisca, sempre per quel principio che a livello meridionale la gente non lo intende come passatempo, lo intende come forma di lavoro. Per questo non si sente come forma essenziale di solidarietà, di socialità, si intende essenzialmente come forma di lavoro, purtroppo. Comunque, speriamo che in futuro si facciano... Grazie.

Rosa AMOREVOLE. Vorrei dire qualcosa su quello che tu [Giacomo Aprile] dicevi, nel senso che mi sono sentita presa in causa. Diciamo che non esiste in Italia un coordinamento nazionale. Tempomat è Adele Grisendi. Noi abbiamo scritto un libro insieme a Grazia Colombo, ma di fatto la struttura Tempomat è esclusivamente Adele Grisendi.

Io condivido abbastanza l'approccio tedesco al discorso del coordinamento, perché costruire un'associazione di associazioni implica necessariamente dei problemi di potere e di gestione di potere. Io credo che sia molto più interessante l'aspetto informale che loro hanno presentato, sicuramente lavorando molto sull'aspetto dell'informazione, della disoccupazione, degli approfondimenti, della diffusione, della promozione e della ricerca, perché costruire una sorta di sindacato delle Banche mi preoccupa molto.

Negli ultimi tempi si sono verificati alcuni incontri strettamente informali tra alcune banche (tra le più anziane), incontri spesso originati molto dalla causalità, che hanno portato a ragionare e a definire che cosa significa stare all'interno di una Banca del tempo. La paura di essere tirati un po' di qua e un po' di là, da miriadi di spinte... E poi vorrei correggere una cosa che tu dici: io ho parlato di difficoltà delle Bdt. Esistono alcuni esempi dove lo scambio è estremamente diffuso. Esiste un caso in Italia dove vengono cambiate 6000 ore l'anno e trovo che questo sia un esempio molto interessante.

L'idea potrebbe essere quella di avere diversi punti che si costituiscono sul territorio e che possano entrare in relazione tra di loro, perché l'idea su cui noi ci siamo sempre mossi, sin dalla prima ora, è stata quella di ragionare nel piccolo gruppo, che implementa degli scambi e poi magari attiva degli scambi anche con altre banche, magari che sono nel quartiere di fianco, per mantenere questo aspetto forte che è la personalizzazione dello scambio, la relazione che sta alla base dello scambio.

I primi risultati che di fatto si sono ottenuti da questa esperienza che si è attivata dal 1995 sono soprattutto risultati di natura sociale, che forse non possono essere contabilizzati in termini di denaro ufficiale, ma che possono modificare un territorio, rendendo migliore la qualità della vita.

Carlo AULIZIO (Lucera-Fg). Vorrei solamente dire qualcosa in merito a quello che diceva l'amico di Sciacca. Oggi, nel pomeriggio, abbiamo avuto modo di parlare in merito alla sua banca. In quella occasione ha approfondito delle cose che prima [nell'intervento] non ha approfondito. Se dovessi riscontrare che io ho capito male quello che tu hai detto, ti prego di interrompermi.

Ovviamente questo è solo un mio parere personale, nel senso che quando ritornerò a Lucera, io presenterò anche questa ipotesi di lavoro.

Quando l'amico di Sciacca mi ha parlato del loro progetto, della loro Banca del tempo, mi sono posto un interrogativo che per alcuni può sembrare banale. Siccome nel loro sistema, nella loro banca ci sono professionisti, lui pensa che l'eventuale commerciante che aderisce [alla Bdt] per la merce che dà in cambio emette regolare scontrino e su questo paga le tasse. La mia domanda banale è stata: quale commerciante si iscriverebbe alla Bdt per dare la sua merce senza prendere soldi, per pagare ulteriormente le tasse? La risposta è stata che è possibile, perché nel suo sistema lui personalmente garantisce che ognuno darà effettivamente le ore, i beni e il servizio che ha offerto nella Bdt. Per fare questo lui gestisce direttamente, lui e solamente lui, i rapporti tra le persone che devono scambiare. E questo avviene, mi spiegava, attraverso questi cartoncini che lui ha preparato, che sono il monte ore, quindi il monte denaro, con cui la persona ha diritto di acquistare.

Giacomo APRILE. Se io te lo spiego e tu non lo vuoi capire che cosa ci posso fare!

Carlo AULIZIO. La mia obiezione è questa (è la mia opinione personale): a me personalmente mi preoccuperebbe il fatto di dover stare in una Banca del tempo dove c'è uno che decide lui le dinamiche di relazione. Tutto qui.

Paolo COLUCCIA. Vista l'ora ormai tarda è bene sospendere. Penso che convenga fare il programma per domani: nella mattina sono previste più di 3 ore di dibattito (9h45-12h30), nel pomeriggio altre 3-4 ore, dipende quanto ciascuno riuscirà a resistere.

A domani.

Lilliput Edizioni

3° trimestre 1998