Appunti e poesia...
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(A cura di Paolo COLUCCIA)
Lilliput Edizioni
I edizione Martano (LE),
anno zero
Stampato in proprio da
Edizioni LILLIPUT
Paolo Coluccia, via Castrignano 51
73025 MARTANO (LE)
Tel.
0368 419399
0836 572183
Riproduzione libera.
"Nel Novecento"
"Vivevamo nel silenzio,
ora viviamo nel rumore;
eravamo isolati,
ora siamo perduti tra la folla;
ricevevamo troppo pochi messaggi,
ora ne siamo bombardati
A lungo abbiamo lottato
contro i vecchi regimi
e contro la loro eredità,
ma, nel Novecento,
proprio contro i nuovi regimi,
contro la società nuova
e luomo nuovo
che tanti regimi autoritari
hanno voluto creare,
si fanno sentire
i più drammatici appelli
alla liberazione,
scoppiano rivoluzioni
contro le rivoluzioni
e contro i regimi
che ne sono nati"1
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Cento segni e un destino.
"Occorre sopportare
questa lunga notte
del pensiero sociale"2.
"Società che non cerca
di essere pensiero,
ma diffida delle grandi idee
e dei grandi discorsi
che turbano il suo pragmatismo
o i suoi sogni"3.
***
Passato
"Una visione ottimistica
dello sviluppo economico,
non resiste ad una valutazione
più realistica del mondo,
sconvolto e lacerato
ormai da un secolo di lacrime.
E nel quale cresce incessantemente
il numero di quanti muoiono di fame"4.
e avvenire
"Bisognerebbe scegliere, oggi,
la figura dellemigrato,
viaggiatore colmo di memoria
non meno che di progetti,
il quale si scopre e si costruisce
egli stesso in questo sforzo
quotidianamente rinnovato
per annodare
il passato con lavvenire,
leredità culturale
con linserimento
professionale e sociale"5.
***
Siamo trascinati
"Siamo trascinati
su un mare
o su un fiume pericoloso,
concentrati per dare
risposte rapide
a eventi in gran parte
imprevedibili.
Alcuni vincono la corsa;
altri annegano"6.
***
La grande lacerazione.
"Non cè gioia nella ragione,
non cè felicità nel suo incedere ordinato,
nel suo andamento tranquillo.
Non cè serenità nel simbolo,
non cè quiete nello sguardo
che il simbolo dispiega senza nessun orizzonte.
Non cè circolazione tra simbolo e ragione,
non cè adiacenza,
aggiustamento naturale,
non cè invisibile armonia.
Lumanità non è protetta da un dio,
non ha alle spalle un ordine,
non cè astuzia segreta
che porta a naturale composizione
pensieri e passioni, uomini e dèi"7.
***
La perdita del senso.
"Noi oggi viviamo, non più,
come Adamo, nella natura,
ma neppure nella storia,
perché non possiamo chiamare storico
un tempo senza direzione.
Noi viviamo nella pura accelerazione del tempo,
scandita non da progetti umani,
ma da sviluppi tecnici
che, consumando con crescente rapidità il presente,
tolgono anche al futuro
il suo significato prospettico,
anche il suo senso"9.
***
La ricerca di senso.
"Il senso è come la fame
che si avverte non quando si è sazi,
ma quando manca il cibo.
E lesperienza del negativo
a promuovere la ricerca,
è la malattia, il dolore,
non la felicità,
sul cui senso nessuno
si è mai posto domande"9.
***
Luomo e il mondo.
"Il mondo
è cominciato
senza luomo
e finirà
senza di esso"10.
***
Il lamento delletnologo.
"Come lindividuo non è solo nel gruppo
e ogni società non è sola fra le altre,
così luomo non è solo nelluniverso.
Quando larcobaleno delle culture umane
Si sarà inabissato nel vuoto
Scavato dal nostro furore;
finché noi ci saremo ed esisterà un mondo
questo tenue arco che ci lega allinaccessibile resisterà:
e mostrerà la via inversa
a quella della nostra schiavitù,
la cui contemplazione,
non potendola percorrere,
procura alluomo lunico bene che sappia meritare:
sospendere il cammino;
trattenere limpulso che lo costringe
a chiudere una dopo laltra
le fessure aperte nel muro della necessità
e a compiere la sua opera
nello stesso tempo che chiude la sua prigione;
questo bene che tutte le società agognano,
qualunque siano le loro credenze,
il loro regime politico
e il loro livello di civiltà;
in cui esse pongono i loro piaceri,
i loro ozi,
il loro riposo e la loro libertà;
possibilità, vitale per la vita, di distaccarsi
e che consiste
addio selvaggi! Addio viaggi!
durante brevi intervalli
in cui la nostra specie sopporta
dinterrompere il suo lavoro dalveare,
nellafferrare lessenza di quello
che essa fu e continua ad essere,
al di qua del pensiero e al di là della società;
nella contemplazione di un minerale
più bello di tutte le nostre opere;
nel profumo, più sapiente dei nostri libri,
respirato nel cavo di un giglio;
o nella strizzatina docchio,
carica di pazienza, di serenità
e di perdono reciproco che nellintesa
volontaria permette a volte
di scambiare con un gatto"11.
***
NOTE
I brani sono tratti da
Il Saggiatore, Milano 1997, p. 113.
Feltrinelli, Milano 1999, p. 698.
Il Saggiatore, Milano 1997, p. 402.
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E vietata la vendita.
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