Recensione del libro:
AA.VV., America Latina. L’arretramento
de los de arriba, a cura di Aldo Zanchetta, Prefazione
di Frate Arturo Paoli, coedizione
della Fondazione Neno Zanchetta e Massari
editore, Gragnano-LU/Bolsena-VT,
2006, pp. 333, euro 17,00.
A cura di Paolo Coluccia
L’America latina è quel pezzo di mondo
che forse più di tutti ha subito, in ordine di tempo e di spazio, la
sopraffazione e l’annichilimento delle sue culture indigene, nel corso della lunga
dominazione occidentale, a partire dagli imperi iberici e del cattolicesimo del
periodo della post Riforma fino all’occupazione
neo-liberista degli ultimi decenni. Tra le enormi contraddizioni, i retaggi
dittatoriali, i processi di modernizzazione estrema e
i naufragi delle civiltà a causa delle politiche sviluppistiche
successive agli anni ’50, oggi i popoli del subcontinente latinoamericano
stanno compiendo seri sforzi e tentativi per uscire dalla spirale neoliberista
in cui si trovano avviluppati. Certamente Don Cristobal
Colon (il nostro grande navigatore genovese) non capì
di aver scoperto un nuovo continente e nuovi popoli nel 1492, ma era leggenda
diffusa tra queste genti che abitavano le terre tra due oceani che prima o poi
sarebbe arrivato dal mare il dio bianco. Questi nativi, scambiati per altri,
furono chiamati indios,
parola che col passare del tempo fu sinonimo di ladro, inetto, fannullone. «In
realtà non si trattò di una scoperta dell’Altro, bensì di un suo occultamento
(‘encubrimiento’)». Il dominio di ‘los de arriba’, di coloro che per secoli avevano
detenuto il potere dall’alto dei loro privilegi e soprusi, si è contrapposto
alla resistenza di ‘los de abajo’, di quelli che sono in basso, degli oppressi, resistenza spesso sconosciuta, valorosa e
sfortunata di interi popoli sottomessi economicamente e militarmente per più di
500 anni.
La presenza di un forte movimento di
popoli e di etnie, di gruppi operativi con i piedi per
terra, alla ricerca di soluzioni per problemi contingenti e di sopravvivenza,
ed un insieme indecifrabile di soggetti, animati da nobili ideali, che sognano un altro mondo possibile, tutto questo
fermento lascia intravedere, tra fede e speranza, impegno e ricerca, che in
seno al subcontinente americano si stia effettivamente cercando d’instaurare un
forte processo di cambiamento del corso storico. Non ci si può
certamente fare molte illusioni, ha osservato J. Pedro
Stedile, leader dei Sem
Terra (contadini senza terra), e i cambiamenti non sono poi così forti (come si
pensa con una buona dose di enfasi nel continente europeo). È un obbligo del
pensiero che ogni sano realismo impone. Però anche questo contribuisce alla
formulazione ed alla definizione di strategie urgenti ed efficaci, che traspare proprio partendo da un’attenta e lucida analisi dei
fatti, di ciò che effettivamente sta
avvenendo in quei luoghi, che pochi sicuramente conoscono, se non in forma
evanescente e superficiale. Questo vuole essere il contributo che tutti gli
autori dei saggi del libro qui presentato vogliono dare, a
seconda del proprio punto di vista, del percorso d’indagine e del
livello d’osservazione.
In Prefazione
un contributo sintetico, ma denso, importante, sentito, di Arturo
Paoli dei Piccoli Fratelli del Vangelo, dall’alto
della sua veneranda età quasi secolare, che di fatto non gli nega vivacità di
parola e di pensiero, testimone quarantennale delle vicissitudini storiche
avvenute a quelle latitudini terrestri durante il suo impegno missionario fin
dal dopoguerra. Tesse le lodi di Aldo Zanchetta, ingegnere chimico-industriale-intellettuale-libraio,
che lascia l’impresa per impegnarsi, dedicarsi e seguire i movimenti di
liberazione, «cercando quei paesi dove questi movimenti sono in cammino», che
ha voluto, curato e in gran parte scritto questo libro: «Bravo Aldo – egli dice
– tu hai preso l’iniziativa di tirar fuori dalla
nostra tenda, dove l’aria avvelenata del consumismo addormenta, la gioventù,
portandola fuori in quei luoghi dove la schiavitù non è consolata da nessuna
illusione, ma è dolorosa, spinta dal bisogno estremo di vita. Nell’America
latina, nell’Africa, in molte parti dell’Oriente, trova senso questa verità:
solo i poveri fanno la storia». Animato da una certezza semplice e profonda:
dove è Cristo lì è libertà. E il Cristo è sempre tra i
poveri. La teologia dei poveri può indicare la strada per la liberazione di
quella parte d’occidente che è finita su «un binario morto», in
quanto i poveri hanno bisogno di giustizia, sono assetati di giustizia.
I poveri non devono esistere! Questo è stato il messaggio più autentico di Gesù
e deve guidare la chiesa cattolica nel suo operare, per essere ispiratrice
della liberazione della società.
Un progetto utopico
forte per una società nuova, che gli scritti raccolti da Aldo Zanchetta mostrano tra critiche acute, documentate e decise. Perché «questa lettura – egli dice – di quanto avviene, nel bene e
nel male, nel subcontinente latinoamericano possa aiutare, assieme ad altre, ad
una riflessione e ad un dibattito al di fuori degli stereotipi spesso radicali,
e possa aiutarci a ritrovare anche da noi il senso di una politica a servizio
degli esseri umani e del loro ben vivere».
Ed è la speranza dei popoli indigeni, vittime di un genocidio storico senza
precedenti, che «prosegue oggi sotto le attraenti vesti del mito globalizzatore e di un modello di sviluppo ingannevole e
minaccia di concludersi con l’incalzante scomparsa di
linguaggi e di culture e con un ecocidio che ormai sembra irreversibile». Oggi
questa speranza è incarnata dal presidente boliviano Evo Morales,
il primo presidente indigeno di un paese sudamericano dopo cinque secoli, che
si è fatto promotore di una Comunità
di paesi sudamericani con una lettera in cui descrive un’altra cosmovisione
del mondo: «Dobbiamo complementarci
– egli dice – e non competere. Dobbiamo convivere e non approfittarci del vicino».
Ed ora i titoli dei vari contributi,
soltanto i titoli, di per sé pregnanti e significativi,
che per ragioni di spazio non possiamo singolarmente trattare. Nella breve
Prima Parte (dal titolo L’America latina
in prospettiva storica), a mo’ d’introduzione, L’invenzione dell’America, di Carlos Montemayor; 1810: un
nuovo occultamento dell’Altro, di Enrique Dussel; poi Frammenti. Testi per una riflessione.
La corposa Seconda Parte (Il neoliberismo in America latina) si
apre con Le politiche neoliberiste in
America Latina, di Laura Tavares Sousa, poi a
seguire Alca e militarizzazione, di Carlos Fazio; La
presenza militare statunitense in America Latina e I documenti di Santa Fe, di Aldo Zanchetta; Il processo di integrazione economica del
continente americano, di Gustavo Castro Soto; I piani strutturali in America latina, Problema della terra e neoliberismo, Ecocidio e genocidio. La questione
ambientale e ‘Deuda
esterna, deuda eterna’,
di Aldo Zanchetta; Popoli indigeni e globalizzazione in America
latina, di Aldo Gonzales Rosas;
Le madri di fronte alla violenza sessuale
delle figlie, di María Lόpez
Vigil; Gli
interessi delle transnazionali europee in America latina, di Alfonso Moro; L’Europa propone una reale alternativa ai
latino-americani?, di Gerald Karlshausen;
Cooperazione europea allo sviluppo. Il
progetto Prodesis in Chiapas,
di A. Zanchetta e R. Bugliani; La sinistra
latinoamericana all’inizio del XXI secolo. Nuove realtà e sfide impellenti,
di Atilio A. Boron.
Nella Terza Parte (Alcuni pezzi del puzzle) America
latina: alcuni pezzi del puzzle, di Aldo Zanchetta; Bolivia:
cinquecento anni dopo. Poema per Evo Morales, di Eduardo Galeano; Brasile:
tragedia in più atti, di A. Zanchetta e Ceci Vieira Juruá; Centroamerica: continua la dipendenza, di Aldo Zanchetta;
Colombia: un rompicapo insolubile, di
A. Zanchetta e Alberto Pinzón
Sánchez; Cuba:
perché il socialismo cubano non crolla?, di Giulio Girardi;
Ecuador: la lunga marcia indigena, di
Roberto Bugliani, Jaime Pitaluña e Eduardo Delgado; Guatemala: componenti di un genocidio,
Mario Polanco; Haiti:
un intervento militare democratico, di A. Zanchetta
e Camille Chalmers; Messico nel momento del pericolo, di
Claudio Albertani; Venezuela: la lunga gestazione di un progetto, di Numa Molina.
In chiusura una preziosa Appendice che contiene una breve ma importante
Cronologia generale dei principali
fatti storici a partire dalla scoperta di Colombo nel 1492 e fino al 2005, anno
in cui si registrano le agitazioni popolari che fanno cadere in Ecuador il
governo di Guitierrez, poi una ricca Bibliografia generale tematica
e infine un’importante rassegna di Siti internet esteri ed italiani di
interesse generale, tra cui quelli appartenenti ad importanti giornali
latinoamericani.
«Non
si può lasciare il vino nuovo in otri vecchi» (Mc,
2.22): è una frase di Gesù
simbolicamente messa in coda all’ultimo saggio di Numa Molina,
con cui si vuole chiudere anche questa nota. È un monito che va ai soggetti
portatori del cambiamento, che non possono costruire
un nuovo mondo salvaguardando al contempo vecchie mentalità basate sul
compromesso, sulla corruzione e sullo sperpero di risorse. Il messaggio di Gesù
è un progetto di pace, di amore e di giustizia e
quanto Egli è venuto a proporci deve animare fino in fondo il leader, il
rivoluzionario, il sindacalista, l’operaio, l’imprenditore, il capo di governo
e il politico. Infatti: «La nuova società non si realizzerà se non nascono
l’uomo nuovo e la donna nuova capaci di darla alla luce». Le idee nuove non
possono albergare in strutture e concezioni politiche vecchie.
Il volume, finemente stampato, può
essere richiesto a Lucca Libri di Karma Sas, corso Garibaldi, 54 – 55100 Lucca, tel./fax
0583 469627, e-mail: karmasrl@tuttopmi.it.
A questo ne seguirà un altro dal titolo America
latina. Il protagonismo de los de abajo, che completerà il lavoro intrapreso.