Jacqueline Fassero

Poesie

(tratte dal libro La danza della terra, Macroedizioni, 1986)  



  anno 2001
Edizioni LILLIPUT
Paolo Coluccia, via Castrignano 51
73025 MARTANO (LE)
Tel. 0368 419399
Email paconet@libero.it
Internet http://digilander.libero.it/paolocoluccia

Riproduzione libera.

***

 

Quel che conta
sono i sentimenti
le radici intrecciate
che scrivono la storia
nella terra soffice e fertile.
Liberiamo le nostre emozioni
il calore si espanderà
su tutte le superfici
del nostro corpo.
Difficili sono le vie
della trasformazione
il tempo di una vita
forse non basterà
ma il cammino
deve continuare e
uniremo il potere delle rocce
alla velocità dei venti.
  

Goditi questo vento
non è forse il più bello?
Sdraiato sulla tenera erba
bevi un bicchiere di frutta
presto il sole tramonterà
laggiù in fondo alle colline
se guardi intorno a te
nessuno disturba il silenzio.
Non sai quanto tempo
è passato dall'ultima volta
volevi dimenticare il mondo
il tuo paese
con le sue politiche
è meglio non pensarci
è meglio non tornarci
guardare da lontano
quest'orizzonte impalpabile
senza odio
un attimo di pace
un secolo
un infinito amore.
  

Il suolo è una ricchezza unica
che non si può sprecare.
Gli animali e le piante
sono compagni
della medesima avventura
e niente può dimostrare
che l'uomo è il più forte.

 

LA DANZA DELLA TERRA

        E' di un universo non compresso di cui voglio parlare.

        E mi nutro di sogno e di libertà.

        La poesia parte dal cuore prendendo la strada della verità. Cercarla è un atto di grande generosità e fantasia.

        Raccontare per stare un po' insieme. Un temporale, la pioggia, il sole, la montagna, tutto ci avvicina, tutto ci unisce nella stessa danza, la danza della Terra. In ogni momento delle nostre vite si manifesta il mistero che scaturisce la poesia, quella delle piccole cose, di ogni giorno, quando insieme alle piante e agli animali sentiamo il ritmo ciclico delle stagioni.

                                                                                                                                        Jacqueline Fassero

 

I.

Migrazioni!

Migrazioni!
Alcuni sono rimasti fedeli
ai sogni di un tempo
altri hanno preferito il silenzio.
Mi chiedo come abbiamo fatto
a passare tutti questi giorni insieme
sole e luna alternati
io e te abbracciati
io e te trasfigurati
con la paura nel ventre
amanti nella tormenta
in questa vita estrema.
Perdonami di non sapere più
dove andremo
di esitare a fare figli
o di non aver fiducia.
Cambiamo tutto, abbiamo detto
proviamo a dimenticare
prendiamo un'altra strada
andiamo trasportati
dai cavalli dell'eternità
in lunghi percorsi orizzontali
su un letto azzurro indefinibile
tra acqua e terra, in simbiosi
anfibi di due mondi paralleli
appartenere all'uno
e appartenere all'altro
l'uno e l'altro
e l'uno all'altro.
Ma scivoliamo ancora
intorno alle periferie
senza sosta possibile
nel crescendo dei videogiochi
e dei bar affumicati e bui
affiancati dalla solitudine.
Passeggiamo sulle macerie
di vecchi palazzi abbandonati
sullo sfondo di un vulcano minaccioso
e non ci domandiamo più
perché i bambini giocano nella polvere
senza speranza di un mondo migliore.
Ci toccava sentire
quel formicolio delle profondità
dimenticato dietro l'opulenza
dei supermercati traboccanti.
Il viaggio è lungo
per noi venuti dalle stelle
conformi alle regole
d'igiene e di conservazione.
Nei labirinti ci abbandoniamo
alla folla selvaggia
di fine secolo.
Non cessano mai di gridare
dentro di me
le voci delle solitudini.
Si alza il vento.
Ci è voluto un secolo
per vedere gli alberi giganti
ed eccomi ora tra la folla
a sniffare vie senza uscita.
Ripeto ancora queste parole
sento il freddo sulla mia schiena
ascolto il vento sulla mia pelle
su questo suolo
dove vivono gli animali.
Bisogna partire da domani
con la nuova sensazione
di bere cristalli di trasparenza.
Camminiamo sollevati dai rami
usciamo dalla leggenda
andiamo a passi di giganti.
Se vuoi tornare al sogno
devi dimenticare ancora
l'universo incoerente
e chiudere la porta
agli uomini infedeli.
C'è sentore di gelsomino
i sentieri corrono
tra la roccia coperta
di mirti e di ginestre.
Ci incontriamo di nuovo
in un giardino illuminato
alla vigilia del nostro viaggio
per la città lagunare.
Anticamente, nelle fontane
si amavano gli dei
addormentati sotto agli ulivi
nella luce dorata del sud.
Le acque fluivano in abbondanza
come per sfidare i cieli
specchiando i giorni perfetti
durante passeggiate amorose.
Nel corso del tempo il movimento
dell'acqua innocente
la fisionomia dei sentimenti
tracce sulla pietra e sul muschio!
Eterna circonvoluzione cosmica
appesa sulla tela!
Oserò svegliarmi con questa luce?
Molteplici tentacoli riversano
le loro radici nel suolo argilloso
galleggiamenti indefinibili
nel colore grigio del sogno.
L'aria si è rarefatta sopra le città
miliardi di tonnellate di cemento
minacciano il mio percorso
foresta priva delle sue sostanze biologiche.
Miliardi di cartelli pubblicitari
mi disorientano
e migliaia di persone calpestano
il mio passo.
E' una macchinazione
contro la mia volontà!
Gioco tra demoni viscerali
catapultati nel sogno urbano
per controllare le notti agitate.
Con forza mi dibatto
contro i raggi della morte
senza destino, senza amici.
Ho un appuntamento
con altri visitatori della notte
li tengo stretti nella mia mano
e in un attimo
cammino
su antichi sentieri
aperti alle pianure e ai laghi
mi vesto con abiti da festa.
Ormai è tutto chiaro dentro di me
abbandonerò le strutture verticali
dalle false trasparenze
mi ristrutturerò dall'assenza
o dai luoghi indifferenti.
Dentro di me urlava
il gufo delle nevi, la volpe
ondeggiavano le salicornie
profumi di alicanto salivano.
All'improvviso svaniva l'incubo
aggrappato alle spirali cicloniche
di temporali asiatici.
Giornata luminosa!

 

II.

Profumi d'Oriente

Profumi d'oriente
Palla di fuoco su Babilonia
E' notte in Occidente
Gli edifici crollano
Le erbe rosse crescono
Impariamo il Nuovo Mondo
Siamo dei rifiuti
Dei No!
Dei gentili passeggeri
Del vento radioattivo
E nei nostri rifugi
Di cemento armato
Piantiamo il fiore
E la bellezza.

Se tu volessi

in mezzo a questa confusione
a tutti questi problemi
potresti essermi vicino
aiutarmi a riflettere...
Ogni minuto che passa
rende più scura la mia vita
riuscirò a cambiarle il volto?
Il mondo come una zucca piena
sul punto di scoppiare
stanca di ingrossarsi
sopra una terra sfruttata...
Solidarietà è quello che ci salverà
dall'intolleranza e l'ignoranza.
Solidarietà è l'ultimo grido
per chi sogna e resiste.

 

Goditi questo vento

non è forse il più bello?
Sdraiato sulla tenera erba
bevi un bicchiere di frutta
presto il sole tramonterà
laggiù in fondo alle colline
se guardi intorno a te
nessuno disturba il silenzio.
Non sai quanto tempo
è passato dall'ultima volta
volevi dimenticare il mondo
il tuo paese
con le sue politiche
è meglio non pensarci
è meglio non tornarci
guardare da lontano
quest'orizzonte impalpabile
senza odio
un attimo di pace
un secolo
un infinito amore.

 

III.

Quel che conta
sono i sentimenti
le radici intrecciate
che scrivono la storia
nella terra soffice e fertile.
Liberiamo le nostre emozioni
il calore si espanderà
su tutte le superficie
del nostro corpo.
Difficili sono le vie
della trasformazione
il tempo di una vita
forse non basterà
ma il cammino
deve continuare e
uniremo il potere delle rocce
alla velocità dei venti.

Prière

Tant que les animaux
auront de quoi manger
et que tous les ruisseaux
pourront chanter
nous serons les amants
de notre Mère Terre
les forêts nous protègerons
l'hiver.
L'amour est si sacré
comme l'eau et la terre
les hommes et les fleurs
sont frères et soeurs.
Une loi nous unit
c'est le cosmos qui vit
harmonie des couleurs
paix dans mon coeur.

Preghiera

Fino a quando gli animali
avranno da mangiare
e tutti i ruscelli
potranno cantare
saremo gli amanti
della nostra Madre-Terra
le foreste ci proteggeranno
l'inverno.
L'amore è così sacro
come l'acqua e la terra
gli uomini e i fiori
sono fratelli e sorelle.
Una legge ci unisce
è il cosmo che vive
armonia dei colori
pace nel mio cuore.

Le betulle sanno amare

le creature che pullulano
sotto le loro chiome
Fruscio delle foglie
Passi insicuri...
Nelle acque lattiginose
i tronchi snelli
vorrebbero tanto mirarsi
ma è sempre più in alto
che un dio li chiama.
Milioni di visitatori
si sono nascosti
tra le radici
i grilli nelle erbe
la strada per tornare.

Gargano

Nel centro del mondo
proprio nel punto zero
all'inizio della vita
ancora fusa o liquida
un buio quasi fondo
eppure c'è penombra
il bianco della roccia
tocca le onde
che tornano a farsi
schiuma.
Luce luce della luna
luce di tutte le stelle
il pianeta si è svegliato
il mare lambisce le coste
i fiori diventano colori
e le erbe brillano
sotto il sole protettore.
La baia ha la memoria lunga
un passato ricco
di grandi rivoluzioni naturali.
Guardo le sue grotte
e le sue barche...

La mia bioregione

Se hai da lavorare il campo
quando è stagione buona
non ti chiederai mai
perché lo stai facendo.
E' il tempo che occorre
per relazionarti al mondo
nel farlo ne raccoglierai i frutti.
Chi siamo, dove siamo
è l'emozione che tu provi
a sentire il cielo e la terra
uniti nella grande sfera.
Siamo parte della trama della vita
noi tutti i viventi
senza identità né biodiversità
non ci sarà consapevolezza.
Il futuro è consapevolezza!
Nella mia bioregione
il bacino del fiume segna i confini
con i boschi e con i campi
la nostra mente è ricca
di reciprocità con la natura.
Vivere nella saggezza
fuori da tutti i dogmi
dolcemente cullati
dai canti degli anziani
e come storia quella del luogo
dove ciascuno lotta per la vita.

Natura è più che una parola

significa il movimento creatore dell'Universo.
Come spiegarmi meglio?

 

Nel meraviglioso mondo

di un bambino
ci sono bruchi, rane
lucertole, formiche
cavalli, elefanti
foreste interminabili
giochi dell'oca
sotterranei profondi
banchetti giganteschi
dove sono re
gli animali.
I bambini
aprono un libro
e parlano con le balene
danno da mangiare
ai conigli
possono comunicare
con gli orsi
quando sognano
le grandi distese bianche
di altri luoghi
sconosciuti agli adulti.
Il bambino crede alle magie
vive solo fantastiche avveture
accompagnato
dall'amico cane, uccello
cavallo, pesce...

Infinitamente grande

Vado cercando una strada
che mi porti sul mare
infinito blu
verde come il mio cuore.
La mia mente parla
con gli uccelli migratori.
Disegno nel cielo un arco
come fosse una galleria
per raggiungere il sole.
Non parlerò
aspetterò che cada la notte
su tutti i colori dell'Universo.

 

Il cammino profondo.

Il tempo interiore dell'anima.
Ognuno ha un suo posto nell'universo.

 

IV.

Un viaggio lungo un sogno

E' vero?
Non riesco a ricordare
ciò che è avvenuto.
Era Settembre e viaggiavo
in una strana isola...
Forse cento anni fa
quando dappertutto
c'erano foreste e laghi blu...
All'improvviso
orsi neri appaiono sulla riva del fiume
per mangiare pesci e bacche.
Non ho paura
posso sentire il loro respiro
nel pomeriggio silenzioso.
Sto camminando per chilometri
lungo la costa
per ammirare il re del cielo
l'aquila calva.
Sì, mi sta guardando
perché non mi racconti il tuo problema?
Io avrei tante storie per te
ma hai preso il volo
senza salutarmi.
Ti rivedrò in altri luoghi
o altri tempi.
Sarai per me
una meravigliosa visione...

A Robert Davidson

( Vancouver Art Gallery )

Ha dipinto
come i suoi antenati
con il blu, il nero, il rosso
i colori naturali
della terra e degli spiriti.
I cerchi sono occhi
la danza della luna
la nascita
il matrimonio.

Skeena River (Hazelton)

Skeena River ha il passo lungo
dei giganti buoni
addormentati affianco
ai ghiacciai celesti.
Skeena canta la danza degli orsi
presenze in agguato
ai margini del bosco.
Kitwanga giace solitaria
K'san è il luogo del ritrovo
il villaggio degli indiani
la danza degli sciamani.
Spiriti / Animali scolpiti / Cerimoniali.
Skeena ci abbraccia
offre il suo pesce
s'insinua tra le betulle
rimbalza sui sassi
e langue nelle pianure
finché incontra al suo passaggio
un lago che lo inghiottirà.

Il cammino profondo.

Il tempo interiore dell'anima.
Ognuno ha un suo posto nell'universo.

______________

 

Jacqueline Fassero, geografa, è autrice della newsletter Gaia che tratta i temi dell'ecologia profonda, bioregionalismo e poesia ecologista. e-mail: monti.lucretili@libero.it

 

Edizioni Lilliput

Riproduzione libera

 

Lilliput è un nuovo modo di fare comunicazione e cultura. Ogni testo divulgato da Lilliput può essere riprodotto liberamente da chi ne viene in possesso. Non esistono diritti d’autore e gli autori che accettano di far parte del circuito divulgativo Lilliput non percepiscono alcun compenso in denaro o in natura per il testo messo a disposizione, ma raggiungono il solo scopo di far conoscere il proprio pensiero. Essi si uniformano autonomamente alle regole del buon senso e della liceità, che tutti hanno il dovere di riconoscere e di adottare, per il rispetto e la dignità di tutte le persone.

Lilliput non ha fini di lucro, ma cerca d’infondere una nuova dimensione culturale, informativa e comunicativa. Per i fascicoli ricevuti non va inviato alcun pagamento, in denaro o in natura, ma soltanto vanno rimborsate le eventuali spese di riproduzione e postali sostenute, che sono liberamente quantificate dal ricevente.

I testi di Lilliput sono divulgati in tre modalità:

1) su carta sotto forma di fascicolo sobriamente rilegato;

2) su supporto magnetico floppy disk 3,5";

3) come allegato di posta elettronica (questa modalità è priva di spese).

I file sono gestibili con Microsoft WORD 1997 o 2000.

Chi utilizza i testi Lilliput ha il dovere morale di citare la fonte, l’autore, il titolo, il luogo e l’anno di edizione.

Lilliput si distingue per l’economicità e per il risparmio di carta. Inoltre, utilizza tecnologie informatiche di riproduzione all’avanguardia.

Ogni edizione di un testo è calcolata in 7 (sette) esemplari cartacei numerati e intestati, 7 (sette) esemplari su floppy disk numerati e intestati, e in un numero indefinito di allegati di posta elettronica, secondo le richieste ricevute.

Chiunque fosse interessato a divulgare o a ricevere testi Lilliput può scrivere al seguente indirizzo: Paolo Coluccia - Edizioni Lilliput, via Castrignano de’ Greci n. 51 - 73025 MARTANO (LE) – Italia.

e-mail paconet@libero.itinternet http://digilander.iol.it/paolocoluccia.