Cettina RUSSO

AMBIENTE, SALUTE, BENESSERE*

 

  1. Non c’è rispetto per la natura.
  2. L’esigenza di un ambiente sano.
  3. Cultura della conservazione.
  4. Metodi e azioni.

 

Parole chiave: ambiente, cura, territorio, salute, corpo, mente, conservazione, biodiversità, natura, essere, alimentazione sana, bioedilizia, biologico, biodinamico, sobrietà nei consumi, scambio sociale, legame sociale e culturale.

 

* Relazione tenuta in occasione del terso Seminario di Sociologia dell’ambiente, Università della Calabria, Dipartimento di Sociologia e di Scienza Politica, Arcavacata di Rende (CS), 8/9 giugno 2001.

 

Abstract

Mi sono posta di continuo queste osservazioni:

  1. non c’è rispetto per la natura e non c’è cura del territorio se non c’è nell’individuo l’esigenza di salute nel corpo e nella mente;
  2. l’esigenza di un ambiente sano e pulito, la salute del corpo e della mente giocano a favore del benessere umano e societario;
  3. il rapporto sinergico tra ambiente, corpo, intelligenza (in una parola: l’esistenza) comporta una cultura della conservazione ambientale, la necessità della biodiversità, il rispetto della natura in ogni sua manifestazione, l’equilibrio dell’essere umano a livello fisico, psichico e delle sue relazioni sociali.

Metodi e azioni su cui riflettere ed eventualmente attenersi:

  1. ricercare una sana alimentazione e osservare una buona associazione dei cibi;
  2. curare l’habitat e orientarsi verso la bioedilizia;
  3. ricercare un equilibrio corpo-mente;
  4. intendere l’ecosofia come conoscenza dell’ecologia profonda e del rapporto tra natura ed essere;
  5. consumare seguendo il principio della sobrietà e del necessario;
  6. scoprire il Mediterraneo come luogo di storia, d’incontro e di complementarità biologica, culturale e relazionale e non solo come semplice attributo di diete e di luoghi comuni;
  7. sostenere e praticare per quanto possibile, anche nel proprio piccolo, l’agricoltura biologica e biodinamica immuni dalla logica speculativa legata all’economia utilitaristica;
  8. orientarsi allo scambio sociale e ad uno stile di vita fondato sulla serenità, sulla relazione e sul legame socio-culturale.
  9. diritto di scelta da parte dell’individuo a vivere secondo i propri ritmi di tempo ed energia, senza l’oppressione indotta dalla schiavitù di un’iper-tecnologia e da pericolose e dannose evoluzioni della civiltà.

 

SCHEDA IDENTIFICATIVA DELL’AUTORE:

Cettina Russo (mail: serenellarusso@libero.it) è nata a Paterno’, un grosso comune siciliano che si affaccia sulla Piana di Catania, ricco di agrumeti, che ne costituiscono la maggiore risorsa economica. Vissuto gli anni dell’infanzia, come molti fanciulli della sua epoca, con pochi stimoli culturali, ha fondato il suo stile di vita sulla semplicità, prediligendo la sua grande passione per la natura, per l’ambiente, per la salute, per l’agricoltura e per le relazioni sociali orientate allo scambio sociale e culturale. Alcune sue idee sono nei fascicoli delle Edizioni Lilliput – casa editrice virtuale al sito Internet http://digilander.libero.it/paolocoluccia.

 

In quali innovazioni sociali,
in quali progetti spirituali,
in quali modelli di comportamento,
in quali trasformazioni istituzionali
può trovare espressione la ricerca
della moderazione nell’uso della natura?
(Wuppertal Institut, Futuro sostenibile, 1997)

Gentili Signore e Signori presenti, vi porgo un cordiale e sincero saluto. Un saluto e un grazie personale lo rivolgo al prof. Giorgio Osti, che ho conosciuto qualche anno fa, che la comune sensibilità per gli argomenti dibattuti in questo Seminario ed in altri hanno fatto sì che ci s’incontrasse ancora, ricevendo il graditissimo invito ad esporre le mie personali opinioni e riflessioni su argomenti che sono ormai diventati da tempo quasi di contenuto obsoleto e ripetitivo, in un certo senso scontato, mentre in tali argomenti è rispecchiato uno stato allarmante e dannoso per l’equilibrio dell’intero pianeta e per ogni forma di vita e che quindi va ben più in là del nostro antico, prezioso e amato Mediterraneo. Degli squilibri ambientali riceviamo notizia quotidianamente, ma nessuno sembra, ai vari livelli di competenza, prestarvi la dovuta attenzione. Tantissimi sono convinti che non ci devono essere ostacoli al progresso, sia quello scientifico, sia quello economico e tecnologico, anche se tutto questo ha degli aspetti che calpesta il diritto alla salute e alla qualità della vita, e oltretutto pregiudica la salvaguardia del territorio e la biodiversità

Da tempo mi pongo quesiti ed assisto con seria preoccupazione all’evolvere rapido, insicuro e preoccupante di vicende spesso apparentemente non collegate le une con le altre, che vanno dalla natura in degrado continuo, alle ricerche scientifiche, che spesso non sono molto positive. Ma basta poco, ormai, per rendersi conto che tali legami ogni cittadino, appartenente al cosiddetto mondo "civile" e a qualsiasi estrazione sociale e culturale appartenga, se vuole, può conoscere e prenderne coscienza, rendendosi pienamente conto della gravità complessiva della situazione.

La mia vuole perciò essere la voce del cosiddetto "uomo della strada" o del cittadino comune, senza competenze specifiche o professionali se non quelle comuni alla sensibilità di ogni individuo, della gente semplice e per questo ancora più preoccupata ad osservare e a ribadire che:

  1. non c’è rispetto per la natura e non c’è cura del territorio e se non c’è nell’individuo l’esigenza di salute nel corpo e nella mente;
  2. non è futile l’esigenza di un ambiente sano e pulito, la salute del corpo e della mente giocano a favore del benessere umano e societario;
  3. il rapporto sinergico tra ambiente, corpo, intelligenza (in una parola: l’esistenza) comporta una cultura della conservazione ambientale, la necessità della biodiversità, il rispetto della natura in ogni sua manifestazione, l’equilibrio dell’essere umano a livello fisico, psichico e delle sue relazioni sociali e l’autentica libertà di scelta.

 

Ho un’età che mi permette di ricordare qualcosa del quarantennio appena trascorso e tramite qualche servizio televisivo, opere letterarie e storiche, racconti di gente anziana ho conoscenza anche di realtà di vita che risalgono al ‘900. Mi riferisco a fatti semplici e di persone semplici, quali profumi di alimenti e sapori di cibi antichi, aspetti di vita sociale, ritmi del quotidiano vivere più sereni, usi e costumi intercalati da sincera amicizia e solidarietà. Il Mediterraneo ci offre per nostra fortuna e privilegio una varietà di stagioni con tutto il loro splendore e ricchezza di colori, che noi possiamo godere sia in senso romantico e culturale, sia a livello pratico per le condizioni di vita e per l’aspetto climatico.

A scuola si apprendevano nozioni di educazione civica e lo stesso accadeva all’interno della famiglia. Io appresi dell’esistenza di Organismi e di Istituzioni preposti alla tutela dei diritti umani: in sostanza la solidarietà per i più deboli, la ricerca della pace, i rimedi per la fame nel mondo ecc. Oggi ho capito che la politica e le speculazioni di ogni genere hanno cambiato, con la scusa dell’evoluzione e del progresso, quel poco di positivo che c’è stato. Molte cose sono peggiorate e degenerate per vari motivi, anche se tutte sono riconducibili alla cupidigia, all’ambizione, alla pigrizia e all’ottusità dell’uomo e anche a molta ingenuità dei più.

Oggi mi si offre l’opportunità di ribadire a me stessa, ad alta voce e con fermezza, tali riflessioni, ma cosa importante è sottolinearle alla presenza di ascoltatori competenti ed attenti, già informati perfettamente circa tali argomenti. Per questo saranno più brevi e meno scontati i contenuti che mi appresto ad elencare, ribadendo la necessità di far eco ad un insieme di persone umane sensibili, attente, preoccupate ed anche quasi sfiduciate per poter credere che molti guasti del mondo possono essere risanati e che si possa ancora in futuro godere della libertà autentica del diritto di scelta individuale a vivere secondo i propri ritmi di tempo e di energia, senza l’oppressione indotta dalla schiavitù di iper tecnologie e dalle pericolose evoluzioni dell’attuale società.

Pertanto desidero fortemente che comincino ad indebolirsi le speculazioni di individui e di gruppi privilegiati, le situazioni di scorrettezze etiche e sociali da parte della criminalità organizzata, venga meno il disimpegno pubblico ed individuale e si cominci a godere di maggior rispetto umano per diritto e per necessità di tutti, considerato che i ruoli di uno sono comuni a tutti, in quanto siamo insieme individui, genitori, educatori, figli, tecnici, operatori, produttori e soprattutto consumatori: tutti con gli stessi diritti-doveri.

Inizio, perciò, ad elencare i metodi e le azioni su cui riflettere ed eventualmente attenersi:

  1. ricercare una sana alimentazione e osservare una buona associazione dei cibi, quanto più corretta possibile, a dispetto di tutta la pubblicità speculativa e non veritiera, che tenta di sovvertire il diritto-dovere verso la nostra salute, poiché è risaputo quanto sia indiscutibile il valore della qualità degli alimenti e dei cibi;
  2. curare l’habitat è un preciso dovere, ma è anche assolutamente un diritto averne la possibilità, per potersi orientare verso la bioedilizia (mancano infatti punti di consulenza, di vendita di prodotti adeguati, oltre ad altre difficoltà derivate dai costi elevati praticati);
  3. trovare un equilibrio corpo-mente è un dovere ma anche un diritto averne la libertà di ricercarlo, senza per questo essere motivo di anacronismo, essere tacciati cioè di non competitività o essere considerati perdenti, privi di ambizioni, solo perché si è scelto di non nutrire aspettative eccessive, arrivismi esasperati,per essere alla fine soltanto ossessionati dal consumismo e da inutili acquisti;
  4. intendere l’ecosofia come conoscenza dell’ecologia profonda e del rapporto tra natura ed essere, osservandone i principi personalmente e di invitare anche gli altri a tenerne conto, specialmente quando diventa evidente che qualcuno suo malgrado se ne dimentica;
  5. consumare seguendo il principio della sobrietà e del necessario è un sano diritto ma anche un dovere per tutti, al fine di scoraggiare la super produzione, spesso di scadente qualità e con un impatto ambientale negativo;
  6. scoprire il Mediterraneo come luogo di storia, d’incontro e di complementarità biologica, culturale e relazionale e non solo come semplice attributo di diete e di luoghi comuni. E’ nostro dovere anche in questo caso rinverdire le eredità storiche, in modo tangibile e non solo teorico. Non è un diritto la "rendita culturale", per il fatto che siamo nati casualmente in questa parte del mondo: dobbiamo innanzitutto curarla, divulgarla, amarla e farla rispettare. E tutto questo vale per ogni angolo di mare e di terra;
  7. sostenere e praticare per quanto possibile, anche nel proprio piccolo, l’agricoltura biologica e biodinamica, immuni dalla logica speculativa legata all’economia utilitaristica. Oltre ad essere una pratica piacevolissima per le sensazioni che procura, coltivare direttamente e manualmente fa sì che molte aree non vengano dichiarate incolte, quindi improduttive, e per questo sfruttate per forme di edilizia speculativa (ipermercati, doppioni di arterie pubbliche, villaggi residenziali ecc.);
  8. orientarsi allo scambio sociale e ad uno stile di vita fondato sulla serenità, sulla relazione e sul legame socio-culturale, rispolverando così vecchi stili di vita appartenuti a persone anziane, da far conoscere soprattutto ai nostri giovani, tanto disorientati e colmi di interrogativi, per capire i veri valori della vita, visto che tutti sono ormai occupati a rincorrere soltanto soldi e successo;
  9. diritto di scelta da parte dell’individuo a vivere secondo i propri ritmi di tempo ed energia, senza l’oppressione indotta dalla schiavitù di un’iper-tecnologia e da pericolose e dannose evoluzioni della civiltà.

 

Naturalmente tutte queste problematiche hanno necessità di più ampie analisi ed esigenze di ricerca più complete ed impegnative, ma io mi sono limitata ad esternare dei pensieri comuni, apparentemente ingenui, ma sicuramente intuiti da chi deve spesso accettare la realtà corrente e troppe cose negative per nulla in sintonia con il proprio desiderio di vivere un’esistenza con uno stile di vita semplice e sobrio, spesso a causa di scelte negative o speculative e di orientamenti politici, amministrativi e commerciali, non solo a livello locale, ma anche e soprattutto a livello internazionale e globale.

Tutti conosciamo ormai questa tendenza. Personalmente non sono per carattere pessimista e quindi continuerò a lavorare verso qualsiasi direzione che mi sarà resa possibile, in quanto nutro la speranza di poter ancora offrire una realtà sociale più positiva ed ottimistica alle generazioni future.

Ringrazio per la cortese attenzione.

 

Arcavacata di Rende, 8 giugno 2001 Cettina Russo