TIBURZI: BRIGANTI E RIVOLUZIONARI FUORI DALLA STORIA
di Roberto Nepoti
La Repubblica, domenica 11 agosto 1996
...Se le protagoniste di Libertarias fanno parte degli
esclusi della Storia, non è certo un personaggio ufficiale quello del primo film
italiano in concorso, Tiburzi di Paolo Benvenuti. Brigante e eroe del popolo
uomo dei latifondisti ma contemporaneamente loro avversario naturale, per un
quarto del secolo scorso Domenico Tiburzi fu il re della Maremma laziale. Con
l'effetto paradossale che, per lo stesso periodo, il suo dominio assicurò a
quelle terre pace e ordine. Fino a che, diventato scomodo per i proprietari
terrieri e per i carabinieri sabaudi, fu ucciso in un agguato nei pressi di
Capalbio. Una vicenda che, pur nel diverso contesto epocale, presenta evidenti
analogie con quella del bandito Giuliano è narrata da Benvenuti in forma di
ballata, nello stile degli antichi cantastorie.
La messa in scena è quella, austera e scarnificata, del regista del Bacio di
Giuda e di Confortorio che mette in scena una nuova variante del suo universo
esclusivamente maschile, in cui c'è sempre chi si batte contro un potere
destinato comunque a vincere. Nel cinema di Benvenuti povertà di mezzi e povertà
d'immagine sono termini antitetici. In Tiburzi ci sono paesaggi naturali di
impressionante bellezza e la composizione dei fotogrammi (il regista è un
pittore convertito alla cinepresa) ha l'accuratezza della grande pittura di
genere. Ne esce un film rigoroso e per molti versi ammirevole, anche se la sua
stessa struttura lo priva di quella intensità drammatica che rendeva eccezionale
Confortorio...