LA MIA STREGA AL GIUBILEO
di Paolo Menzione
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        Esce in anteprima il 4 maggio al Teatro Argentina a Roma Gostanza da Libbiano, l'ultimo film di Paolo Benvenuti - autore di Tiburzi, Confortorio, Il Bacio di Giuda - rimasto fino ad ora un po' nell'ombra e non certo per una scelta di carattere promozionale (creare il mistero attorno al film non è la strategia comunicativa messa in piedi per il suo lancio sul mercato cinematografico).
        Il film, selezionato per concorrere al festival di Locarno, ha finalmente trovato una distribuzione, la Lab 80 di Bergamo, che lo farà circolare nelle sale d'essai del nord Italia. Gostanza da Libbiano merita, più di molte altre pellicole, di essere visto proprio in questo momento in cui, per il tema che tratta, si lega alla più fresca attualità.
        Si è infatti aperto un acceso dibattito attorno alle dichiarazioni del Papa di domenica 12 marzo, ai suoi ammonimenti ad un esame di coscienza da parte della chiesa, alle confessioni delle colpe del passato (l'intolleranza che parte dalle crociate passando per la caccia alle streghe) e alle richieste ufficiali di perdono.
        Il trait-d'-union del film all'attualità è la storia di Gostanza (interpretata dalla bravissima Lucia Poli), una donna processata dalla Santa Inquisizione per stregoneria, a San Miniato, in Toscana, nel 1594. Il regista pisano nel raccontare le fasi del processo segue passo passo, con rigore filologico, i verbali originali trascritti dal notaio (interpretato nel film da Lele Biagi). Lo stile è quello tipico del cinema austero ed essenziale di Benvenuti che segue la scia tracciata dagli autori "puri", Straub e Huillet (con cui l'autore di Confortorio ha collaborato a più riprese), Bresson e Dreyer. Il contenuto è particolarmente interessante per il progressivo rovesciamento di ruoli che porta gli inquisitori a temere realmente la forza ammaliatrice, supportata da un'innata capacità affabulatoria, di Gostanza. Il finale del racconto riserva nuove sorprese ( ma non aspettatevi, se avrete l'opportunità di vedere il film, una suspence, pur presente, di tipo tradizionale).
        Il regista è molto soddisfatto della recitazione, nella parlata toscana del periodo, dei suoi attori: "Nel mio lavoro con gli attori ho cercato di togliere gli elementi di esteriorità (gestualità, espressività troppo accentuati) in modo da far emergere la verità interiore della persona. Questo si nota in modo particolare in Lucia Poli, una bravissima attrice di teatro, a cui ho cercato di levare le maschere tipiche della recitazione teatrale per risalire alla parte più intima della sua personalità".
        Prodotto con i finanziamenti stanziati dal Ministero per i Beni e le attività Culturali (art.8, "film d'interesse nazionale"), il film di Paolo Benvenuti si sta facendo lentamente strada all'interno delle iniziative culturali per il Giubileo.Una proiezione privata in Vaticano c'è già stata: erano presenti, tra gli altri, il Cardinale Roger Etchegueray e l'Arcivescovo Marchisano. Per il primo Gostanza da Libbiano è "un film che dimostra come il cinema possa essere strumento di cultura rendendo presente il passato e mantenendo la memoria di eventi che, nel bene e nel male, hanno influito sulla formazione della mentalità contemporanea". Due eccellenti sostenitori della pellicola sono Padre Virgilio Fantuzzi, direttore e critico cinematografico della rivista Civiltà Cattolica e Monsignor Belleri, direttore della Libreria Leoniana. Secondo il primo anche questo film di Benvenuti, come quelli che lo hanno preceduto, "è di una straordinaria bellezza. Il regista toscano applica al cinema di argomento storico dei criteri che possono risalire al Rossellini de L'ascesa al potere di Luigi XIV; anche se Paolo è ancora più perfezionista e accurato nella ricostruzione della messinscena e nella tecnica (utilizza con un esito sorprendente la presa di suono diretta). Rispetto al tema delle streghe esistono solo due precedenti con cui Gostanza da Libbiano può misurarsi: Dreyer e Bresson". E, riguardo alla possibilità di vederlo inserito nelle iniziative culturali del Giubileo, per Padre Fantuzzi "Sarebbe interessante proprio in questo momento, dopo le dichiarazioni di "perdono" del Papa , vedere un film dai grandi valori artistico e documentario."
        Per Monsignor Gino Belleri "Nella storia si raggiunge un equilibrio fra le due parti per cui i giudici del processo, alla fine, non risultano dei santi ma nemmeno degli aguzzini. Sono evitati i toni accusatori con cui viene spesso descritta nel cinema la Santa Inquisizione."
        Anche secondo il direttore della Libreria Leoniana quello di Paolo Benvenuti è "un lodevole contributo di un laico che acquista molta più importanza alla luce del "perdono" del Papa del 12 marzo."
        La proiezione del 4 maggio al Teatro Argentina rientra nel quadro delle iniziative culturali per il Giubileo promosse dal Comune di Roma.