CURRICOLO DI SCIENZE GEOSTORICHE E SOCIALI

NELLA SCUOLA MEDIA

a cura di Paolo Alpino


CLASSE TERZA    UNITA' DI LAVORO N° 2

Industrializzazione e questione sociale  

Filone        Educazione allo sviluppo


Introduzione

Mappa concettuale

Elenco attività

Documenti

Indice esercizi per la formazione a distanza


Introduzione. I temi dell'unità sono l'industrializzazione nel corso del XIX secolo tra prima e seconda rivoluzione tecnologica e, soprattutto, l'emergere della questione sociale collegata alle condizioni di vita della nuova classe, quella dei proletari.  I movimenti, che nascono e si sviluppano a partire dalla questione sociale, sia sul piano sindacale sia sul piano politico, testimoniano della parzialità dei diritti individuali sanciti dalle rivoluzioni liberali, e rivendicano altri diritti legati alle condizioni dei lavoratori nella nuova società industriale: sono questi i diritti sociali di seconda generazione che la costituzione italiana ad esempio fa propri nella stessa misura dei diritti individuali di prima generazione.

Contemporaneamente l'unità mette a disposizione degli alunni due modelli di funzionamento dell'economia di mercato, dentro i confini dei quali lo stesso presente dell'economia postindustriale tuttora si muove: quello di un'economia di mercato "pura" e quello di un'economia di mercato "mista". In questo modo il lessico economico, seppure a livello elementare, entra a far parte degli attrezzi necessari all'indagine geostorica.

Segue un veloce ed essenziale studio della grande guerra. L'inserimento dell'evento nel contesto concettuale dell'unità non è casuale: si ritiene difatti che le cause del conflitto trovino spiegazione soprattutto nei conflitti economici dei paesi industrializzati.

Come sempre tocca all'insegnante dividere e spezzare il percorso in segmenti separati oppure affrontarli unitariamente.


Mappa concettuale


Elenco attività

Cap. I        Lo sviluppo industriale nel secolo XIX

Cap. II       La condizione dei lavoratori e le dottrine sociali

Cap. III    La seconda rivoluzione industriale e l'età dell'imperialismo

Cap. IV    La concorrenza fra i capitalismi: la prima guerra mondiale


Documenti

Documento 1   Sviluppi della rivoluzione industriale nel secolo XIX

Testo 1. La rivoluzione industriale si estende ai settori minerario, siderurgico e meccanico.

La rivoluzione industriale e la nascita delle moderne fabbriche coin­volsero dapprima il settore tessile. Poi le innovazioni si estesero a ogni altro ramo della produzione. Lo sviluppo di un settore produttivo favoriva e richiedeva lo sviluppo degli altri settori. Soprattutto le industrie mineraria e meccanica vennero immediatamente coinvolte. Il carbone, infatti, divenne la principale fonte di energia per il funzio­namento delle macchine a vapore delle nuove officine. L’industria meccanica forniva i macchinari per le industrie tessili e quelli che si stavano diffondendo nell'agricoltura. L'industria meccanica richiede­va a sua volta la presenza di industrie siderurgiche che producessero il metallo necessario a costruire le macchine. L'industria siderurgica aveva bisogno di minerali da raffinare e di carbone per far funzionare gli altiforni e quindi faceva lavorare l'industria mineraria. l'industria mineraria, per fornire tutta la produzione che veniva richiesta, si mec­canizzava sempre più.

Rappresenta con uno schema di relazioni i rapporti tra i diversi settori industriali

Testo 2. Migliora il sistema dei trasporti.

Nel 1814 George Stephenson, un operaio inglese che lavorava in una miniera, ebbe l'idea di applicare l'energia del vapore a una macchina assai simile ai carrelli utilizzati all'interno delle miniere. Fu la pre­messa dalla quale nacquero due innovazioni fondamentali: la locomo­tiva e il trasporto su strada ferrata. L'introduzione della ferrovia costi­tuì una vera e propria svolta nella storia della rivoluzione industriale in Inghilterra e poi nel mondo. Infatti le strade ferrate non solo signi­ficarono maggior velocità e minori costi per il trasporto delle materie prime e delle merci prodotte, ma permisero anche di raggiungere i luoghi più lontani, con un aumento della vendita dei prodotti finiti.

Contemporaneamente, anche la navigazione conobbe un uguale rapi­do sviluppo. Da quando Robert Fulton nel 1803 costruì il primo bat­tello a vapore, la navigazione a vela venne progressivamente abban­donata. Le navi a vapore garantirono collegamenti regolari; esse inol­tre divennero più robuste e sicure di quelle a vela perché incomincia­rono a essere costruite in ferro anziché in legno. Con l'introduzione delle navi a vapore si trasformò rapidamente il commercio mondiale: dall'Asia, dall'Africa, dalle Americhe le materie prime potevano esse­re trasportate con facilità e con poca spesa in Europa.

Come era la prima locomotiva? In quale settore venne utilizzata? Chi fu il suo inventore? Descrivi i vantaggi dei trasporti su strade ferrate. Descrivi le novità tecnologiche nel trasporto su navi

Tab. 1 Indicatori dello sviluppo industriale

 

miglia di binari

migliaia cav. vapore

carbone in migl. di tonn.

ghisa in migl. di tonn,

media incremento

Germania

 

 

 

 

 

1850

         3.639

                260

             5.100

         212

 

1873

       14.842

             2.480

           36.392

      2.241

 

incremento

 

 

 

 

 

Francia

 

 

 

 

 

1850

         1.869

                370

             7.225

         406

 

1873

       11.500

             1.850

           24.702

      1.382

 

incremento

 

 

 

 

 

Inghilterra

 

 

 

 

 

1850

         6.621

             1.290

           37.500

      2.249

 

1873

       16.082

             4.040

         112.604

      6.566

 

incremento

 

 

 

 

 

Qual è il paese più industrializzato nel 1850 in base ai 4 indicatori (valori assoluti). Compila una classifica.

Qual è il paese più industrializzato nel 1873? Compila una nuova classifica. Confronta ora le due classifiche e annota le differenze.

Calcola per ciascuno dei tre stati relativamente a ciascun indicatore l’incremento dal 1850 al 1873 (dividi l’ultimo dato per il primo per sapere di quante volte è aumentata la produzione). Fai poi la media degli incrementi per ciascun stato. A questo punto sei in grado di fare una nuova graduatoria degli stati in base agli incrementi: risulterà primo non quello più industrializzato ma quello che si sta industrializzando più velocemente.

Tab. 2 La produzione industriale mondiale (contributo in %) 

epoca

Germania

Inghilterra

Francia

Stati Uniti

Russia

1840

12

45

 

11

 

1850

15

39

 

15

 

1860

16

36

12

17

4

1870

13

32

10

23

4

1880

13

28

9

28

3

1890

14

22

8

31

3

1900

16

18

7

31

6


Qual è il paese più industrializzato all’inizio del periodo considerato? Qual è il paese più industrializzato alla fine del periodo considerato? Quale altro paese contribuisce maggiormente alla produzione industriale alla fine del secolo. Costruisci un grafico lineare con i dati a disposizione

Tab. 3 La popolazione mondiale tra il 1750 ed il 1900 (milioni di abitanti)

 

1750

1900

Incremento assoluto

Incremento relativo

Europa

140

401

 

 

Asia

479

937

 

 

Africa

95

120

 

 

America Nord

1

81

 

 

America centro-meridionale

11

63

 

 

Australia e Oceania

2

6

 

 

Tab.4 L'emigrazione tra il 1821 ed il 1915 (migliaia di abitanti)

Paesi di origine / paesi di destinazione

Usa

Canada

Argentina

Brasile

Oceania

Norvegia, Svezia

1806

48

2

5

13

Gran Bretagna, Irlanda

8155

2835

56

10

2535

Impero tedesco

5489

233

63

126

53

Austria-Ungheria

4065

227

86

81

14

Italia

4025

136

2294

1362

21

Russia

3252

97

162

104

8


Calcola nella tabella 3 gli incrementi della popolazione.(Fai la differenza tra i due dati nel primo caso, dividi il dato più recente per quello più lontano nel secondo caso).  Tra i continenti del vecchio mondo (Europa, Asia e Africa) quale è quello che ha conosciuto il maggior incremento demografico? Come lo spieghi

Dando anche un’occhiata alla tab. 4 come spieghi i tassi altissimi di incremento demografico per i nuovi continenti (Americhe e Oceania).


Documento 2        Il funzionamento dell'economia industriale secondo il liberismo economico

Consulta il libro e gli appunti dal quaderno, cfr mappe concettuali). Rispondi in modo completo formando un unico testo, diviso in capoversi tanti quanti sono i blocchi di domande.

Cosa è il liberismo? In quale secolo si è sviluppato soprattutto? Di quale economia vuole spiegare il funzionamento?

Qual è il motore dell’economia? Da quali sentimenti sono mossi gli uomini quando sono attori economici? Questi sentimenti fanno bene o male alla società nel suo insieme?

Dove e come si incontrano gli individui? Per fare che? Cosa s’intende per mercato? Cosa è la domanda? Cosa è l’offerta?

In base a quale legge gli individui si scambiano beni e servizi? Vale a dire come si formano i prezzi delle merci?

In base a quale legge avviene la selezione dei produttori? Perché alcuni falliscono? Perché altri hanno successo?

Cosa deve fare lo stato per favorire l’economia di mercato? Cosa non deve fare invece? Qual è lo slogan dei liberisti?

In conclusione, quale valore il liberismo difende? Indica le somiglianze e le differenze tra liberismo economico e liberalismo politico.


Documento 3        La condizione dei lavoratori

Il proletariato e le città industriali. Per denominare la nuova classe sociale costituita dagli operai salariati dell'industria si affermò una vecchia parola in uso nell'antica Roma: i "proletari" erano gli appartenenti alla classe più povera dei cittadini romani, coloro che possedevano soltanto i loro figli (in latino proles). A differenza degli artigiani, gli operai dell'industria lavoravano con mezzi di produzione di cui non erano proprietari; il solo bene posseduto era la forza-lavoro, ceduta per un salario che era soggetto a continue oscillazioni. Le ricorrenti crisi economiche, comportando licenziamenti e riduzioni salariali, rende­vano inoltre il lavoro operaio insicuro.

Per valutare le condizioni di vita del proletariato nei primi decenni del XIX secolo, dobbiamo tenere conto dell'estrema rapidità con cui si svilupparono le città industriali. Manchester, la principale sede della produzione cotoniera, era prima del 1750 solo un piccolo centro con 5.000 abitanti, cresciuti a 85.000 nel 1800 e a 300.000 nel 1850. Lo stesso si può dire per Birmingham che, in seguito allo sviluppo della produzione industriale di attrezzi in metallo, passò nel 1800-50 da 70.000 a 240.000 abitanti. Qualunque tentativo di regolare la cresci­ta di queste città era destinato al fallimento. Esse mancavano di rifornimenti d'acqua potabile, fognature e servizi di pulizia delle strade; le case operaie erano miserabili tuguri; il fumo sprigionato dalle ciminiere delle fabbriche anneriva gli edifici e rendeva l'aria irrespirabile. Inevitabilmente nei centri industriali si aggravarono vecchie malattie come la tubercolosi; dal 1831 comparve una nuova terribile epidemia, il colera, il cui bacillo era facilmente diffuso dalle acque infette.

Orari, salari e disciplina del lavoro. La vita del proletariato inglese (e successivamente di quello degli altri paesi europei) fu resa particolarmente penosa anche dalla durezza del lavoro che lo attendeva all'interno delle fabbriche. Fino agli anni trenta e quaranta dell'Ottocento, nessuna legge limitò la durata della giornata lavorativa, che era normalmente di dodici ore e che arrivava spesso anche a quattordici o quindici. Gli operai non avevano nessuna possibilità di con­trattare gli orari, perché fino al 1825 le associazioni operaie furono total­mente proibite e la loro attività ricadde sotto la legge penale che puniva le cospirazioni contro l'ordine pubblico. Anche dopo questa data la possibilità dei sindacati operai di incidere sulle condizioni di lavoro restò molto limitata, perché lo sciopero continuava a essere vietato e punito come un reato.

Lo stesso si può dire per i salari. I principi allora universalmente accettati stabilivano che solo la libertà del mercato assicurava lo sviluppo economico, e questo valeva anche per il mercato del lavoro. Per conseguenza nessuna forza esterna (né lo stato, né i sindacati) doveva cercare di influenzare il livello dei salari. Quale fu di fatto il loro andamento nel corso dei primi decenni del XIX secolo? La loro tendenza a diminuire fu costante e venne solo in parte, o in certi periodi, compensata dalla riduzione dei prezzi di alcuni beni di consumo.

Nei ceti operai il complesso dei redditi familiari con­sentì solo di mantenere il livello della sussistenza (affitto, alimentazione, riscaldamento). La rivoluzione industriale si limitò a rendere meno caro il carbone e a offrire a prezzi decrescenti tessuti di cotone e oggetti in metallo. Alle precarie condizioni economi­che bisogna inoltre aggiungere le condizioni di vita in fabbrica. I luoghi di lavoro erano malsani e imponevano agli operai una disciplina spesso spietata; i regolamenti interni accrescevano la produttività a colpi di trattenute sul salario e minacce di licenzia­mento.

Il lavoro delle donne e dei bambini. Le macchine avevano l'effetto di semplificare le operazioni produttive e non richiedevano l'abilità e l'esperienza necessarie al lavoro degli artigiani. Perciò gli imprenditori si risolsero a impiegare frequente­mente le donne e i bambini, ai quali potevano esse­re pagati salari più bassi di quelli dati agli uomini. Il lavoro femminile e minorile era stato un fenomeno diffuso nelle attività agricole e manifatturiere della società preindustriale, ma sempre subordinatamente a quello degli uomini. L'ambiente della fabbrica lo rendeva in ogni caso assai più duro. Lo stesso sistema della fabbrica spiega l'orientamento degli imprenditori: le donne e i bambini erano più docili ed era più facile imporre loro i lunghi orari e i severi regolamenti. 

Rispondi alle domande trovando le informazioni delle risposte nel testo:

a) Indica la differenza tra operai ed artigiani. b) Quali sono gli inconvenienti dello sviluppo urbano in Inghilterra nel XIX secolo. c) Come è la giornata del lavoro dell’operaio? d) Quali diritti non gli venivano riconosciuti? e) Come fu l’andamento dei salari in quel periodo? f) Quali sono i nuovi consumi accessibili agli operai? g) Come era l’ambiente di lavoro? h) Perché donne e bambini vengono preferiti ai maschi adulti


Documento 4        Il meccanismo della crisi economica


Documento 5        Relazione riassuntiva sulla seconda rivoluzione industriale


Documento 6        Le fasi della guerra

Consulta il manuale (testi e carte) per svolgere le seguenti attività: 


Indice esercizi per la formazione a distanza

esercizio 1

esercizio 2


Verifica intermedia        Ob.     analizza situazioni economiche e sociali relative al processo di industrializzazione

  1. Nel 1846 in Inghilterra i liberisti conseguono un grosso successo: il parlamento abolisce i dazi sul grano e si afferma così la libera concorrenza nel mercato delle derrate agricole. Ti forniamo nel riquadro in neretto il punto di partenza dello schema di relazione e, solo alla rinfusa, le conseguenze che ne sono derivate: prosegui tu completando lo schema con le relazioni di causa ed effetto.

  1. Leggi il testo sulla crisi economica e costruisci uno schema di relazione

"La situazione arrivò a un punto critico nel 1846-47, in concomitanza con una crisi agraria. I lavoratori dovevano impiegare tutto il loro reddito per comprare gli alimenti e non potevano più acquistare prodotti industriali. Non riuscendo a vendere i prodotti, le industrie fallirono e aumentò la disoccupazione"

  1. Ti presentiamo alcuni dei “Principi fondamentali” della Costituzione della Repubblica italiana, entrata in vigore nel 1948. Sottolinea con due colori diversi il testo a seconda che contenga il riferimento ai diritti liberali di prima generazione o quello ai diritti sociali di seconda generazione.

art. 1    L’Italia è una Re­pubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al po­polo …

art. 2   La Repubblica rico­nosce e garantisce i diritti in­violabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimen­to dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3   Tutti i cittadini han­no pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza. di lingua, di religione, di opi­nioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E compito della Repubblica ri­muovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del Paese

art. 4   La Repubblica ri­conosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effetti­vo questo diritto …

art. 6   La Repubblica tute­la con apposite norme le mi­noranze linguistiche.

art. 8   Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge ...

art. 1    L’Italia è una Re­pubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al po­polo …

art. 2   La Repubblica rico­nosce e garantisce i diritti in­violabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimen­to dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3   Tutti i cittadini han­no pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza. di lingua, di religione, di opi­nioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E compito della Repubblica ri­muovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del Paese

art. 4   La Repubblica ri­conosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effetti­vo questo diritto …

art. 6   La Repubblica tute­la con apposite norme le mi­noranze linguistiche.

art. 8   Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge ...



Verifica finale                    Ob.          Memorizza informazioni sulla I guerra mondiale


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