Sensazioni (lettera per un'amica)...

sensazioni...

Succede... quando avresti voglia di piangere ma ti accorgi di non avere più le lacrime per farlo...

In quel pomeriggio senza sole, lassù tra i filari di quei vigneti, forse avevo visto per la prima volta quale era la vera Anna, quando non mi aveva lasciato dire nulla fino a quando non aveva affermato la sua "verità"... quella verità che nessuno sembrava poter mettere in discussione ed era successa la stessa cosa qualche mese dopo in quella telefonata serale... qualcosa che non ha mai avuto fine nemmeno nei messaggi che ci siamo scambiati dopo... quando, magari, avevo bisogno non di tanto... solo di qualche parola non cercata.
Ma, forse, l'amicizia fra due persone non può essere questa... non può essere qualcosa a senso unico... in cui sembra non esserci mai spazio per quello che sente l'altro... chi sta dall'altra parte. Forse l'amicizia tra due persone è anche saper venire qualche volta incontro a quello che "sente" l'amico.
L'anno scorso erano stati trent'anni dalla fine della scuola superiore, forse gli anni che hanno segnato l'inizio di quel "cammino" tra luce e oscurità che non si è mai concluso veramente. Erano gli anni in cui avevo visto che Paolo "serviva" solo per aiutare a preparare i compiti in classe... Alla fine, credo, della quarta superiore un regalo... e poi scendevano le ombre... In questi trent'anni sono rimasto in contatto soprattutto con due persone, con altre due mi sono "incrociato" per qualche tempo per il mio lavoro... senza nessun problema a parlare a confrontarmi... ma restava sempre quel "malessere" dovuto a quello che avevo visto e sentito allora... a quello che, per alcuni versi, mi aveva "segnato"...
Così, quando avevo saputo che stavano organizzando una cena per i trent'anni del diploma avevo chiesto un po' di tempo per pensarci, prima di decidere se parteciparci o meno. C'erano compagni di scuola di allora che avrei voluto rivedere volentieri, ma c'era anche il rischio di riaprire cicatrici che non si sono mai chiuse veramente. Alla fine ho preferito non andarci... non perché provassi rancore per quello che era successo... forse soprattutto per non rischiare di "soffrire" nuovamente, perché ad un certo punto avevo preferito chiudere quelle sensazioni di allora in un cassetto che non volevo più riaprire. Quando il mese successivo ho rincontrato la persona con cui, in questi anni, sono rimasto più in contatto mi ha raccontato che quella sera, quelli che allora erano i più "forti" della classe, avevano fatto anche il mio nome fra coloro che, a quel tempo, forse non avrebbero dovuto trattare male. Non credo sia stata una "vittoria" a distanza di tanti anni... in fondo avrei voluto anche allora sentirmi come gli altri... senza dover sempre chiedere qualsiasi cosa... senza dovermi sentire sempre come qualcuno che deve sempre elemosinare qualsiasi cosa.
Perché ti sto raccontando questo? Forse perché ci ho ritrovato qualcosa di ciò che mi ha accompagnato in questi due anni di amicizia o forse, come l'hai chiamata ad un certo punto, di conoscenza. Su tante cose ci ho ritrovato quel Paolo di allora... ed è qualcosa che l'anima di una persona difficilmente può riuscire ad accettare, nonostante il bene che puoi provare per qualcuno.
So che la parola non è bella... ma forse il mio "compito" di amico si era concluso quasi subito, probabilmente già dopo che ci siamo incontrati la prima volta... e tutto quello che è successo dopo...

chissà...

Savorgnano del Torre, 28 aprile 2018

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