Recensione de “Il pane del sorriso”

da  Gradiva, International journal of italian poetry, numero 35/36

 

“La poesia di Paola Mara De Maestri” – ce la presenta Donatella Bisutti, al solito affabile quanto resa esperta – “non è solo una reazione di amore che si prefigge di contribuire a sciogliere “il gelo di questa nostra scarna umanità”: è anche una risposta forte alla precarietà della vita, quella cui ella si riferisce già nella dedica iniziale di questa raccolta, ma di cui parla in particolare una poesia come Il Lume: “Su questa scomoda sedia/sull’orlo/in bilico/ oscillo”. Nata a Sondrio nel ’70, la De Maestri è insegnante, pubblicista, animatrice di un circolo Culturale, pedagoga profetica che ama e propugna l’insegnamento della poesia a scuola. Le lancinanti o raddolcite tenerezze liriche dedicate ai bambini, quelli di oggi e quelli che fummo, o che saranno, forse ancora saremo, - se tutti li rispetteremo, in primis quelli che soffrono, delusi e lontani dalle loro ipocrisie società opulente – sono forse lo scorcio e lo snodo più struggente e necessario di tutto i libro e il suo auspicio a offrire o masticare sempre Il pane del sorriso. Ecco la dura, scheggiata gemma d’avorio de “I bambini di Bayahibe”. “Bambini neri/scalzi/nel nugolo di carovane/rincorrono/caramelle volanti. /Con le mani/piene di colori/ si avventano/ sugli sconosciuti profanatori./ Ignari del domani/non hanno ancora issato/la loro bandiera bianca”.

 

PLINIO PERILLI