PRESENTAZIONE DEL LIBRO “DENTRO LA VITA"

a cura Paola Mara De Maestri

"Dentro la vita” è il frutto di un intenso lavoro introspettivo “itinerante”. Un libro da me molto atteso, ma anche molto dibattuto, rimandato nel tempo. Chi scrive poesie e accetta di pubblicarle si mostra, mette a nudo la propria anima e quindi spesso teme di rimanere ferito dal giudizio degli altri,  si sente fragile, incompreso perché non sempre riesce a comunicare. Come dice Charles Baudelaire: “Il poeta assomiglia al principe dei membri che pratica la tempesta e se la ride dell’arciere; esiliato a terra in mezzo agli scherni, le ali da gigante gl’impediscono di volare". In questa raccolta si possono trovare poesie datate e composizioni piuttosto recenti, dai temi e dai toni vari, anche se lo sfondo integratore risulta sempre “il paesaggio interiore”, che muta al cambiare del tempo, all’alternarsi delle stagioni.

Sogno di fine estate

Vorrei poter contenere

solo armonie:

immagini limpide

di paesaggi incontaminati,

di giornate con finestre sempre aperte.

Mi solleverei facendo vibrare emozioni

danzanti,

come fossero farfalle colorate

in un campo in fiore…

e librando pensieri leggeri,

paragonabili a soffici nuvole

che fanno le capriole in un cielo biavo.

Sogno di fine estate

serate ancora da consumare e

rievoco campane di festa.

Mi risveglio poi

qui rinchiusa

nel mio piccolo mondo antico

ed ascolto voci stridenti, lamenti,

suoni di vetri infranti.

Vorrei respirare aria di primavera,

invece sento odore di foglie caduche…

A piene mani stringo questa vita

che sento mia ed invece mi sguscia via,

filtra

tra le dita e non si lascia accarezzare.

Vorrei perdermi nell’illusione

di un tempo amico,

ma arriva il vento e spoglia questo mio

giovane arbusto dei suoi

fittizi germogli.

 

 

La poesia è vissuta come un battito vitale, l’ordine nel caos quotidiano fatto di alti e bassi, di momenti scialbi, di rinunce, di emozioni improvvise, di tensione verso l’alba di una vita nuova. Il motivo più visitato resta il mistero della vita legato a doppio filo con quello della morte, che rappresenta il più grande degli interrogativi umani.

Il poeta non è uno scienziato, perché non può fornire delle risposte certe, “misurabili”, ma la sua ricerca conduce a dei significati a delle relazioni, evoca delle immagini, costringe a delle riflessioni che possono portare a scorgere una nuova prospettiva, a vivere la propria umanità con più consapevolezza.

 

Donna senza confini

Voci di donne,

eco di silenzi

oggi dalle piazze

sino ai deserti,

oltre i confini dell’Occidente,

dove occhi stanchi di guardare

attraverso le inferiate

di una prigione,

soffrono umiliazione.

Quanta gente oggi lascia

i fiori gialli nei giardini,

per alzare la voce;

ogni donna nel mondo

ha diritto di essere libera.

 

 

Quello che emerge dalla lettura delle liriche presenti in questo libro è un “sentire” la vita intensamente, nelle sue connotazioni positive e negative.

 

Oltre il passato

Allontana da te la tristezza

finchè puoi e cerca la libertà

al di fuori di ogni egoismo,

al di sopra di ogni scetticismo;

abbandona la vecchia via

e fuggi, senza lasciare alcuna scia:

sul tuo viso non più ombre di malinconia,

nel tuo cuore non più tracce di agonia.

Dimentica gli occhi neri

ei pianti antichi:

dietro di te lascia i ricordi

di rimpianto,

le lunghe giornate con nessuno

accanto.

Allontana da te la tristezza

finchè puoi e cerca la verità

lontano da ogni ipocrisia.

Nel silenzio

non ci sono armi contro i cattivi

pensieri,

nel buio non esistono strade

che ti possono salvare.

Allontana da te il passato,

niente ti sarà d’aiuto,

neanche le persone che hai conosciuto.

La forza che ti fa vivere

e dentro,

se non la trovi non finirà il tormento.

Allontana da te la tristezza

e fuggi lontano,

abbandona la vecchia via finchè puoi

i giorni che hai, non sono tuoi.

 

 

E’ quindi un aggrapparsi alla vita per paura che sia già finita, altre volte invece è un lasciarsi cullare in balia di infinite nostalgie e in questa visione l’uomo è paragonabile ad una “foglia caduca” destinata all’autunno.

 

Autunno

Foglia

Caduca,

attendi anche tu passiva,

che la morte ti liberi,

dalla tua eterna

incertezza.

 

 

Il limite umano viene percepito in tutta la tua feroce realtà, non solo dal punto di vista delle possibilità fisiche ma anche sotto il profilo delle capacità di pensiero che non potranno mai oltrepassare una certa soglia.

 

Fuori dal mondo

Fuori dal mondo,

persa in un girotondo;

prigioniera

di un passato che ritorna,

di una vita che mi ha reso cieca e sorda.

Persa,

in un mare in tempesta,

guardando il tempo scorrere

dalla finestra;

immersa,

in uno stato che a volte non distinguono

se presente o passato,

che spesso di fonde,

e nella mia mente si confonde;

e tra gli specchi

riflessi,

ricordi di volti,

rancori non ancora sepolti;

e ritrovo

le tristezze

di giorni consumati nell’incertezza

illusioni e amarezza.

Tra i silenzi

del mio passato

c’è qualcosa che non ho dimenticato

e rivive in me:

la mia bambina triste

che ancora c’è.

Rabbia e tormento

che mi divorano dentro,

dibattuta tra il vivere e il morire,

io non riesco a reagire.

Non esistono per me raggi di sole,

qualcosa al di sopra del dolore.

Viaggi di speranza

al di fuori del mondo,

e sento l’unica voce che è guida.

Le sue parole sono eco:

parlano d’amore e di perdono,

ed io non capisco chi sono.

Persa nel mio mare,

cercando di dimenticare

di essere viva,

io non so camminare decisa.

Fuori dal mondo prigioniera,

per me non si cono raggi di sole,

per me non esiste amore.

 

 

La verità non è a portata di mano, è opinabile, non è una, non è omogenea, ma è fatta di tanti piccoli pezzi che cercano di trovarsi; così come il pensiero non è unico ma multiforme, e la libertà un concetto astratto non realizzabile. Anche l’aspetto religioso trova una sua dimensione all’interno di un fare poesia che indaga l’uomo e la sua prospettiva.

 

Ti cerco nel creato

 Ti cerco

nell’immensità del cielo

e nella notte quando cala il suo velo;

tu sei nella profondità del mare

in ogni cosa bella da guardare:

un colore, un fiore,

regni dove c’è bontà e amore.

Brilli nella luce del sole,

nel mistero del dolore,

sei presente nel cuore accogliente,

di tutta la gente che non ti cerca

solo con la mente.

Ti cerco

Nello spazio infinito dell’universo

A volte con lo sguardo perso,

quando invece della gioia mi chiama

il dolore,

invece delle serenità mi prende il rancore,

e quando non ricordo più cos’è il perdono

e vado avanti senza capire chi sono.

Sei nel profumo di una rosa,

nella pace di chi riposa,

nel silenzio che regala

la dignità,

nel cuore dell’umanità,

sei nella bellezza della natura,

nella saggezza di chi ha misura.

Ti trovo sull’altare

quando mi fermo a pregare;

e nella tua casa cerco rifugio

e nutrimento, che si plachi

il mio tormento.

Ovunque sei cerco la tua guida,

la speranza, di chi in te confida.

 

La fede è un dono, non è una conquista del ragionamento, perché l’essere umano non ha gli strumenti per comprendere l’immensità dell’universo e la sua perfezione e quindi non potrà mai arrivare a Dio attraverso la logica di pensiero. Il cammino da percorrere è interiore, quindi i grandi dibattiti sulle religioni non trovano spazio in quest’ottica. L’uomo ha dentro molte risorse che gli permettono di sopravvivere, di uscire anche se ammaccato da situazioni molto dolorose.

 

Anche tu nel mondo

Com’è grande dentro di te la speranza

vorrei imparare di te la pazienza;

anche tu guardi i mondo e aspetti.

Non ti muovi, ma respiri,

non parli, ma pensi,

non piangi, ma soffri.

Il tuo corpo ha bisogno di cure

il tuo cuore di premure;

tutti ti girano intorno e non

capiscono,

che anche tu sei umano,

che anche tu hai una mente

che funziona;

tutti passano e a volte non s’accorgono,

girano la testa: per loro è normale,

ma non sanno quanto ti fanno male.

Fanno finta di non vedere,

chiudono gli occhi per non sapere,

sempre avanti per la paura di provare,

soffrire un’emozione,

sentire più forte

l’incapacità di vivere con il dolore,

di guardare avanti e pregare,

più forza per amare.

Questa poesia è per te

che nel silenzio soffri,

anche tu nel mondo.

 

Il volto della sofferenza, il tunnel di un passato che è ancora memoria, l’incertezza del presente, l’amore concepito come linfa vitale, come qualcosa di importante e imponente, ma allo stesso tempo struggente, sono foto scattate qua e là negli anni, frammenti di vita, ritagli di giornata.

 

Mentre ti guardo

A volte ti guardo e vorrei parlare,

ma la tua presenza

mi riempie;

ascolto il silenzio

che mi parla di noi,

del nostro sentirci

insieme e soli

fuori dal mondo:

attimi intrisi di sentimento.

Armonie

che ci rendono

fradici di vita

e di liberà.

Sento di nuovo

l’aria che respiro,

le vibrazioni della musica,

il linguaggio del corpo.

A volte ti guardo

e vorrei parlare,

ma il silenzio

parla per me:

tu sei il cielo,il mare,

la mia montagna.

 

E’ un immergersi in personaggi intravisti, ma sconosciuti, un continuo peregrinare alla ricerca del “faro”, persa nel volo di un “gabbiano”, “dibattuta tra il vivere e il morire”, “dentro la vita”.

 

In silenzio

 

Parole che riempiono i libri,

in musica diventano canzoni,

servono per esprimere opinioni.

Parole di circostanza,

parole senza senso,

dette nella follia di un momento.

Parole che riempiono

il mondo,

che in poesia diventano

armonia;

in compagnia accendono l’allegria.

Ma, non esistono parole

che sanno riempire

il vuoto e la solitudine.

Di fronte al dolore,

le parole non hanno valore:

c’è solo spazio per un

rispettoso silenzio.

In silenzio sento,

ho ancora un cuore.