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COMMERCIALIZZAZIONE

I canali commerciali attraverso cui vengono proposti al pubblico i farmaci alternativi, possono essere analizzati per comprendere meglio sia la filosofia sottesa al fenomeno, sia le caratteristiche dei pazienti-clienti.
Poichè tali prodotti spesso non vengono classificati come farmaci, ne è consentita la vendita anche al di fuori della farmacia. Molti di questi vengono considerati integratori alimentari, cosmetici o dispositivi medici; pertanto molti negozi possono legalmente commercializzarli.

Farmacie
Erboristerie
Erboristerie dei frati
Grandi magazzini
Smart shops ed oxi bar
Negozi di articoli sportivi
Internet

Farmacie

Nelle farmacie, oltre ai farmaci etici, è possibile vendere tutti i prodotti erboristici, a scopo terapeutico e non. Teoricamente tutte le confezioni contenenti prodotti erboristici, se in etichetta o sul foglio illustrativo vantano finalità terapeutiche, dovrebbero essere considerate farmaci ed essere vendute in farmacia (o, se non soggette a ricetta medica, in altri esercizi commerciali in cui è presente un farmacista). Esiste inoltre un elenco  di piante particolarmente pericolose, la cui vendita sarebbe riservata soltanto alle farmacie, che però è soltanto indicativo (Circolare Aniasi) e pertanto non è sempre rispettato. Soltanto al farmacista inoltre è consentito preparare miscugli a base di erbe con finalità terapeutiche.

Se da un lato la presenza del farmacista con la sua preparazione può fornire un consiglio prezioso ai clienti, purtuttavia il fatto che la maggior parte dei prodotti erboristici sia commercializzata come integratore alimentare (quindi senza particolari studi sulla sua sicurezza ed efficacia) fa sì che anche i prodotti erboristici acquistati in farmacia non siano privi di pericoli.

Circolare dell' 8 gennaio 1981 n° 1  (circolare Aniasi)

 

Erboristerie

Per aprire un'erboristeria in Italia non esiste una normativa uniforme ed ogni Comune ha regole diverse. Alcuni comuni richiedono solo un esame in camera di commercio, altri invece regolamentano solo la vendita delle erbe sfuse, mentre per i prodotti confezionati applicano la normativa dei prodotti alimentari. Altri ancora pretendono il diploma universitario triennale in tecnologie erboristiche o diplomi simili (rilascati dalla Facoltà di Farmacia o di Agraria). Come detto al punto precedente, al di fuori delle farmacie non dovrebbe essere possibile vendere prodotti con finalità terapeutiche dichiarate in etichetta o sul foglietto illustrativo o contenenti le piante indicate come pericolose nella circolare Aniasi, ma come abbiamo visto la circolare fornisce un elenco solo indicativo. Inoltre esistono molti modi per aggirare la normativa, perchè molti prodotti a base di erbe, pur vantando finalità solamente salutistiche, sono in realtà veri e propri farmaci.

I prodotti acquistati in erboristeria presentano gli stessi pericoli accennati citando gli integratori venduti in farmacia, oltre al fatto che il venditore spesso non è in grado di dare alcun tipo di consiglio sulla tossicita o sulle potenziali interazioni farmacologiche dei prodotti.

 

Erboristerie dei frati

Ancora oggi è possibile ritrovare presso molti ordini monastici delle erboristerie. Molte di queste derivano da antiche erboristerie nate nei secoli in cui gli ordini religiosi furono fondati, quando i frati coltivavano personalmente le erbe officinali nel cosiddetto "giardino dei semplici" e, all'interno del convento, procedevano alla loro conservazione e alla preparazione dei vari tipi di medicinali. Le  preparazioni farmaceutiche venivano quindi utilizzate non soltanto nel convento, ma venivano vendute all'esterno e servivano anche infermerie aperte al pubblico e in alcuni casi veri e propri ospedali. L'attività dei frati permise di conservare per molti secoli conoscenze sulle erbe e antiche formulazioni tradizionalmente efficaci, molte delle quali preesistenti al fenomeno del monchesimo. Tale patrimonio veniva inoltre messo a disposizione di molti. La mentalità dei frati era però molto diversa da quella salutistica delle moderne erboristerie. Il motto "Noi prepariamo le medicine, Dio ci dà la salute" che leggiamo ancora ora nel sito e sull'insegna dell'erboristeria S. Anna dei frati Carmelitani di Genova, ci fa chiaramente capire come l'arte di preparare le medicine fosse al servizio dell'opera di Dio.

L'attività nei frati nei secoli passati secoli fu apprezzata a tal punto che se ne incominciò a chiedere l'opera per la gestione delle farmacie degli ospedali. I monaci offrivano infatti una duplice garanzia: da una parte l'abilità come speziali, dall'altra la capacità di gestione con costi minimi (la qual cosa non dispiacerebbe neanche nella moderna sanità!).

Ancora oggi troviamo antichi ricettari monastici,come quello conservato nel museo sanitario degli Ospedali Civili di Genova, datato 1787, redatto parte in latino e parte in italiano. Ad esso si abbinava una voluminosa Flora medica, erbario in quattro tomi, di complessivi 1025 fogli, ove sono rappresentati ad acquerello piante e fiori medicinali. ( L'opera è attribuita, almeno in buona parte, ad un frate botanico, Cristoforo Boccone da Francavilla † 1794). Opere simili sono custodite in altri conventi e musei.

L'attività dei frati speziali era spesso coadiuvata da quella di confratelli con abilità nell'arte medica.

Nel 1900 però l'attività farmaceutica dei conventi in Italia è stata limitata dall'impossibilità di vendere erbe con effetto terapeutico al di fuori delle farmacie (che in Italia sono in numero limitato), e dal diminuito numero di monaci. Negli ultimi anni però, l'accresciuto interesse verso il settore delle erbe medicinali, unito alla possibilità di commercializzarne parecchie sotto forma di integratori alimentari, ha fatto rifiorire alcune erboristerie dei frati. Le nuove erboristerie hanno però un aspetto diverso da quelle antiche: le preparazioni sono preconfezionate, spesso preparate non dai frati, ma da aziende cui i frati hanno ceduto le ricette; non essendo concessa la vendita di preparazioni espressamente curative prevalgono quelle cosmetiche o salutistiche. Spesso i prodotti erboristici sono affiancati da prodotti alimentari biologici, coltivati nel rispetto della natura, del paesaggio e delle biodiversità, per fornire alimenti meno tossici e di elevata qualità nutrizionale.

 

Grandi magazzini

Tutti i prodotti vendibili al di fuori delle farmacie sono presenti nei supermercati. Alcuni supermercati inoltre dspongono anche di una parafarmacia dove, sotto la responsabilità di un farmacista, possono essere venduti quei farmaci che non richiedono ricetta medica. I rischi legati al'acquisto e all'uso degli integratori sono quelli già visti per le erboristerie, con l'aggravante che l'acquisto self-service e le offerte speciali possono indurre ad un maggior consumo. Teoricamente la parafarmacia, grazie alla presenza di un farmacista, dovrebbe garantire la stessa tutela per il consumatore della farmacia, ma il fatto che il farmacista non sia titolare, ma dipendente di un supermercato (struttura in cui il profitto deve essere sempre il massimo possibile), ne limita molto la libertà.

 

Smart shops, negozi etno-botanici, grow-shops, oxi-bar

Gli smartshops, o negozi etno-botanici, sono negozi dove vengono vendute sostanze che, a detta dei gestori, favoriscono il benessere della persona, promuovendo un’intensa attività fisica e psichica. I prodotti venduti prendono il nome di smart-drugs, droghe furbe, per il fatto che, pur assomigliando per gli effetti e spesso per il contenuto in principi attivi alle sostanze proibite come droghe d’abuso, possono essere venduti liberamente, perché non perseguite o perseguibili dalla legge, in quanto non presenti (come tali o come principi attivi in esse contenuti) nelle Tabelle legislative delle corrispondenti leggi che  proibiscono l’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope (alcune piante sono contenute negli elenchi di piante vendibili solo in farmacia, che però, come abbiamo visto, non sono vincolanti).

In genere si tratta di derivati vegetali (estratti, semi, …), ma non mancano le sostanze di sintesi. I prodotti vengono forniti con tutto ciò che ne permette il consumo (pipe, diffusori di aromi, ...) Spesso viene venduta tutta l'attrezzatura per coltivare le piante; per questo motivo  i negozi prendono anche il nome di grow-shops. E' caratteristica la vendita dei semi che, quando non vengono venduti per far nascere le piante, vengono commercializzati sotto il nome di semi da "collezione" per nasconderne l'uso voluttuario. Una definizione completa delle smart-drugs si trova nel sito dell'Istituto Superiore di Sanità, dove è scaricabile una pubblicazione molto esauriente sull'argomento. Stupisce il fatto che, nonostante il Ministero sia al corrente del problema, non si sia ancora provveduto a cercare di limitare il fenomeno. Attualmente anche un'apposita commissione della Comunità Europea sta valutando il problema.

L'associazione "naturale = buono" in questo caso è più che mai ingannevole! Infatti, anche se di origine vegetale, le smart drugs possono avere gravi conseguenze sulla salute psico-fisica.

Esistono negozi di questo genere nelle maggiori città italiane (oltre che ovviamente all’estero), spesso collegati fra di loro. A Torino per esempio è situata la sede principale di una catena di tali negozi; pare che attualmente (maggio 2009) ce ne siano circa 150 autorizzati in Italia). Su internet si trovano 4 milioni di shops virtuali di questo genere, con una crescita vertiginosa negli ultimi anni.

Alcuni dei prodotti in questione possono essere ritrovati facilmente anche in alcune erboristerie.

Le smart drugs si trovano spesso anche negli oxibar, locali dove è possibile inalare ossigeno quasi puro. Gli oxi-bar possono essere negozi veri e propri, o angoli di altri locali: discoteche, palestre o bar. Ne esistono di fissi o di itineranti. L'ossigeno viene proposto come un utile rimedio all'inquinamento dell'aria, in conformità con le esigenze salutistiche dei clienti, e viene spesso arricchito con essenze di varia natura, per renderne l'inalazione più piacevole o associata ad altre proprietà farmaceutiche. In tali offerte non c'è il minimo dubbio circa la potenziale tossicità dell'ossigeno dovuta al forte potere ossidante, la sua capacità di bruciare o di formare radicali liberi! (...fa riflettere il fatto che la magggior parte degli integratori alimentari e dei cosmetici volti a prevenire le malattie e a rallentare i processi di invecchiamento sia costituita da sostanze antiossidanti).

 

Negozi di articoli sportivi, club sportivi

Molte delle sostanze che vengono commercializzate come integratori alimentari, si ritrovano spesso nei negozi di articoli sportivi, nei club sportivi o nelle palestre.

In genere si tratta di :

  • integratori alimentari veri e propri, come preparati vitaminici, proteine o amminoacidi,...
  • stimolanti: per lo più si tratta di caffeina, taurina o guaranà, yerba mete (mateina), spesso in associazione;
  • afrodisiaci: spesso contengono derivati del tribolo, efficace nell'aumentare la concentrazione di ormoni sessuali maschili.

Generalmente quando si tratta di integratori veri e propri ciò che preoccupa non è tanto la qualità delle sostanze contenute, ma la quantità: davanti ai secchielli di proteine e di amminoacidi chiunque potrebbe a pensare ad una dieta a dir poco sbilanciata.

Il discorso è invece differente per gli stimolanti e gli afrodisiaci, dove il rischio è simile a quanto già visto per le smart-drugs. La situazione è in genere più delicata per i club ed i circoli privati, dove talvolta si passa dall'uso degli integratori al vero e oroprio doping.

 

Internet

Tutti i prodotti venduti negli esercizi commerciali citati sopra, ad eccezione dei veri e propri farmaci, possono essere venduti liberamente su internet (in realtà anche i farmaci si trovano facilmente su internet, ma in genere non in siti italiani e se vengono  venduti in Italia sono legalmente perseguibili). Ai problemi già citati si aggiunge il fatto che in genere l'anonimato garantito dalla rete permette acquisti senza vincoli. Inoltre la disponibilità dei prodotti sulla rete è molto vasta; per esmpio negli smart shops su internet è possibile trovare anche alcuni prodotti che nei negozi veri e propri non sono più presenti perché sono stati sequestrati, oppure negli internet-shops di integratori alimentari per sportivi è più facile trovare stimolanti ed afrodisiaci, abbastanza rari nei negozi di articoli sportivi. Talvolta anche il prezzo più basso favorisce gli acquisti via internet.

 

 

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