Giuseppe Veronese nacque a Chioggia il 7 maggio 1854 da Giovanni Antonio Veronese, pittordecoratore e M. Elisabetta Ottavia Duse, cugina dell'attrice Eleonora Duse. Fin da piccolo dimostrò una grande inclinazione per la pittura ma a causa delle condizioni economiche modeste della famiglia, dell’opposizione del padre e della mancanza di buoni maestri a Chioggia rinunciò a dedicarsi all’arte. Frequentò i primi anni di scuola nel Seminario di Chioggia quindi si trasferì alle Scuole Tecniche per poi proseguire gli studi all’Istituto Tecnico di Venezia, ove ebbe come maestro il matematico Pietro Cassani, autore di ricerche sul metodo della proiezione stereoscopica (estensibile a tutti gli spazi lineari) e sulla geometria "pura" euclidea a n dimensioni. Veronese si mantenne agli studi lavorando come copista e dando lezioni; nel 1872, all’esame di licenza, fu classificato eccellente in quasi tutte le materie tranne che in matematica, di cui fallì la prova scritta riparandola però poi nella prova d’appello.
Grazie al professor Busoni ottenne un lavoro ben retribuito a Vienna come impiegato nell’impresa "Castor et Couvreux" per la regolazione del Danubio; nel frattempo lavorò anche come disegnatore per l’esposizione mondiale di Vienna del 1873, nella quale rappresentava la sua città: Chioggia. Poco dopo abbandonò il lavoro per iscriversi al Politecnico di Zurigo, ove fu mantenuto agli studi dal conte Papadopoli. Nel 1873 si iscrisse alla Sezione meccanica ma due anni dopo, scoperto il suo interesse prevalente per la matematica pura (come testimonia il suo primo lavoro scritto all’età di vent’anni "Teoremi e costruzioni di Geometria proiettiva"), ottenne il trasferimento nella Sezione matematica, dove studiò geometria sintetica proiettiva con Fiedler.
Nel 1876, al terzo anno di corso, in una conferenza per il Mathematisches Seminar diretto da Fiedler e Frobenius, Veronese risolse negativamente la questione di Hesse e di Schröter, che consisteva nel ricercare se la corrispondenza reciproca tra certe rette e certi punti di una particolare configurazione ottenuta dall’Hexagrammum mysticum di Pascal provenisse da una polarità. Nell’estate dello stesso anno fu ammesso al quarto anno di corso per la laurea in matematica nell’università di Roma e propose come dissertazione di laurea il lavoro sopra citato. Grande fu l’apprezzamento di Cremona e di Battaglini per i "Nuovi teoremi sull’Hexagrammum mysticum", pubblicati l’anno successivo nelle Memorie dell’Accademia dei Lincei, mentre Veronese otteneva non solo l’iscrizione all’università di Roma ma anche la nomina (eccezionale prima della laurea) ad assistente della cattedra di Geometria proiettiva e descrittiva allora tenuta dal professor Salvatore-Dino.
Nel 1880 dopo aver prestato servizio militare Veronese si trasferì a Berlino e poi, ottenuto un posto di perfezionamento, si recò a Lipsia ove conobbe Felix Klein. Frutto di questo periodo tedesco fu la celebre memoria "Behandlung der projectivischen Verhältnisse der Räume von verschiedenen Dimensionen durch das Prinzip des Proijcirens und Schneidens", pubblicata nel 1882 nei Mathematische Annalen, nella quale la geometria proiettiva degli spazi a più dimensioni "è per la prima volta organizzata sistematicamente, come scienza geometrica, e non come una specie di analisi travestita".
Nel 1881, vinto il concorso per la cattedra di geometria analitica sia nell’università di Catania sia in quella di Padova, si trasferì a Padova, ove successe a Bellavitis ottenendo contemporaneamente in affidamento la cattedra di geometria superiore. Tra il 1881 e il 1885 fu impegnato come Consigliere comunale di Chioggia e dal 1882 come presidente di un’Associazione per curare la ricostruzione del Magistrato Veneto delle Acque (ufficio statale che si occupava delle opere d’ingegneria idraulica in materia di acque pubbliche). Nel 1885 Veronese sposò la baronessa Beatrice Bartolini, dalla quale ebbe otto figli.
Dal 1899 fu consigliere comunale a Padova eletto nel blocco dei partiti democratici, l’Unione popolare, formato da radicali, repubblicani e socialisti; dal 1897 al 1900 fu deputato del collegio di Chioggia; nel 1904 fu nominato senatore del regno per meriti scientifici. Provato da gravi disturbi circolatori, morì improvvisamente a Padova, per attacco cardiaco, il 17 luglio 1917.
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(a cura di Paola Cantù)
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Edited by Paola Cantù (for more information please visit the Webpage or send a mail)