Gruppo Attivo WWF di Bisceglie (BA)

COMUNICATO STAMPA N° 7/2006

Randagismo: le proposte del WWF all’Amministrazione Spina

 

Con l’elezione del nuovo sindaco di Bisceglie si cercherà di risolvere alla radice un problema che si trascina nella nostra città da parecchi anni: il randagismo.

Qui il WWF di Bisceglie intende mettere a fuoco alcune delle azioni che possono finalmente modificare la situazione insostenibile alla quale si è giunti e che ci sentiamo di suggerire alla nuova amministrazione.

Che il problema sul fronte animalista sia una priorità è ormai acclarato: ci sono state centinaia di segnalazioni al Comune e alla AUSL di episodi incresciosi che hanno visto cittadini, anche bambini, protagonisti di incontri ravvicinati con branchi di cani potenzialmente pericolosi: alcuni di questi sono avvenuti addirittura in pieno centro ed in orari tardo serali e potevano avere, senza l’intervento di terzi, conseguenze gravi ed irreparabili. D’altro canto, ci si deve pure soffermare sul dato che è frequente imbattersi in cani randagi, denutriti e alla ricerca di cibo, sbandati e alla mercé delle auto, che non di rado vengono investiti dalle stesse; così come è possibile avvistare cuccioli, piccolissimi ed affamati, attraversare lentamente grandi strade di scorrimento, smarriti o in compagnia di cagne debilitate.

Precisiamo che, pur essendo il Sindaco competente in materia di igiene e sicurezza cittadina, per cui ha l’obbligo di chiedere l’intervento del servizio veterinario della AUSL per l’accalappiamento, è compito di quest’ultimo provvedere in termini operativi. Ma è pur vero che, senza una programmazione sulla destinazione e sul futuro dei cani accalappiati, non si può procedere ad una massiva operazione di accalappiamento. Né sarebbe convincente il ricovero continuo, come è finora avvenuto in parte, a spese del Comune, dei cani in canili rifugio molto lontani dalla nostra città, dove il controllo sul loro stato risulterebbe difficoltoso e discontinuo, oltre a non assicurare la stazionarietà di una spesa di gestione che deve essere, tra gli altri, uno degli obiettivi da raggiungere. Per tutto questo noi del WWF riteniamo che si possa uscire definitivamente da questo cul de sac con due soluzioni: canili o randagismo controllato.

Soluzione “canile comunale”:

1.   Costruzione di un canile comunale con un numero massimo di 200 ospiti, dotato di una sezione che funga da canile sanitario e di una da canile-rifugio. Tale canile rifugio dovrà essere allocato nell’agro, ma non troppo lontano dalla città e dotato di una amplissima estensione di terreno a godimento delle necessità vitali di movimento degli animali. Il ricovero riguarderà prevalentemente o quasi esclusivamente cani randagi presenti ricorrentemente nelle zone residenziali ed abitative.

2.   Affidamento della gestione del canile a terzi, preferibilmente cooperativa giovanile. In ogni caso nella convenzione da stipulare con il Comune dovrà prevedersi la possibilità da parte anche delle associazioni ambientaliste (WWF e LAV) di effettuare una funzione di controllo e l’apertura obbligatoria al pubblico.

3.  Ritiro dei cani, attualmente presso strutture di altre città e che siano a carico finanziario del nostro Comune e loro ricovero nel nuovo canile comunale, al fine di ottimizzare la spesa per il loro mantenimento.

4.   Istituire uno studio che permetta un monitoraggio della situazione demografica canina su tutto il territorio comunale, al fine di garantire una visione completa della questione.

5.   Avvio di una campagna di adozioni dei cani del canile da parte di privati cittadini. Questo punto è essenziale per la tutela dei diritti degli animali e consente il contenimento della spesa. A regime, cioè, ci dovrà essere una uguaglianza tra il numero dei cani che vengono ricoverati nel canile ed il numero di quelli che vengono adottati. Tale campagna dovrà essere supportata da azioni pubblicistiche di sensibilizzazione da prevedersi nella convenzione.

Soluzione “randagismo controllato”:

1.   Previsione della figura del “cane libero accudito” e del “cane libero di quartiere” contestualmente all’avvio di una campagna di adozioni degnamente promossa e pubblicizzata.

2.   Rafforzamento delle azioni mirate al rispetto delle normative circa il maltrattamento (ad esempio l’omessa cura, la violenza, l’abbandono e la detenzione forzata), l’anagrafe canina e felina, l’applicazione di microchip e l’igiene pubblica (deiezioni). Ricordiamo che sull’abbandono degli animali si è innestato un giro di affari stimato intorno ai 500 milioni di euro che ha fatto la fortuna di alcuni privati senza scrupoli. Chi abbandona un animale commette un reato punibile penalmente in base alla nuova Legge 189/04.

3.   Avvio della campagna sterilizzazione dei randagi, compatibilmente con le indicazioni delle associazioni animaliste, solo ed esclusivamente se le precedenti azioni illustrate non dimostrassero alcuna efficacia.

Il problema del randagismo può essere affrontato serenamente e senza facili allarmismi. Quasi tutte le grandi città italiane sono provviste almeno di un canile comunale o sanitario: proprio il canile municipale è il luogo ove il padrone cerca il proprio cane smarrito ed è, ancora, al canile più noto in città (generalmente quello comunale) che si adotta uno sfortunato quattrozampe.

Comunque sarà necessario in futuro un’integrazione delle leggi vigenti, prevedendo misure efficaci di contrasto alla diffusione del randagismo e dall’altro vincoli e controlli sui canili che spesso sono autentici “lager”.

Spetterà ora all’avv. Spina sceglie la soluzione migliore tra la costruzione di un nuovo canile o il randagismo controllato.

Il Gruppo Attivo WWF di Bisceglie

wwfbisceglie@libero.it

RANDAGI

 

 

RANDAGI

 

Il problema del randagismo può essere affrontato serenamente e senza facili allarmismi. Non nascondiamo le difficoltà che possono sussistere (soprattutto a Bisceglie il problema è molto sentito), ma preferiamo affrontare la situazione sforzandoci di capire e aiutare il randagio.

Quasi tutte le grandi città italiane sono provviste almeno di un canile comunale o sanitario. Se si trova un cane randagio e si riesce a prenderlo è possibile portarlo, in orario di ufficio, al canile municipale o sanitario, a meno che non vi sia la certezza che si tratta di un vero e proprio "lager". È proprio al canile municipale che il proprietario che ha smarrito il proprio cane lo andrà a cercare, ed è, ancora, al canile più noto in città (generalmente quello comunale) che si adotta uno sfortunato quattrozampe. In linea di principio, dunque, non è sbagliato portare il cane abbandonato o perso al canile più vicino al luogo del ritrovamento.

SE SMARRIAMO IL CANE: È bene aver cura di affiggere nella zona del ritrovamento dei manifesti che riportino le caratteristiche del cane e il numero telefonico al quale l'eventuale proprietario può far riferimento. Tra le prime cose da fare è anche necessario contattare le associazioni protezioniste della zona o della città per comunicare l'avvenuto ritrovamento. Il proprietario del cane si rivolgerà sicuramente anche a loro.

SE TROVIAMO UN CANE SMARRITO: Se il cane è docile è opportuno controllare l'eventuale medaglietta, nella speranza che sia riportato l'indirizzo del proprietario, o il tatuaggio situato all'interno di una coscia posteriore o di un orecchio per decifrare la sigla iniziale della provincia di registrazione all'anagrafe canina e il numero di identificazione dell'Asl. Se il cane è impaurito o aggressivo è indispensabile l'aiuto delaccalappiatore o dei vigili urbani. Si cerchi di limitare l'area di movimento dell'animale a una zona ben definita (è utile portare sempre in auto una scatoletta di mangime e un guinzaglio). Il cane non deve essere terrorizzato: occorre tranquillizzarlo, parlargli, offrirgli del cibo e tentare di avvicinarlo e di accarezzarlo. Il cane inseguito, come è noto, scappa. Mentre "si fa amicizia" con il cane bisognerà telefonare al canile, all'Asl o alla vigilanza urbana. Se è orario di chiusura degli uffici o festivo, nelle grandi città, si troveranno solo i vigili urbani. Solo loro sono autorizzati a chiamare i "reperibili", ovvero gli addetti all'accalappiamento che devono essere sempre a disposizione. Sarà quindi indispensabile far uscire la vigilanza, cosa non facile. Chiederanno se il cane è pericoloso, se morde. Sarà utile rispondere che si è visto un cane attraversare più volte la strada e che può rischiare di causare un grave incidente automobilistico, chiedendo ai Vigili se desiderano aspettare l'incidente o se preferiscono uscire subito, con l'accalappiacani, per catturare la bestiola.

COME COMUNICA IL CANE: La varietà di vocalizzi prodotti da un cane sorprende perchè normalmente si pensa che il cane si limiti ad abbaiare o a ringhiare o a guaire e si ignora che ci sono invece diversi tipi di ringhio, diversi tipi di abbaio e diversi tipi di guaiti. Vediamoli nei particolari.

RINGHIO: il cucciolo comincia a ringhiare già a due settimane di vita. Il significato più noto del ringhio è quello di minaccia, un avvertimento: *attento stai facendo una cosa che non va bene, se continui sarò costretto a morderti* e solitamente è accompagnato da una retrazione delle labbra per mettere in mostra i denti ed essere così più minaccioso.

Solitamente si pensa che il cane ringhi solo per minacciare, mentre spesso lo fa per giocare: ovviamente è un ringhio diverso, mai con i denti in mostra, che solo con un po' di esperienza si impara a distinguere da quello di minaccia. Certo il contesto e le posture del cane aiutano anche i neofiliti a distinguere rapidamente un ringhio di minaccia da uno giocoso.

ABBAIO: è sicuramente il primo verso che viene in mente pensando ad un cane. Può avere moltissimi significati: può servire per richiamare l'attenzione del branco (famiglia) e avvisarlo di una presenza inquietante, per tenersi in contatto con gli altri membri del branco (cani da muta), per invitare al gioco,... ognuno di questi abbai ha sfumature diverse che con l'esperienza imparerete a distinguere.

Ci sono inoltre cani più predisposti all'abbaio di altri: i segugi, per esempio, sono cani che sono stati selezionati per lavorare in muta e quindi, per tenersi in continuo contatto con tutti i membri, abbaiano con forza ed insistenza; i terrier e gli spitz sono notoriamente cani allarmisti con una soglia di reazione piuttosto bassa, cioè è sufficiente un minimo stimolo perchè inneschino il comportamento di risposta, l'abbaio.

Diversamente da ciò che si potrebbe pensare i cani da guardia e da difesa spesso non sono degli abbaioni: abbaiano solo quando sentono davvero minacciati, i primi, il loro territorio e, i secondi, il loro branco (famiglia) e non scattano per ogni piccolo rumore come i cani allarmisti.

Sono molto silenziosi i levrieri. Un caso a parte e unico tra i cani è il Basenji: l'unico cane che non sa abbaiare, ma che si limita ad emettere dei versi caratteristici e che comunque ha una soglia di reazione molto alta.

ULULATO: verso tipico del lupo è invece abbastanza raro nei cani, più comune tra i cani nordici. Nei lupi ha significato di coesione sociale, ma nei cani è solitamente associato a stress: di norma un cane ulula quando si sente solo e vuole attirare l'attenzione.

GUAITO: è la tipica espressione di dolore. Questi sono solo i principali versi di un cane, ma in realtà il loro vocabolario è decisamente più ampio: ci sono anche uggiolii, brontolii, sbuffi, solo per citarne qualcuno.