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Sabato 21 Febbraio 2004 - pag. 8

La segnalazione di un attivista

     

'Bisceglie restituisca alla Cala del Pantano un pò di decoro ambientale'

BISCEGLIE - Una segnalazione al sindaco di Bisceglie e al Comandante dei vigili urbani: "Il sottoscritto Dott. Sasso Mauro, Responsabile del "Gruppo Attivo WWF di Bisceglie", associazione ambientalista con sede nella città, segnala che in Carrara Le Difese, contrada Pantano, a pochi metri dal cartello turistico che indica la località "Cala del Pantano", sul marciapiede antistante il muro di un capannone industriale, si trova una botola che presenta una vistosa spaccatura. Al di sopra della suddetta botola, sul muro del capannone, v’è una grata in ferro arrugginito, consumata e potenzialmente pericolosa. Nello stesso tratto di Carrara Le Difese si rinvengono cumuli di rifiuti abbandonati, appartenenti a diverse tipologie. Inoltre il cartello che indica il divieto di balneazione è caduto e risulta illeggibile.

Tutto ciò premesso chiede che si effettui un sopralluogo affinché si adottino tutte le misure atte alla tutela del cittadino e del pubblico decoro e che ci si attivi con provvedimento immediato per la rimozione dei rifiuti di cui si è parlato.

Alleghiamo anche foto e mappa del luogo segnalatovi.

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giugno 2004

 
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Discariche abusive: che fare

I risultati del recente monitoraggio del territorio biscegliese da parte del Gruppo Attivo WWF, avendo evidenziato la presenza di ben 60 siti (dato in crescita aggiornato alla fine di maggio) di abbandono abusivo di rifiuti, ci pongono ora di fronte al problema di valutare in modo scientificamente corretto la possibilità di contaminazione delle componenti ambientali circostanti (suolo, acque superficiali, acque sotterranee, aria). Dando uno sguardo alle normative vigenti in questa materia, osserviamo che il Piano Regionale di bonifica dei siti potenzialmente contaminati (contenuto nel Decreto del Commissario Delegato per l’Emergenza Rifiuti 6 marzo 2001, n.° 41) prevede un censimento di tutti i luoghi in cui i rifiuti presenti potrebbero inquinare l’ambiente.

L’elencazione delle discariche non autorizzate deve essere accompagnata, oltre che da una cartografia e da una documentazione fotografica corrispondenti, anche dalla compilazione di apposite schede. Per ogni sito ispezionato è necessario riportare nella relativa scheda le seguenti informazioni: accessibilità ed uso attuale del sito; caratteristiche geologiche; caratteristiche del corpo-rifiuti (volume, tipo di rifiuti, stabilità, esistenza di un’eventuale copertura, etc.); stabilità del sito; utilizzazione del territorio circostante.

Questi dati devono consentire la classificazione dei siti potenzialmente contaminati in base al livello di rischio. Si distinguono, infatti, siti ad alto, medio, basso rischio e rischio marginale. In caso di rischio alto oppure medio sono previste delle attività di monitoraggio ambientale, finalizzate all’individuazione di eventuali situazioni di inquinamento in atto e alla successiva pianificazione di interventi di bonifica (ad esempio movimentazione e trattamento di suolo contaminato).

Il suddetto Piano Regionale stabilisce anche la procedura tecnica per effettuare la catalogazione dei siti inseriti nel censimento. Si tratta di un metodo di analisi del rischio di inquinamento che fornisce come risultato un punteggio totale derivante dalla somma di alcuni punteggi parziali, associati a quattro funzioni. La prima funzione di rischio si riferisce alla sorgente di contaminazione (caratteristiche geometriche, fisico-chimiche e tossicologiche; stabilità dei rifiuti; grado di isolamento dalle matrici ambientali circostanti).

La seconda funzione dipende dalla sensibilità all’inquinamento da parte dei possibili ricettori (popolazione urbana, coltivazioni, etc.). La terza funzione si riferisce ai possibili veicoli di trasmissione degli inquinanti (acque superficiali e sotterranee). Infine la quarta funzione valuta un indicatore di rischio globale associato alla presenza di fattori concomitanti (ad esempio rilevante quantità di rifiuti e presenza di rifiuti pericolosi).

La concreta e corretta applicazione della normativa regionale di settore permetterebbe di definire con criteri scientificamente validi la probabilità di inquinamento ambientale prodotto dallo smaltimento illegale di rifiuti nel territorio di Bisceglie. Invitiamo perciò l’Ufficio Tecnico del nostro Comune a procedere alla compilazione delle schede per il censimento dei siti potenzialmente contaminati. Il Gruppo Attivo WWF – Bisceglie ha fornito il suo contributo affidando all’Arch. Losapio il CD ROM con foto, mappe e dei dati tecnici in nostro possesso. In una fase successiva faremo richiesta alla Regione Puglia di comunicare alla nostra città i risultati dell’analisi di rischio.

Resta preoccupante la situazione dei 21 siti contaminati da amianto. Dalla fine di aprile ci sono state segnalate altre tre discariche abusive e tre capannoni con copertura in eternit. L’amianto è, infatti, altamente cancerogeno per inalazione e l’esposizione, anche a poche fibre, persistendo all’interno dei polmoni, può provocare anche a distanza di decenni cancro e malattie respiratorie, come l’asbestosi e il mesotelioma. È comunque stabilita una netta differenza tra l'amianto friabile (ovvero l'amianto libero o tessuto o spruzzato o steso a cazzuola con leganti deboli) e l'amianto in matrice compatta (ovvero il cemento-amianto in buono stato di conservazione, il vinil-amianto, ecc..): il primo di gran lunga più pericoloso per la facile tendenza alla frantumazione (sbriciolamento) e conseguente possibile dispersione in atmosfera di fibre libere. L'amianto non è considerato rilevante tra gli inquinanti di tipo alimentare o del sottosuolo. Ad esempio per quanto riguarda la presenza di fibre di amianto nell'acqua potabile trasportata in tubi di cemento-amianto, studi a livello internazionale affermano non esservi una chiara evidenza di associazione tra eccesso di tumori gastrointestinali e consumo di tale acqua.

La rimozione è il procedimento che riteniamo più idoneo perché elimina fisicamente l’amianto. L’intervento è possibile solo in seguito all’ottenimento del parere favorevole della ASL di competenza che al termine dei lavori di bonifica deve valutare la restituibilità dell’area (valutare cioè se la zona è stata bonificata correttamente e non presenta amianto libero nell’aria).

Bisceglie, 25 maggio 2004

Il Gruppo Attivo WWF di Bisceglie

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