Presentazione della proposta d’istituzione dell’area naturale protetta

dott. Mauro Sasso

 Presidente del Comitato per la Salvaguardia della Zona Pantano-Ripalta

Il Comitato per la Salvaguardia della Zona Pantano-Ripalta è un’associazione ambientalista non schierata politicamente e senza fine di lucro. Si costituisce nell'agosto 1999 allo scopo di difendere la fascia costiera di levante da qualsiasi intervento speculativo diretto a sconvolgerne equilibrio. Si propone come una conferenza permanente dove possano incontrarsi i cittadini, le associazioni, i rappresentanti delle istituzioni, le forze politiche tutte, la Chiesa, i proprietari terrieri, i lavoratori pantanesi, gli imprenditori e gli investitori che vogliano progettare lo sviluppo turistico sostenibile della Zona Pantano-Ripalta.

In pratica propone la valorizzazione del paesaggio, il risanamento ambientale, il ripristino della macchia mediterranea, il restauro conservativo delle ville e dei manufatti rurali, il rifiuto d’interventi deturpanti e la rivalutazione delle attività tradizionali presenti sul luogo, in modo da creare un’economia che sia duratura nel tempo.

Salvatore Valentino ha elencato alcune tra le tappe fondamentali della nostra associazione. Vorrei solo ricordare che la stampa locale (IL QUOTIDIANO, LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, IL BISCEGLIESE, BQG, LA PROVINCIA, LA DIRETTA) ha dedicato decine d’articoli sull’attività svolta dal Comitato.

Altrettanto numerosi sono stati i contatti con cittadini e istituzioni: con i cittadini attraverso le decine di manifestazioni di piazza, con le istituzioni attraverso un fitto carteggio di proposte, istanze e pubbliche denunce.

Abbiamo presentato, ad esempio, progetti per la valorizzazione della grotta dei Briganti e il recupero di un antico palmento.

Abbiamo denunciato al Nucleo di Tutela Ambientale dei Carabinieri l’abbandono incontrollato dei rifiuti sulle strade e nelle campagne.

Abbiamo chiesto, infine, a gran voce, la rimozione delle grate in ferro delle grotte di Ripalta.

Oggi proponiamo la creazione di un’Area Naturale Protetta ai sensi della Legge Regionale 19/97 proprio in zona Torre Calderina.

La petizione popolare che la pretende, di indiscusso successo con 2479 adesioni, voluta e promossa dal Comitato, dalla Legambiente di Molfetta e dal WWF di Andria, (cui si sono aggiunti L’Archeoclub di Molfetta, l’ABAP e la delegazione Regionale dell’Ordine dei Biologi) è ora pronta per la consegna ufficiale nelle mani degli amministratori dei comuni interessati: oggi chiediamo ai Sindaci di fare propria l’iniziativa portando il parere della popolazione in seno ai rispettivi consigli comunali.

Tutto ciò che era nei poteri del libero associazionismo e dell’iniziativa privata è stato fatto e, fra breve, rimesso nelle mani degli amministratori, ai quali spetta l’ultima parola.

I 2479 cittadini hanno firmato questa petizione popolare chiedono ai Consigli Comunali di Bisceglie e Molfetta ed alle altre Amministrazioni competenti:

  • la salvaguardia e la tutela del patrimonio ambientale, storico e paesaggistico dell’Oasi di Protezione Torre Calderina, attraverso l’istituzione di un’AREA NATURALE PROTETTA ai sensi della Legge Regionale 19/97;

  • la creazione di un CENTRO DI DOCUMENTAZIONE AMBIENTALE;

  • il definitivo risanamento della Zona da ogni tipologia di rifiuto.

Le Aree Naturali Protette svolgono, a nostro avviso, un ruolo essenziale nella diffusione della cultura ambientale: il parco è un vero e proprio "laboratorio all'aperto" ricco di numerosi e molteplici elementi e strumenti attraverso i quali coinvolgere i suoi visitatori in un originale programma educativo.

Il Centro di Documentazione Ambientale dovrà essere funzionale ai caratteri di sostenibilità, sviluppo turistico e tutela ambientale della costituenda area naturale protetta, rappresentando un occasione di crescita culturale ed economica per la nostra terra. Ed è sulla base della simbiosi tra economia e ambiente che può e deve concretizzarsi questa proposta, che vuol essere la sintesi tra le esigenze di tutela paesaggistica e le necessità di sviluppo socio-economico.

Ormai superate le posizioni oltranziste degli anni passati, il nuovo movimento ambientalista, nato dal concerto delle associazioni succitate, mira, attraverso nuove sinergie e progetti tanto ambiziosi quanto vincenti, a creare le condizioni migliori per uno sviluppo integrato del territorio promovendo la creazione d’itinerari turistici che offrano ai visitatori un pacchetto quanto mai variegato e interessante che passi dall’attrazione squisitamente storico-culturale alla più faceta possibilità di balneazione in scorci di macchia mediterranea davvero intatta.

La fondazione di un Centro di Documentazione Ambientale (CDA) sulle scienze naturalistiche rappresenta, quindi, una proposta innovativa e culturalmente avanzata. Esso rappresenta un tassello indispensabile per il sostegno e la realizzazione delle politiche ambientali promosse dall’Unione Europea e dall’Italia. Le politiche comunitarie oggi sono orientate alla promozione di quello "sviluppo sostenibile" che è il cardine di tante leggi di tutela ambientale.

La proposta supportata dalle firme propone di istituire un Centro di Documentazione Ambientale che sia in grado di raccogliere, classificare e organizzare tutte le informazioni inerenti la vita e le tipicità geo-morfologiche e architettoniche delle aree faunistiche del territorio biscegliese, per renderle disponibili in maniera strutturata alle varie comunità sociali, economiche, scientifiche e culturali, nonché agli organismi istituzionali interessati.

Tra i servizi del CDA abbiamo previsto:

  • Mediateca ambientale

  • Biblioteca

  • Emeroteca ambientale

  • Servizi Multimediali

  • Videoteca

  • Banca Dati Ambientale

  • Aula Didattica

  • Galleria Grafica

  • Sala Convegni

  • Aula di Scienze Naturali

  • Laboratorio all’aperto

  • Spazio ludico all’aperto

Per quel che concerne le aree naturali protette, non mi soffermerò più di tanto sulla legge regionale 19/97. Detta legge regionale consente da un lato la difesa nell’immediato dell’area contro interessi speculativi e dall’altro la creazione di un "ente parco" che se ne occupi autonomamente, promovendone attività di crescita e sviluppo eco-compatibili sì, ma anche commercialmente competitive.

L’ente fungerebbe da tramite obbligato di tutti gli interessi che su aree di tal fatta naturalmente incidono, permettendone così la ponderazione e il coordinamento; le aspettative di tutela e di ripristino ad integrum che la popolazione ha già espresso e la naturale propensione degli operatori economici a identificare in quel tratto di litoranea un’occasione di sviluppo e d’occupazione per la comunità tutta, potrebbero fondersi in un ente dagli ampi poteri decisionali e dalla spiccata capacità organizzativa, dovuta sia alla sua autonomia, sia alla snellezza della sua composizione, senza per questo tralasciare le garanzie che offrirebbe alla popolazione dovute alle elevate capacità professionali che i suoi componenti devono necessariamente possedere.

Le cosiddette "aree naturali protette" non sono solo "oasi di verde" salvate al degrado circostante, quanto piuttosto territori vocati a sperimentare soluzioni praticabili e tangibili di uno sviluppo duraturo e centrato sulla valorizzazione delle risorse locali.

Per un obiettivo così ambizioso non è certo sufficiente la forza di un provvedimento istitutivo o l’apposizione di cartelli perimetrali. Ci sarà tempo e spazio per discutere un progetto che parta da uno sguardo d’insieme del territorio e che sia proiettato nel medio-lungo periodo, ma fin d’ora possiamo dire che sarà opportuno avviare, nella costituenda area naturale protetta della Zona Pantano-Ripalta, la fase del turismo della natura, vocazione spontanea del territorio di "Torre Calderina".

Noi oggi chiediamo che i Consigli Comunali di Bisceglie e Molfetta deliberino a favore dell’area naturale protetta, affinché si avvii una fase di "preconferenza" alla quale sono chiamati a confrontarsi le amministrazioni interessate, i Consorzi di bonifica e le organizzazioni agricole, imprenditoriali e ambientaliste.

Le ricette per il futuro sono nella immaterialità del turismo, fatta di organizzazione e pianificazione, accoglienza diffusa, assistenza tecnica. Sono nella capacità di integrare risorse territoriali differenti, non solo natura e beni storico-artistici, ma anche prodotti tipici e beni della tradizione architettonica rurale (frantoi, tratturi, cantine), religiosità e tradizioni culturali. E l'innovatività gioca in questo settore un ruolo fondamentale.