San Marco nel casale Cardinale

di Maurizio Filippone e Sebastiano Ramondetta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta della chiesa rupestre del casale Cardinale insediato nella cava del fiume Manghisi, affluente del Cassibile, nell’area dell’ex feudo San Marco.

Il Pirro dà notizia della costruzione, nel casale Cardinale, da parte di Riccardo Lanolina, nel 1217, di un battistero. La notizia conferma che il casale praticava l’apicoltura ed era ancora attivo nei primi anni del secolo XIII attorno ad un Burgo, cioè ad una torre fortificata.

Il centro doveva essere abbastanza consistente, se si tiene presente l’ingente necropoli sita al Cozzo delle Guardiole, lungo la riva destra della cava.

La chiesa fa parte integrante di un casale rupestre. Lungo le pareti della cava si susseguono qua e là numerose escavazioni artificiali, tutte su uno stesso filare. La natura del luogo è selvaggia: una fitta vegetazione a macchia compatta si arrampica dal greto del torrente sulle pareti della cava.

La chiesa è tagliata nella parete sinistra della cava. E’ stata interessata già in antico da un poderoso crollo del masso roccioso in cui è scavata, al punto che l’invaso ne risulta dimezzato; la rigida rispondenza delle varie parti permette comunque di ricostruire la forma originaria.

La chiesa presenta un impianto basilicale a tre navate, divise da quattro arcate a pieno centro su pilastri ricavati nella roccia; è conclusa nella navata mediana (più ampia nelle proporzioni di circa 2:1 rispetto alle navatelle laterali) da una absidiola a perfetto semicerchio e calotta emisferica, di cui si conserva solo la parte sinistra del catino. Il punto di imposta di questo è segnato da una cornice modanata costituita da un bastoncello sormontato da una banda piatta, la quale prosegue lungo la parete della navata. La navata mediana aveva il soffitto piano, mentre quelle laterali avevano il soffitto a piccolo spiovente rigonfio, più basso del soffitto della navata mediana.

Sulla parete N è una serie di nicchie, di cui una presenta un Crocifisso a rilievo e una seconda una croce dipinta in rosso. Nell’angolo NO un cunicolo si addentra per circa m. 3.

La chiesa è completata al fondo da un vano rettangolare disposto ortogonalmente rispetto l’asse principale della chiesa che costituiva da raccordo con un piccolo vano rettangolare con soffitto a botte concluso da un’absidiola a perfetto semicerchio con calotta emisferica e modanatura simile a quella della chiesa maggiore, nel quale si riconosce il battistero del complesso.

Nella parte sinistra, al di sopra della modanatura è inciso un graffito in lettere greche contenente una formula invocatoria alla divinità: […] HCΩN TΩ ΔOYLΩ COY IOYANAKIΩ.

Nel soffitto della navata mediana della chiesa maggiore è praticata una grossa apertura che permette di raggiungere alcuni ambienti scavati in un filare superiore, oggi non più accessibili. Si saliva mediante una scala a pioli, i cui paletti erano inseriti nei fori ancora visibili nella parete circolare dell’apertura.

In ultimo va ricordata la presenza di intonaco dipinto su almeno due strati sovrapposti sulla parete N della chiesa. I pannelli erano distribuiti a circa m. 1 l’uno dall’altro. Tracce d’affresco sono anche nella calotta absidale e sulle pareti dei pilastri.