Leontinoi

Foto di Sebastiano Ramondetta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La storia dell’antica Leontinoi, fondata dai Calcidesi nel 728 a.C. nel sito di un precedente stanziamento siculo, e assoggettata nel 214 a.C. dai Romani, che la iscrissero fra le città decumane, è interamente segnata dal conflitto con la potente vicina Siracusa, e da travagliate alternanze di periodi di libertà e di soggezione.

Un passo di Polibio (VII, 6) descrive la città: situata fra due colli, sotto uno dei quali correva un fiume, aveva templi e case sulle alture e lungo le pendici, mentre l’agorà si estendeva nella valle. Il sito è stato identificato fra due colline parallele la Metapiccola ad Est e il colle S. Mauro ad Ovest), e aperta a Nord verso la grande piana di Catania, in cui si estendevano i fertili “campi leontinoi”, fonte, fin dall’età arcaica, della prosperità della colonia.

Le fortificazioni della città sfruttavano le caratteristiche geomorfologiche del territorio, attestandosi sul ciglio delle alture, su cui erano situate le “acropoli”, la cui esistenza è attestata da Diodoro per l’età dionigiana. Le due porte principali erano ubicate ai due ingressi Nord e Sud della valle San Mauro.

Una prima cinta muraria fu edificata tra la fine del VII e gli inizi del VI sec. a.C. Essa consisteva in un robusto paramento in blocchi a scarpa addossato al pendio del colle, messo in luce per una lunghezza totale di 111 m., distinto in due tratti leggermente sfalsati e raccordati da una torre semicircolare; a questo paramento si collegava un muro che scendeva a sbarrare la valle con una poderosa opera a tenaglia.  Qui si apriva la porta meridionale della città, protetta da una grande torre a pianta quadrata e da altre torri più piccole; ai due lati della strada per Siracusa, si estendeva la necropoli meridionale, utilizzata, su livelli sovrapposti, dall’età arcaica al periodo ellenistico e romano.

Da Leontinoi proviene uno splendido Kouros marmoreo della fine del VI sec. a.C., esposto al museo archeologico “P. Orsi” di Siracusa.