Akrai

(zona archeologica di Palazzolo Acreide)

 

 

 

 

Nel 664 a.C. sulla sommità piana del colle, che separa le valli dell'Anapo e del Tellaro, i Corinzi di Siracusa fondarono Akrai, come attestamento difensivo verso l'interno, sull'importante via di comunicazione che portava a Selinunte.

 

Le citazioni degli scrittori e storici antichi fanno riferimento al ruolo di Akrai in importanti avvenimenti della storia siciliana. Nel V secolo a.C. Tucidide ricorda che nei dintorni di Akrai i Siracusani sconfissero definitivamente l'esercito ateniese con a capo Nicia. Lo storico romano Livio ricorda come, nel 213 a.C., Akrai diede ospitalità alle truppe del generale Ippocrate, dopo la sconfitta di Acrillae per opera del console romano Marcello; Silvio Italico fa riferimento ad Acre per il suo rigido clima "e tumulis glacialibus Acre" (dalle fredde colline di Acre).

 

Akrai non sfuggì di certo alle varie dominazioni che si avvicendarono nel corso dei secoli.

 

Nell' 827 d.C. ad Acre si concentrarono le forze bizantine dell'isola per cercare di impedire l'avanzata araba e dar tempo a Siracusa di disporre le proprie difese. In questa circostanza Acre fu messa a ferro e fuoco e distrutta per sempre.

 

Il teatro greco è sicuramente il più prestigioso monumento acrense definito da Paolo Orsi "Teatro del cielo". La sua costruzione si fa risalire alla metà del secondo secolo a.C. Fu scoperto da Gabriele Judica nell'aprile del 1824.

 

Dalla parte alta della cavea del teatro si apre un cunicolo, scavato nel calcare, che immette nel Bouleuterion, dove si riunivano i rappresentanti del popolo.

 

Poco distante si trova un impianto termale del periodo imperiale, trasformato in battistero bizantino.

 

Il decumano è la strada principale che attraversa il centro della città in senso Est-Ovest, collegando la porta Selinuntina con la porta Siracusana. Il suo lastricato in pietra lavica ne fa senz'altro una delle pavimentazioni stradali più conservate che abbiamo in Sicilia. Ai margini si possono individuare i marciapiedi, le mura delle case e gli incroci delle strade secondarie.

 

A ridosso del lato Sud-Est del teatro si aprono le latomie dell'Intagliata e dell'Intagliatella, evidenziate dalla presenza di tombe greche, romane, cristiane, ipogei ed abitazioni bizantine. Un bassorilievo, raffigurante un banchetto degli eroi, impressiona la parete dell'Intagliatella.

 

Ai piedi del colle, sulla strada per Noto, si trovano altre importanti latomie, dette Templi Ferali; qui si venerava il culto dei morti e degli eroi.