LA
PANTAFC
Per venire a conoscenza del
significato “ Pantafc” (si pronuncia: Pan-tà-fk) bisogna risalire indietro nel
tempo, fino ad arrivare alla metà dell’800.Precisiamo innanzi tutto, che è un
termine dialettale, usato principalmente dagli abitanti dei paesi a ridosso del
capoluogo di Ascoli Piceno. A mano a mano che si sale verso nord, assume diverse
trasformazioni diventando PANTAFA nell’alto Piceno e PANTAFECA nell’entroterra
maceratese. Si pensa che sia nata nell’ambiente contadino ed abbia coinvolto
anche l’alta e media borghesia ed anche qualche personalità del clero.
All’epoca, lavorare la terra era molto faticoso, quindi, i contadini giunti alla
sera e stanchi fino all’estremo dal duro lavoro, si piazzavano sulla tavola,
dove la “Vergara” responsabile della famiglia patriarcale, aveva fatto preparare
loro una cena, anziché essere sostanziosa, era ricca di condimenti e di avanzi
alimentari.Il piatto forte erano i peperoni super conditi accompagnati da carne
bovina, il tutto cotto in grosse piastre quadrate, dove i grassi non venivano
smaltiti ma riassorbiti di continuo durante la cottura. Il tutto era
accompagnato da vino locale e pane secco. Dopo aver consumato una cena così
caratteristica e giunti finalmente a letto, si coricavano a pancia in aria per
la stanchezza, non avendo più la forza nemmeno per girarsi.Ora entriamo nel
vivo. I più anziani, dormendo in questa posizione per diverse ore, la loro cassa
toracica, dopo essersi rilassata, andava a comprimere i polmoni in modo tale da
impedire di svolgere la loro normale funzione organica, accompagnati da una
digestione lenta subivano la pantafc.Cioè si svegliavano di soprassalto a causa
della mancanza di respiro.
Le sue
cause
Una volta svegli,
effettuavano dei lunghi respiri compensatori e ringraziavano il cielo di essere
ancora vivi.Il perché di questo ringraziamento va ricercato nelle credenze
popolari.Loro non conoscevano le cause mediche della pantafc, ma la attribuivano
a fenomeni soprannaturali.Quello più diffuso, era dato dalla visita di un
defunto che prima di passare a miglior vita, era ancora in lite con chi subiva
la pantafc. Quindi, l’anima vagante, entrava in camera e appoggiava le sue mani
incrociate sullo sterno del malcapitato, a mò di massaggio cardiaco, comprimendo
appunto la gabbia toracica, impedendone il respiro e uccidere così il suo nemico
terreno. Il più delle volte, dopo il brusco risveglio, iniziava una vera lotta
fisica contro l’anima malvagia a suon di cuscinate o con tutto ciò che si
rimediava nella stanza.Sferrava a destra e a sinistra colpi a vuoto accompagnati
da lunghe litanie di bestemmie contro il nemico estinto. Un altro fenomeno
anch’esso popolare, era che la pantafc veniva causata da un loro caro defunto
che voleva delle SS. Messe.
I rimedi
per prevenirla
Quando si prendeva la
pantafc, sia essa causata dal caro estinto o dall’acerrimo nemico scomparso, non
veniva mai accettata di buon grado. Facevano celebrare delle SS. Messe, si
riappacificavano con gli eredi del nemico defunto, ma tutto ciò aveva poca
efficacia contro l’anomalo evento e la pantafc durante la notte arrivava
puntuale. Il rimedio più popolare,
oltretutto originale e più gettonato, era quello di adottare l’accorgimento che
segue.Chiedo scusa in anticipo ai visitatori,precisando che il soggetto
pantafc-positivo,ogni qual volta andava in bagno per espletare i suoi naturali
gesti di stomaco,all’atto della defecazione(chiedo ancora scusa),doveva mangiare
qualcosa per tutta la durata dell’operazione di scarico. Era solito vedere
questa gente andare in bagno, con fette di pane e companatico e non era
difficile notarli, perché il bagno nelle case di campagna era situato
all’esterno dell’abitazione. La cosa non era diversa negli ambienti della
borghesia, perché avendo il bagno in casa, potevano mangiare di nascosto durante
l’atto di alleggerimento.
Nonostante si conoscano le
cause del fenomeno (posizione supina nel sonno, pesantezza di stomaco e
digestione lenta) tutt’oggi viene ancora veduto come originariamente era nella
credenza popolare.La credulità è maggiore nelle persone anziane, soprattutto in
quelle che abitano nell’entroterra delle due province, ma lungo la costa non è
da meno.Anche tra i giovani, vuoi per tradizione, vuoi per “non ci credo però è
meglio prevenirla”, ho saputo che spesso, dopo un’abbondante cena, sono andati
in bagno con i biscotti.
Chiedo cortesemente ai
Signori Visitatori, delle ulteriori notizie sia storiche che geografiche della
pantafc.In caso affermativo siete pregati di notiziarmi al solo fine di
aggiornare il sito.Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che finora
hanno collaborato.
Grazie di nuovo da Pantafc.
pantafc@libero.it pantafc@inwind.it
un grazie
particolare a Lollo