Poco conosciuto e
considerato una delle "piccole DOC" piemontesi, il Ruchè di
Castagnole Monferrato si produce con le uve del vitigno omonimo. Questa particolare
coltivazione ha origini incerte così come il suo nome. Di sicuro si sa che a
Castagnole Monferrato questo grappolo nero ed allungato è presente da tempi
remoti e c'è stato chi lo ha usato solo come uva da tavola e chi invece l'ha
voluto impiegare, in assemblaggio con altre, come uva da vino.
Poi, un
giorno, qualcuno ha cominciato a vinificare separatamente quest'uva e così poco
alla volta il vino Ruchè di Castagnole Monferrato ha definito meglio i suoi
caratteri tipici.
La denominazione di origine arriva solo nel 1987 e lo
richiede prodotto nei paesi di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno,
Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi, in provincia di Asti. Secondo il
disciplinare di produzione deve essere prodotto con uve Ruchè per almeno il 90%,
mentre per il restante 10% possono intervenire uve Barbera e Brachetto, da sole
o congiuntamente. La gradazione alcolica non deve essere inferiore a 12% vol. e
non è obbligatorio l'invecchiamento . Nel calice, balza subito agli occhi il suo
colore rubino con riflessi violetti; la degustazione lo descrive vinoso e
gradevolmente aromatico al profumo, con una nota quasi "orientale" che ricorda
l'incenso; secco o delicatamente amabile al sapore, di media struttura e
tannicità equilibrata.
Per quanto riguarda la descrizione ampelografica, il
Ruchè si presenta come uva a frutto nero con vigoria vegetativa media e
produttività buona ma non sempre costante. La foglia è medio - piccola,
trilobata e più raramente pentalobata di colore verde chiaro e glabra. Il
grappolo ha forma cilindrico - piramidale, allungato, compatto e composto con
acini medi e subrotondi dal colore tendente al violaceo, buccia consistente e
molto pruinosa. L'epoca di maturazione coincide con la fine di settembre o, al
massimo, l'inizio di ottobre. Non essendoci attestazioni bibliografiche ed
essendo molto vaghe le testimonianze verbali sull'origine del vitigno, questo
vino si è dotato di un alone di mistero che lo rende molto affascinante. Per
quanto riguarda l'origine del nome, sono state fatte due ipotesi: si pensa che
derivi da San Rocco poiché sarebbe stata una comunità di monaci devoti a questo
santo che avrebbero introdotto la sua coltivazione in zona; c'è invece chi
attribuisce il suo nome alla predilezione del vitigno per i terreni delle rocche
più alte.
Un tempo, per la gente di Castagnole Monferrato, il Ruchè era il
vino della festa, un vino che si poneva come alternativa ad altri di consumo
quotidiano e che col tempo ha acquistato un alone leggendario diventando
nell'immaginario collettivo il vino che aveva accompagnato le milizie astigiane
nelle crociate e che aveva contribuito alla vittoria dei Longobardi contro i
Franchi nei pressi di Refrancore. Il fascino e il mistero di questo vino sono
reali, le sue origini sconosciute e il suo sapore così particolare lo
distinguono nettamente da tutti gli altri vini piemontesi e lo rendono una vera
perla della viticoltura di questa regione.
La zona di produzione del Ruche'
comprende l'intero territorio dei comuni di: Castagnole Monferrato, Grana,
Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi
Aspetto: Limpidissimo con buona vivaccizzazione
della luce. Colore rosso rubino con accentuate sfumature di porpora; da giovane
possiede notevoli riflessi violetti che si trsformano, nel tempo, in aranciati
vivi. Dotato di buona capacità a formare archetti abbondanti e lenti a scendere.
Bouquet: Fine, persistente, intenso, complesso,
lievemente aromatico, caratteristico. Riesce difficile sviscerare le percezioni
entusiasmanti che riempiono, fino ad inebriare le narici. Emerge una piacevole
percezione aromatica che è la fusione del profumo della ciliegia giustamente
matura e l'albicocca. Si avvertono piacevoli sfumature di nocciola, frutta,
sciroppata, pesca, banana, frutta secca, more e lamponi in cocktail. Particolare
rilevanza al profumo del geranio fiorito.
Sapore: Morbido e vellutato, di buona intensità e
di bella lunghezza di sapore, giustamente caldo, armonioso. La sua relative
bassa acidità, la sua alcolicità e la caratteristica di un corpo equilibrato
rendono il Ruchè un vino di facile e piacevole morbidezza, che è ulteriormente
arricchitmento di un buon contenuto di glicerina. Caratteristica dominante e
duratura negli anni di vita del vino è la carezzevole percezione, nel
retrogusto, della nuances aromatica composta dal vellutato dell'albicocca ben
matura e dalla ciliegia lievemente appassita, della mela cotogna sciroppata con
il miele.
Conclusioni: Il Ruchè di Castagnole Monferrato è
tra le ultime DOC nate in Piemonte. La qualità di questo nobilissimo vino sono
certamente tali da farlo entrare, in tempi brevi, tra la ristretta schiera dei
più grandi vini. Piccole sono le qualità di produzione di ogni singola azienda.
Matura da metà settembre a seconda dell'andamento climatico e vi è la tendenza
ad un ritardo di vendemmia per favorire una maggiore resa in alcol e buon
equilibrio acido. I vini così ottenuti sono più portati verso piatti robusti a
base di carni, selvaggina e formaggi ben saporiti.
Produzione: 200.000 bottiglie fra tutti i
produttori.
Abbinamenti: Il Ruchè di Castagnole Monferrato è
ottimo vino da formaggi saporiti di media maturazione (Castelmagno, Raschera,
Gorgonzola, Grana da Tavola e i caratteristici piatti di stagione
Autunno-Invernali tipici piemontesi quali: fonduta, finanziera, agnolotti)
Da provare: Robiola d'Alba o di Roccaverano ben
matura aggraziata con un cucchiaino di mostarda piemontese (uva cotta), un
pezzetto di pane casereccio, ed un bicchiere di Ruchè. E' uno dei modi di
assaporarlo.
Temperatura di servizio: 16-18°C.
Si ringrazia per la collaborazione l' autore dell'
articolo, il Sig Francesco Marengo, Sindaco di Castagnole