Io uccido di Giorgio Faletti

 

Il libro dell'anno è approdato tra le mie mani e solo per la mole citerei per danni fisici la casa editrice Baldini&Castoldi.
Ma passiamo alla storia, anzi al thriller ideato da Faletti.
Il comico astigiano, che da qui in poi chiamerò scrittore, lo è davvero. Scrive bene, la prima pagina del romanzo è un vero capolavoro.
L'ambientazione del romanzo è nella splendida Montecarlo con puntatine nella vicina Provenza fino alla deliziosa cittadina di Aix-en-Provence, che consiglierei vivamente di visitare.
Si può dire che il giallo è intelligente, ben articolato, ricco di spunti non del tutto originali ma in voga (snuff movie, sofisticazioni elettroniche, avanzate tecniche informatiche) ed il tutto condito dalla musica che coinvolge parecchio il lettore.
Gli enigmi che il serial killer lancia attraverso le telefonate a Radio Montecarlo sono abilmente ideati, scatenando la caccia all'assassino per quasi tutto il romanzo, ma poi circa a 150 pagine dalla fine si viene a conoscenza del nome dell'assassino.
Perché? A tutto c'è una spiegazione!
E' bravo Faletti a svelare tutti quei nodi insoluti dell'indagine, mediante il poliziotto Frank Ottobre, eroe del giorno.
Ma è qui che, personalmente, Faletti fa quello che non doveva: utilizza degli indizi disseminati nel romanzo e li rielabora a favore di un finale made in Usa squallido ed a lieto fine per sé e per i protagonisti coinvolti.
Se il difetto c'era l'abbiamo trovato (ecco a cosa servivano le successive 150 pagine), ma a conti fatti è il finale che il lettore medio(cre) si attende, che fa contenti tutti e tutte le tasche, comprese quelle di Aurelio De Laurentiis che ha comprato i diritti per farne un film (in stile americano, of course).
Se la logica portava a questo, tutta l'operazione non fa una grinza (anzi fa milioni di euro), però io vorrei che Giorgio Faletti, il Faletti scrittore, riprendesse la penna per riprovarci sul serio, questa volta, scrivendo qualcosa di meno commerciale. L'autore è in grado di farlo e, visto il successo del primo romanzo, tutto gli verrebbe concesso…anche se per inciso, al comico certe porte erano, se non aperte, almeno socchiuse.
Infine mi concedo un suggerimento puramente cinefilo: si parla di cast internazionale, e di registi stranieri di grido, intanto tra i personaggi minori citerei Guillaume Mercier, in parte risolutore tecnico del caso; per me Guillaume ha il corpo nervoso ed il viso dolcissimo di Kim Rossi Stuart.
Sarebbe stupendo: un attore italiano tra questi divi americani, neanche il libro l'avesse scritto Thomas Harris!


Sting64