Il Piccolo Principe di Antoine Saint-Excupèry

 

Sono molti gli scrittori che nel corso del loro cammino letterario, si sono cimentati nella composizione di favole; ricordiamo, come eccezionale riuscita poetica, il "C'era una volta…" si, perché stranamente tutte le favole iniziano con questa frase. E' bello leggere le favole, non solo addormentano i bambini, ma inducono gli adulti ad una breve riflessione, perché ogni favola racchiude un insegnamento morale.
Il Piccolo Principe è sicuramente una delle più belle favole dei tempi moderni. L'opera fu scritta da Antoine Saint-Excupèry, e tradotta in quasi ottanta lingue.
Il libro, pur essendo rivolto ai piccoli, è stato dedicato dall'autore all'amico Lèon Werth, ma non all'amico adulto, bensì all'amico bambino. "Gli adulti sono capaci di capire tutto, persino i bambini; perché alla fine dei conti, tutti noi siamo stati bambini, anche se pochi se ne ricordano". È una dedica a ritroso nel tempo, un testo per l'infanzia da consumarsi preferibilmente a tutte le età.
Antoine Saint-Excupèry affermava che "bisogna vivere per poter scrivere", infatti, finì di fare di tutta la sua vita, un romanzo.
Nasce a Lione il 29 giugno del 1900, da una famiglia aristocratica: suo padre era ispettore delle assicurazioni e sua madre pittrice di talento. Dopo la scomparsa prematura del padre, la sua famiglia fu ospitata nel castello della contessa Tricaud, prozia di sua madre. Trascorse un'infanzia molto felice: tipica vita principesca. Da adulto, partì per il servizio militare, dove nel 1922, ottenne la licenza di pilota, ma i suoi incidenti di volo divennero proverbiali, soprattutto quello nel deserto libico, quando un'avaria al motore lo fece precipitare nel mare di sabbia. Qualche tempo dopo, quest'avventura avrebbe ispirato il suo capolavoro.

Il Piccolo Principe è un adulto-bambino che lascia il suo minuscolo asteroide per mettersi in viaggio nel cosmo. Durante il cammino, visita sei pianeti diversi, abitati da strani personaggi: un re, un vanitoso, un ubriacone, un uomo d'affari, un uomo che accende e spegne un lampione, un geografo. Sono personaggi equivoci, che mettono in risalto il lato ridicolo degli affanni umani. Queste storie hanno lo scopo d'insegnare a vivere: essere coraggiosi tra i vili, buoni tra i malvagi, liberi tra i prepotenti, sinceri tra i bugiardi, saggi in ogni circostanza dell'esistenza. Alla fine il Piccolo Principe giunge sulla Terra, e precisamente nel deserto del Sahara: a parte un serpente, non c'e anima viva, così si mette alla ricerca degli uomini. Nel tragitto, s'imbatte in una volpe, il Principe la invita a giocare, ma l'animale può accettare solo se prima sarà addomesticato. L'incontro con la volpe è il capitolo più lungo di tutto il libro e anche il più importante, perché in queste righe emerge il valore dell'amicizia. Per la volpe significa essere addomesticata, per il Piccolo Principe prendersi cura della sua rosa. Da quest'animale il Piccolo Principe, apprende importanti verità, prima d'incontrare l'io narrante, un aviatore precipitato nel deserto e scomparire poi definitivamente.
Il Piccolo Principe si rivela alla fine, l'amico che ciascuno di noi vorrebbe avere a suo fianco, e ci aiuta, attraverso un meraviglioso viaggio di sincerità e fantasia, a ritrovare il bambino che è nascosto in noi.
"Il Piccolo Principe" si tratta di un libro, verso il quale Saint-Exupèry, si dimostrò molto esigente: lo rielaborò con nuovi criteri di scrittura, cestinando pagine e pagine di manoscritti. La lettura è allietata dalla presenza d'alcune illustrazioni, eseguite personalmente. E' scritto con semplicità e chiarezza e, soprattutto, concentra le battute del dialogo in una breve considerazione finale, che rappresenta il succo della storia, ossia la "morale", che il lettore apprende. E' una favola ricca di fantasia, con tracce autobiografiche, condita da un'allegra voglia di divertirsi, anche con gli argomenti più seri.
Ripercorrendo la vita di Antoine Saint-Excupèry si scopre, che il 31 luglio 1944, partì per l'ultima missione, con l'obiettivo di sorvolare la regione di Grenoble-Annecy. Non tornò più.
Tra le varie ipotesi formulate, quella plausibile è, il guasto al motore, causato dall'attacco della contraerea tedesca. L'avaria, lo trascinò in mare, dopo essersi allontanato dalla rotta prestabilita, per dare una nostalgica occhiata, ai luoghi della sua adorata infanzia.
Il suo ricordo è vivo e presente nei suoi ammiratori e non solo. Fa piacere pensare che il suo aereo non sia mai precipitato e che, Antoine Saint-Excupèry, stia ancora volando, da qualche parte, per i cieli del mondo o fra le stelle, in compagnia del suo Piccolo Principe.

Fabiola Lucidi