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INTRODUZIONE

Esistono una miriade di pubblicazioni sulla scuola, di tanti generi. Quel che le accomuna è che sono sempre scritte da adulti ed educatori. Ciò che invece pare mancare nel panorama editoriale è una visione dell'esperienza in presa diretta da parte degli studenti. Questo libro nasce dall'intenzione di colmare questo vuoto. Lo scambio di esperienze e di riflessioni sulla scuola superiore da parte di studenti, strutturato in ogni senso dalle potenzialità inedite del nuovo mezzo di comunicazione (la posta elettronica), sono al tempo stesso il centro e la novità di queste pagine.

All'inizio dell'anno (scolastico) abbiamo raccolto un piccolo gruppo di studenti sconosciuti gli uni agli altri, di diverse età, diverso corso di studi (Liceo Classico, Liceo Scientifico, ITIS della provincia di Pordenone), diversa provenienza geografica, e abbiamo allestito una classe telematica.

Dal "lavoro di classe" è nato un diario di post@ che settimana dopo settimana ha accompagnato il cammino scolastico: La post@ sul banco, appunto.

Si tratta dunque di una raccolta di scritti riferiti all'esperienza scolastica che crea un genere letterario per certi versi nuovo, un epistolario di gruppo che senza mancare di impegno nel pensiero mantiene i toni di una confidenza feconda e di una leggerezza veloce.

Il ritratto della scuola superiore che ne esce in presa diretta è quello di un ambiente vissuto dai ragazzi apparentemente in modo distaccato dall'intenzionalità culturale che le viene ufficialmente attribuita. Ed è un dato su cui riflettere. Eppure sotto questa noia e distacco dalle routine che tutti conoscono per esperienza diretta, La posta@ sul banco può aiutare ad individuare le luci di una freschezza, di una ironia carica di spunti, priva di troppa drammaticità e piena di tanta passione per il rapporto umano che proprio da questo ambiente educativo spunta fuori come valore primario.

La scelta stessa degli argomenti che compongono i capitoli del diario fa intuire la prospettiva da cui la scuola è considerata: una prospettiva di vicinanza quotidiana, di assillo, di vita giovane gustata a lunghe sorsate anche nel rapporto con i saperi e i professori che nel libro fanno da interlocutori.

La scuola come risorsa educativa globale dunque, ecco la scuola superiore che esce dalla tavolozza dei giovani post@ccioni (è il nomignolo che il gruppo si è scelto).

E se la post@ aiuta a vedere un ritratto inedito di scuola, è pur sempre la scuola che ha messo in moto la post@, con un gioco delle parti che nobilita tutto e tutti. Proprio come deve accadere.

Nel gioco di scrittura collettiva, dove gli scritti di ognuno stimolano e influenzano le reazioni degli altri, la velocità e la frequenza dell'interazione garantita dalla comunicazione telematica, lungi dal velare le identità di ciascuno, hanno portato in luce, a volte senza pudori, le storie e i pensieri di ognuno.

La libertà espressiva, garantita dalla distanza fisica e temporale di chi scriveva, ha creato senza dubbio anche la ricchezza di questo dialogo: il linguaggio de la Posta@, come ben ci stimola a vedere Lucia Brusadin nel suo breve intervento da linguista, appare nuovo, ricco di suggestioni che meriterebbero uno studio appropriato.

Scrivendo ci siamo divertiti, ci siamo appassionati reciprocamente alle musiche, alle letture, ai gusti e alle abitudini giornaliere. Insomma, anche attraverso qualche incontro diretto, abbiamo sviluppato un rapporto di simpatia e di amicizia, una fiducia nel dialogo ed una confidenza che traspaiono genuini e lontani dall'asetticità che spesso viene imputata ai mezzi informatici. Scrivere gli uni per gli altri è stato un esercizio di significato, una ricerca di emozioni e di contenuti che ha donato un pezzo di vita nuova anche all'esperienza scolastica di ciascun membro della "classe" e che speriamo arricchirà anche il lettore.

Giorgio Zanin e Paolo Venti