Per molti tempo la
Chiesa del Marhanao sentirà la benefica influenza trasmessaci
dalla testimonianza eroica di amore data dal nostro caro P.
Antonio Sinibaldi. Lo spirito Francescano che emanava dal suo
volto rifulse nelle sue attività pastorale e nella sua vita
quotidiana.
Paziente, cortese, disponibile, servizievole, era
ricercato da tutti coloro che avevano problemi e angustie e
per i quali sempre aveva un sorriso e parole di conforto come
un balsamo.
La sua preferenza per i piccoli e gli umili era
manifesta. I marginalizzati di ogni tipo erano accolti da lui
con bontà e dedicazione.
Le vittime della prostituzione, della droga e
dell’alcolismo ebbero in lui un amico ed un appoggio per la
loro ansia di liberazione. I ragazzi di strada, gli
abbandonati, i palafittati, i pescatori, gli operai furono
anch’essi beneficiati dalla sua azione pastorale. Intorno a
lui gravitava la gioventù di tutte le classi sociali.
Ed erano questi giovani i prediletti del suo cuore: per
loro offrì e diede la vita in una immolazione multipla. “Sarei
contento di dare la mia vita per i giovani”, disse egli stesso
il giorno 6 settembre; il giorno seguente, di mattina, vide
soddisfatto il suo desiderio. In uno sforzo eroico e sovrumano
che poteva scaturire solo dalla forza della fede e dell’amore,
salvò la vita di 17 giovani che con lui erano state vittime di
un naufragio della barca in cui viaggiavano per un giorno di
riflessione e di riposo.
Ogni volta che il Padre Antonio giungeva alla riva con
un giovane tratto in salvo, ripeteva la scelta fatta il giorno
avanti e ritornava in mezzo al mare per soccorrerne
un altro.
Furono tante le offerte della sua vita, quanti giovani
salvò. Anche gli adulti ebbero in
lui le stesse preferenze. Il Padre Antonio credeva nel valore
delle persone.
Sapeva correre il rischio di affidare ai laici mansioni
importanti
senza rimanere scoraggiato
da timori o pessimismo. Tutto questo però gli causò molta
sofferenza, incomprensioni e conflitti interni. Ma lo Spirito
Santo gli infondeva energia sufficiente per assumere, come il
suo Padre San Francesco, il Vangelo sopra ogni struttura.
Ammiratore e devoto del suo confratello S. Massimiliano
Kolbe, seppe imitarlo nell’ora della esigenza dell’amore. Non
solo ha dato la sua vita per salvare quella di un altro, ma fu
un plurimartire della carità. “Non c’è prova maggiore….” I
suoi fratelli sacerdoti sempre incontravano in lui, un
raccoglitore sereno e gioioso e di alcuni fu confessore e
consigliere.
Dai Vescovi sempre ha ricevuto testimonianze di
confidenza e amicizia.
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Cosa possiamo dire
dipiù?
Ripetiamo durantemolto
tempo laChiesa
del Marhanaosentirà
la forzadella
testimonianzadel
P. Antonio.<
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Privi ormai della sua presenza fisica, ora lo abbiamo
più vicino a noi con maggiore possibilità di aiutarci e
proteggerci.
P.Antonio, ricordati di noi!
P. Jocy Rodrigues
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Vicario Generale di S.
Luis