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Dedico questa pagina al mio caro amico Piero Asaro prematuramente scomparso il 16 gennaio 1995.

A lui ho dedicato la mia prima pubblicazione Giochi sonori ed è intestata L’Accademia Europea di Musica ed Arti dello Spettacolo ‘Piero Asaro’ (A.E.M.A.S.) http://www.aemas.it/index.htm

Su Piero Ho aperto un gruppo su Facebook (http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=47018770655) e sarei molto grato se le persone che lo hanno conosciuto dessero un loro contributo con aneddoti, episodi, ricordi o immagini di ogni tipo che lo riguardino.

 

 

È si caro Piero, Maestro ci sei diventato e questo era sicuramente uno degli obiettivi più importanti della tua vita… e infatti ci hai lasciato pochi anni dopo aver ottenuto il tanto agognato diploma. Eravamo insieme a Napoli: tu dovevi fare il diploma io l’ottavo anno, e in quei giorni di settembre la sera facevamo indimenticabili passeggiate con Antonella ed Enrico nei vicoli e nelle piazzette dei suggestivi quartieri Spagnoli. E che cenetta il giorno prima dell’esame in quel posto incantevole che ci aveva consigliato uno del posto.

Alle tradizionali tombolate natalizie a casa del Maestro D’Amario con tutti i suoi allievi non mancavamo mai: gioco, musica, risate e cibo in quantità. Certo quella volta che insieme a Fabio, Claudio e Marcello volevate far passare in un gioco a quiz il gingerino come alimento per colazione e il Wolf come animale domestico è passato alla storia. Un giorno proprio durante una di queste feste mi dicesti “dobbiamo fare qualcosa di importante”, ancora oggi quelle parole sono rimaste per me estremamente in bilico tra precognizione ed ermetismo ma le conservo sempre dentro come forte impulso creativo.

Non potevi certo mancare alla festa che ho fatto per il mio diploma e anche lì risate, grazie anche alle indimenticabili performance di Fabio, e musica, con le infinite improvvisazioni con gli strumenti etnici più disparati, non sono mancate. E ancora la gustosa carciofolata fatta dalla cara Maria Grazia a Velletri: quando ci hai accompagnato alla macchina, il tuo pollice all’insù ad indicare l’ok per poter effettuare l’inversione a U è stato veramente rassicurante.

Parlavamo spesso di chitarra e tu per primo mi facesti capire l’importanza dei legni nella realizzazione dello strumento e la differenza tra le chitarre di liuteria e quelle industriali.

E poi cinema: la tua passione smisurata per il film Blade Runner (…padre dammi la vita) e insieme con Francesco abbiamo visto, dietro tuo consiglio, La cosa con l’ immancabile colonna sonora del nostro caro Morricone.

Dopo l’estate pianificavamo le scuolette (così chiamavamo tutte quelle scuole o associazioni musicali non statali che organizzavano corsi di chitarra) e quando eravamo saturi di impegni ce le scambiavano con reciproca fiducia. Ricordo il modo amorevole e magico con cui riuscivi a entrare in contatto con i tuoi allievi: gli parlavi oltre alla musica della tua vita, dalla tua passione per la pesca e loro ti seguivano con grande emozione e continuavano a suonare la chitarra coinvolti sempre più dalla tua unica umiltà ed umanità e sei rimasto dentro di loro per tutta la vita.

Certo che “no” riuscivi a dirlo poche volte e questa cosa ci sconcertava un po’ a tutti noi che ti conoscevamo: trovare una persona così disponibile è cosa veramente difficile.

Ci siamo visti l’ultima volta al saggio di Albano e lì mi parlasti di quella tua strana febbretta, poi le cose andarono come andarono ma una cosa è certa: tu qualcosa d’importante l’hai sicuramente fatta.

Grazie Piero, ciao.

 

 

 

 

Francesco Russo