Questo pomeriggio, su iniziativa del
Sindaco, dott. Manfredo Eramo, si è tenuto all’incirca alle ore 16:30,
presso la sala consiliare del Comune di Ortona dei Marsi, un incontro
dibattito sul tema le energie rinnovabili, ponendo l’attenzione sulla
realizzazione di impianti a biomasse, in modo particolare su quello che
dovrebbe essere realizzato in località Carrito di Ortona.
Infatti, si legge nell’ordinanza
sindacale n. 1 del 03.06.2015, pubblicata all’albo pretorio telematico
del Comune, con la quale viene ordinata la sospensione del procedimento:
- che in data 02.03.2015 con prot. n. 453
con procedura PAS (Procedura Abilitativa Semplificata) è stato
depositato il progetto di realizzazione di un impianto di gassificazione
a biomassa per alimentazione di un generatore di energia elettrica da
200 kW in fraz. di Carrito da parte della soc. Bioenergy scarl con sede
in San Benedetto dei Marsi.
- che con atto prot. n. 1190 del
22.05.2015 è stata convocata la Commissione Ambiente dell’Ente per
esprimersi sul progetto de quo;
- che, come rilevasi dagli atti della
commissione ambiente tenutasi in data 28.05.2015 presso la sede
dell’ente comunale, risulta necessario ed urgente approfondire l’aspetto
tecnico del progetto da parte di esperti in materia in ordine alle
ricadute per quanto concerne emissioni in atmosfera ed agli effetti che
le stesse possono avere sull’ambiente naturale del territorio come
manifestato per le vie brevi da numerosissimi cittadini residenti e non
da cui è generato forte allarme per la realizzazione del progetto circa
potenziali rischi per la salute pubblica.
Pertanto, la partecipazione al convengo
da parte della cittadinanza, non solo di Ortona ma soprattutto degli
abitanti delle frazioni di Carrito, Cesoli e Rivoli, alcuni tornati
appositamente, è stata molto, molto ampia, per avere maggiori e più
precise informazioni nonché risposte sul progetto per le variegate e
notevoli ripercussioni che esso può avere per la popolazione e per il
territorio del Comune di Ortona.
Il Sindaco alle ore 16:30 dà inizio ai
lavori al quale intervengono come esperti del settore l’ing. Claudio
Padoan e l’Ing. Maurizio Urbani che ha partecipato alla riunione della
Commissione Ambiente del 28 maggio 2015 in qualità di membro esperto e
al quale è stato richiesto di rimettere un parere sul progetto
presentato dalla ditta Bioenergy.
Il Sindaco presenta e ringrazia l’ing.
Padoan, uno dei maggiori costruttori di motori a biomasse di aver
accettato l’invito per discutere di un impianto di soli 200 kW e dei
danni che può provocare all’ambiente ed alla salute.
Precisa, affinché l’incontro non si
trasformi in una bagarre, che non si tratta di un’assemblea popolare -
politica bensì di un convegno scientifico, pertinente al problema:
motori a biomasse.
Il Sindaco si augura che si esca dal
convegno con le idee più chiare, egli stesso dichiara di non essere
competente in materia e vuole capire per esprimersi in un senso o
nell’altro.
Spiega che la soc. Bioenergy ha
presentato un progetto il 2 marzo 2015 per realizzare un impianto a
biomasse in località Carrito di Ortona dei Marsi e il sito è stato
prescelto poiché sullo stesso insiste già una cabina elettrica che può
assorbire le energie che verranno prodotte.
Il Sindaco aggiunge che sul progetto
manca ancora il parere della ASL e del Genio Civile, (per inciso la
ditta presente interviene e dichiara che la Asl ad oggi si è espressa),
e ribadisce ancora che l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto
non c’è mai stata e quindi il silenzio assenso non si è mai concluso. La
procedura è stata bloccata dall’Architetto; egli stesso ha emanato
un’ordinanza sindacale di sospensione perché ci poteva essere un rischio
per la salute pubblica. Inoltre il giorno 28 maggio 2015, in sede di
Commissione Ambiente, è stato chiesto all’ing. Maurizio Urbani, invitato
come parte terza ed esperto, di rimettere un parere sul progetto e in
data 16 giugno 2015 l’ing. Urbani ha posto una serie di questioni
tecniche che sono indispensabili per rilasciare un parere completo e
definitivo sul progetto di impianto da realizzare.
Il Sindaco ribadisce che ad oggi
l’Amministrazione non ha ancora deciso perché la questione è molto
delicata. Quello che interessa sapere e che vuole emerga dal convengo in
termini chiari è se l’impianto inquina o meno e se lo stesso impianto
che utilizza “cippato solido verde” (il materiale da cui si produce
energia) può essere trasformato per utilizzare altro materiale
inquinante.
Si augura che alla fine del convegno si
abbiano delle idee più chiare.
L’esperto, ing. Claudio Padoan, cui viene
data la parola, si presenta: è originario del Veneto, di Chioggia, e si
occupa di energie rinnovabili da quindici anni e spera di poter fornire
utili riferimenti.
Spiega che una fonte di energia
rinnovabile è una fonte energetica che ha un tempo di sfruttamento
confrontabile con il tempo necessario a quello in cui si riproduce. Ci
dice che le biomasse possono essere solide, liquide, gassose e
provenienti da rifiuti e sono normate da vari decreti legislativi.
Spiega che la richiesta di un impianto di cippato vergine non riguarda
l’area dei rifiuti. Se le biomasse sono normate come prodotti o sotto
prodotti non utilizzano i rifiuti e se la ditta dichiara che non può
utilizzare i rifiuti essa non può farlo e ci sono degli organismi
preposti al controllo.
Spiega che il motore termico è molto
simile al diesel o a quello a benzina con l’utilizzo di bio metano.
L’impianto che è stato prospettato nel nostro Comune serve per produrre
un syngas (o gas di sintesi) che si ottiene dalla combustione di
quantità di carbonio povero contenuto nel materiale legnoso (cippato –
ramaglie o parti arboree legno cellulosa).
Nell’esprimere il proprio parere
sull’inquinamento prodotto illustra alcuni impianti a legno cippato
realizzati a Correggio (RE) dove si prevede lo sminuzzamento del cippato
per poterlo gassificare, attraverso un processo di combustione che serve
a muovere il motore e da cui si producono energia e ceneri. Si tratta di
impianti di cogenerazione che dalle biomasse generano non solo energia
elettrica ma anche energia termica.
Mentre in Germania, nella bassa Sassonia,
a 50 km dal Brennero, vengono utilizzati degli impianti di
termoreforming nei quali la produzione di syngas è spinta usando al
massimo le quantità di carbonio e cercando di ridurre la produzione di
ceneri.
L’ing. Padoan, per rispondere alla
domanda specifica sull’inquinamento, spiega che i livelli di emissioni
inquinanti sono stabiliti dalla legge e sono legati all’impianto. La
certificazione è fatta dal costruttore. In genere con una torre di
lavaggio (scrauber) la parte pesante va in fondo, quella più volatile va
nell’atmosfera. La previsione della torre rende l’impianto più
tranquillo: solo se supera il limite di legge può inquinare. La
tecnologia dell’impianto è sostanzialmente povera.
Alla domanda se deve esserci una distanza
tra l’impianto ed il centro abitato risponde che i limiti sono dettati
dai regolamenti locali e non conoscendo quelli di questa zona non può
dare una risposta più esatta.
Precisa, inoltre, che la GSE S.p.A.
(Gestore Servizi Energetici) prima di dare il suo contributo per la
produzione di energia da fonti rinnovabili deve verificare la
provenienza dei materiali attraverso apposita certificazione.
Interviene la dott.ssa Eramo Giuliana per
sottolineare come l’interesse dell’assemblea è quello di capire le
caratteristiche dell’impianto che è stato proposto per Carrito.
La parola viene data all’Ing. Maurizio
Urbani, che si presenta fornendo la propria qualifica di ingegnere
nucleare e di fisico sanitario, precisando che si occupa di ambiente e
di energia: è stato, infatti, consulente SOGIN, responsabile di impianti
di energia in ENEL e D.G. di ENEA (che vanta brevetti per la costruzione
di impianti di gassificazione), nonché grande conoscitore del
territorio della Valle del Giovenco.
L’Ing. Urbani prima di illustrare le
proprie osservazioni sul progetto di impianto a biomasse per il quale è
stato chiamato a fornire un parere qualificato, brevemente sottolinea
l’importanza dell’approccio della produzione di energia da fonti
rinnovabili e della efficienza energetica. Fornisce alcuni dati
significativi. Nel mondo ci sono 7,3 Md di persone, l’1 per cento
guadagna più del 99 per cento. Oggi un miliardo di persone vive con meno
di 1,2 dollari al giorno, 1,3 miliardi vive senza energia elettrica, 2,3
miliardi si cucina con le biomasse dentro casa. Nell’Africa sahariana
6,20 milioni di persone non hanno accesso ai servizi elettrici e
utilizzano biomassa. Nel 2040 il fabbisogno di energia sarà del 40 per
cento in più rispetto a quello attuale e sarà strettamente correlato al
tema del cambiamento climatico. Comporterà, infatti, un incremento della
temperatura terrestre di 3,6 °C che sarà una catastrofe in quanto intere
popolazioni si dovranno spostare non per motivi politici ma per poter
sopravvivere. Per questo si sta lavorando affinché il limite del
riscaldamento terrestre non superi il 2 per cento che è un limite
sostenibile.
L’Ing. Urbani ci dice che è ovvio che
nessuno vuole qualcosa di pericoloso o inquinante nel proprio giardino
ma bisogna avere una coscienza complessiva. Racconta come in Normandia,
dove stavano costruendo un gassificatore il sindaco, alla domanda se
poteva opporsi alla sua costruzione, rispose che non poteva in quanto
glielo chiedeva la Francia. Da noi, per il caso di specie, non possiamo
dire “ce lo chiede l’Italia”. Da tecnico e da cittadino si sente di
affermare che nel nostro paese manca la credibilità. Le energie
rinnovabili sono per principio positive ma tutto dipende da come le si
usano. Cosa si penserebbe se si mettessero pale eoliche sul Gran Sasso o
pannelli fotovoltaici sul Colosseo? Tutti direbbero che ci sarebbe un
forte impatto ambientale e anche su questo argomento le stesse
associazioni ambientaliste non hanno la stessa opinione.
L’ing. Urbani passa a parlare del
progetto dell’impianto a biomasse da realizzare a Carrito. Spiega che la
Commissione ambiente del 28 maggio 2015 gli ha chiesto una valutazione
tecnica della compatibilità ambientale del progetto. Ma la compatibilità
ambientale va definita. Quindi per poter esprimere un parere ha fatto
richiesta di accesso agli atti ed ha acquisito in data 12 e 15 giugno
gli elaborati del progetto. Il 16 giugno ha rimesso al Comune le prime
valutazioni rispetto a quanto richiesto dalla normativa tecnica per un
impianto di 200 kW. Egli spiega che, nella nota del 16 giugno rivolta al
Comune, c’è anche un elenco di questioni e di ulteriori elementi che
vanno forniti, necessari per la formulazione di un parere esaustivo e
definitivo. Egli chiarisce che se nel progetto vengono riportate le
concentrazioni di inquinanti rispetto alla normativa, ma non sono
riportati poi i flussi di massa e portata e temperature non è possibile
esprimere compiutamente un giudizio. Aggiunge che la Giunta Regionale
d’Abruzzo ha emanato una delibera, la n. 931 del 28.12.2012, che fissa
gli elaborati necessari per questo tipo di procedimento.
Inoltre, per ribadire l’importanza dello
studio di impatto ambientale cita un passo tratto dell’Enciclica
“Laudato-Si” di Papa Francesco in cui il Pontefice afferma che “La
previsione dell’impatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e
dei progetti richiede processi politici trasparenti e sottoposti al
dialogo, mentre la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di
un progetto in cambio di favori spesso porta ad accordi ambigui che
sfuggono al dovere di informare ed a un dibattito approfondito. Uno
studio di impatto ambientale non dovrebbe essere successivo
all’elaborazione di un progetto produttivo o di qualsiasi politica,
piano o programma. Va inserito fin dall’inizio e dev’essere elaborato in
modo interdisciplinare, trasparente ed indipendente da ogni pressione
economica o politica. Dev’essere connesso con l’analisi delle condizioni
di lavoro e dei possibili effetti sulla salute fisica e mentale delle
persone, sull’economia locale, sulla sicurezza. I risultati economici si
potranno così prevedere in modo più realistico, tenendo conto degli
scenari possibili ed eventualmente anticipando le necessità di un
investimento maggiore per risolvere effetti indesiderati che possano
essere corretti. È sempre necessario acquisire consenso tra i vari
attori sociali, che possono apportare diverse prospettive, soluzioni e
alternative. Ma nel dibattito devono aver un ruolo privilegiato gli
abitanti del luogo i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e
per i propri figli, e possono tenere in considerazione le finalità che
trascendono l’interesse economico immediato. Bisogna abbandonare l’idea
di ‘interventi’ sull’ambiente, per dar luogo a politiche pensate e
dibattute da tutte le parti interessate. La partecipazione richiede che
tutti siano adeguatamente informati sui diversi aspetti e sui vari
rischi e possibilità, e non si riduce alla decisione iniziale su un
progetto, ma implica anche azioni di controllo o monitoraggio costante.
C’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e
politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno
dalla legislazione.”.
L’Ing. Urbani rende noto che la
descrizione dell’intervento che è stata depositata agli atti del Comune
in data 2 marzo 2015 è diversa da quella che lui ha ricevuto e che la
ditta, dopo la richiesta di accesso agli atti, ha fornito al
Responsabile del Procedimento, e la differenza è sostanziale. Spiega che
il punto di viraggio per l’applicazione della normativa in materia è il
cosiddetto “Megavattore termico”: se si è sotto un certo livello le
emissioni non sono significative, se si è sopra quel livello le
emissioni diventano significative e intervengono l’A.R.T.A. e Provincia
e ci si deve confrontare con le norme regionali. Negli atti i dati non
sono coincidenti.
Interviene poi la sig.ra Maria Pia
Pullano, amministratrice della ditta che ha presentato il progetto, che
subito dice di non aver mai dato l’accesso agli atti, aggiunge che la
ditta che rappresenta lavora nella massima legalità e che l’impianto ha
un costo elevato e che il motore si romperebbe se si dovesse utilizzare
del materiale diverso dal cippato.
Su questo punto l’Ing. Padoan spiega che
l’utilizzazione di rifiuti non è compatibile con la tipologia della
macchina. Si bloccherebbero gli iniettori, si creerebbero condizioni di
tipo vischioso che non consentirebbero il regime normale dell’impianto.
Interviene poi la dott.ssa Eramo che
chiede all’Ing. Urbani di usare un linguaggio accessibile all’utenza e
spiega che l’ingegnere ha redatto una relazione tecnica sulla base della
documentazione che gli è stata fornita e ha rilevato una differenza che
porterebbe ad un’altra procedura e lo invita a leggere la sua relazione.
L’ing. Urbani chiarisce solo che la
documentazione trasmessagli è carente per poter arrivare ad un parere,
per cui al momento ha fornito solo una risposta “interlocutoria
negativa” avendo bisogno di ulteriori chiarimenti.
Interviene poi il dott. Marco Passante,
consulente di Bioenergy, che ha coordinato la formazione del progetto.
Egli dice che nessuno ha sollevato una specifica mozione sulla
violazione degli articoli di legge che regolano questa materia. Ma
prontamente gli viene ribadito dall’ing. Urbani che la delibera di
Giunta Regionale n. 931 del 28.12.2012 non è mai stata citata nella
documentazione prodotta.
Interviene poi, dal pubblico, l’ing. Gino
Taglieri che osserva come il convegno si dovesse tenere prima e che
mancano alcuni passaggi propedeutici all’autorizzazione. Ma egli vuole
soprattutto porre l’attenzione sul fatto che si parla genericamente di
biomasse. L’Ing. Urbani interviene e spiega che il decreto
prevede biomassa vegetale vergine e sottoprodotta dall’agricoltura
vegetale o biomassa sottoprodotta da lavorazione forestale, bosco,
ramaglie ecc. Nel progetto si fa riferimento al cippato UNIEN14 che è il
migliore e consente di ottenere più contributi da parte del gestore.
Inoltre nel progetto non emerge se il materiale da utilizzare arriva già
cippato o se va invece fatta la cippatura sul posto. Questo aspetto è
importante in quanto se il cippatto viene fatto sul posto occorre anche
una relazione di impatto acustico.
L’ing. Gino Taglieri spiega che
l’impianto dovrebbe essere realizzato a 150 metri da casa sua e chiede
perché non venga delocalizzato e il sindaco risponde che non è possibile
perché nel sito prescelto c’è la centrale elettrica.
Non si tiene l’intervento del
rappresentante del WWF Abruzzo che avrebbe fornito ulteriori chiarimenti
sul progetto in argomento e il cui parere è disponibile in Internet.
Il Sindaco lascia l’assemblea dicendo che
dal dibattito è emerso che ci sono carenze nel progetto, ma non dice
cosa farà l’Amministrazione.
Il dibattito, in ogni caso continua,
perché i presenti, sempre numerosi, vogliono sapere.
Interviene di nuovo la dott.ssa Eramo che
spiega, da un punto di vista tecnico giuridico, di aver chiesto ed
ottenuto, con accesso agli atti, la documentazione intercorsa tra
l’Amministrazione e la ditta, ma che non vi è alcun atto interruttivo
del silenzio assenso che nel caso di PAS (Procedura Abilitativa
Semplificata), prevista dall’art. 6 del decreto legislativo n. 28/2011,
una volta formatosi equivale ad autorizzazione. Spiega che affinché si
interrompa l’Amministrazione deve fare contestazioni formali precise
alla ditta. Solo così si interrompono i termini e riparte poi un tempo
più lungo. Siccome non vi sono atti di questo tipo, il silenzio assenso
si è formato. Solo dopo che si è riunita la Commissione ambiente il 28
maggio 2015 è stata inviata alla ditta una mail tardiva.
Prende la parola l’Arch. Ruggeri, quale
responsabile del procedimento, che spiega come l’intervento sia stato
sottoposto a procedura PAS, ma che alcuni documenti per il completamento
dell’istruttoria sarebbero stati consegnati successivamente. Egli dice
che il silenzio assenso non si è formato per stessa ammissione della
ditta.
Spiega che nel progetto fornito dalla
ditta su CD da trasmettere all’Ing. Urbani dopo la sua richiesta di
accesso agli atti, il documento di compatibilità ambientale non era
presente perché la memoria del CD era insufficiente e quindi ne ha fatto
una copia da quello allegato al progetto cartaceo depositato il
02.03.2015 al Comune.
La dott.ssa Eramo interviene dicendo che
il silenzio assenso invece si è formato trascorsi trenta giorni dal
deposito del documento iniziale, altrimenti l’impresa non avrebbe avuto
titolo a fare la comunicazione di avvio dei lavori. Ora occorre un
provvedimento di autotutela da parte dell’amministrazione, se ha
rilevato delle incongruenze, e che toglie alla ditta il diritto di
costruire.
Questa può rivalersi in via legale per
ottenere il risarcimento del danno che ha subito. Dal punto di vista
della responsabilità degli amministratori si tratta di danno erariale.
Interviene Fabrizio Taglieri che si dice
assolutamente contrario alla realizzazione del progetto.
Interviene di nuovo l’ing. Taglieri che
cerca di concludere il suo intervento spiegando che non si è contrari a
priori alla realizzazione dell’impianto, quanto è invece importante
capire e conoscere per poter farsi un’opinione più chiara sul progetto.
Egli dice che la normativa consente di utilizzare anche il combustibile
solido secondario che è compatibile con le biomasse e quindi
nell’impianto si può mettere anche la plastica. Ci si domanda dove si
possa trovare tutta la legna necessaria per far funzionare l’impianto e
mantenerlo a regime e, quindi, se non la si trova cosa si mette a
bruciare. Ed ecco che si teme che possano essere utilizzate le eco
balle: se, infatti, occorre garantire un rendimento minimo del 25%
mancando la materia prima è possibile utilizzare il materiale che è
compatibile con la legge.
Dal dibattito si evince come l’argomento
sia estremamente complesso e che l’Amministrazione avrebbe dovuto
interessare per tempo la popolazione affinché potesse farsi una
opinione, non necessariamente contraria, e tale da poter fornire anche
un fattivo contributo sul progetto. L’argomento è stato trattato
prevalentemente sotto l’aspetto delle eventuali ripercussioni negative e
dunque dei costi in termini di salute e ambiente che, una volta
realizzato l’impianto, graverebbero sull’intera collettività e su tutto
il territorio del Comune dove, l’unica risorsa che rimane per evitare il
completo abbandono della valle, è proprio l’ambiente salubre. Avremmo
voluto, inoltre, che qualcuno ci spiegasse anche se ci fossero possibili
benefici per la comunità dalla realizzazione di tale progetto.
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