UNA STAGIONE TANTO ATTESA

Con l’estate ortonese si condividono moltissime emozioni, peccato che passi in un attimo.

 

La aspetti per un intero anno, finalmente arriva, velocemente trascorre… è l’estate ortonese, periodo di rinascita per il nostro piccolo borgo, dopo mesi di triste e silenzioso letargo.

L’inizio dei lavori nei campi, i pochi ancora coltivati, le giornate oramai allungate e le temperature miti preannunciano la bella stagione.

Nei mesi di giugno e luglio, Ortona è incantevole, ma, soprattutto è ancora “nostra”, perché non c’è grande caos, assaporare questa fase di transizione, vi assicuro, è un peculiare privilegio: lunghe passeggiate pomeridiane, schiamazzi felici di bambini liberi di giocare fino a tarda ora, la sera, poi, scendendo da Sulla Villa, puoi ammirare Ortona di notte, è una meravigliosa cartolina che già ti fa pregustare la lunga serata in piazza che vorresti non finisse mai!

Con il trascorrere dei giorni, si arriva proprio al cuore dell’estate, il mese di agosto, il paese si riempie non solo di ortonesi emigrati, ma anche di numerosi turisti che non hanno le nostre origini, ma che, ammaliati dal piccolo borgo, vi ritornano per le vacanze oramai da molti anni, e, noi “veraci”, li consideriamo paesani.

Senza accorgersene, si arriva al ferragosto, la popolazione ortonese, da sempre molto devota alla Madonna di Sulla Villa, attende con ansia il 14 e il 15 per i festeggiamenti, che, lo scorso anno, a seguito dei danni provocati dal sisma del 6 aprile alla chiesetta della frazione, hanno subito dei cambiamenti, ma la processione, con la discesa della Madonna ad Ortona, si è svolta regolarmente e con il dovuto rispetto nei confronti di chi, in quella terribile notte, ha perso tutto.

Oramai consolidata è la tradizione della “notte bianca, per l’infiorata dell’Assunta”, tante ore di piacevole lavoro insieme, per preparare un tappeto colorato per Lei.

E’ proprio una notte magica, senti un continuo e insolito schiamazzo fino alle sei, anche sette del mattino, orario in cui, i pochi rimasti, completano l’opera. Dopo qualche ora, già vedi la statua della Madonna, portata in spalla, risalire lungo via Roma, passando su quel meraviglioso gioco di colori.

Settembre incalza, già si deve iniziare a pensare alle feste, alle Mammocce da realizzare, i preparativi fervono, i giorni si rincorrono e trascorrono in fretta.

È straordinario e quasi rassicurante, constatare quanto i nostri giovani siano rispettosi delle tradizioni del paese, la loro sentita partecipazione è la conferma di questo forte legame. La mattina dell’8 settembre, di buon’ora, già li puoi trovare “da Alfonso” a consumare una ricca e nutriente colazione a base di uova sode, fichi e marsala, ma poi seguono anche la funzione religiosa, partecipano all’asta, vanno in processione con l’abito più elegante che hanno, se poi riescono ad avere il privilegio di portare in spalla la statua della Madonna delle Grazie, alla loro gioia, si unisce una meritata soddisfazione.

Inizia lo sparo, che, come ha scritto il nostro caro amico Vincenzo, “non è denaro bruciato, ma è un brivido d’orgogliosa emozione che ti scorre lungo la schiena”, sicuramente, lo scorso 8 settembre, mentre lo ascoltavamo, in silenzio, il nostro pensiero andava agli Angeli del terremoto e al ricordo di quel terribile 6 aprile.

Questi tre giorni di festa, i più belli e attesi dell’anno, trascorrono in fretta, preannunciano la fine di un  periodo vivo per Ortona, adesso, impotenti, assisteremo per l’ennesima volta al rispopolamento del nostro paese, brucia la Mammoccia, finisce l’artifizio della notte, è già il 9 settembre!

 

                                                                                                                                                           Silvia