LA TORRE STA SOFFRENDO

La nostra torre ha bisogno di cure immediate, non lasciamola morire.

 

La scorgiamo non appena svoltiamo alla curva del “chilometro” mentre ci avviciniamo ad Ortona. E’ lì, imponente, che domina il paese, baluardo della valle intera che si apre ai suoi piedi.

La guardiamo e, mentre le case si fanno sempre più vicine, la riconosciamo come nostra, sappiamo che ci appartiene come la storia che i suoi resti raccontano.

È la torre medievale che si erge nel punto più alto di Ortona ed è una delle numerose bellezze artistiche di cui è ricco il nostro paese.

Costruita nella prima metà del milleduecento, essa servì da distaccamento per le truppe e svolse la funzione di vedetta di segnalazione poiché Ortona, in epoca medievale, fu un importante presidio strategico a controllo del passo tra la valle del Fucino e quella del Sagittario e l’intero feudo appartenne in questa epoca a differenti nobili casati.

È lì da così tanto tempo che spesso, come accade per le cose che abbiamo sempre sotto mano, cui siamo abituati, ne dimentichiamo il valore e l’importanza.

E, invece,  nonostante l’usura degli anni ha trasformato l’originario apparato murario, vi si respira un’aria di antico, lì l’immaginazione corre e, come in flash back, si ha l’impressione di essere catapultati in un'altra epoca, di ascoltare il nitrito dei cavalli, gli ordini impartiti ai soldati, il palpitare della vita che scorreva per le numerosissime persone che vivevano all’interno della cinta muraria.

 

Non possiamo dimenticare, poi, che, da sempre, la torre è stata un polo di attrazione per i bambini, non solo per quelli che dimoravano nei suoi pressi ma anche per tutti gli altri che abitavano in altri punti del paese; era usuale recarvisi per giocare con tanti posti utili per nascondersi, con tanto spazio per correre, con tanti muretti su cui camminare e sfidarsi, il posto ideale per inventare i giochi più strani.

 

Da ragazzi è stata il luogo dove sono nati i primi amori; da adulti è diventata meta di passeggiate, quando si è disposti a sopportare la fatica della salita pur di poterla raggiungere e deliziarsi di fronte al paesaggio mozzafiato che le si apre d’intorno; spingersi fino alla croce, lì posizionata in ricordo di una missione popolare intorno alla metà del XX secolo, per lasciarsi accarezzare e, talvolta, anche strattonare dal vento che vi soffia costantemente.

 

La torre è, tuttavia, oggi una anziana signora, ultra centenaria, malata, che, pian pianino, comincia a mostrare i segni del tempo che passa anche per lei.

Già diversi anni fa ci sono state delle avvisaglie che preannunciavano il suo cagionevole stato di salute: alcune pietre, staccatesi dalla parte superiore della rocca, sono scivolate e hanno colpito delle persone che transitavano nella strada sottostante.

Per salvaguardare la pubblica incolumità è stata posta una recinzione di plastica a bande rosse e bianche che, puntualmente, è stata rapidamente rimossa perché la torre è di tutti e non le si può impedire l’accesso.

Uno sguardo più accurato ci mostra pietre sconnesse sull’edificio circolare, sui muri di cinta, altre che mancano e che troviamo accumulate sul terreno circostante, fori e aperture che prima non esistevano. 

L’attuale stato di invecchiamento della torre trova la sua spiegazione nel  fatto che la malta che lega le pietre che ne costituiscono l’apparato murario si va deteriorando.

Essa, dopo così tanti anni, messa a dura prova dagli agenti atmosferici, neve e gelo in special modo,  si frantuma e quindi viene meno la sua capacità di legante dei vari elementi lapidei.

Urgono cure urgenti ed immediate: piccoli interventi di consolidamento volti ad impedire il distacco delle pietre, posa di malta sulla sommità dei muri di cinta e dei merli per impedire all’acqua di penetrare riducendo in tal modo le infiltrazioni, estremamente subdole.

 

Ci domandiamo allora come è possibile che, se la torre è nostra, questa malata venga lasciata in balia di se stessa, senza cure e senza porre in essere azioni per soccorrerla.

Purtroppo, da un punto di vista giuridico, la torre non appartiene al patrimonio del Comune di Ortona dei Marsi, il legittimo proprietario è un privato che, anni addietro, l’ha acquistata, a sua volta, da un privato e che, come tale, può disporre liberamente della sua proprietà.

 

Gli ortonesi, residenti e non, non sono affatto contenti di questa situazione, temono che la torre venga demolita, sia per volontà dell’uomo sia come conseguenza dello stato di abbandono in cui versa, perciò, ben volentieri, hanno condiviso l’iniziativa promossa dall’Associazione Marsicana Giovenco di riappropriarsi del simbolo di Ortona.

Numerose sono state le persone che hanno sottoscritto la petizione, rivolta ai legittimi proprietari e all’Amministrazione Comunale, finalizzata al recupero di questo importante monumento allo scopo di riconsegnarlo al patrimonio culturale pubblico del paese.

 

L’amore che tutti noi nutriamo per la torre ci fa sentire, come se lo vivessimo sulla nostra pelle, il grido di dolore che da essa promana per le numerose ferite e lesioni aperte che la stanno condannando, lentamente, verso una fine crudele.

Ci auguriamo che l’Amministrazione Comunale intraprenda tutte le azioni in suo potere per acquistare, dagli attuali proprietari, la torre affinché, divenuta anche legittimamente degli ortonesi, possa essere restaurata, nonché quelle necessarie per verificare se lo stato in cui attualmente si trova possa costituire un pericolo per la pubblica incolumità.

Speriamo d’altro canto che, i legittimi proprietari, a loro volta, capiscano quanto la torre sia un bene degli ortonesi e siano disposti a restituirla alla comunità e, nel mentre, pongano in essere qualche pur minimo intervento per il consolidamento della stessa.

 

                                                                                                                                                           Tiziana