UNA SERATA RICCA DI FASCINO

Il 16 agosto 2008 la Confraternita Madonna delle Grazie presenta il libro: “Un luogo, un popolo, la Confraternita”.

 

Nel suggestivo scenario del Sagrato della trecentesca Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, si è svolta la presentazione del Libro “Un Luogo, un Popolo, la Confraternita”.

La manifestazione, organizzata dalla ricostituita “Confraternita Madonna delle Grazie”, dopo la presentazione dell’attuale Priore, Vero Fazio, ed alla presenza di un folto ed interessato pubblico, ha visto un mio intervento e quello dei seguenti Relatori : Enrico Partemi, Laura Margherita Volante, don Antonio Pecce e Ferdinando Mercuri.

Anima ed atmosfera essenziale dell’avvenimento sono state la proiezione di particolari scorci e la lettura di versi di alcuni Poeti del luogo.

Il tutto dedicato ad Ortona dei Marsi ed alla memoria storica delle sue Genti.

Il Libro, che apre con la Presentazione di Vero Fazio, Priore della Confraternita e la Prefazione di don Antonio Pecce, esplode nella sua bellezza mediante l’artistico contributo di giovani Ortonesi. In particolare,  per i testi, Vincenzo Buccella, Francesca Di Benedetto, Letizia Del Capraro, Tiziana Di Iacovo, Marina Eramo, Anna La Torre, Silvia Puglielli, Antonella Troiani; per le immagini, Saverio Taglieri, Giulio Maggi, Maurizio Urbani, Luca Crisi, Antonella Troiani.

Desidero riportare di seguito il mio intervento, quale omaggio alla “nostra” Marsica e ad Ortona dei Marsi in particolare.

 

“Rivolgo il mio più affettuoso saluto a tutti gli Ortonesi; a quelli presenti, a quelli assenti e a coloro che hanno Ortona nel cuore e nella mente. Ed un ringraziamento a Vincenzo Buccella, delicato e sensibile Poeta, ed a Vero Fazio, Priore della Confraternita, cui mi legano oltre 40 anni di analogo “servizio con le stellette”, che mi hanno coinvolto in questo compito, arduo ma graditissimo e che spero di ben interpretare.

Ho letto, immedesimandomi, il Libro che questa sera si presenta. Il titolo stesso, i testi e le immagini, ben racchiudono il senso ed il profondo significato che vogliono evidenziare e trasmetterci : “La nitida impronta di identità e continuità storica che tutti gli Ortonesi sentono, coltivano ed esprimono nei riguardi del loro Paese”.

E desidero sottolinearlo anch’io – perché l’ho percepito e respirato ieri, durante una mia breve visita qui in Paese - …ecco, dicevo, desidero sottolinearlo anch’io l’attaccamento degli Ortonesi alle proprie radici, alla propria Terra.

 

Del libro mi ha colpito in particolar modo, il passaggio che l’amico Vero Fazio ha inserito nella Presentazione, e che recita grosso modo così : “Il libro non vuole essere un saggio su un antico borgo o una guida turistica. Esso è una raccolta di immagini e di sentimenti. Sentimenti dettati da una chiara connotazione universale perché riconducibili a qualsiasi altro luogo caro a colui che si accinge alla lettura…” E mi ha colpito altresì il pudore dei Poeti che non hanno apposto la firma ai loro versi a corredo del Libro. Ecco, questo incipit e questo “pudore” evidenziano quella emozione che si prova quando la mente ed il cuore ti riportano alla tua Terra ed alle persone a te care. Ed i ritmi di quei ricordi risuonano e scandiscono il tuo presente ed il tuo futuro. E ribadiscono il tuo “essere” ed il tuo divenire.

Ricollego questo impegno della Confraternita, così ben teso a creare tessuto sociale e senso dell’etica e dell’appartenenza fra gli Ortonesi, a quel sentimento universale (- chiaramente per chi lo coltiva - ) ben definito da Dostoevskij con la parola “Pocva”. Ovvero “attaccamento al suolo materno”. Attaccamento alla propria Terra.

Ed io, Sardo, legato dal 1964 al vostro-nostro Abruzzo, a questa Marsica dove tutti noi insistiamo -  e perciò anche al vostro Paese - … Ecco, dicevo, conosco, perché alimento, questo comune legame. E così, come tutti Voi, mi emoziono nel ricordo dei profumi, dei colori, dei sapori, dei suoni della mia Terra.

E con orgoglio posso affermare di non sentirmi estraneo qui da Voi.

Il Vostro pane non sa di sale…Sento, perché è vivo in Ortona il senso dell’identità.

 

Il libro, con immagini, descrizioni e percorsi, è una vera e propria guida spirituale. Una traccia alla ricerca ed al ritrovare se stessi nei vicoli, nei portici, nelle “ruve”, nei campi. Un condividere con i propri compaesani l’emozione di un legame indissolubile.

Ed i versi poetici, cornice essenziale ed arricchente di questo volume, risuonano del tema siloniano “La fatica del lavoro”: quel lavoro che ti spezza la schiena e che odora di sudore. Quel lavoro che lacrima sale.

Ma che tiene fermo, nello sguardo, il candore, la serenità ed il giusto orgoglio del Vostro animo.

E’ il luogo della memoria e del divenire questo splendido volume. Agli Autori bisogna esprimere il nostro più sentito e condiviso grazie. E proseguire in queste attività perché, permettere che il silenzio possa cancellare o rendere meno chiare le orme di coloro che hanno lasciato segno nel Vostro Paese, sarebbe un atto imperdonabile e oserei dire quasi “colpevole”.

Concludo con un saluto ed un grazie, ribadendo che in Ortona dei Marsi è nitida e chiara l’impronta dell’etica e dell’appartenenza”.

 

                                                                                                                                                           Beniamino Agus

 

 

su Alcuni Momenti le foto della manifestazione