povera piazza!

La nostra piazza non è più quella di una volta. Speriamo di rivederla presto bella e incantevole come è sempre stata.

 

Sono molti mesi, troppi, che, mentre scendo la scalinata di Piazza S. Giovanni Battista, provo un senso di abbandono e di profonda tristezza nel guardare lo stato desolante in cui versa la mia amata piazza.

 

I lavori di rifacimento di piazza S. Giovanni Battista si sono svolti nel 2004. Il progetto, messo a punto dall’Amministrazione Comunale e finanziato con un contributo della Regione, ha interessato la piazza, il sacrato, i gradini che portano sul sacrato, la scala di accesso dal lato di Via Piano, il “muretto” che da Via Melonia affaccia sulla piazza. Devo dire che inizialmente sono stata perplessa e anche un po’ contrariata: quel sacrato ricoperto di “sampietrini” e quei gradini di pietra grigia su cui tante volte mi ero seduta non mi apparivano così mal ridotti da necessitare di una ristrutturazione anzi, per me erano bellissimi. Certo io non li guardavo solo con gli occhi ma anche con il cuore, li vedevo attraverso i sentimenti e i ricordi che mi suscitavano. La riflessone che, comunque, fece subito seguito a questa mia, penso comprensibile, reazione istintiva e affettiva, mi portò a ritenere che un intervento di rifacimento non poteva che avere un fine migliorativo e quindi a concludere che lo stesso sicuramente avrebbe reso la mia cara piazza ancora più bella.

 

Con la sospensione dei lavori, avvenuta agli inizi del mese di agosto 2004 per consentire lo svolgimento delle manifestazioni estive di cui la nostra piazza costituisce il fulcro, il sacrato e i gradini, l’uno e gli altri ultimati, si presentavano ricoperti da una pavimentazione costituita da pietra bianca. All’uscita dalla Santa Messa domenicale, con il sole estivo che picchiava sul sacrato, quel bianco abbagliava e bisognava allontanarsi: ci venne spiegato che con il tempo la pietra si sarebbe scurita e non avremmo avuto più alcun fastidio.

Allora pensai che il nuovo sacrato e i nuovi gradini erano molto belli.

 

Nei primi giorni di novembre del 2004 i lavori ripresero. Venne smantellata la scala che, da Via Piano, immette sulla piazza; mentre, gli accessi dal lato del Comune e dalla Piazzetta del Ritrovo vennero “distinti” dalla piazza con una striscia: sia la scala che questa striscia furono realizzati con la stessa pietra bianca che riveste il sacrato.

Quella stessa pietra bianca, inoltre, venne collocata anche sotto i “piedi” delle panchine.

Dei lampioni nuovi, molto belli, sostituirono quelli esistenti.

 

Il progetto di rifacimento prevedeva anche la ripulitura della fontana che si trova in piazza S. Giovanni Battista, a tutti nota come “Clelia”. Difatti, in quegli stessi giorni, vennero tolti alcuni dei pezzi alla sua base che, uniti, formano le piccole vasche nelle quali si riversa l’acqua che esce dalle sue cannelle e venne tolto un pezzo del busto che sorregge la statua, per verificare il corretto funzionamento dei tubi che permettono la fuoriuscita dell’acqua. Una volta “rimontato” il tutto la nostra fontana venne rilucidata.

 

A lavori completamente ultimati la conclusione cui inizialmente ero pervenuta e cioè che tali interventi avrebbero sicuramente reso ancora più bella piazza S. Giovanni Battista, giorno dopo giorno e mese dopo mese è stata progressivamente smentita.

 

I miei occhi, nonostante siano poco esperti di opere di muratura, allora come ora hanno cominciato a notare molteplici imperfezioni delle quali ho trovato conferma confrontandomi con persone più esperte di me che mi hanno anche fornito le “spiegazioni tecniche” di quello che io notavo.

 

A prescindere dal fatto che il pezzo di pietra bianca posto sotto i “piedi” delle panchine possa piacere o meno, poiché la piazza è in pendenza, l’aver livellato le panchine ha comportato che le stesse non siano parallele al piano della piazza, mentre, l‘aver messo le basi in pietra ha accentuato il dislivello che c’è tra un estremo e l’altro delle panchine medesime. Se ciò può far divertire i bambini i cui piedi toccano per terra se si siedono da un lato della panchina, mentre restano penzoloni se si siedono dall’altro, non fa divertire me e, mi permetto di dire che, credo, non faccia divertire nessuno.

Inoltre le panchine necessitano di essere riverniciate o, comunque, ripulite con gli opportuni prodotti.

 

Osserviamo la base dei lampioni: la rifinitura è costituita da una corolla in calcestruzzo.

 

Osserviamo le stuccature dei gradini: sono piene di sbavature.

 

Che dire poi dei gradini della scala d’ingresso alla piazza dal lato di Via Piano: sono corti, difatti non arrivano a ridosso del muro e la parte mancante è stata colmata in cemento; sono in contropendenza, per cui non favoriscono lo scorrere dell’acqua piovana verso il gradino sottostante, ma la trattengono e su ognuno si forma il ristagno, pericolosissimo quando ghiaccia.

 

La fontana, nonostante sia stata ristrutturata, continua a perdere acqua, come prima dell’intervento di manutenzione.

 

Guardando tutto ciò mi chiedo: “Mentre venivano eseguiti i lavori non c’era nessuno a sovrintendere allo svolgimento degli stessi al fine di prevenire o eliminare eventuali errori ed inesattezze?”

 

Sono passati tre inverni. E’ caduta la pioggia e la neve. La neve è diventata ghiaccio. Per far sciogliere il ghiaccio è stato sparso per terra il sale.

La pietra bianca che riveste il sacrato e i gradini che portano sul sacrato, non solo si è scurita come ci era stato preannunciato, e difatti ora sotto il sole non abbaglia più, ma si è completamente rovinata, è graffiata, macchiata, in alcuni punti sgretolata, possiamo dire che è diventata solo un “pallido” ricordo di quella pietra iniziale. Identica situazione si è creata anche sulla scala d’ingresso alla piazza dal lato di Via Piano dove, inoltre, su alcuni gradini, la pietra si è spezzata allo stesso modo di quella che costituisce la striscia bianca dall’altro lato della piazza sopra la quale la neve è stata tolta usando la macchina spazzaneve.

 

Forse sarebbe stato opportuno rimuovere la neve caduta su quella striscia usando la pala e non le macchine? Forse non si doveva spargere il sale? Al di là di questi accorgimenti, che probabilmente sarebbero stati utili, è da dire che comunque è fatto noto a tutti che ad Ortona, in quanto paese di montagna, cade la neve e si forma il ghiaccio, che sul ghiaccio si sparge il sale perché bisogna tutelare il passaggio delle persone, e che per togliere la neve oltre alla pala si usano anche le macchine. Tenuto conto di tutto ciò mi chiedo: “Forse doveva essere usato un altro tipo di pietra? Forse se le stuccature fossero state eseguite a dovere non sarebbe penetrata l’acqua e le pietre, con le gelate, non si sarebbero rovinate?” E mi chiedo ancora: “Questa pietra è stata testata prima di decidere di utilizzarla?”.

Proporrei di tornare a riprendere quei bei pezzi di pietra grigia dei vecchi gradini che, ne sono certa, dovunque si trovino adesso, sono belli come lo erano tre anni fa.

 

Non so a chi sia da ricondurre la responsabilità di questo stato di cose, se alla ditta che ha eseguito i lavori o all’Amministrazione Comunale o a chi altri ancora. Quello che spero, e non vorrei apparire come un’illusa sognatrice, è che tutti coloro che hanno il potere e gli strumenti per intervenire sulla spiacevole vicenda dei lavori in piazza S. Giovanni Battista, possano impegnarsi per trovare una soluzione congiunta che faccia ritornare la nostra piazza bella come in passato.

 

L’unica nota positiva che riesco a vedere, mentre guardo lo stato desolante in cui versa la mia cara piazza, sono i vasi di fiori, disposti in diversi punti della piazza che, grazie alle cure prestate da alcuni volontari, sono ricolmi di gerani belli e rigogliosi.

 

                                                                                                                                                            Letizia

 

 

 

...prima e dopo

 

 

7 agosto 2004

 

 

 

28 aprile 2007