Intervista a Don Giuseppe Liu

Il parroco di Ortona dei Marsi ci parla un po’ di sé.

 

È il 21 aprile 2007 alle ore 18:00, l’appuntamento con don Giuseppe. Puntuali, ci rechiamo presso la casa parrocchiale dove don Giuseppe ci sta aspettando su l’uscio con un sorriso timido ma contento. Ci fa entrare, saliamo la scalinata che ci conduce al suo ufficio al primo piano. È tutto ordinatissimo, tutto al suo posto. Don Giuseppe ci fa accomodare nel soggiorno adiacente l’ufficio e, dopo alcuni convenevoli, accendiamo il registratore.

 

 

 

Quando e come è nata la tua vocazione?

Quando studiavo, l’ultimo anno della scuola media ho avuto la chiamata. L’influenza della famiglia ha contribuito. I nonni, i genitori, soprattutto la mamma, i fratelli mi hanno sempre parlato della dottrina del catechismo e questo ha molto influenzato la mia vocazione. Nella mia zona ci sono pochi sacerdoti per rispondere all’esigenza dei cristiani. Anche il Vescovo di allora mi ha parlato e anche lui ha contribuito. E comunque al primo posto è stato il Mistero di Dio che mi ha chiamato. Il mistero della chiamata è spiegato anche nel libro scritto da Sua Santità Giovanni Paolo II: “Il mistero della vocazione”.

La scelta di venire in Italia è legata al tuo sacerdozio? Volevi approfondire e perfezionare i tuoi studi?

Sono venuto in Italia, anzi sono stato mandato dal seminario d’accordo con il mio Vescovo. In Cina studiavo teologia legata al sacerdozio. Qui sto approfondendo i miei studi, sto scrivendo la tesi di laurea, anche se ho poco tempo da dedicarle, gli esami li ho terminati.

La tua prima nomina a parroco ti ha spaventato per l’ampiezza e le responsabilità che l’incarico avrebbe comportato?

Spaventato no, un po’ di agitazione sì. Era la mia prima esperienza da parroco. A Pescina ero Vice Parroco e quindi ho fatto un po’ di esperienza nella parrocchia, qui la responsabilità era la mia in prima persona, quindi ero un po’ agitato.

La scelta del Vescovo che ti ha affidato le comunità parrocchiali di Ortona ed Aschi ti ha soddisfatto?

Sì sono contento di questa nomina. È giusto fare esperienza anche in piccole parrocchie per preparare un giovane come me a parrocchie più grandi. Sono contento di essere parroco di queste due comunità.

Hai avuto difficoltà nell’integrazione, prima a Roma dove hai studiato e poi a Pescina ed a Ortona?

La difficoltà c’è sempre stata sia a Roma durante gli studi che a Pescina durante la prima esperienza da sacerdote. La difficoltà c’è sempre e ci sarà ancora. Però con il mio sforzo e il mio impegno cercherò di fare sempre del mio meglio.

Nella cerimonia di insediamento del 19.10.2006 ad Ortona tu hai consacrato quel momento iniziale alla Madonna. Da cosa nasce questa profonda devozione verso la Madre di Gesù?

La Madre di Gesù è stata sempre al mio fianco. Durante i miei studi e durante le mie difficoltà io mi sono sempre rivolto alla Madonna e Lei mi ha sempre aiutato.

Pensi che la comunità parrocchiale di Ortona ti abbia accolto con molto entusiasmo e ti sia vicina oppure credi che ci sia ancora diffidenza nei tuoi confronti perché comunque sei un prete straniero?

Mi hanno accolto con entusiasmo. Mi hanno regalato molte cose per casa, altri mi hanno dato dei suggerimenti per la liturgia. Sono un prete straniero ma le persone non mi trattano come uno straniero, sono molto contento. Ortona è un paese e quindi la gente è molto semplice, non è come la città.

Come trascorri il tempo libero dagli impegni che il compito di parroco ti impone?

Durante il tempo libero di solito scrivo la mia tesi, leggo i libri e ogni tanto faccio una passeggiata.  Di che tratta la tua tesi? Diritto canonico, l’avvocato della Chiesa, il giudice della Chiesa.

Senti molto la lontananza dal tuo paese di origine, la Cina, e dai tuoi familiari?

No perché sono abituato. Sono otto anni che sto in Italia e poi non sono più un ragazzino. Forse appena arrivato in Italia sentivo di più la mancanza dei familiari, adesso un po’ meno, sono abituato alla lontananza.

Come parroco, ormai da circa sei mesi ad Ortona, ti sarai reso conto che nell’arco dell’anno solare ci sono delle ricorrenze cui la popolazione è molto legata e intende vivere intensamente sotto il profilo spirituale e laico. (es. Sant’Antonio Abate, Festa del Patrono). Ti piacciono queste tradizioni, ti ci stai abituando?

Mi piacciono queste feste. Sono un momento in cui tutta la popolazione può stare insieme. È un momento in cui si può collaborare e stare insieme in nome dei Santi e di Gesù Cristo. Quando è festa c’è più allegria e ci sono più persone e il paese è più vivo. Tutto questo è buono anche da un punto di vista sociale.

Cosa ne pensi della Confraternita che si è ricostituita?

La Confraternita è una bella cosa perché si cerca di mantenere la tradizione e poi è un elemento attivo all’interno del paese e della parrocchia per vivere bene la nostra fede. Spero che sia una cosa positiva e buona per tutta la popolazione ortonese.

 

Vogliamo ringraziare don Giuseppe Liu per averci concesso l’intervista. A lui va il nostro più sentito “in bocca al lupo” alla guida della nostra parrocchia.

 

 

                                                                                                                                                           redazione