I TIFOSI

 

 

Categoria molto singolare di persone che, da che mondo è mondo, esiste in diverse forme e caratteristiche, ma con un unico grande scopo: incitare e sostenere la squadra del cuore, l’atleta preferito o comunque il proprio idolo.

E’ presente in molte situazioni, dove c’è ovviamente una competizione: una gara, un concorso, una partita…

In tutte le discipline sportive, per esempio, con più o meno intensità e frequenza.

Insomma il tifoso lo trovi sempre e dappertutto. Ma il tifoso di calcio è speciale!

E’ forse il più sgraziato, il più rumoroso, il più parziale!

Ma è anche il più generoso, il più solidale, il più fedele.

E’ sicuramente il più numeroso nel suo genere, perché il calcio è lo sport nazionale e di conseguenza raccoglie la gran parte del pubblico.

Ma qui non si parla di numeri, ma di passione! Non si misura una tifoseria da quante persone la compongono, ma da quello che riesce a tirar fuori in sentimento e calore.

Se poi parliamo di competizioni minori e magari anche di piccoli paesi.

Se aggiungiamo che si tratta di una squadra alla sua prima esperienza calcistica in campionati federali!

Be’ qui è proprio il massimo! Qui il tifoso è veramente tutto e di più.

E’ uno sballo! A questi livelli dove la squadra rappresenta il paese natio, le proprie origini, la passione si scatena in tutta la sua intensità.

Qui si scopre tifoso chiunque, anche chi di calcio non ha mai capito niente!

E se poi parliamo della famosa passione di essere ortonese?!

La conseguenza logica è: l’appassionata tifoseria dell’Ortona 2000.

Gruppo variopinto di persone, miste per sesso ed età, diverse per interessi e mentalità, ma che per un giorno alla settimana si uniscono in un solo comune pensiero: supportare la squadra del proprio paese.

Non sono tanti – e questo è più che normale viste le dimensioni del paese – non sono neanche molto preparati – vista l’inesperienza – ma sono comunque importanti per non dire fondamentali.

E’ un piacere vederli lì, pronti ad incitare, ad applaudire, ad inveire.

A soffrire e gioire, ad esultare ed a rimpiangere.

Con quanta partecipazione morale e materiale, si prodigano per i loro beniamini. Non si spaventano di nulla: neve, freddo, pioggia.

Non si fermano davanti a niente e nessuno. Sempre a testa alta, incassano i colpi subiti dalle sconfitte della propria squadra, con grande diplomazia.

Come un genitore che accetta con filosofia un voto insufficiente sulla pagella del proprio figlio.

Trattengono – a stento a volte – rabbia e frustrazione per non avvilire maggiormente il loro amato gruppo. Ma ne sono fieri e non esitano a dimostrarlo.

Sugli spalti si sfogano! Diventano allenatori, giocatori, arbitri!

Sono mamme, papà, fratelli di tutti i partecipanti. Dividono e sentono fatiche e sofferenze, come se stessero giocando loro.

Commentano e gridano nelle tipiche espressioni dialettali, con tanto calore e colore!

E’ grazie anche a loro se il "sogno sportivo" si è esaudito. Alla piena collaborazione prima, nella fase di preparazione al campionato, e dopo, in ogni gara che li ha visti sempre partecipi.

Con raccolta di fondi organizzata da loro stessi, simbolica, poco esosa, ma molto importante per il team.

Perché al di là del valore materiale, è la conferma di un principio morale che accomuna tutto il paese: generosità e solidarietà.

Con thermos di bevande calde, pronte a riscaldare quei compagni stanchi ed infreddoliti. Con sorrisi, pacche sulle spalle, abbracci…

Con amichevoli rimbrotti, con affettuose sfuriate! Comprensivi al massimo ma anche e legittimamente esigenti.

Sono a tutti gli effetti, il contorno stimolante ed esilarante di questa magica avventura!

L’appuntamento è al solito posto, di fronte al bar di Giorgio. Puntuali e organizzati, gasati ed impazienti.

In casa o fuori, che differenza fa "tant’ ogg' vncem’" (tanto oggi vinciamo).

E via si parte per questa ennesima battaglia al grido di: FORZA ORTONA!

 

 

Raffy