I FUOCHI DI S. GIOVANNI

Anche quest'anno rispettata la tradizione dei fuochi di S. Giovanni

 

L'usanza di accendere i fuochi (falò) in certe ricorrenze annuali è antichissima, risale probabilmente fino agli uomini primitivi.

Certamente, all'origine, si è trattato di un culto della luce, legato all'andamento stagionale del ciclo annuale. Il rito si è sempre ripetuto intorno ai solstizi, ai due momenti cioè nei quali la terra (per gli antichi, il sole) rallenta al massimo il suo moto orbitale intorno al sole (la terra per gli antichi) e sembra, appunto, che il sole sia fermo: all'inizio dell'inverno e dell'estate - 21 dicembre e 21 giugno. Sono i due momenti, durante l'anno, che il sole si trova al massimo della declinazione nord e al massimo della declinazione sud, poi inverte la risalita o la discesa sul cielo.

Questi avvenimenti hanno sempre esercitato un fascino suggestivo sull'immaginazione dell'uomo, almeno fino a quando la cosiddetta civiltà non ha oscurato con la luce artificiale le luci degli eventi naturali. Chi guarda più, oggi, il cielo o regola la vita sugli avvenimenti della natura?

Comunque, con l'avvento del Cristianesimo, i due solstizi sono venuti a coincidere con la festa di Natale e con la festa di S. Giovanni Battista. Così in molti paesi si accendono i fuochi in queste due occasioni, ripetendo una tradizione e un rito che risale alla notte dei tempi.

Ad Ortona il rito in occasione della festa di San Giovanni Battista viene ripetuto nel giorno antecedente la festa: il 23 di giugno.

Il fuoco viene acceso quasi in ogni rione del paese. Le persone che vi abitano forniscono sempre con molto piacere le fascine di legna da ardere e appena si fa buio si riuniscono nel punto prescelto per presenziare alla "cerimonia" di accensione del fuoco e osservare la fiamma che si staglia verso il cielo. Molti si stringono intorno al falò per scambiare quattro chiacchiere, per mangiare qualcosa accompagnato da un buon bicchiere di vino, o semplicemente per guardare le fiamme, assorti nei propri pensieri.

Quest'anno un gruppo di ragazzi ortonesi ha percorso le strade del paese passando di rione in rione e quindi di fuoco in fuoco.

Il primo fuoco incontrato dal gruppo è stato quello accesso in piazza San Giovanni Battista: numerose persone erano sedute sul muro che delimita la piazza stessa e sulle panchine mentre diversi bambini guardavano incuriositi il grande falò. Successivamente i ragazzi sono giunti al rione Sant'Antonio: il fuoco ardeva nel punto dove solitamente, per la festa che il 17 gennaio si celebra in onore di Sant'Antonio Abate, si cuociono le salsicce; è stato un piacere osservare quante persone, specialmente le più anziane, per l'occasione sono uscite di casa ad un’ora per loro non confacente e hanno festeggiato offrendo a tutti un bicchiere di vino.

Il gruppo si è poi spostato verso la torre: nel rione Sant'Onofrio è stato accolto da un "focaraccio" e, soprattutto, da un'allegra tavolata. Le persone che vivono nel rione si sono riunite per stare un po’ insieme e hanno cenato al calore della fiamma.

Anche lungo Via Piano la ricorrenza del fuoco di San Giovanni è stata propizia per riunire le persone e scambiare qualche chiacchiera e comunque per stare insieme.

Il fuoco acceso per la festa di San Giovanni è stato, quindi, l'occasione per trascorrere una serata diversa: nel ripetere una tradizione molto antica, si è vissuto un momento di comunione, perché ognuno ha dato il proprio contributo con cibarie e legna da ardere, e in allegria, perché il fuoco crea sempre un'atmosfera di serenità e di gioia.

 

 

Tiziana Di Iacovo