ORTONA E IL GIUBILEO

Anche il popolo ortonese con profonda fede visita le Basiliche romane

 

Tra i tanti avvenimenti che hanno segnato in questo anno la vita del nostro paese, non poteva mancare l'appuntamento con il grande evento Giubileo. Con la chiusura dell'edificio di culto, le dimissioni del parroco, il furto nella chiesa, la fede degli ortonesi è stata messa a dura prova tanto che si è rischiato di dimenticare che si stava vivendo nell'Anno Santo.

Poi finalmente è giunto il nuovo parroco e con lui nuove speranze: cosa poteva rendere vivo e mettere in fermento tutto il paese se non il prepararsi a raggiungere Roma per il grande Evento?

Il giorno stabilito è stato il 28 ottobre, ma i preparativi sono cominciati parecchi giorni prima. Quasi ogni sera ci siamo incontrati numerosi in una piccola chiesa per ascoltare, capire e prepararci al meglio a vivere questo giorno.

Oltre alla parte religiosa, i preparativi hanno incluso anche la ricerca dei pullman, la prenotazione del ristorante, l'organizzazione delle varie tappe, il calcolo dei tempi degli spostamenti: tutte cose non facili da farsi se si pensa che a muoversi sono centinaia di persone. Nessuno vuole mancare, difatti tutti si affrettano a prenotare il proprio posto: i bambini, le donne e perfino tanti uomini che solitamente si tengono fuori da "cose di chiesa".

Alle sei del mattino del giorno convenuto, tutti sono in piedi e pronti a prendere posto sui pullman. Il viaggio si svolge nel migliore dei modi tra una preghiera, un canto, una risata, una tappa per la colazione e, via di nuovo, verso la Città eterna.

Non potevano mancare gli ortonesi che risiedono a Roma. Di buon ora si ritrova un nutrito gruppetto nei pressi di piazza S. Giovanni in Laterano in attesa dei compaesani provenienti da Ortona. Verso le nove ecco che spunta il cartello in capo al gruppo che identifica la Parrocchia di Ortona dei Marsi: l'emozione è indescrivibile.

Varcata con grande emozione la prima Porta, ci ritroviamo all'interno dell'edificio sacro. Dopo aver ammirato le bellezze della basilica ed ascoltato qualche cenno storico, in preghiera ci si dirige tutti verso la Scala Santa che, con grande devozione, le persone più anziane salgono in ginocchio.

La tappa successiva è Santa Maria Maggiore che viene raggiunta a piedi, tutti in fila dietro al cartello guida. Dopo una foto di gruppo davanti all'ingresso principale, siamo entrati nella basilica. La visita è stata intensa: abbiamo partecipato ad una messa in lingua tedesca,- pensate quanto sia stata comprensibile -, il parroco ha confessato i fedeli ed infine ci siamo raccolti tutti in preghiera dinanzi all'altare principale.

Tappa successiva è il pranzo che unisce giovani e anziani intorno allo stesso tavolo. Oltre alle pietanze fornite dai ristoratori, gli ortonesi hanno degustato anche mele e vino paesano.

Dopo pranzo, di nuovo tutti in marcia verso la tappa più attesa: la basilica di S. Pietro. La piazza è gremita e quindi il tragitto per entrare nella basilica non è certo semplice: tanti rinunciano pensando di non farcela, ma la gran parte, con grosso sacrificio, si avventura nella folla tenendosi per mano per paura di perdersi. La fatica, il caldo e la stanchezza passano man mano che ci si avvicina, la speranza e la fede premiano quelle persone, soprattutto le anziane, che con forte commozione varcano la Porta Santa. Dopo un brevissimo giro all'interno della basilica, di nuovo tutti fuori nella folla pronti a prendere la strada del ritorno.

La giornata romana volge al termine. Verso le cinque del pomeriggio tutti di nuovo in pullman, dopo aver salutato chi rimane in città, stanchi ma contenti, certi di conservare per sempre in cuore il ricordo di un giorno che non si ripeterà mai più e del quale a lungo si continuerà a parlare.

 

Rosanna Pecce