L'Angolo della Poesia

- A Clelia -

 

Clelia è il nome dato alla fontana di Ortona che si trova al centro della piazza principale, luogo di riferimento per tutti gli ortonesi.

In questi versi la considero come una persona che, occupando una posizione strategica, è stata l’unica testimone sempre presente negli ultimi cinquant’anni della vita ortonese, degli avvenimenti più importanti del paese.

Quest'anno ti vedo molto felice.

Tu sei la solita privilegiata;

godi della chiesa la rinata facciata,

senti quel che nova campana dice.

 

Per la prima volta a Ferragosto,

contenta,hai ascoltato dal tuo posto

il coro delle ragazze ortonesi

coi mitici stornelli abruzzesi.

 

Sei un personaggio particolare,

unico nella storia del paese.

Tante le cose che puoi raccontare:

da dissetare ogni ortonese.

 

Quando sulla panchina mi adagio,

sogno il tuo bel lungometraggio:

 

"tutti i neonati senti frignare,

vedi le mamme pronte a coccolare.

 

I bimbi si divertono un mondo

fare intorno a te il girotondo.

 

Vedi i ragazzini con passione

giocare tutte l'ore a pallone.

 

Escono i ragazzi dal gran portone,

hanno fatto la prima comunione.

 

Vedi tanti sposi fotografare

con i parenti come alveare.

 

Nel silenzio, doloroso, sincero,

vedi defunti verso cimitero.

 

L'anziani presenti per freschicello

s'alzano e se tolgono il cappello".

 

Sudati per i cocenti raggi

e dalla stanchezza quasi affranti,

tornano dalla campagna in tanti

e le tue cannelle non sono miraggi.

 

Ogni mattina è la stessa scena:

la lingua delle donne non si frena.

Tutte con "spara e conca" in mano;

sopporti con pazienza quel baccano.

 

Sai ben che quelle donne son portenti,

non temono gli affaticamenti.

Con la conca d'acqua ben riempita

fan più volte di Sant'Onofrio la salita.

 

Sono giunti i tre giorni di festa;

sonano “a figura a figura” le campane.

Tanti tornano da città lontane;

'na super-rimpatriata è questa.

 

Dall'alto della tua posizione

hai ben seguito ogni processione.

S. Rocco, S. Antonio e la Madonna

l'hai implorati come ogni donna.

 

Sei in compagnia della cassarmonica.

Lì sopra i bimbi si rincorrono

e sotto i più grandi si nascondono.

La sera di Cristian c'è la fisarmonica.

 

Tra una polka e 'na tarantella,

vengono da te pe ‘na bevutella

e quando la mammoccia fanno ballare

eccoli verso te indietreggiare.

 

Con lo sparo finisce la serata;

davanti a te c'è la lunga ringhiera

dove la gente si è accalcata.

sei contenta di quella folta schiera.

 

È tardi e tu sei rimasta sola,

ma c'è un bel ricordo che ti consola;

in via Roma la novità c'è stata:

di don Francesco la bella infiorata.

 

Ti saluto come primaria persona:

ciao “Sindaco ad honorem” d'Ortona.

 15 agosto 2002

Emilio Castrucci