La Madonna del campo

 

Dell’antica chiesa non restano ora più tracce, ma se ne indica il luogo con precisione, se ne narra ancora la leggenda. Pia e immaginosa leggenda che ritrova con varianti in altre regioni, ma sgorgata certo più dalla fantasia di un poeta, che da un cuore di credente.

C’era dunque in quel di Santa Maria un tale Sor Andrea Marcucci il quale aveva trascorso la giovinezza e la maturità lavorando i suoi campi e così ben amministrando il suo denaro che aveva accumulato un certo capitale, sì che godeva fama di ricco.

Alla vita laboriosa aveva aggiunto una dirittura di coscienza notevole, una probità davvero rara.

Era credente e non lesinava di prodigarsi in opere di bene ogni qualvolta se ne presentasse l’occasione.

Nel suo maggior campo s’ergeva fronzuta e vegeta una secolare quercia. Sul tronco egli aveva posto una piastrella di ceramica con su dipintavi da un maiolicaro l’immagine della Madonna col Bambino.

E dal cielo parve che davvero su quel campo piovessero le benedizioni perché se tutto intorno la grandine danneggiava il raccolto, nel campo del Sor Andrea neppure un chicco se n’abbatteva, e se mai vi cadeva pareva che più che colpire sfiorasse le biade.

Tutti insomma credevano al miracolo e più i vicini confinanti i quali finiron pian piano con l’attribuire alla Madonnina di coccio qualità taumaturgiche eccezionali.

Nessun recinto il Sor Andrea aveva fatto intorno al suo campo. Lo custodisce la Madonna, egli diceva; ed in verità pareva che i ladruncoli temessero di farvi le loro incursioni.

Una notte un vicino che vedeva di mal’occhio il benessere del Sor Andrea penetrò nel campo e rubò la piastrella con su dipinta la Madonnina.

E perché nessuno potesse ritrovarla la gettò in fondo al pozzo.

Ma l’indomani la piastrella era ancor lì.

Quando il cattivo vicino la vide stupì, ma poiché in fondo al suo cuore c’era ancora senso di fede corse dal Sor Andrea, si accusò del furto sacrilego e gli svelò il miracolo.

E poiché la notizia del fatto si propalò rapidamente in paese, la credenza popolare divenne certezza.

Un pomeriggio il Sor Andrea era sul terreno. Era una calda giornata d’estate e nessuno era sui campi. D’un tratto intorno a lui - ed erano giunti sino a lui carponi – tre loschi figuri i quali con i pugnali alzati s’avanzarono verso il Sor Andrea.

Egli fece appena in tempo a precipitarsi verso la Madonnina e ad inginocchiarsi implorando aiuto!

Ed il miracolo avvenne.

I tre manigoldi s’arrestarono chiedendosi:- ma se era qui, l’abbiamo visto dirigersi verso la quercia ed ora è scomparso?

E diventato invisibile era infatti il Sor Andrea agli occhi degli aggressori. I quali si fermarono ancora un po’ e poi si allontanarono vedendo sopraggiungere gente nei campi vicini!

In ricordo del fatto il Sor Andrea volle che in quel luogo sorgesse una chiesa e vi fosse posta sull’altare maggiore e venerata la Madonnina miracolosa.

Sorse infatti la chiesa si chiamò della Madonnina del Campo.

Ancor oggi si ricorda il fatto pur se della costruzione non rimane più nulla.

 

 

Suggestiva  storia di fede e profonda religiosità, romantica e poetica, dove la figura positiva del sor Andrea viene premiata con  la meraviglia dell’invisibilità.

Non abbiamo notizie di una qualche chiesa presente nel territorio di Santa Maria. Alcune, molto scarse per altro, risalenti al Medio Evo, si hanno di un piccolo convento o eremo nei pressi di San Felice, mentre si sono perse le tracce dell’edificio sacro dedicato a S. Abondio, a Santa Maria di Loreto… “erecta in fundo Paschalis Tomei loco nuncupata la Portella cum campanili, caemeterio fonte baptisimi…” (biblioteca Vaticana), ed ancora le  chiese di S. Agnese, San Quirico e di S. Angelo.

La storia della piccola chiesa presente oggi a Santa Maria è recente.

Per molti anni la Messa a Santa Maria veniva celebrata in una casa privata una volta l’anno e precisamente il 16 luglio, festa della Madonna del Carmine. Per interessamento presso la Curia dell’allora parroco di Ortona Don Vincenzo, l’attuale chiesetta venne costruita tra il 1971 e il 1972 ed inaugurata con una bella festa. La chiesa costò in tutto tre milioni e mezzo di lire, soldi avanzati dai lavori di ristrutturazione della chiesa di Corcumello.