LA FESTA DI S. ANTONIO ABATE

Tanta devozione, tanta allegria in onore del Santo Protettore degli animali

 

Sabato 15 gennaio 2005 a Ortona si festeggia S. Antonio Abate. Questa è la prima festa dell’anno e, di solito, con essa, ogni Comitato inaugura l’inizio della sua attività. Il Comitato delle festività 2005 non si è ancora costituito, ma non è assolutamente possibile saltare la festa di S. Antonio. Così ci hanno pensato i ragazzi della Pro-Loco a rispettare una tradizione che fa parte della cosiddetta “ortonesità”. Quella di S. Antonio è, forse, la più caratteristica delle feste ortonesi. Si svolge in un piccolo rione di Ortona, i “curnon”, dove si trova la chiesetta del Santo (una delle più antiche del paese, risale al 1700), in un sabato che sia vicino al 17 gennaio, data ufficiale della solennità. Questo per permettere agli ortonesi non residenti più affezionati, oltre che a quelli del posto, naturalmente, di non mancare all’evento. Per un ortonese doc, infatti, perdere un avvenimento come questo è come tradire una sorta di patto, spezzare il legame forte e tenace che lo tiene unito alla propria terra d’origine. Si può dire, quindi, che quella di S. Antonio sia la festa degli ortonesi veri, anche di quelli che, pur non essendo presenti, sicuramente penseranno ad Ortona durante la giornata.

Ecco i colpi di sparo che danno inizio ai festeggiamenti. Sono le due del pomeriggio. Esco di casa. Qualcuno è già in giro. I miei amici stanno ultimando i preparativi. La banda di Pescina non è ancora arrivata, ma già si sente aria di festa. Alle quindici viene celebrata la Messa nella Chiesa in piazza. Al termine ci raduniamo tutti al piazzale per assistere alla benedizione delle macchine e allo sparo. Lo spettacolo pirotecnico ha lo sfondo suggestivo delle montagne leggermente imbiancate di neve. Nei giorni scorsi, infatti, dei piccoli fiocchi sono caduti su Ortona per fare, come dicono i nostri nonni, la barba a S. Antonio. Intanto sono arrivati un cavallo e due asinelli, che verranno portati nel rione di S. Antonio. Qui bambini e adulti potranno fare qualche giretto in sella. S. Antonio è il protettore degli animali e della campagna. Ricordo che fino a qualche anno fa molti ortonesi portavano i loro asini alla festa, addobbandoli con coperte e festoni. Oggi gli asinelli sono stati fatti arrivare da un maneggio di Introdacqua perché ad Ortona, di essi, rimane un solo esemplare, quello di Giulio Venti. Le marcette della banda accompagnano la salita verso “i curnon”, che sarà lo scenario del proseguimento della festa. Stanno accendendo un grande fuoco perché fra poco distribuiranno gustosi panini con salsicce alla brace. Un nutrito gruppo si accalca al bancone e, nell’attesa del panino, si riscalda con bicchieri di vino rosso a volontà. Si sta facendo scuro ed è iniziata la tradizionale visita nelle case del rione, che, per l’occasione, vengono aperte a tutti i vogliosi di far festa e di portare un po’ d’allegria. Tra una chiacchiera e l’altra, tra un bicchiere e l’altro le soste casa per casa sono molto lunghe e i loro effetti ve li lascio immaginare…Sono le sette: sto dando una mano al bancone. Non c’è più la ressa di prima perché tutti, complici il freddo pungente e gli effetti dell’alcool, stanno festeggiando ormai dentro le case e non sembrano avere alcuna intenzione di schiodarsi di lì. La serata danzante al Centro Anziani comincia, infatti, molto tardi. Bisogna aspettare le undici perché la sala si riempia. E quando la pista da ballo è piena, dalla fisarmonica di Cristian viene fuori la musica di un’allegra quadriglia.

Le note del liscio rallegrano i cuori e accompagnano l’ultimo stralcio di una divertentissima festa.

 

                                                                                                                                                             Francesca Di Benedetto

 

Riviviamo alcuni momenti...