Sàndor Ferenczi
(7.7.1873 – 22.5.1933)
 
Sàndor Ferenczi nacque il 7 Luglio 1873 a Miskolc, in Ungheria. Suo padre, Baruch Fraenkel (1830-1889), era emigrato con la famiglia in Ungheria da Cracovia, e aveva combattuto nella guerra d’indipendenza di questo paese contro l’Austria negli anni 1848-49. Si avviò alla carriera di commerciante di libri, e gestì il proprio negozio a partire dal 1856. La sua seconda moglie, Rosa Eibenschütz, era stata allevata a Vienna. Conseguentemente alla storia dei suoi genitori, la famiglia era multilingue: vi si parlava ungherese, tedesco, yiddish e polacco. Ferenczi stesso era bilingue (conosceva l’ungherese e il tedesco), e avrebbe più tardi appreso il francese e l’inglese.
Sàndor era nato ottavo di dieci tra fratelli e sorelle, in questa famiglia ebrea, liberale e middle-class.

A conferma della propria assimilazione nella società ungherese, il padre magiarizzò il cognome da Fraenkel a Ferenczi. La libreria di famiglia assunse un ruolo significativo nella vita culturale cittadina. Non solo fu impegnata nella vendita e nel prestito dei libri, ma anche nell’editoria, così come nella promozione culturale in città, uno sforzo nel quale anche la madre di Ferenczi giocò un ruolo importante. Famosi poeti, scrittori ed artisti frequentavano la libreria, stimolando l’interesse di Ferenczi, e contribuendo alla formazione delle successive relazioni d’amicizia. (Harmat, 1994; Kapusi, 2000).
 
Dopo aver completato la scuola secondaria, Ferenczi studiò medicina a Vienna, laureandosi nel 1894. Durante gli anni viennesi fu grandemente influenzato dalle idee di von Krafft-Ebing sui disturbi sessuali, dalla teoria di Darwin sull’evoluzione, e dagli insegnamenti di Jean-Baptiste Lamarck e di Ernst Haeckel sul legame tra filogenesi ed ontogenesi (Ferenczi 1900 c). Mentre era a Vienna, benché avesse letto gli studi di Freud e Breuer sulla patogenesi dell’isteria, ne provò una tale avversione da dimenticarsene per anni.
 
Il primo impiego di Ferenczi a Budapest fu all’Ospedale St. Rokus in un reparto dedicato alle prostitute e ai pazienti affetti da malattie veneree, lavoro che egli mal sopportava. A mo’ di consolazione, egli cominciò ad occuparsi di fenomeni che cadono fuori dall’area delle funzioni coscienti (scrittura automatica e spiritismo). Fu durante questo periodo che conobbe l’internista Lajos Lévy, e lo psichiatra Istvàn Hollòs. Attraverso Levy, entrò in contatto con colui che sarebbe diventato il protettore dei suoi anni giovanili, Miksa Schächter proprietario e direttore del settimanale medico Gyògyàszat (Terapia). Questi pubblicò i primi scritti di Ferenczi, e avrebbe più tardi reso le idee della psicoanalisi disponibili per i medici, dal momento che questo campo cominciava a svilupparsi.
 
Tra il 1897 e il 1908, fino all’incontro con Freud e la psicoanalisi, Ferenczi pubblicò 98 articoli, tra presentazioni di casi clinici, saggi e recensioni, molti dei quali apparvero su Gyògyàszat. Egli si occupò soprattutto di stati inconsci e semiconsci – ipnotismo, sogni e fenomeni occulti – ma era anche interessato alle malattie neurologiche, alle sperimentazioni psicologiche, ai legami tra la psiche e la sessualità. Egli considerava essenziale alla cura dell’ammalato una relazione fondata sulla cooperazione medico-paziente; ciò rappresentava un pugno allo stomaco alla visione generalmente condivisa dell’epoca, e una sfida contro il sistema di valori gerarchici ed autoritari proprio della comunità medica.
L’approccio che in seguito lo avrebbe caratterizzato come psicoanalista stava già prendendo forma nei suoi primi scritti (Mészaròs, 2003).
Attraverso le amicizie di Ferenczi, nuova attenzione fu rivolta alla psicoanalisi, attraverso riviste letterarie come Nyugat (Ovest), che era stata fondata da Ignotus, amico di Ferenczi e figura di primo piano nella moderna letteratura ungherese.
 

Dopo che Ferenczi incontrò Freud, agli inizi del 1908, tra loro si stabilì un’intensa relazione, sia personale che professionale, destinata a durare per tutta la vita. Ferenczi immediatamente si votò alla psicoanalisi. Ben presto pubblicò il primo lavoro, impostato nella prospettiva della teoria delle relazioni oggettuali precoci. In aggiunta alla proiezione, Ferenczi descrisse l’introiezione, l’altro modo caratteristico di funzionamento dell’Io (Ferenczi 1909a). Il 1910 vide la pubblicazione del primo volume dei suoi scritti psicoanalitici (Ferenczi 1910, 1914, 1918). Ferenczi non risparmiò alcuno sforzo nel promuovere lo sviluppo del movimento psicoanalitico. Al Congresso di Weimar del 1911, propose la costituzione dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale (IPA). Nel 1913, fondò la Società Psicoanalitica Ungherese, assieme a Lajos Lévy, Istvàn Hollòs, Sàndor Radò (che ne fu il primo segretario) e Ignotus; Ferenczi la presiedette fino al 1933, anno della sua morte.
Fu attraverso l’apertura interdisciplinare di Ferenczi e attraverso i suoi sforzi per far conoscere la psicoanalisi, che la disciplina trovò la propria collocazione negli ambienti medici, delle scienze sociali, e presso altre menti speculative. Si stabilirono legami con i campi della letteratura, della pedagogia, dell’etnografia e delle arti, anche attraverso incroci con i movimenti intellettuali ungheresi, così come con quelli progressisti e della middle-class radicale. Nei suoi scritti, Ferenczi propugnò anche idee di critica sociale radicale (Ferenczi, 1908g; 1914a).
 
Durante la prima Guerra Mondiale, Ferenczi fu arruolato come medico militare, e in base alle esperienze maturate sul campo, elaborò un approccio della psicoanalisi allo sviluppo delle nevrosi di guerra e al loro trattamento. Questo fu uno dei principali argomenti di trattazione al Quinto Congresso Psicoanalitico Internazionale tenutosi a Budapest durante gli ultimi mesi di guerra.
Al Congresso, Ferenczi fu eletto presidente dell’IPA. Poco prima della fine della guerra, nell’Ottobre 1918, il comando Austro–Ungarico di guerra emise una disposizione che raccomandava l’uso della psicoanalisi nei centri di psichiatria militare (Eros, 2004).
 
Tra il 1918 e il 1920, l’Ungheria assistette ad una serie di cambiamenti sociopolitici che lasciarono un segno indelebile sul movimento psicoanalitico. Con la caduta dell’Impero Austro-Ungarico, gli spostamenti e le comunicazioni tra le province dell’Europa Centro Orientale divennero difficoltosi, e così Ferenczi fu costretto a lasciare la presidenza dell’IPA nel 1919.
 
Nell’Aprile 1919, durante la breve esperienza della Repubblica Sovietica Ungherese, -e sulla base di una tempestiva richiesta da parte degli studenti di medicina- a Ferenczi fu assegnato un insegnamento universitario, e un dipartimento di psicoanalisi fu istituito presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Budapest. Quella fu la prima volta nella storia della psicoanalisi in cui la disciplina fu pienamente integrata nel curriculum degli studi medici. Tuttavia, dopo la caduta della Repubblica Sovietica verso la fine del 1919, Ferenczi fu rimosso dall’insegnamento e la psicoanalisi perdette il posto appena conquistato nell’ambito dell’istruzione superiore.
Un importante cambiamento si produsse anche nella vita personale di Ferenczi. Dopo una relazione durata vent’anni, si sposò con Gizella Pàlos. (Berman, 2004).
Il “Terrore Bianco” successivo all’instaurarsi del regime di destra di Horty, scatenò una prima ondata di emigrazione dall’Ungheria, coinvolgendo un numero di attuali e futuri analisti. Molti di loro, come Sàndor Radò, Margareth Mahler, Michael Balint, Alice Balint e Franz Alexander, si stabilirono a Berlino o a Vienna.
 
Negli anni venti, la riflessione sulla tecnica psicoanalitica e sui mezzi per incrementare l’efficacia terapeutica della psicoanalisi, divennero per Ferenczi una priorità assoluta.
Spintosi preventivamente in profondità grazie al controtransfert, Ferenczi può ora mettere quest’ultimo al servizio della psicoanalisi in modo che la relazione analitica diventi un processo bidirezionale basato sulla dinamica transfert-controtransfert (Ferenczi 1919f; 1928c). Fece esperimenti con la terapia attiva, così come più tardi con l’analisi reciproca tra medico e paziente. Egli, alla fine, mise da parte entrambe le tecniche, ma questi esperimenti contribuirono grandemente allo sviluppo della teoria e della pratica psicoanalitiche (Haynal, 1987). Egli riconobbe che il lavoro di un analista é subordinato alla partecipazione ad un’analisi didattica, per evitare che i problemi irrisolti del terapeuta possano intralciare il lavoro con il paziente. Così, Ferenczi iniziò la costruzione di un programma sistematico di training.
Egli centrò l’attenzione sulla significatività della relazione precoce madre-bambino, e delle responsabilità parentali rispetto allo sviluppo della personalità.
Collocò il trauma all’interno di un sistema dinamico, nel quale i processi interpersonali ed intrapsichici s’influenzano reciprocamente, e nel quale gli eventi reali e non le fantasie si trovano al centro del trauma (Ferenczi, 1932).
Tra il 1926 e il 1927, Ferenczi tenne conferenze a New York, su invito della New School of Social Research, e a Washington D. C..
Tali conferenze ebbero un’influenza sulla prima psicoanalisi interpersonale, le cui figure chiave avrebbero mantenuto contatti con lui, come Harry Stack Sullivan, e più tardi Clara M. Thompson (Silver, 1996).
Ferenczi fu un accanito difensore dell’ “analisi profana” (l’estensione della possibilità di praticare la psicoanalisi a psicoterapeuti non medici), un atteggiamento che attirò critiche feroci.
Dopo il suo ritorno a Budapest, continuò ad analizzare casi difficili e così facendo diede un grosso impulso allo sviluppo della psicoanalisi moderna.
Le iniziative di Ferenczi possono essere anche individuate nello sviluppo degli indirizzi della Scuola di Budapest. Gli anni venti e trenta furono segnati dallo studio della relazione analitica nella prospettiva del rapporto transfert-controtransfert (Michael Balint, Alice Balint, Therese Benedeck, e Fanny Hann-Ende), attraverso una focalizzazione sulla relazione precoce madre-bambino, e sulla psicosomatica psicoanalitica (Lajos Levy e Michael Balint), e inoltre attraverso una diffusione interdisciplinare della capacità di pensare in un’ottica psicoanalitica, per esempio attraverso la creazione di un’antropologia psicoanalitica (Géza Roheim).
 
La relazione tra Ferenczi e Freud si deteriorò durante gli ultimi anni. I conflitti che si svilupparono furono penosi per entrambi. (Ferenczi [1932] 1985; Freud-Ferenczi, 2000). Ferenczi morì inaspettatamente, prima del suo sessantesimo compleanno, a causa di un’anemia perniciosa.
Per molti decenni, le dicerie diffuse da Ernest Jones su una pretesa malattia mentale di Ferenczi giocarono un ruolo potente nell’impedire che le idee di Ferenczi andassero ad occupare il posto che loro spetta nella storia della psicoanalisi. (Jones, 1957; Bonomi, 1998).
In quanto “fondatore di tutte le psicoanalisi basate sulla relazione” (Haynal, 2002 p. xi) Ferenczi produsse contributi teorici e terapeutici tali da qualificarlo come il più importante caposcuola della psicoanalisi post-freudiana.
 
Judit Mészàros (in: PADD)
(trad. it. di Gianni Guasto)
Bibliografia dettagliata
in lingua ungherese tedesca ed inglese