Sono stato violentato         

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 17/11/07. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

"Ho 35 anni, e sono uno dei tanti maschi “violentati che non denunciano”, di cui ora si scopre l’esistenza. Le scrivo per chiedere come far pace con questa esperienza, ma anche per far sapere come accade. Anche voi psicologi parlate poco dei frequenti “incidenti di percorso” maschili. E non spiegate perché a tanti come me, eterosessuali, con una vita affettiva “normale”, possa capitare di essere violentati da un uomo. Perché accade, e che fare?"

Un lettore

Caro amico, la sua lettera così continua. “Da uno straniero più forte di me subii una violenza molto brutta, mentre tornavo a casa di notte, a 18 anni. Non capii perché l’aveva fatto. Tanto più quando lo trovai, in un supermercato della zona, che faceva la spesa come un  bravo papà, con moglie e due bambini. Ringraziai il cielo di non averlo denunciato, ma non capii perché era toccato a me. La mia ragazza, quando glielo raccontai, mi lasciò quasi subito, senza spiegazioni. Ora sono felicemente sposato. Ma non oso raccontarlo a mia moglie”. Caro amico, il fatto è, credo, che gli “incidenti di percorso”, nella vita di un maschio, messi  tutti insieme, descrivono una sessualità molto più complessa di quelle presentate dalle psicologie. Comprese quelle aperte alle sessualità “diverse”, e che però fanno molto fatica, come nel caso delle violenze ai maschi, a spiegarne l’incrociarsi con percorsi sessuali per il resto “normali”, come appare il suo. Certo è che l’uomo, come la donna, non è oggetto di forte attrazione sessuale solo per l’altro sesso, ma anche per il proprio. E che questi maschi che desiderano altri maschi, fino a prenderli anche con la violenza, solo a volte sono omosessuali. La sua storia, come tante altre, lo mette bene in evidenza: l’uomo che l’ha violentato ha una tranquilla vita con moglie e figli. Freud aveva dimostrato molto chiaramente che in ognuno di noi esistono elementi di bisessualità, che Jung aveva poi approfondito studiando gli aspetti femminili, presenti in ogni uomo (come quelli maschili nella donna). E’ la donna presente (come una controfigura) nell’uomo che l’altro maschio, in un momento di abbassamento del livello di coscienza, desidera e possiede. Tutto ciò però è oggi poco popolare perché si preferisce dividere schematicamente gli individui in etero o omosessuali, riconducendo ogni “incidente di percorso” ad aspetti di omosessualità repressa, od omofobia.  E’ anche per questo che gli uomini, che non si riconoscono in questo schema, non denunciano. Né ne parlano, dato che l’episodio viene ascritto all’omosessualità, piuttosto che inscritto nel complesso ed ambiguo campo delle comunicazioni affettive tra uomini. Lei ha già fatto pace con l’accaduto quando, incontrando il suo violentatore con la famiglia, è stato contento di non averlo denunciato. L’identità maschile è abbastanza ampia, se assunta con responsabilità, da comprendere anche la violenza subita. Come è accaduto molte volte, lungo tutta la sua storia: da San Sebastiano, giovane legionario romano, a Lawrence d’Arabia, a molti altri sconosciuti, lei compreso.  

Claudio Risé

Torna all'Archivio Psiche Lui Anno 2007

Vai al sito www.claudio-rise.it