La donna nuvola

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 26/7/03. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

 

«Vorrei aiutare una persona che mi è cara. Si tratta di una donna abbastanza giovane, appassionata d'arte. Scrive, dipinge, tutto il suo mondo è prepotentemente intriso di poesia. E' sola: ha una famiglia d'origine inesistente sul piano affettivo. Ha avuto qualche storia, quasi per sbaglio, in attesa del grande amore. Che non idealizza, ma in cui spera, come in un mondo migliore. E' silenziosa. Può astrarsi per ore a contemplare il suo mondo interiore. Predilige quadri senza persone. Il suo pittore preferito è Sironi. In quelle strade strette, senza fine, enigmatiche, lei vede il suo destino. A me pare che sia una donna sola e solitaria, un binomio difficile da separare. Non è bella, né brutta: sembra che non interessi a nessuno. Ha sempre una parola gentile da dire a qualcuno, un vecchio da accompagnare, un piccolo sorriso da regalare. Ma non può bastare. Un giorno mi ha detto. "Se dovessi morire, fai dire il verso di Brecht: "E' passata come una nuvola, di cui si dice: non era mai stata". Non posso pensare che si dica "Non era mai stata" ma piuttosto "Noi non l'abbiamo vista". Lettera firmata

    

Caro amico, la delicatezza è un sentimento apprezzabile ma ha i suoi rischi. E la sua amica sembra una persona molto delicata, così come delicata è la lettera e il tono con cui ne parla. Il rischio psicologico ed esistenziale della delicatezza è quello di tenersi alla larga dal corpo e dalle emozioni tutt'altro che delicate che più direttamente lo coinvolgono. A lungo andare ciò può rendere la vita umana un deserto, sia pur gentile senza drammi, come le scene urbane dipinte da Sironi. Per curare la delicatezza è spesso necessaria una certa dose di affettuosa brutalità. Qualcosa che nella sua lettera manca totalmente, mentre credo che sarebbe utile, anche se forse comporterebbe qualche disarmonia e magari qualche lite. La sua amica si vede come una nube pronta a dissolversi: ma le nuvole che volano alte al di sopra del mondo degli uomini, sono anche l'immagine di un femminile che non vuole essere toccato e tanto meno preso. E che non accetta di rinunciare alla propria trasparenza, né alla propria superiorità. E' forse questo che lei non riesce a vedere quando, colpevolizzandosi, conclude "noi non l'abbiamo veduta". Sembra sfuggirle che, perchè una persona venga vista, bisogna che si degni di scendere in strada con la gente comune, fra il chiasso, i rumori, gli odori e le puzze. Il fatto è che anche lei, parlando della sua amica, sembra posseduto dal fascino di quello che la psicologia analitica chiama il mondo dell'Anima (ben descritto da James Hillman nel saggio omonimo, edito da Adelphi): il mondo del femminile, nella sua forma più sfuggente, immersa nell'immaginario. Poiché la sua amica è un'Anima/nuvola che non vuole sporcarsi le mani con il mondo terrestre degli umani, se davvero vuole aiutarla dovrebbe lei per primo piantare i piedi bene per terra e da lì lanciarle una corda per tirarla giù tra noi poveri e non sempre gentili mortali. L'affetto che prova per questa donna è un'ottima materia prima per tessere questa corda. Ma per assicurarle un saldo ancoraggio con la realtà, dovrebbe lei stesso essere convinto che il mondo che ha più valore, perchè vi si gioca la nostra vita, è quaggiù, tra gli esseri umani e le loro passioni più o meno nobili, e non tra le nuvole dell'immaginario. Forse, se pianta bene i suoi piedi per terra, riuscirà anche a vedere la sua amica in modo più reale. E magari, chissà, anche la vostra relazione (e comunque il vostro rapporto col mondo) avrà una svolta.    

Claudio Risé

   

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