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 I GIOVANI

 

Ci vuole un atteggiamento di umiltà nel mettersi davanti al mondo giovanile.

I Giovani:         dall'Adolescenza (15 anni) all'inizio dell'età adulta (25 anni)

                        presenza sempre più minoritaria:            19,22% nell'89

                                                                                               15,26% nel 97

                                                                                               12,00% nel 2000

Stiamo andando verso una società di anziani.

E' sempre più difficile che il mondo degli adulti si apra al mondo giovanile, in particolare con il prolungamento dell'adolescenza e lo stare in strutture di parcheggio (es: università)

Si assiste all'allargarsi del complesso di marginalità.

 

Come guardare al mondo giovanile?

            con una osservazione partecipata (osservazione soggettiva)

            con un approccio giovanile (osservazione con un approccio sociologico)

            tenendo conto che i giovani sono parte del tutto

            sapendo che nei giovani sono presenti, spesso anticipati, tutti gli aspetti della società

            analizzando la dimensione strutturale (= condizioni oggettive in cui i giovani sono chiamati a vivere, 

           indipendentemente da loro) e sovrastrutturale o culturale

Vi sono due grandi letture del mondo giovanile:            1. categorie semplificatrici

                                                                                               2. superamento delle categorie semplificatrici.

1. Ogni categoria semplificatrice da sola non coglie tutta la panoramica giovanile:

ad es:   - da valori materialistici a valori post-materialistici (valori della persona) e post-borghesi (es: volontariato, solidarietà....)

            - i giovani sono soggetti di riflusso, hanno rifiutato tutto il patrimonio passato senza creare nuovi valori (opposto al precedente)

2. Non semplificare il discorso sul mondo giovanile. E' complesso, complicato, anche se ciò non va portato all'estremo. Alcune Categorie:

 

Categoria della MARGINALITA': i giovani sono esclusi dai diritti e dalle risorse promessi dal sistema. Sono esclusi dalle decisioni che li riguardano ed hanno irrilevanza sul piano del potere.

CONSEGUENZE: (segni strutturali)        - permanenza in strutture di formazione

                                                                       - esclusione dal lavoro legale

                                                                       - condanna a vivere condizioni di consumo

                                                                       - esclusione da ogni tipo di partecipazione

                                 (segni sovrastrutturali) 

                                                                       - non reazione e adattamento alla marginalità

                                                                       - o chiusura interna di gruppuscoli

                                                                       - forme giovanili di emarginalità da cui escono alcuni 

                                                                         giovani che cadono in situazioni di marginalità

Qualche effetto benefico:         

                                                - stimolare i giovani ad essere realisti

                                               - ....a difendersi da ogni regolamentazione esterna della loro vita.

 

Categoria della FRAMMENTARIETA': perdita di un centro, di un punto di riferimento.

Aspetto strutturale: scuola, famiglia,...incapaci di trasmettere cultura uniforme.

CONSEGUENZE:      - viene meno la coscienza collettiva mentre emergono le coscienze di gruppo

                                   - si allentano i legami tra le diverse esperienze di tempo .

                                   - fa perdere la "memoria storica"(presenzismo)

                                   - l'ipersocializzazione e l'iposocializzazione contribuisce a ciò

                                   - diviene terreno fertile per le sette

                                   - devianza, perdita dei valori,...

Tentativi di reazione:    

                                   - consumismo esasperato come reazione ad una progettualità di vita

                                   - chiusura nel privato come ultima spiaggia verso la perdita di senso.

 

Categoria del CAMBIAMENTO CULTURALE: i giovani sono protagonisti di un cambiamento lento e non vistoso che a lungo andare produce nuovi valori. Essi sono in grado di fare cerniera tra passato e presente.

 

Categoria della ECCEDENZA DELLE OPPORTUNITA': i giovani di oggi hanno molte possibilità di fare esperienze, essi non si fissano su un'unica esperienza. La spinta è il bisogno di adattamento (non accettare le situazioni, ma accettare soluzioni di basso profilo, il "realizzabile" oggi). Il Rischio è di pragmatismo strumentale che alla fine confina con il cinismo e l'opportunismo.

Positivo: la soggettività

Ma: rischio di perdita di significato del senso della vita.

 

Categoria dell' IDENTITA':è una categoria centrale nei discorsi psico-sociologici e nelle ricerche sul "gruppo"

 

CONCLUSIONE: Marginalità e Identità sono le categorie tra queste prevalenti.

 

 

horizontal rule

 

(da un Articolo delle dispense del prof. MALIZIA)

I giovani continuano ad essere una risorsa anche se pongono dei problemi e fanno problema. In questo mondo giovanile appaiono più gli aspetti negativi che quelli positivi. Alcune tesi di Milanesi sono da lui accettate (es cat. Marginalità, Frammentazione strutturale, culturale....). L'azione educativa di fronte alla frammentarietà perde di completezza e incidenza. Inoltre i riferimenti valoriali sono orizzontali. Vi è una tendenza al disorientamento e all'assenza di progettualità (utilitarismo pragmatico), anche se vi sono potenzialità positive.

CONCLUSIONE: si sta facendo strada una concezione della vita orizzontale, pragmatica, utilitaristica a forte soggettività. Da ciò: inversione dei valori, pericolo della trasgressività, rischio da benessere.

 

horizontal rule

 

(da un Articolo del prof.  Stefano Ricci)

I Giovani hanno più possibilità di sapere, accedere a informazioni, accedere a mezzi.

Ma vi è una deprivazione cognitiva: i giovani sono più ignoranti (= ignorano) perchè non accettano strumenti critici e non sono in grado di discernere.

Vi è un disorientamento affettivo: fragilità psicologica, precarietà affettiva, insicurezza, difficilmente ricuperabili. I giovani spesso vivono la loro giovinezza in negativo, con la voglia e la paura di crescere, con l'attenzione al presente.

Percorsi per capire (anche se sarebbe più utile parlare di incroci e crocevia):

     dai disagi marginali all'assunzione della categoria della marginalità come indicatore della situazione giovanile

     dall'autismo (riflusso su di sè) sociale all'omologazione (stesso sentire acritico) radicale (alla radice). La chiusura sociale come risposta all'incertezza.

     dalla voglia di sè alla voglia di alterità sociale

     dalla "normalità" passando per la "diversità" tenta di arrivare a una "diversa normalità"

Attenzione a non confondere la diversità con la devianza.

Questi diversi percorsi sono :        disomogenei

                                                           compresenti

                                                           discontinui

                                                           a volte invisibili

L'autore conclude: i percorsi dei giovani si snodano tra "deserti e labirinti" verso il vuoto sconfinato che ha un paradigma aperto. Per dare risposte adeguate dovremmo "pensare giovane", che non è "pensare da giovane" (poco credibile) nè "pensare come giovani", ma fare la fatica di accostarsi alla globalità del mondo giovanile (strutture utilizzate, ambienti frequentati,.....)

 

 

RAPPORTO GIOVANI-ISTITUZIONI (da ricerca IARD)

 

Compito delle Istituzioni è favorire lo scambio tra sistema sociale (caratterizzato da rapporti formali) e i mondi vitali (l'ambito delle relazioni interpersonali, familiari, di amicizia).

Come si è realizzato ciò in ambito giovanile?

Dagli anni '50: non vi è nè contestazione nè adattamento passivo alle istituzioni, ma un uso strumentale  delle istituzioni (è il periodo delle immigrazioni: perdita delle radici culturali, ma senza integrazione nel nuovo contesto)

1963: giovani dalle 3 M: Moglie (o marito), Mestiere, Macchina ( va notato che dal 1977 all'80 compare di nuovo un uso strumentale delle istituzioni, ma con la differenza di un ripiego sul privato con una  mentalità soggettivistica e individualista [lo slogan è "Riprendersi la vita": famiglia, scuola, mondo del lavoro, chiesa sono visti come spazi in cui si può riprendersi la vita])

fine anni '60 e primi anni 70:            - periodo di contestazione

                                                                         - perdita delle radici

                                                                         - mentalità capitalistica-burocratica

                                                                         - lotta dura e senza risparmio all'autorità

     crisi della famiglia come fonte prima di autoritarismo

     via tutte le istituzioni e tutte le regole

     crisi della scuola, finalizzata a una cultura già finalizzata ( in nome del servizio e impegno per i poveri)

     contestazione anche di tutti i partiti politici

Dal '70 ad oggi: ( vedi i dati IARD sulla "fiducia e sfiducia" sul foglio dato dall'insegnante)

FIDUCIA:       polizia  e  carabinieri                          SFIDUCIA:     governo

                         militari di carriera                                                       funzionari pubblici

                         insegnanti                                                                     burocrati

                         banche                                                                           sindacati

                        magistratura                                                                 uomini politici

                                                                                       

 

IN MEZZO: i sacerdoti

 

Da ciò si ricava che i giovani ripongono fiducia nelle istituzioni di ordine sociale, mentre hanno scarsa fiducia nelle istituzioni di ordine politico-religioso. Rispetto alla burocrazia c'è più fiducia dell'83. Da notare che le ragazze danno in percentuale una minore fiducia dei maschi alla magistratura e una superiore fiducia (sempre rispetto ai maschi) alla chiesa. Lo stesso accade per la scuola. Con il passare degli anni diminuisce nei maschi la fiducia nelle istituzioni e nella chiesa (fa eccezione la magistratura). Sacerdoti, burocrati, governo godono più fiducia nelle classi elevate.

La fiducia o sfiducia è data in base all'utilizzo pratico che quella struttura ha per l'individuo (autorealizzazione personale). Permane un avvicinamento strumentale, selettivo (in base a ciò che mi serve), critico alle istituzioni.

Il filtro è dato dal fatto di conoscere o non conoscere persone di fiducia in quel campo ( o che si ritiene tale, pur non conoscendo la persona).

Nonostante questo riavvicinamento, la socializzazione avviene soprattutto al di fuori delle istituzioni.

(vedi i dati del rilevamento IARD '92, p.106ss.)

 

GIOVANI, FAMIGLIA, MONDO DEL LAVORO

 

La famiglia è una delle prime istituzioni chiamate in causa dai giovani. Nei valori è da essi messa al 1° posto. E' il 1° luogo educativo come istituzione fondamentale.

La famiglia sta andando verso il declino?

Alcuni dicono così e portano a motivo:

1.   non è più possibile avere buoni e duraturi rapporti tra la famiglia e tra le famiglie (coppia aperta a 3-4, divorzi, convivenza,....)

2.   vi è il progredire di una mentalità in cui la sessualità è intesa come libera manifestazione degli istinti, svincolata da qualunque normativa etica, trattata in termini di puro processo comunicativo (chiusura alla fecondità, slegata da norme giuridiche come ad es. il matrimonio, affidandosi alla scelta immediata del partner)

3.   Anche nelle famiglie tradizionali entrano alcuni di questi aspetti:     

                                                                                  denatalità

                                                                                  caduta dei modelli tradizionali

                                                                                  luogo del convivere e consumo

                                                                                  delega ad altri dei propri compiti educativi

                                                                                  orizzontalismo relazionale

La ricerca dello IARD contesta che vi sia un declino:

La famiglia, pur riflettendo quanto si è appena detto e malgrado la trasformazione giuridica (aborto, contraccettivi,...), tuttavia viene rivalutata come luogo insostituibile dell'educazione, punto di riferimento simbolico-spirituale-materiale per tutti i suoi membri, luogo primario della riproduzione sociale e culturale, ambito in cui si sviluppano rapporti di solidarietà immediata.

 

La famiglia è però sempre meno considerata come luogo primario di interiorizzazione dei valori e trasmissione di educazione, mentre viene rivalutata come comunità garante di consumi.

- è ridotta la natività

- si complicano i rapporti inter-generazionali

- aumentano le richieste di affetto

- problema del "figlio unico" su cui tutto è centrato

- si riduce la quantità di relazioni tra i membri e aumentano le relazioni esterne

- le relazioni sono cercate in funzione di un bisogno personale

- scarsa partecipazione dei componenti di questa famiglia alla vita sociale, politica

- delega di compiti educativi ad altre agenzie.

 

(vedere IARD '92 p.73)

Si nota una buona stabilità per la famiglia che influisce a seconda del ceto sociale e dell'istruzione sulla scala dei valori e sulle scelte dei giovani ( vedi p. 21-23).

Si intravede che la famiglia si rafforza per tutte le età e i sessi. Vi è anche un dato interessante: i giovani meridionali hanno un po' meno il valore familiare degli altri giovani (vedi p. 232).

Novità più consistenti:

- prolungata coabitazione dei figli con i genitori (vedi p. 211ss.)

- problema dei singoli o delle convivenze con il partner ( vedi p. 214-215)

- dilazione del matrimonio (vedi p. 216)

 

Quale famiglia i giovani mettono al vertici?

1.   Luogo in cui è possibile dare e ricevere affetto

      Avere benessere e serenità

      Rifugio sicuro e ben difeso verso la realtà esterna

      Garantisce uno spazio di autonomia in cui realizzare la propria identità

2.   (quantitativamente meno rilevante, ma qualitativamente rilevante) si punta anche a una famiglia in termini di progettualità (costruzione, valori condivisi, attenzione alla persona,...)

 

Mondo del lavoro e Scuola ( vedi p. 17ss.)

Problema della selezione scolastica

Sembra sia la stessa scuola a selezionare

I giovani chiedono:       - relazionalità (rispetto della persona, degli allievi)

                                   - professionalità degli insegnanti

                                   - legame con il mondo del lavoro per favorire l'inserimento

La scuola dà informazioni, ma non fa cultura (far passare un modello di comportamento)

Siccome la scuola non risponde alle esigenze, rimangono in essa specialmente le famiglie di ceto alto o culturalmente alto. ( importante vedi p. 40, da metà al fondo)

 

(vedi p. 49): diminuito il numero dei disoccupati

(vedi p. 56-57): spirito di iniziativa dei giovani per raggiungere un lavoro che dia soddisfazione.

(vedi p. 59-60 condizioni del lavoro.........)

Non vi è quindi un declino del mondo del lavoro, ma una trasformazione della sua concezione.

 

 

LA RELIGIONE

 

(vedi p. 83; 79; 76 e metterle a confronto)

Se i credenti si dicono l'80% dei giovani,  il 24,4% frequenta settimanalmente la messa e solo il 13,3% ha un impegno religioso.

CONSEGUENZE:     - la religione non è parte centrale della vita dei giovani

                                   - vi è una religione a propria immagine e somiglianza

                                   - conseguenze dal punto di vista etico

                                   - religione periferica

                                   - rifiuto della mediazione (qualunquismo e individualismo)

Vi è un terreno dove le sette hanno facile presa.

(vedi tabella p. 87)

 

(Vedere articolo del DE ROSA, da pag. 102 a pag. 108 delle dispense)

 

Siamo perciò in un contesto     secolarizzato (= autonomia)

                                                     di differenziazione (= pluralità di riferimento, mancanza di sintesi,                                                                                      frammentazione, soggettivismo)

                                                     con un processo di razionalizzazione (= autosufficienza)

I giovani sono parte di tutto questo e punta emergente della società. Questo universo giovanile è variegato e complesso. Ha però tratti globali, anche se non tutti sullo stesso piano.

 

A) AUTOREALIZZAZIONE (è il tratto fondamentale): esigenza di recuperare la propria identità soggettiva (decidere da sè e per sè).

 

CONNOTAZIONI COMUNI: non significa rifiuto degli altri, è piuttosto una priorità (essere felici)

- Centralità inalienabile della persona (non l'istituzione e l'ideologia)

- Solitudine: causata dall'interiorizzazione della cultura della marginalità (vivo facendo il meno possibile) e dall'indifferenza soprattutto affettiva (bambini, adolescenti, vecchi,...)

- Rifiuto di assumere chiare opzioni di valore frutto della differenziazione (vale ciò a cui io do valore)

- Rassegnazione alla mediocrità con accettazione quasi fatalistica della marginalità. Ne consegue:

                                                           - rinuncia alla progettualità

                                                           - rinuncia alle proposte utopiche

                                                           - inerzia nel lungo parcheggio nelle strutture pubbliche

                                                           - cultura dell'effimero

                                                           - lungo parcheggio in famiglia

- Vivere alla giornata adattandosi alle condizioni

- Accettazione acritica di persone e proposte (= conta l'immagine). Ne consegue:

                                                                       - modellarsi sull'aspetto estetico

                                                                       - modellarsi sull'eleganza personale, sul "LUC"

                                                                       - conta il denaro

- Apertura continua al molteplice, convertibile continuamente

Sostanzialmente:           Identità debole

                                   Un'identità all'insegna del "Fai da te"

 

                                                          

B) RICERCA DEL SENSO  e cioè delle ragioni per vivere. Questa ricerca non passa attraverso il filtro delle IDEE, il filtro delle ISTITUZIONI, il filtro dei VALORI PERENNI, ma avviene attraverso processi di RELAZIONE INTERPERSONALE.

Quindi: - sperimentata più che maturata a livello di idee

            - strettamente legata alla personale auto-realizzazione

            -non si sviluppa attraverso il confronto critico con i valori oggettivi, ma viene vissuta sulle  valorizzazioni personali 

              (la coscienza è legata alla libera adesione a valori).

 

 

C) PRIMATO DELL'ESPERIENZA

Conta ciò che si vede, si tocca.

- E' l'esperienza a valutare la validità delle norme: essa è vera se è concretizzabile, fattibile, vantaggiosa per me.

- E' vista in funzione delle misure da prendere nei confronti del presente e del futuro, per farsi secondo le proprie capacità.

- Vi è il rifiuto a scelte irreversibili

- Vi è un certo nomadismo sociale:

                                   possibilità sempre aperta di fare diverse e contraddittorie esperienze

                                   possibilità di sperimentare e cambiare spesso appartenenze associative

 

 

D) DIVERSA PRESENZA POLITICA

- Prendere parte anche solo saltuariamente a presenze pubbliche

- Sfiducia nelle organizzazioni politiche

- Non si è indifferenti al mondo del politico in generale, ma si esprime in forme diverse di militanza

- Si aderisce a forme di partecipazione che non accettano la dipendenza da un'élite

- Impegni concreti non a lungo termine e mirati più sul terreno pre-politico e assistenziale che strutturale.

 

E) VARIEGATA ESPERIENZA RELIGIOSA

- Distacco tra l'esperienza religiosa e la ricerca di identità e senso

- Scollamento tra pratiche religiose e credenze religiose

- Differente consistenza delle diverse pratiche religiose

- Vita religiosa contraddistinta da soggettivismo, specialmente in campo etico

- Emergere di una domanda di significati ultimi

- Modelli di religiosità integristi e fondamentalisti