Padre Davide da
Bergamo (al secolo: Felice Moretti) è indubbiamente una delle più conosciute
figure della musica organistica italiana del Primo Ottocento. Egli è
considerato, giustamente, come l'iniziatore di quella scuola organistica che per
quasi un secolo caratterizzerà la musica organistica italiana come
"operistica", con tutte le implicazioni che questo aggettivo comporta.
Se consideriamo il fatto che questo genere di musica è stato, per così dire,
"riscoperto" solamente da una trentina d'anni, possiamo dire che la
figura centrale su cui si è imperniata questa riscoperta è proprio lui: Felice
Moretti, un sacerdote organista e compositore che pur assurgendo in vita ad una
meritatissima fama artistica e figurando tra i più fecondi compositori
organistici italiani di tutti i tempi, non abbandonò mai i suoi rigorosi
principi estetici e musicali, principi basati su una solidissima formazione
musicale, tecnica ed artistica che gli permisero di caratterizzare un'intero
secolo di organo (organisticamente ed organariamente parlando) italiano.
Purtroppo molti suoi successori ed imitatori nei decenni seguenti portarono la
musica organistica italiana ad un livello di degrado artistico tale da innescare
quel movimento di Riforma di cui abbiamo già parlato da queste colonne. Ma
questo è un altro discorso.
Felice Moretti nasce a Zanica, vicino a Bergamo, il 21 Gennaio 1791. Fin da
giovanissimo dimostra una spiccatissima propensione per la musica e già fin dal
1801 lo troviamo trasferito, assieme alla famiglia, in quel di Bergamo, dove
opera ed insegna uno dei maggiori musicisti di quell'epoca, Giovanni Simone Mayr,
che da qualche decennio era giunto dalla Baviera portando con se le basi di
quella famosa scuola musicale germanica ed aveva fondato, addirittura, un
Istituto in cui insegnava gratuitamente a tutti quei giovani che desideravano
imparare la musica ma non ne avevano i mezzi economici. Felice Moretti non ha la
possibilità di inserirsi subito nel novero degli allievi di Mayr; una malattia
gli comporta la paralisi del braccio sinistro ed egli deve impiegare diversi
anni per recuperare l'uso dell'arto. Quando guarisce inizia a prendere lezioni
di musica da Davide Bianchi, organista di ottimo valore, che gli impartisce
un'educazione musicale di base che gli renderà possibile, qualche anno dopo,
entrare a far parte del gruppo didattico del Mayr, all'interno del quale conosce
anche Donizetti e, soprattutto, Antonio Gonzales, a quell'epoca organista presso
Santa Maria Maggiore, il quale lo incita ad esplorare diversi orizzonti della
musica. Felice Moretti intraprende così, con accanimento, lo studio del
Fortepiano, del Clavicembalo, dell'Organo, della Tromba, del Corno e degli
Archi, cimentandosi anche in Composizione e Canto. Entra a fare parte del Coro
del Teatro Riccardi, sempre di Bergamo, ed inizia anche una discreta attività
quale organista presso alcune Parrocchie del Bergamasco. Contemporaneamente
manifesta un deciso desiderio di dedicarsi alla vita monastica, ma il periodo,
caratterizzato dalle soppressioni napoleoniche degli Ordini Religiosi, glielo
impedisce.
Nel 1815 avviene nella sua vita una duplice svolta. Viene nominato, con incarico
definitivo, Organista Titolare presso la Parrocchia di Gandino;
contemporaneamente le vicende storiche e politiche dell'Europa portano alla
Restaurazione ed alla ricostituzione degli Ordini Religiosi. Felice Moretti può
finalmente coronare il suo desiderio e chiede di essere ammesso come Novizio
presso l'Ordine dei Francescani Minori Riformati. La sua richiesta viene accolta
ed egli, abbandonato l'incarico di organista a Gandino, il 2 Giugno 1818 entra
nel Convento di Santa Maria di Campagna a Piacenza, dove prenderà i Voti nel
Luglio dell'anno seguente; verrà ordinato Sacerdote a Pontremoli nell'Ottobre
1819 e da questo momento egli sarà, per tutti e per sempre, Padre Davide da
Bergamo.
L'Ordinazione Sacerdotale non gli impedisce di proseguire nell'attività
artistica, anzi la favorisce anche sotto altri aspetti. La sua fama di ottimo
organista lo porta ad essere chiamato per collaudare e provare nuovi organi, ed
è qui che egli entra in stretto contatto con i Serassi di Bergamo, con i quali
stringerà duratura amicizia. Sempre nell'ambito della sua attività musicale
egli conoscerà tutti i maggiori organari del tempo, tra cui Lingiardi, Bossi,
Bianchi, Pansera e molti altri con cui inizierà uno stretto scambio di
informazioni ed opinioni. Sarà da questi rapporti che nascerà quell'organo
italiano ottocentesco "operistico" che affondando le sue radici
nell'organo classico, aprirà amplissimi orizzonti su risorse timbriche e
foniche sempre più "orchestrali" e raggiungerà, grazie a nuove
invenzioni ed accorgimenti tecnici, una perfezione tecnico-costruttiva di
altissimo livello che porterà alla realizzazione di strumenti splendidi che
ancora oggi testimoniano di quel grande periodo dell'arte organaria italiana.
Padre Davide da Bergamo diventa quindi una figura centrale del panorama musicale
di quell'epoca ed è a lui che si rivolgono sempre più spesso coloro che
intendono farsi costruire un nuovo organo o che lo vogliono collaudare ed
inaugurare. Egli coniuga la sua attività di compositore con le consulenze e con
le inaugurazioni. Ed è proprio in occasione di questi concerti che il pubblico
apprezza e sottolinea le sue qualità tecniche ed interpretative. Nelle cronache
del tempo, Padre Davide da Bergamo viene descritto come un organista dalla
tecnica solidissima e dall'assoluta padronanza dello strumento e sicuramente in
questo gli avevano giovato molto, in gioventù, i caparbi ed ostinati studi
dedicati alla musica di Haydn e di Mozart. Egli sfoggia altresì un'inusitata,
per quei tempi, abilità nel suonare la pedaliera degli organi di quel tempo e
moltissimi rimangono stupiti da come egli riesca a suonare intere linee
melodiche con i pedali. A questo proposito, sarà proprio lui che caldeggerà e
favorirà presso i suoi amici organari l'introduzione nell'organo italiano della
"nuovissima" -per allora in Italia- pedaliera retta di 24 note e le
sue composizioni testimoniano di quanto importante egli ritenesse la pedaliera
per un utilizzo anche più spiccatamente "melodico".
Nella vita di Padre Davide da Bergamo non si contano i collaudi, le consulenze,
i progetti, le pubblicazioni ed i concerti, in cui egli sfoggiava anche
un'impareggiabile abilità nelle improvvisazioni. Nei quarant'anni abbondanti
della sua attività, padre Davide sarà sempre una figura di spicco e di
riferimento per tutti quelli che intraprenderanno la carriera organistica ed
organaria.
Felice Moretti muore il 24 Luglio 1863, lasciando a sua testimonianza un
patrimonio di musica che, tra pubblicata ed inedita, conta più di
duemilaquattrocento opere, una produzione titanica dedicata ai generi più
svariati, dal canto, all'orchestra, dalle formazioni strumentali alla musica
vocale sacra e, naturalmente, all'organo.
Indubbiamente Padre Davide da Bergamo è stato uno dei maggiori esponenti in
assoluto della musica organistica italiana di tutti i tempi. Egli fu un
musicista solido, completo e molto aperto a tutte le innovazioni di un'epoca
gravida di avvenimenti nefasti ma anche impregnata di un'aria nuova, in cui si
chiudevano epoche che affondavano le loro origini in un passato remoto ed oscuro
e si aprivano anni di speranze che suscitavano grandissimi entusiasmi. Dalla sua
cella monastica Padre Davide da Bergamo rimaneva pur sempre quel Felice Moretti
curioso ed appassionato di sempre nuove conoscenze musicali, novità che egli
catturava non appena possibile e che trasformava in musica. Sotto questo aspetto
egli fu, in modo musicale, un cronista attento degli avvenimenti della sua epoca
e moltissimi suoi brani sono dedicati ad episodi che furono immortalati in
diversi altri modi da scrittori, pittori e poeti. A questo proposito citeremo
solamente il suo famosissimo brano "Le sanguinose giornate di Marzo ossia
la Rivoluzione di Milano", che possiamo considerare come un affresco-poema
sinfonico-organistico dedicato ad una pagina epocale della storia italiana di
quell'epoca. Allo stesso modo egli ha immortalato e tramandato ai posteri sotto
forma di pagine musicali un'intera epoca sociale, politica e culturale dell'italia:
il Risorgimento. Sotto questo aspetto riteniamo che la figura di Felice Moretti
debba essere ancora ed adeguatamente valorizzata.
scritto da: Federico Borsari (per la pagina dell'organo) www.lapaginadellorgano.it