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Cantanti italiani dalla A alla Z

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FRANCESCO GUCCINI





 





CANZONE PER UN'AMICA


LA                 MI        FA#m   RE       LA        MI
Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva
LA          MI      FA#m        RE   LA                 MI
La dolce estate era gia' cominciata, vicino a lui sorrideva
LA       MI        LA
vicino a lui sorrideva

RE LA MI LA

                MI         FA#m  RE         LA       MI
Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava
LA       MI        FA#m      RE   LA                        MI
Non lo sapevi che c'era la morte, quel giorno che ti aspettava
LA       MI             LA
quel giorno che ti aspettava

RE LA MI LA
                  MI       FA#m   RE                      MI
Non lo sapevi che c'era la morte, quando si e' giovani e' strano
LA        MI      FA#m       RE   LA                    MI
poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano
LA         MI         LA
venga e ci prenda per mano

LA               MI          FA#m   RE        LA              MI
Non lo sapevi ma cosa hai pensato   quando la strada e' impazzita
LA        MI           FA#m     RE
quando la macchina e' uscita di lato e sopra un'altra e' finita
LA        MI           LA
e sopra un'altra e' finita.

LA               MI           FA#m  RE     LA                   MI
Non lo sapevi ma cosa hai sentito   quando lo schianto ti ha uccisa
LA              MI       FA#m          RE   LA                     MI
Quando anche il cielo di sopra e' crollato, quando la vita e' fuggita
LA        MI           LA
quando la vita e' fuggita

RE LA MI LA RE LA (X2) MI LA

Dopo il silenzio soltanto e' regnato tra le lamiere contorte
sull'autostrada cercavi la vita ma ti ha incontrato la morte,
ma ti ha incontrato la morte

Vorrei sapere a che cosa e' servito vivere amare e soffrire
spendere tutti i tuoi giorni passati se presto hai dovuto morire
se presto hai dovuto morire

Voglio pero' ricordarti com'eri pensare che ancora vivi
Voglio pensare che ancora mi ascolti, che come allora sorridi
che come allora sorridi



 

IL VECCHIO E IL BAMBINO



   Rem                    Do
Un vecchio e un bambino si preser per mano
   Sib              La7
e andarono insieme incontro alla sera;
   Rem               Do
la polvere rossa si alzava lontano
     Sib              La7
e il sole brillava di luce non vera;

    Fa                Do7
l'immensa pianura sembrava arrivare
         Rem                    La9m
fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare
  Fa                  Do7
e tutto d'intorno non c'era nessuno
         Rem               La9m      La7
solo il tetro contorno di torri e di fumo.

  Rem                   Do
I due camminavano, il giorno cadeva,
  Sib                  La7
il vecchio parlava, e piano piangeva
     Rem                Do
con l'anima assente, con gli occhi bagnati,ù
   Sib                  La7
seguiva il ricordo di miti passati.

  Fa                   Do
I vecchi subiscon l'ingiura degli anni,
    Rem                La9m
non sanno ditinguere il vero dai sogni;
  Fa                    Do7
i vecchi non sanno nel loro pensiero
  Rem                   La9m      La7
distinguer nei sogni il falso dal vero.

     Rem                Do
E il vecchio diceva guardando lontano
   Sib             La7
immagina questo coperto di grano
  Rem                 Do
immagina i frutti e immagina i fiori
   Sib               La7
e pensa alle voci e pensa ai colori.

Fa                  Do7
E in questa pianura fin dove si perde
Rem                 La9m
crescevno gli alberi e tutto era verde;
Fa                 Do7
cadeva la pioggia segnavano i soli
    Rem                La9m   La7
il ritmo dell'uomo e delle stagioni.

   Rem                  Do
Il bimbo ristette lo sguardo era triste
   Sib                  La7
e gli occhi guardavano cose mai viste;
  Rem                     Do
e poi disse al vecchio con voce sognante:
    Sib                Sol7+     La7  Re
"Mi piaccion le fiabe raccontane altre".




 

STAGIONI



|| Rem LA7 | REm LA7 | REm SIb | LA7 |
| REm LA7 x 5

Rem La7 Rem Re7
Quanto tempo è passato
Solm Re7 Solm
da quel giorno d’autunno
Do7 Fa
di un ottobre avanzato,
Mi7 La7
con il cielo già bruno,
Rem La7 Rem Re7
fra sessioni di esami,
Solm Re7 Solm
giorni persi in pigrizia,
Do7 Fa
giovanili ciarpami,
Mi7 La7
arrivò la notizia…
Do7 Fa
Ci prese come un pugno,
La7 Rem
ci gelò di sconforto,
Do7 Fa
sapere a brutto grugno
Mi7 La7
che Guevara era morto:
Re Sol Re Re7
in quel giorno d’ottobre,
Sol Re
in terra boliviana
Sol Re
era tradito e perso
Mi7 La7
Ernesto “Che” Guevara…
Re Sol Re
Si offuscarono i libri,
Sol Re
si rabbuiò la stanza,
Sol Re
perché con lui era morta
La7 Re Re7
una nostra speranza:
Sol Re
erano gli anni fatati
La La7 Re Re7
di miti cantati e di contestazioni,
Sol Re
erano i giorni passati
Mi7 La7
a discutere e a tessere le belle illusioni
Re Sol Re Re7
“Che” Guevara era morto,
Sol Re
ma ognuno lo credeva
Sol Re
che con noi il suo pensiero
La7 Re
nel mondo rimaneva…
Re Sol Re Re7
“Che” Guevara era morto,
Sol Re
ma ognuno lo credeva
Sol Re
che con noi il suo pensiero
La7 Rem
nel mondo rimaneva…
|| REm LA7 | REm LA7 ||

Passarono stagioni,
ma continuammo ancora
a mangiare illusioni
e verità a ogni ora,
anni di ogni scoperta,
anni senza rimpianti:
“Forza Compagni, all’erta,
si deve andare avanti! ”

E avanti andammo sempre
con le nostre bandiere
e intonandole tutte
quelle nostre chimere…

In un giorno d’ottobre,
in terra boliviana,
con cento colpi è morto
Ernesto “Che” Guevara…
Il terzo mondo piange,
ognuno adesso sa
che “Che” Guevara è morto,
mai più ritornerà,
ma qualcosa cambiava,
finirono i giorni di quelle emozioni
e rialzaron la testa
i nemici di sempre contro le ribellioni…

“Che” Guevara era morto
e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva,
che qualcosa finiva…
“Che” Guevara era morto
e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva,
che qualcosa finiva…
|| REm LA7 | REm LA7 | REm LA7 |
| Mim SI7 | Mim SI7 | Mim SI7 |
| Mim SI7 | Mim SI7 ||

Mim Si7 Mim Mi7
E qualcosa negli anni
Lam Mi7 Lam
terminò per davvero
Re7 Sol
cozzando contro gli inganni
Fa# Si7
del vivere giornaliero:
Mim Si7 Mim Mi7
i Compagni di un giorno
Lam Mi7 Lam
o partiti o venduti,
Re7 Sol
sembra si giri attorno
Fa# Si7
a pochi sopravvissuti…
Re7 Sol
Proprio per questo ora
Si7 Mim
io vorrei ascoltare
Re7 Sol
una voce che ancora
Fa# Si7
incominci a cantare:
Mi La Mi Mi7
In un giorno d’ottobre,
La Mi
in terra boliviana,
La Mi
con cento colpi è morto
Fa#7 Si7
Ernesto “Che” Guevara…
Mi La Mi Mi7
Il terzo mondo piange,
La Mi
ognuno adesso sa
La Mi
che “Che” Guevara è morto,
Si7 Mi Mi7
forse non tornerà,
La Mi
ma voi reazionari tremate,
Si7 Mi Mi7
non sono finite le rivoluzioni
La Mi
e voi, a decine, che usate
Fa# Si7
parole diverse, le stesse prigioni,
Mi La Mi Mi7
da qualche parte un giorno,
La Mi
dove non si saprà,
La Mi
dove non l’aspettate,
Si7 Mi
il “Che” ritornerà,
Mi La Mi Mi7
da qualche parte un giorno,
La Mi
dove non si saprà,
La Mi
dove non l’aspettate,
Si7 Mim
il “Che” ritornerà !
| MIm SI7 | MIm SI7 | MIm DO | SI7 |
| MIm SI7 | MIm SI7 | MIm SI7 | MIm |






 

PIAZZA ALIMONDA



RE LA4
Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare respiro al largo, verso
LA
orizzonte.
SOL LA7 RE
Genova, repubblicana di cuore, vento di sale,anima forte.
RE7 SOL SOL-
Genova che si perde in centro nei labirintici vecchi carrugi,
RE MI7 LA 4 LA
parole antiche e nuove sparate a colpi come d’archibugi.

Genova, quella giornata di luglio,un caldo torrido d’Africa nera.
Sfera di sole a piombo, rombo di gente, tesa atmosfera.
Nera o blu l’uniforme, precisi gli ordini, sudore e rabbia;
LA4 LA
facce e scudi da Opliti, l’odio di dentro come una scabbia.

SOL RE FA# SI-
Ma poco più lontano, un pensionato ed un vecchio cane
SOL (LA) RE MI7 LA4 LA
guardavano un aeroplano che lento andava macchiando il mare;
SOL RE FA# SI-
una voce spezzava l’urlare estatico dei bambini.
SOL (LA) RE MI7 LA4 LA
panni distesi al sole, come una beffa, dentro ai giardini.

Uscir di casa a vent’anni è quasi un obbligo, quasi un dovere,
piacere d’incontri a grappoli, ideali identici, essere e avere,
la grande folla chiama, canti e colori, grida ed avanza,
sfida il sole implacabile, quasi incredibile passo di danza.
Genova chiusa da sbarre, Genova soffre come in prigione,
Genova marcata a vista attende un soffio di liberazione.
Dentro gli uffici uomini freddi discutono la strategia
e uomini caldi esplodono un colpo secco, morte e follia.
Si rompe il tempo e l’attimo, per un istante, resta sospeso,
appeso al buio e al niente, poi l’assurdo video ritorna acceso;
marionette si muovono, cercando alibi per quelle vite
dissipate e disperse nell’aspro odore della cordite.

Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore,
ma come quella vita giovane spenta, Genova muore.
Per quanti giorni l’odio colpirà ancora a mani piene.
Genova risponde al porto con l’urlo alto delle sirene.
Poi tutto ricomincia come ogni giorno e chi ha la ragione,
dico nobili uomini, danno implacabile giustificazione,
come ci fosse un modo, uno soltanto, per riportare
una vita troncata, tutta una vita da immaginare.
Genova non ha scordato perché è difficile dimenticare,
c’è traffico, mare e accento danzante e vicoli da camminare.
La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l’onda.
Ritorna come sempre, quasi normale, piazza Alimonda.

MI SI
La «salvia splèndens» luccica, copre un’aiuola triangolare,
LA SI7 MI
viaggia il traffico solito scorrendo rapido e regolare.
MI7 LA LA-
Dal bar caffè e grappini, verde un’edicola vende la vita.
LA- MI LA- LAb DO#-
Resta, amara e indelebile, resta, amara e indelebile,
LA- MI SI MI LA MI
resta, amara e indelebile, la traccia aperta di una ferita…






 

L'AVVELENATA



DO               SOL            LA-         MI7       LA-      SOL7               DO
Ma s’ io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
SOL                 LA-          MI7         LA-     SOL7               MI
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
FA                      DO                 Fa                 do           sol
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il “crucifige” e così sia,
DO         SOL             LA-         MI7           LA-      SOL              DO
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato…
DO               SOL            LA-         MI7       LA-      SOL7           DO
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
SOL                 LA-          MI7         LA-     SOL7               MI
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d’ un cantante:
FA                      DO                 Fa                 do           sol
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
DO         SOL             LA-         MI7           LA-      SOL              DO
e un cazzo in culo e accuse d’ arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi r
esta…
DO               SOL            LA-         MI7       LA-      SOL7      DO
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
SOL                 LA-          MI7         LA-     SOL7               MI
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
FA                      DO                 Fa                 do           sol
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
DO         SOL             LA-         MI7           LA-      SOL              DO
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso…
DO               SOL            LA-         MI7       LA-      SOL7      DO
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
SOL                 LA-          MI7         LA-     SOL7               MI
godo molto di più nell’ ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare…
FA                      DO                 Fa                 do     sol
se son d’ umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
DO         SOL             LA-         MI7           LA-      SOL        DO
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo…

DO               SOL            LA-         MI7       LA-                    SOL7      DO
Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
SOL                 LA-          MI7          LA-               SOL7     MI
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
FA                      DO                 Fa                 do           sol
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
DO         SOL             LA-         MI7           LA-               SOL              DO
io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare!
SOL            LA-         MI7       LA-                    SOL7      DO
Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
SOL                 LA-          MI7         LA-     SOL7                         MI
Ovvio, il medico dice “sei depresso”, nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
FA                      DO                 Fa                 do           sol
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
DO         SOL             LA-         MI7           LA-      SOL              DO
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!
O               SOL            LA-         MI7       LA-               SOL7      DO
Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po’ di milioni,
SOL                 LA-          MI7          LA-               SOL7     MI
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni…
FA                      DO         Fa                 do           sol
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
DO         SOL             LA-         MI7           LA-     SOL              DO
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!
DO               SOL            LA-         MI7       LA-           SOL7      DO
Ma s’ io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
DO               SOL            LA-         MI7       LA-           SOL7   MI
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
FA                      DO                 Fa          do           sol
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
DO         SOL             LA-         MI7           LA-      SOL              DO
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e A CULO TUTTO IL RESTO






 

L'UBRIACO



Appoggiato sulle braccia, dietro al vetro d’ un bicchiere,
LAm                             DO
alza appena un po’ la faccia e domanda ancora da bere.
MI              LAm        REm             MI4 MI7
I rumori della strada filtran piano alle pareti,
LAm                       DO
dorme il gatto sulla panca e lo sporco appanna i vetri.
SOL                    DO               MI

Cade il vino nel bicchiere poi nessuno più si muove
LA                       REm
e non sai se fuori all’aria ci sia il sole oppur se piove.
SOL7                            DO            MI
E quell’uomo si ricorda e, per uno scherzo atroce,
LAm                    DO
quasi il vino gli dà forza, l’illusione gli dà voce.
MI          LAm          REm          MI4  MI7

E si alza sulle gambe, sbarra gli occhi e poi traballa,
LAm                          DO
come con i riflettori sopra il gesto delle braccia..
SOL                       DO          MI

La la la la la la ..
|| LA | LA | REm | REm | SI | SI | MI ||

Ma si ferma all’improvviso e ricade giù a sedere,
LAm                      DO
torna l’ombra sul suo viso, torna il vino nel bicchiere.
MI            LAm            REm        MI4    MI7
E lontano, oltre, nel tempo, una folla misteriosa
LAm                         DO
è scattata tutta in piedi, grida: “Bravo, bene, ancora!”
SOL                           DO             MI

Son tornati i riflettori sul suo viso e sulle mani,
LA                        REm
si alza e accenna ad un inchino per quei pubblici lontani.
SOL7                          DO          MI
E più forte tra quei muri quella voce ora si è alzata
LA                         REm
e fa tintinnare i vetri e rimbalza sulla strada…
SI                      MI          MI7

La la la la la la ..La la la la la la ..
|| LA | LA | REm | REm | SI | SI | MI | MI7 || ad lib.






 

SCIROCCO



Intro: Re- / Do6 / Sib7+ / La7 / Re- / Doo6 / Sib7+ / La7

Re-                                 Do6
Ricordi? Le strade erano piene di quel lucido scirocco
Sib7+                          La7
che trasforma una realtà abusata e la rende irreale,
Re-                                  Do6
sembravano alzarsi le Torri in un largo gesto barocco
Sib7+                            Do6
e in via dei Giudei volavano velieri, come in un porto canale.
Fa                           Do/Mi
Tu, dietro al vetro di un bar impersonale,
Sib/Re                 La/Do#
seduto ad un tavolo da poeta francese,
Dodim                  Sol/Si
con la tua solita faccia aperta ai dubbi
Sibdim                      Fa/La
e un po’ di rosso routine dentro al bicchiere;
Sol#dim                       Mi/Sol#
pensai di entrare, per stare assieme a bere
Sol-6                      La7        La4 La7
e a chiaccherare di nubi.

Ma lei arrivò affrettata, danzando nella rosa
di un abito di percalle che le fasciava i fianchi,
e cominciò a parlare ed ordinò qualcosa,
mentre nel cielo rinnovato correvano le nubi a branchi,
e le lacrime si aggiunsero al latte di quel tè
e le mani disegnavano sogni e certezze,
ma io sapevo come ti sentivi schiacciato
tra lei e quell’altra che non sapevi lasciare,
tra i tuoi due figli, e l’una e l’altra morale;
come sembravi inchiodato.

Re-                         La7
Lei si alzò, con un gesto finale,
Re-                        Do7
poi andò via, senza voltarsi indietro
Fa                       La7
mentre quel vento la riempiva
Sib   Do7                 Fa       La7
di ricordi impossibili, di confusione e immagini.
Re7                          Sol-
Lui restò come chi non sa proprio cosa fare,
Mi7                       La7
cercando ancora chissà quale soluzione,
Re-            Re-7/Do      Sol7/Si
ma è meglio, poi, un giorno solo da ricordare
Sib         Mi7/Si    La7
che ricadere in una nuova realtà sempre identica.
Rem7  Sol/Re  Rem7  Sol/Re

Ora non so davvero dove lei sia finita,
se ha partorito un figlio o come inventa le sere;
lui abita da solo, e divide la vita
tra il lavoro, versi inutili, e la routine di un bicchiere.
Soffiasse davvero qual vento di scirocco
e arrivasse ogni giorno per spingerci a guardare
dietro la faccia abusata delle cose,
nei labirinti oscuri delle case,
dentro lo specchio segreto di ogni viso,
Sol-6  La7    Re-     Do6   Sib7+   La7   Re-
dentro     di noi.