"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca"

 

PIETRAPAZZA

 

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Pietrapazza sorge, nel territorio del comune di Bagno di Romagna, a 613m d’altitudine nella valle dell’omonimo Bidente, circondata da scoscese pareti rocciose (da cui il nome “Pietrapazza”) tra le quali si trovano molte case sparse, oggi tutte in rovina e disabitate, i cui abitanti costituivano, fino alla prima metà del ‘900, il popolo di Pietrapazza.

Primo centro importante della Valle fu l’Eremo Nuovo sorto come Eremo dei Camaldolesi su un appezzamento di terra, posto sulla riva sinistra del Bidente di Pietrapazza a 734m s.l.m., ricevuto in dono attorno all’anno 1100 per la costruzione di un Romitorio.

Nei secoli successivi viene più volte citato in diversi documenti storici, negli annali Camaldolesi e, nel ‘500, nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze, senza mai divenire, però, un insediamento eremitico di grande importanza.

L’ultimo priore lasciò l’Eremo Nuovo nel 1510 e l’anno seguente nacque il podere omonimo.

Pietrapazza acquista importanza a scapito dell’Eremo Nuovo grazie alla localizzazione di più facile accesso lungo le vie di comunicazione che univano Bagno di Romagna con Ridracoli e Poggio alla Lastra.

La Chiesa di Sant’Eufemia alle Graticce, detta di Pietrapazza, divenne il centro spirituale e religioso dell’intera parrocchia.

Pietrapazza appartenne ai nobili di Valbona fino al ‘400, quando passò ai Conti Guidi di Battifolle, finché nel 1442 venne confiscata insieme a Ridracoli dall’Opera del Duomo e inglobata nei possedimenti del Capitanato della Val di Bagno.

La popolazione della parrocchia di Pietrapazza, dal 1789 al 1921, si è sempre mantenuta al di sopra delle 200 persone, poi diminuì progressivamente fino all’azzeramento completo avvenuto entro la fine degli anni ‘60, anni caratterizzati dallo spopolamento delle montagne verso le città.

 

La Valle di Pietrapazza ha un fascino particolare: quello di una natura selvaggia e isolata che custodisce ancora numerosi segni dell’antica presenza di un popolo povero e fortemente attaccato alla sua terra. Ricca di percorsi adatti a chi vuole passeggiare immerso in una natura solitaria dove si è in compagnia di vecchie case abbandonate, ruderi e qualche animale selvatico.